1-Pioli e Inzaghi. I due allenatori, con un passato in comune alla Lazio, sono ormai annoverati tra i migliori del panorama calcistico italiano. Due percorsi diversi, con tempistiche profondamente lontane l’una dall’altra. La traiettoria compiuta da Stefano Pioli per giungere a ottenere l’incarico più importante della sua vita è stata tortuosa e variegata. Tante tappe ricche di soddisfazioni e di delusioni. Dal Bologna alla Fiorentina, passando per Lazio e Inter, fino ad arrivare a Milanello. Simone Inzaghi, invece, è cresciuto, tanto come calciatore che come allenatore, a Formello, partendo dalle giovanili e finendo per dirigere la prima squadra, portandola a risultati sorprendenti. La chiamata dell’Inter lo ha ripagato dei tanti anni di crescita continua. Due allenatori che esprimono un calcio spumeggiante, offensivo, qualitativo, a tratti travolgente. Chi prevarrà nel derby di stasera?
2-Ibra e Dzeko. Dicendo che il vino più invecchia e più diventa buono, si rischia di cadere in un cliché ascoltato troppe volte. Tuttavia, in questo caso, non esiste ulteriore maniera per descrivere i due giocatori citati. Il gigante svedese continua a stupire, non c’è carta d’identità che tenga. A 40 anni gioca in modo magistrale, trascinando un gruppo intero. Nel suo caso, più che di seconda giovinezza è corretto parlare di eternità. Ibrahimovic è uno spettacolo per tutti gli amanti del gioco.
Dall’altra sponda dei navigli, invece, Edin Dzeko sta vivendo una delle stagioni più cospicue e proficue della sua carriera. L’ultima stagione a Roma, tra problemi con l’allenatore e una scarsa vena realizzativa, è stata la più complicata. L’approdo a Milano, sponda Inter, è stato accolto freddamente, con tanti nasi pronti a storcersi per un calciatore che avrebbe dovuto avere l’arduo compito di sostituire Romelu Lukaku. Eppure, finora, gli scettici sono stati smentiti. Il cigno di Sarajevo è la nota più positiva di questo avvio di stagione nerazzurro. Sono già 8 le reti messe a segno, condite da 2 assist.
3-San Siro in festa. Dopo due derby disputati nel silenzio tombale del Giuseppe Meazza, finalmente le tribune della Scala del Calcio sono pronte a ripopolarsi nuovamente per la partita più importante dell’anno. Nella settimana del via libera per la costruzione del nuovo stadio di Milan e Inter, San Siro è pronto a riprendersi la scena, issandosi al centro del mondo e divenendone l’ombelico. Le coreografie torneranno a colorare le due curve, i canti a far tremare le quattro torri. Difficile stabilire se quello di stasera possa essere uno degli ultimi derby scudetto della storia del Meazza, ad ogni modo sarà bellissimo ed elettrizzante.
4-Centrocampi a confronto. Se c’è un reparto delle due compagini milanesi che negli ultimi anni ha mostrato solidità e compattezza, rivelandosi tra i migliori d’Italia, quello è il centrocampo. Da un lato, quello del Diavolo, con Kessié e Bennacer sugli scudi. Una diga davanti alla difesa, abile nell’aggredire, recuperare palloni preziosi e fare ripartire l’azione. Entrambi hanno in dote anche notevoli capacità realizzative, soprattutto l’ivoriano, fenomenale dal dischetto.
Dall’altro, quello nerazzurro, con Barella e Brozovic a dominare tutto e tutti. Il nazionale azzurro, fresco di rinnovo fino al 2026, è ormai il centrocampista migliore del nostro calcio. Recuperi, corsa, contrasti, capacità balistiche invidiabili e visone di gioco. Un tuttocampista che fa invidia a mezza Europa. Brozovic, nonostante sia meno visibile e riconoscibile, è una pedina fondamentale nello scacchiere nerazzurro. Una valvola di respiro, la diga davanti alla difesa, colui che detta i tempi delle azioni. Ovviamente, vanno citati anche gli altri grandi interpreti del ruolo, come Tonali, Vidal, Bakayoko, Calhanoglu e Sensi. Il match si deciderà nel mezzo.
5-Le difese. 10 reti subiti dal Milan, 12 dall’Inter, la seconda e la terza difesa del campionato, dietro solamente a quella del Napoli. Tuttavia, i numeri non raccontano tutto. De Vrij, Skriniar e Bastoni rappresentano, con ogni probabilità, il miglior trio difensivo del campionato, fondamentale nella conquista dello scudetto della stagione passata. Un mix completo di potenza, aggressività e tecnica, supportato da Handanovic.
Stefano Pioli, invece, ha trovato nella coppia Kjaer-Tomori la chiave di volta della sua squadra. Il danese e l’inglese sono perfettamente complementari. Il primo è più esperto, tecnico e abile nel leggere l’azione con largo anticipo. Il secondo incarna l’atletismo e la forza. L’ex calciatore del Chelsea è onnipresente, sempre attaccato all’avversario, attento e puntuale nell’intervenire, spesso in modo netto e pulito, senza commettere fallo. Maignan, in porta, è riuscito a non fare rimpiangere Donnarumma. L’attacco vince le partite, la difesa fa vincere i campionati.
6-L’Inter è pronta a servire il bis? Lo scudetto della stagione scorsa, ottenuto dopo oltre 10 anni di astinenza, ha riportato l’Inter dove merita di stare. Un digiuno lungo, culminato con la gioia più grande. La macchina perfetta di Antonio Conte sembrava destinata ad aprire un ciclo, continuando il proprio dominio in Italia. Invece, qualcosa si è inceppato. Le difficoltà economiche della proprietà hanno spinto l’allenatore salentino a lasciare Appiano Gentile. Insieme a lui, per risanare parte del debito, le casse societarie hanno avuto bisogno di incassare dalle cessioni di Lukaku e Hakimi. Oggi, Simone Inzaghi è pronto a riprendere il filo del discorso, cercando di dare continuità al progetto nerazzurro.
7-Il Milan non vince lo scudetto da 11 anni. Era il 7 maggio 2011 quando il Diavolo, al termine di un pareggio senza reti all’Olimpico di Roma, si laureava campione d’Italia per la 18esima volta. Da allora, i rossoneri hanno dovuto affrontare una serie di ostacoli che hanno condotto uno dei club più blasonati del pianeta sull’orlo del baratro, sfiorandolo più volte. Poche soddisfazioni, tanta amarezza e troppa mediocrità. Dopo l’addio di Berlusconi si sono avvicendate diverse proprietà e dirigenze, senza riuscire a capire il valore dei colori rappresentati. L’avvento di Elliott e, soprattutto, di Maldini, Gazidis e Massara ha svoltato la situazione, permettendo al Milan di iniziare un percorso intelligente e ricco di idee vincenti. Il 2022 è l’anno giusto per tornare a vincere?
8- Primo turning point del campionato? Una sconfitta per l’Inter e zero per il Milan dopo 11 giornate. 24 e 30 punti rispettivamente. Secondo e primo posto insieme al Napoli. I rossoneri con una vittoria andrebbero a +9 dai cugini, iniziando a costruire un vantaggio importante, tentando una prima mini fuga con la squadra di Spalletti, attesa dall’impegno casalingo con il Verona. La squadra di Inzaghi con i tre punti si porterebbe a sole tre lunghezze dal Milan, rendendo il campionato ancora più avvincente.
9-Il Milan deve riscattare la delusione della Champions League. Un pareggio, contro il Porto, e tre sconfitte in quattro partite. Questo è il momentaneo bottino raccolto dal Milan al suo ritorno in Champions League. Capitato in un girone ostico, probabilmente il più complicato, il Diavolo non è riuscito a esprimere sé stesso, sembrando una squadra totalmente diversa da quella vista in campionato. La mancanza di esperienza , un briciolo di timore reverenziale e l’oggettiva superiorità delle avversarie hanno rappresentato un ostacolo insormontabile. Con la qualificazione ormai lontanissima, i rossoneri devono concentrare tutte le loro forze sullo scudetto.
10-Il fascino del Derby della Madonnina. Di tutti i derby che il nostro calcio può vantare, quello di Milano è sicuramente quello che ha annoverato più campioni in assoluto. I tedeschi dell‘Inter, gli olandesi del Milan, Ronaldo, Ronaldinho, Shevchenko, Kakà, Milito, Zanetti, Maldini, Icardi e tanti altri. Negli ultimi anni il capoluogo lombardo è stato dominato dai colori nerazzurri, quasi sempre vincenti a scapito dei cugini. Stasera, invece, chi trionferà nel derby?
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