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Game e Set a Golden State

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Game e Set a Golden State

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L’ultimo appuntamento della stagione ha già dato i suoi primi due verdetti ed entrambi portano il nome di Golden State. Le prime due partite della serie hanno già dato abbastanza indicazioni sul come si potrebbero svolgere le altre, con (poche) analogie e (molte) differenze rispetto allo scorso anno. Dopo il miracolo sportivo dell’anno scorso, i Cavaliers sono chiamati ad un’impresa ben più difficile, contro un roster persino più forte di quello che l’anno scorso ha chiuso con 73 partite vinte in Regular Season. Dall’altra parte, i Warriors sono al momento 14-0 in questi Playoffs (mai successo fino ad ora in NBA) e sembrano in una condizione fisica e mentale semplicemente perfetta.

GARA 1

Ciò che salta all’occhio, prima di tutto, è l’impatto di Kevin Durant su questa serie rispetto al comunque ottimo Harrison Barnes e gli aggiustamenti difensivi che Tyronn Lue ha messo in campo per cercare di arginare un quintetto forte come pochissimi altri nella storia dell’NBA. L’importanza di Durant nell’economia di gioco di Steve Kerr è diventata via via fondamentale con il passare del tempo sia a livello difensivo che quello offensivo, mettendo a disposizione dei compagni un’arma semplicemente inarrestabile sia in caso di attacchi statici che in transizione. In quest’ultima situazione KD ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza soprattutto nei primi due quarti di Gara 1 sfruttando le troppe palle perse dall’attacco di Cleveland.

Le scelte difensive di Lue poi, lo hanno quasi esaltato: nonostante la marcatura diretta di LeBron James (e di Richard Jefferson quando il King è a riposo), Kevin ha potuto disporre di spazi per lui inusuali nel quale esprimere tutto il suo talento mentre il resto della difesa di Cleveland cercava di togliere dalla partita Curry e Thompson. Il campo però, ha dato esiti completamente differenti da quelli aspettati da coach Lue: Klay ha effettivamente faticato come un mulo in attacco (3/16 dal campo) ma ha restituito con gli interessi le sue mancanze offensive in difesa, dove ha praticamente annullato chiunque gli passasse vicino semplicemente occupando le linee di passaggio e creando i presupposti per i fastbreak che hanno indirizzato la partita.

Nel frattempo Curry ha preso in mano la partita al terzo quarto rendendo l’ultimo una semplice agonia in vista di Gara 2. Proprio Steph è il perfetto compare di Kevin: ponendo il fatto che far entrare in ritmo Curry equivale automaticamente a perdere, le attenzioni difensive che gli sta dedicando Shumpert (il miglior difensore dei Cavaliers assieme a LeBron) distolgono lo sguardo degli altri dai suoi compagni ma, allo stesso tempo, gli lascia modo di gestire i suoi ritmi ed i suoi tiri senza dover forzare anche quando non necessario. In questo solido equilibrio, Durant è l’uomo che “carrya” l’attacco e muove il tabellino mente Curry e Thompson, senza più la scimmia sulla spalla del tabellino, possono dedicarsi a letture di gioco senza palla utili per creare spazi per sé ed i compagni migliorando ulteriormente quel “flow” offensivo che manda al diavolo qualsiasi sistema difensivo si sia opposto a loro.

Dall’altra parte, non è bastato LeBron per garantire qualità all’attacco da addirittura 20 palle perse (maturate in gran parte nello scellerato secondo quarto del quale proprio il 23 ha qualche responsabilità) e spesso mancante di ritmo, affidandosi solo ai pick’n’roll con Irving, a Love in post e basta. Pessimo apporto del supporting cast, limitatissimo nei minuti e non in grado di garantire quell’apporto di energia e punti tale da far rifiatare i titolari. In particolare, l’utilizzo col contagocce di Korver ed i due Williams lascia pesanti dubbi sulla qualità dei rinforzi arrivati prima della deadline di quest’anno.

https://www.youtube.com/watch?v=CT-j2HAhvn0

GARA 2

Le considerazioni di Gara 1 hanno trovato riscontro anche in Gara 2, sebbene l’approccio difensivo di Cleveland sia radicalmente migliorato. Partita apertissima fino al secondo quarto chiusa tra il terzo ed il quarto dal solito Durant, il quale trova ancora spazi enormi su cui far valere il suo talento, e dalle solite conclusioni folli di Curry e Thompson, forse gli unici giocatori in NBA a poter segnare con regolarità tiri impossibili per praticamente qualsiasi altro essere umano.

Sebbene Golden State abbia giocato con meno attenzione in attacco (20 palle perse anche per loro, parte delle quali derivate da un ultimo quarto spettacolare più per i canestri da circo che per un’effettiva competizione tra le due squadre), Cleveland non è riuscita a frenare gli strappi imposti dai giocatori della Baia alla partita, arrendendosi all’inizio del quarto quarto. Lue ha modificato alcuni atteggiamenti difensivi che hanno portato ad un leggero miglioramento rispetto alla prima partita, cercando molti più intercetti e forzando palle perse.

Questa aggressività sull’uomo mancata totalmente prima, ha generato gran parte delle pale perse di Golden State permettendo moltissimi punti facili sfruttando le capacità di andare a chiudere al ferro di LeBron ed Irving muovendo il tabellone dei punti senza passare da un attacco organizzato. A quel punto Golden State ha preferito andare controcorrente rispetto suo solito abbassando i ritmi e punendo gli avversarti a difesa schierata. Tattica che poteva sembrare controproducente ma le energie spese da Cleveland in difesa alla lunga hanno pagato il conto.

https://www.youtube.com/watch?v=impWRRca50M

Per Gara 3, ormai una “win or go home” nella pratica dei fatti, il carrozzone si sposta a Cleveland con la possibilità per Golden State di creare un solco irraggiungibile anche per uno dei migliori attacchi di tutti i tempi. I Cavaliers invece, cercheranno di mantenere il fattore campo ma molto passerà dalla gestione e dall’attenzione difensiva che questa squadra dovrà mantenere durante tutti i 48 minuti, contenendo le accelerazioni brutali della Dub Nation ed imponendo una partita giocata più sul “grit and grind” di Memphis, che ha dato tanto fastidio in passato ai campioni della Western Conference, piuttosto che buttarsi in uno scontro a fuoco nei fatti insosteniblie. E pregare.

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Harden imita Beckham: vuole una stella per i suoi Houston Dynamo

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James Harden, cestista statunitense che ha vestito la maglia dei Philadelphia 76ers nell’ultima stagione, ha deciso di acquistare qualche tempo fa alcuni azioni degli Houston Dynamo. Harden ha trascorso ben nove anni in Texas e ha deciso quindi di investire sulla squadra di calcio di Houston che disputa la MLS. Ora, con l’arrivo di Lionel Messi all’Inter Miami di proprietà di David Beckham, il play americano sogna un colpo simile per la sua squadra. Ha infatti rilasciato recentemente alcune dichiarazioni a USA Today Sports: Cerchiamo un campione che venga a Houston. Sappiamo tutti quanto incredibile è Messi, che a Miami insieme alla sua famiglia si sta trovando bene. Anche noi cerchiamo qualcuno che venga nella nostra franchigia e siamo sicuri che lo troveremo. Non me ne occupo io direttamente, ma il club è al lavoro”.

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Altri Sport

Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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Basket

[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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Basket

Curry contro LeBron: sfavoriti a chi? Stanotte ritorna in scena il duello

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Non saranno le Finals del quadriennio 2015/2018, ma questa notte sarà di nuovo Steph Curry contro LeBron James. E la Lega già si infiamma, per la serie che questi due talenti potrebbero mettere in piedi.

Il primo guida ormai dal 2009 i Golden State Warriors, con cui ha vinto 4 anelli e segnato un’epoca. Il secondo si è legato con i Los Angeles Lakers nel 2018, laureandosi campione NBA per la quarta volta nella sua storia la stagione successiva.

I PRECEDENTI

Nel 2018 i Golden State Warriors di Curry, Thompson, Durant e Green hanno spazzato via i Cleveland Cavaliers di LeBron James nelle Finals con un nettissimo 4-0. Da un lato abbiamo, probabilmente, la squadra più forte della storia come quintetto titolare. Dall’altro lato un roaster in evidente fase calante che LeBron James, se non da solo quasi, ha trascinato alle Finals. Le sue ottave Finals NBA consecutive, tra Miami Heat e Cleveland Cavaliers.

Nonostante il risultato senza repliche, infatti, dalle parti di Cleveland, King James fu idolatrato come una divinità, quando a fine anno svestì la casacca della franchigia dell’Ohio. Il motivo di tale amore incondizionato del pubblico dei Cavs è dovuto al fatto che il primo addio, che a tutti è sembrato un vero e proprio tradimento, commercializzato all’inverosimile con “The Decision“, è stato ampiamente colmato. Nella sua seconda avventura ai Cavs, LeBron ha portato la squadra ad un livello superiore. E, soprattutto, ha portato a casa il primo anello della storia della squadra. Lo ha fatto con un’impresa degna di nota: prima e unica volta nella storia che una squadra in svantaggio di 3-1 in una serie di Finals è riuscito a ribaltare e vincere.

Quell’estate, LeBron ha lasciato la sua Cleveland e la Eastern Conference, per sbarcare ad Ovest, per la prima volta in carriera, a quasi 34 anni. Con la casacca gialloviola, LeBron ha subito scritto la storia, vincendo il titolo nel 2020 e, soprattutto, tenendo alto il nome di Kobe Bryant, leggenda e volto storico dei Lakers tragicamente scomparso nel gennaio dello stesso anno. Ma dal 2018, non ci sono più stati scontri in un play-off tra Steph Curry e LeBron James. Ci si è andati vicini, se si pensa che nella stagione 2020/21 le due squadre si sono affrontate in un play-in, in cui è stato il King ad avere la meglio.

Ma si tratta di una sfida facilmente oltrepassabile. In primis, perchè non è reputata parte della post-season. In secondo luogo, perchè è stata una sola gara disputata, non una serie.

COINCIDENZA DELLE STELLE

LeBron James è di Akron, Ohio. Per tutti ora è “Il King“, ma per anni è stato “Just a kid from Akron“. Un’etichetta nata per erssere dispregiuativa e limitante nei suoi confronti e che ora, invece, lui stesso sfoggia con orgoglio. Il ragazzo venuto dal niente, in possesso solo di un talento sconfinato, schiacciato dalle attese sin dal suo ingresso nella Lega a soli 18 anni. Ed ora diventato leggenda.

Ma se andassimo a leggere, invece, data e luogo di nascita di Steph Curry, ritroveremo un nome familiare. Anche in questo caso, Akron, Ohio.

Le due stelle più rappresentative del basket americano degli anni 2010, vincitori di 7 titoli complessivi su 1o disponibili tra il 2010 e il 2020 concittadini. Nati nello stesso ospedale di Akron, a poco più di 3 anni di distanza. Quando le stelle (in questo caso, in senso astronomico) decidono di dare alla luce altre stelle (ora parliamo di Curry e James), il risultato non può che essere esplosivo. Stanotte, dopo 5 anni dall’ultima volta, i due si guarderanno di nuovo negli occhi in una serie da dentro-o-fuori valida per i Play-off. Con la consapevolezza che solo uno dei due potrà andare avanti.

La cosa più ironica, però, è che i due fuoriclasse sono arrivati a questa sfida scollandosi l’etichetta di chi li dava come “sfavoriti“. Memphis Grizzlies (avversari dei Los Angeles Lakers) e Sacramento Kings (avversari dei GSW) avevano dalla loro un miglior piazzamento in regular season e sembravano favoriti, con una eventuale Gara 7 in casa. Per i Grizzlies questa Gara 7 non si è neanche giocata. Curry, invece, ha letteralmente vinto quella giocata contro i Kings, con la migliore prestazione della storia in termi di punti segnati (50) in una Gara 7.

Da stanotte saranno l’uno contro l’altro, in una sfida che si prospetta già elettrica e piena di colpi di scena.

TUTTO SU SKY

La diffusione dell’NBA in Italia, ormai da anni, è governata da SKY. Su SkySport NBA (ed in streaming su NOW) sarà possibile assistere alle prime quattro gare in diretta e in replica. Si inizia stanotte alle 4:00 ora italiana.

Gara 1

LIVE nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 maggio ore 04:00

Repliche mercoledì 3 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 2

LIVE nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 maggio ore 03:00

Repliche venerdì 5 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 3

LIVE nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio ore 02:30

Repliche domenica 7 maggio ore 14:00 e 19:30

Gara 4

LIVE nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 maggio ore 04:00

Repliche martedì 9 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Eventuali gara 5, gara 6 e gara 7 verranno comunicate in seguito.

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