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Sidney Moncrief, il mastino con la canotta dei "cervi"

Basket

Sidney Moncrief, il mastino con la canotta dei “cervi”

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Un attimo di silenzio.
Parla Michael: “When you play against Moncrief, you’re in for a night of all-around basketball. He’ll hound you everywhere you go, both ends of the court. You just expect it.” (Quando giochi contro Moncrief, sei partecipe di una notte di all-around basket. Ti insegue ovunque tu vada, da una parte all’altra. Devi solo aspettartelo). Bene, rimettiamo Michael nella teca della Hall of Fame, ha già fatto abbastanza.
Ora, per farvi capire un attimo cos’è stato Sid a Milwaukee e per Milwaukee immaginate che un giocatore mai in una top ten per nessuna classifica per 12 anni interi sia stata la shooting guard più forte del periodo antecedente al Michael sopra. La carriera di Moncrief parte da casa sua: University of Arkansas, canotta dei Razorbacks, Marvin Delph e Ron Brewer di fianco.
Insieme si toglieranno tante soddisfazioni: una Southwest Conference, una partecipazione alle Final Four ed un’altra March Madness chiusa con l’eliminazione da parte degli Indiana State Sycamores per un punto. Fermiamo un attimo il tempo a questa partita: è il 1979, anno della partita più famosa di sempre a livello collegiale, “la partita più vista della storia”, Larry Bird contro Magic Johnson: Sycamores imbattuti con un 33-0 abbastanza esplicativo eppure rischiarono di non arrivare lì, nonostante la presenza del 33 più famoso della storia e nonostante i suoi 32 punti nella partita contro i Razorbacks.
Sidney Moncrief c’entra eccome: Larry Bird è a 26 punti e non ha voglia di smettere, Eddie Sutton (l’head coach di Arkansas) si gioca il suo jolly e lo piazza in marcatura sul biondone.
Piccolo dettaglio: va bene che Moncrief è un toro, ma Larry tralasciando il suo infinito arsenale offensivo è alto 16 centimetri di più, è in fiducia ed in sintesi, è un brutto cliente per chiunque.
Limitato da lì in poi a 6 punti contati, ne avesse fatti 4 il nostro basket forse sarebbe stato leggermente diverso, meno male che Sutton non ci abbia pensato prima.

Arriva l’NBA, la quinta scelta del 1979 è Sid, i Bucks lo prendono per affiancare Marques Johnson e Bob Lanier.
Due annetti passano tra playoff ed eliminazioni, dove peraltro non gioca neanche male, poi arriva la stagione che lo consacra nell’èlite della Lega. Don Nelson si accorge di lui e delle sue qualità (evitiamo di descriverle tutte perchè ci si metterebbe una vita) , Sid si carica la squadra sulle spalle e comincia a spiegare basket: 20 pti, quasi 7 rimbalzi e 5 assist in circa 36 minuti, un All-Star game, guardia nel 2nd Team All-NBA ed anche in quello difensivo, i primi di una lunga serie.
Ai Playoff non si cammina però: per la seconda volta in tre anni ci pensa Philly in 6 gare ad abbattere i cervi.
51 vittorie nell’83 nonostante Milwaukee giocasse in 4 e mezzo perchè non si trovava un centro sano in tutto il Wisconsin (Lanier si stava giocando le ginocchia quindi la miglior idea del front-office fu chiamare il caro vecchio Dave Cowens, pensionato 40enne ex gloria dei Celtics, e nonostante tutto si portò 40 partitelle a casa) con Moncrief in grande spolvero: 22 punti e tanta, tantissima intensità difensiva priemiate con il posto nel 1st All-NBA Team e il Defensive Player Of The Year.
Poi c’è Philadelphia ai playoff. L’anno dopo si arriva un po’ più avanti ai playoff ma stavolta invece di Philly a fermare Milwaukee e Moncrief c’è (ancora) Larry Bird e tanti saluti alle NBA Finals.
I due anni successivi vedono i Bucks al massimo dello splendore: una trade con i Clippers porta a Los Angeles Marques Johnson e in Wisconsin Terry Cummings, Ricky Pierce e Craig Hodges mentre il ritiro di Lanier favorisce l’esplosione di Alton Lister. Con il contributo del babbo di Phil Pressey, l’ala piccola Paul, questa squadra arriva altre due volte ai playoff.
Ancora Philadelphia e ancora Boston, ancora i Bucks fuori dalle Finals.
La carriera di Moncrief subisce brutti colpi a causa degli infortuni che lo costringono a saltare 65 gare di RS in 2 anni (ironia della sorte, nell’87 tornerà in tempo per uscire contro Boston come da routine) arrivando così al 1989 dove, debilitato da due anni a mezzo servizio, decidere di lasciar perdere.

Vi facciamo notare un dettaglio che colpisce molto, in una sua intervista: “George Gervin va portato a destra perchè se va a sinistra ha più finte” “Di Magic va difesa la destra e va in difficoltà se si scompone mentre tira” “Jordan chiude sempre i lay-up dalla parte opposta del canestro e soprattutto non va toccato in aria”.
Moncrief sapeva a memoria come difendere sull’uomo, una specie di banca dati che agisce matematicamente di conseguenza; per usare le sue stesse parole: “Each time you take something away from the offensive player, you give him something else” (Ogni volta che chiudi una possibilità ad un giocatore che attacca, ne apri un’altra), il suo segreto è stato bilanciare questo “chiudere e aprire” per complicare la vita a chi avesse la sfortuna di ritrovarselo davanti, dietro, di fianco, sopra, sotto, in post, fuori dall’area… ovunque.
Una gran testa supportata da un fisico eccellente che gli permetteva di affrontare alla pari anche Magic o Bird e tanto talento dall’altra parte del campo dove spesso le sue capacità realizzative sono oscurate da quelle difensive.

Dopo il ritiro, oltre ad aver intrapreso un po’ di business principalmente negli immobili, Moncrief ha svolto anche qualche ruolo da allenatore (forse l’unico che gli è rimasto difficile da ricoprire) e da assistente anche in NBA, con i Mavericks, i Warriors ed i Bucks. Garry St. Jean, uno degli assistenti dei Bucks, diceva che durante il periodo passato da Sid come membro dello staff aveva trovato un modo facile per fare soldi durante gli scrimmage dei training camp: scommettere sempre sulla squadra di Sid. Quasi infallibile. Il Ministro della Difesa compie 57 anni, un posticino della Hall of Fame ancora da occupare e una canotta col 4 appesa al soffitto del Bradley Center. Noi lo aspettiamo a Springfield, nella vera Hall of Fame, nella nostra personale c’è già da un pezzo.

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Harden imita Beckham: vuole una stella per i suoi Houston Dynamo

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James Harden, cestista statunitense che ha vestito la maglia dei Philadelphia 76ers nell’ultima stagione, ha deciso di acquistare qualche tempo fa alcuni azioni degli Houston Dynamo. Harden ha trascorso ben nove anni in Texas e ha deciso quindi di investire sulla squadra di calcio di Houston che disputa la MLS. Ora, con l’arrivo di Lionel Messi all’Inter Miami di proprietà di David Beckham, il play americano sogna un colpo simile per la sua squadra. Ha infatti rilasciato recentemente alcune dichiarazioni a USA Today Sports: Cerchiamo un campione che venga a Houston. Sappiamo tutti quanto incredibile è Messi, che a Miami insieme alla sua famiglia si sta trovando bene. Anche noi cerchiamo qualcuno che venga nella nostra franchigia e siamo sicuri che lo troveremo. Non me ne occupo io direttamente, ma il club è al lavoro”.

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Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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Basket

Curry contro LeBron: sfavoriti a chi? Stanotte ritorna in scena il duello

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Non saranno le Finals del quadriennio 2015/2018, ma questa notte sarà di nuovo Steph Curry contro LeBron James. E la Lega già si infiamma, per la serie che questi due talenti potrebbero mettere in piedi.

Il primo guida ormai dal 2009 i Golden State Warriors, con cui ha vinto 4 anelli e segnato un’epoca. Il secondo si è legato con i Los Angeles Lakers nel 2018, laureandosi campione NBA per la quarta volta nella sua storia la stagione successiva.

I PRECEDENTI

Nel 2018 i Golden State Warriors di Curry, Thompson, Durant e Green hanno spazzato via i Cleveland Cavaliers di LeBron James nelle Finals con un nettissimo 4-0. Da un lato abbiamo, probabilmente, la squadra più forte della storia come quintetto titolare. Dall’altro lato un roaster in evidente fase calante che LeBron James, se non da solo quasi, ha trascinato alle Finals. Le sue ottave Finals NBA consecutive, tra Miami Heat e Cleveland Cavaliers.

Nonostante il risultato senza repliche, infatti, dalle parti di Cleveland, King James fu idolatrato come una divinità, quando a fine anno svestì la casacca della franchigia dell’Ohio. Il motivo di tale amore incondizionato del pubblico dei Cavs è dovuto al fatto che il primo addio, che a tutti è sembrato un vero e proprio tradimento, commercializzato all’inverosimile con “The Decision“, è stato ampiamente colmato. Nella sua seconda avventura ai Cavs, LeBron ha portato la squadra ad un livello superiore. E, soprattutto, ha portato a casa il primo anello della storia della squadra. Lo ha fatto con un’impresa degna di nota: prima e unica volta nella storia che una squadra in svantaggio di 3-1 in una serie di Finals è riuscito a ribaltare e vincere.

Quell’estate, LeBron ha lasciato la sua Cleveland e la Eastern Conference, per sbarcare ad Ovest, per la prima volta in carriera, a quasi 34 anni. Con la casacca gialloviola, LeBron ha subito scritto la storia, vincendo il titolo nel 2020 e, soprattutto, tenendo alto il nome di Kobe Bryant, leggenda e volto storico dei Lakers tragicamente scomparso nel gennaio dello stesso anno. Ma dal 2018, non ci sono più stati scontri in un play-off tra Steph Curry e LeBron James. Ci si è andati vicini, se si pensa che nella stagione 2020/21 le due squadre si sono affrontate in un play-in, in cui è stato il King ad avere la meglio.

Ma si tratta di una sfida facilmente oltrepassabile. In primis, perchè non è reputata parte della post-season. In secondo luogo, perchè è stata una sola gara disputata, non una serie.

COINCIDENZA DELLE STELLE

LeBron James è di Akron, Ohio. Per tutti ora è “Il King“, ma per anni è stato “Just a kid from Akron“. Un’etichetta nata per erssere dispregiuativa e limitante nei suoi confronti e che ora, invece, lui stesso sfoggia con orgoglio. Il ragazzo venuto dal niente, in possesso solo di un talento sconfinato, schiacciato dalle attese sin dal suo ingresso nella Lega a soli 18 anni. Ed ora diventato leggenda.

Ma se andassimo a leggere, invece, data e luogo di nascita di Steph Curry, ritroveremo un nome familiare. Anche in questo caso, Akron, Ohio.

Le due stelle più rappresentative del basket americano degli anni 2010, vincitori di 7 titoli complessivi su 1o disponibili tra il 2010 e il 2020 concittadini. Nati nello stesso ospedale di Akron, a poco più di 3 anni di distanza. Quando le stelle (in questo caso, in senso astronomico) decidono di dare alla luce altre stelle (ora parliamo di Curry e James), il risultato non può che essere esplosivo. Stanotte, dopo 5 anni dall’ultima volta, i due si guarderanno di nuovo negli occhi in una serie da dentro-o-fuori valida per i Play-off. Con la consapevolezza che solo uno dei due potrà andare avanti.

La cosa più ironica, però, è che i due fuoriclasse sono arrivati a questa sfida scollandosi l’etichetta di chi li dava come “sfavoriti“. Memphis Grizzlies (avversari dei Los Angeles Lakers) e Sacramento Kings (avversari dei GSW) avevano dalla loro un miglior piazzamento in regular season e sembravano favoriti, con una eventuale Gara 7 in casa. Per i Grizzlies questa Gara 7 non si è neanche giocata. Curry, invece, ha letteralmente vinto quella giocata contro i Kings, con la migliore prestazione della storia in termi di punti segnati (50) in una Gara 7.

Da stanotte saranno l’uno contro l’altro, in una sfida che si prospetta già elettrica e piena di colpi di scena.

TUTTO SU SKY

La diffusione dell’NBA in Italia, ormai da anni, è governata da SKY. Su SkySport NBA (ed in streaming su NOW) sarà possibile assistere alle prime quattro gare in diretta e in replica. Si inizia stanotte alle 4:00 ora italiana.

Gara 1

LIVE nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 maggio ore 04:00

Repliche mercoledì 3 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 2

LIVE nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 maggio ore 03:00

Repliche venerdì 5 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 3

LIVE nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio ore 02:30

Repliche domenica 7 maggio ore 14:00 e 19:30

Gara 4

LIVE nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 maggio ore 04:00

Repliche martedì 9 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Eventuali gara 5, gara 6 e gara 7 verranno comunicate in seguito.

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