Dirigenza, allenatore, giocatori. Tutti chiamati a rendere conto al popolo del Manchester United per una stagione fin qui deludente. Il malcontento generale, alimentato dal malessere dei tifosi, dai titoli delle testate giornalistiche e vari news media, rannuvola nuovamente il cielo sopra l’Old Trafford dopo che il mercato estivo sembrava aver ridato nuove speranze.
PROMETTENTI PREMESSE
Facciamo in primis un passo indietro. 31 agosto 2021, dopo 12 anni Cristiano Ronaldo ritorna al Manchester United. Il talento di Madeira chiude la sua avventura torinese per fare ritorno alla squadra che lo ha consacrato, con tanta voglia di riscatto e fame di titoli.
Oltre alla dolce nota Ronaldo, Jadon Sancho dal BVB per 85 milioni di euro e Raphael Varane dal Real Madrid per 40 milioni di euro chiudono la sessione estiva di mercato. Due rinforzi in attacco per dare peso, creatività e numeri alla fase offensiva. Un forte centrale di esperienza per rinsaldare la non sempre ferrea difesa reds. Il mercato, insomma, seppur dispendioso, sembra poter fare da base ad un percorso vincente, sotto l’egida del condottiero norvegese Solskjaer, che nel frattempo ha ottenuto la fiducia della dirigenza per la guida dell’organico per la stagione 2021/22.
Alla luce delle buone premesse, a vedere i risultati ottenuti e l’attuale piazzamento, “What the hell?” sarebbe la più che lecita reazione di ogni buon supporter dello United, alla luce del momentaneo settimo posto in classifica, conquistato con buone vittorie ma anche di incredibili e rumorosi passi falsi.
Nonostante in Champions League i Red Devils abbiano agguantato (non senza brividi) la prima posizione del girone, la situazione in campionato preoccupa e ha scosso decisamente l’ambiente.
La prima mossa della dirigenza è stata quella di far saltare la panchina a mister Ole, sostituito quindi a Ralf Rangnick. Il manager tedesco è al momento incaricato (pare sia un tecnico di transizione pronto ad essere cambiato a fine stagione) della difficile missione di far uscire lo United dalla crisi, cercando almeno di valorizzare gli elementi della rosa, in particolare i più giovani che sembrano essersi smarriti.
È proprio la gioventù dorata dei diavoli rossi ad attirare le critiche più feroci. Forti di uno spiccato talento, del valore di mercato attribuito loro e del precoce avvio di carriera in una franchigia tra le più blasonate d’Inghilterra, questi giovani rappresentato il vero patrimonio calcistico del club; proprio loro sono stati chiamati a gran voce dalla tifoseria e dal tecnico a risollevare le sorti di una stagione fin qui da dimenticare.
E il primo che pare essersi scagliato contro la cosiddetta “generazione del 95’” è stato proprio Ronaldo, prima della rocambolesca sconfitta subita in casa per merito del Liverpool.
RISULTATO NETTO
5 a 0 netto, ineluttabile, incommentabile. Un dominio senza ne capo ne coda da parte degli uomini di Klopp, che hanno annientato il loro storico avversario nella loro casa. Un risultato forse frutto di quelle tensioni create proprio dall’apertura del vaso di pandora da parte di Cristiano prima del match. La chiave della vicenda, l’elemento della discordia è la diversa visione della professionalità e, in particolare, quella distanza di mentalità tra il campione 5 volte pallone d’oro e le giovani leve.

Che il campione portoghese viva il calcio con un’intensità, una dedizione ed una concentrazione fuori dalla norma, non è certo un mistero. Un fuoriclasse esemplare, che lo porta ad essere sempre al top non solo dal punto di vista fisico, ma anche sull’aspetto mentale. La fame di gol, di risultati e di titoli anima la sua storia calcistica fin dai primi passi.
Seppur quindi, un esigentissimo (con se stesso e con gli altri) Ronaldo apra solo la questione, le tristi prestazioni dei classe 95’ confermano le carenze imputate loro.
GLI INDIZIATI
Gli indiziati delle accuse sono nomi noti. Rashford, Diallo, Dalot, Sancho, Wan-Bissaka, Henderson, Van de Beek e Greenwood. Alcuni nomi tra quelli citati sono stati pagati fior di milioni, altri sono prodotti delle giovanili che fino ad ora hanno incantato e stupito per precocità ma che ancora non hanno dimostrato lo status di campioni.
Si parla della futura generazione, non solo del club, ma dello stesso panorama calcistico mondiale. Tra tutti: Rashford, Van de Beek, Sancho e proprio il gioiellino Greenwood sono stati i principali oggetti di critica degli ultimi mesi da parte dei tifosi e dei tabloids inglesi. Se i dubbi riguardanti il poco utilizzo dell’olandese ex Ajax ormai rientrano nella categoria dei “casi di Manchester”, molto più preoccupante pare essere la situazione per i 3 inglesi.
Sancho, prelevato grazie ad un oneroso esborso economico da parte del club, non è ancora riuscito a dimostrare il talento messo in mostra in Germania. Che sia il passaggio ad un club con più responsabilità dove la maglia indossata è molto più pesante, o che sia l’approdo in un campionato dall’alta intensità e dal livello superiore alla Bundesliga, il giovane talento londinese fin qui ha collezionato 16 partite in campionato, segnando a referto solo una rete contro il Chelsea. Bottino misero considerando il numero di assist e gol messi a segno nelle precedenti stagioni tedesche.
Un calvario, quello di Sancho, che mal si accompagna all’inaspettato calo di prestazioni del beniamino Rashford. Aggregato ed usato con vario impiego in prima squadra dal lontano 2015/16, il numero 10 pare ora addirittura essere additato come futuro partente. Titolare e decisivo a più riprese nel corso delle stagioni precedenti, molti tifosi e giovani hanno visto in lui il futuro del club e della nazionale. Dopo il deludente epilogo di euro 2021 dove è stato utilizzato con pochissima frequenza dal C.t Southgate (sbagliando anche il rigore in finale) e l’inizio di stagione non brillante con il club, intorno al classe 97’ si è creato un clima di freddezza mediatica e di sfiducia da parte della tifoseria.
Le ultime criticate prove (alla luce delle numerose attività benefiche da lui svolte per la comunità, i tifosi gli contestano un non pari impegno sul campo da calcio) hanno aperto un nuovo “caso” in casa United, con il pericolo che l’amore tra le parti possa ben presto giungere ad una conclusione.
Ultimo grande dilemma che ha diviso non solo l’opinione pubblica calcistica (in particolare quella degli opinionisti ex United) ma anche lo stesso spogliatoio è il caos intorno alla questione Greenwood. Il 2001, usato assiduamente e con ottimi risultati da Solsjkaer non trova al momento più spazio nelle gerarchie della squadra di Rangnick. Un’esclusione pesante che delude molto il ragazzo secondo i giornali inglesi.
La principale causa del poco minutaggio sembra essere la concorrenza per quella posizione tra lui e Ronaldo, ma anche un attrito derivante dalla poca propensione del giovane inglese a servire il compagno. Tra chi è convinto della possibilità di una convivenza tra i due e chi invece preferisce un impiego alternato (con il chiaro sacrificio di impiego del giovane Greenwood). La volontà del mister tedesco è ricaduta sulla scelta tecnica della titolarità di cr7 a discapito di Mason.
INVERTIRE IL TREND
Attriti, tensioni, scelte tecniche, passi falsi, gap con le altre big sempre in crescendo, per ora questi sono e sfortunatamente rimarranno i titoli gravitanti intorno al mondo del Manchester United per questa stagione. Che questa criticata e contestata classe del 95’ trovi la forza di invertire il trend: non solo in ottica risultati ma anche per dimostrare al club ed al mondo che loro sono il futuro su cui puntare. I tifosi, la dirigenza, oltre che gli stessi compagni, tutti si augurano che l’elettricità di queste promesse del calcio possa dare la carica alla squadra, al posto di generare come negli ultimi tempi un definitivo blackout.