Ridursi all’ultimo, nel calciomercato come in quasi tutte le cose della vita, non è mai una buona strategia. Eppure ogni istante può trasformarsi in quello giusto per portare a buon fine una trattativa. Ogni minuto può essere quello giusto, per completare mesi di lavoro o per provare a dare una svolta al mercato.
E così a poche ore dell’ultimo giro di orologio, il Torino ha messo a segno un bel colpo.
GENNAIO, 2016
Ero sicuro di giocare e ho fatto gol, sono contento di essere rimasto qui. L’allenatore ha fiducia in me, mi ha lanciato dopo 4 mesi di infortunio e se sono qui a festeggiare, devo ringraziare lui per avermi dato questa opportunità. Siamo sempre stati dalla sua parte, fa lavorare, e a volte non sono arrivati i risultati ma quando lavori i risultati escono fuori.
Fiducia. Quella di Mihajlovic nei confronti di Niang. Ripagata con una buona prestazione più gol nel derby di Milano, vinto per 3-0 dai rossoneri.
Con Miha in panchina, Niang è uscito fuori, un po’ alla volta. Si è imposto in un Sampdoria-Milan nel quale mostrò eccezionali capacità di collegamento tra i vari reparti. In fase di non possesso palla invece faceva praticamente da centrocampista aggiunto, e grazie alla sua conduzione di palla il Milan poteva difendere in blocco a ridosso della propria area e ripartire. Niang si è dimostrato l’unico giocatore, o comunque quello più adatto, per convivere con Bacca, un attaccante che ha bisogno di spazi per disorientare il difensore e smarcarsi.
AGOSTO, 2017
Da gennaio ad agosto. Un anno dopo. Con Niang che continua ad essere un’attaccante fortemente voluto da Sinica Mihajlovic. Questa volta però al Torino. Un trasferimento di cui si è parlato, dopo serate (e notti) di trattative tra il club di Urbano Cairo e quello rossonero. Una delle vicende più discusse in questa sessione di campagna acquisti, perché il francese era stato ceduto un paio di settimane fa allo Spartak per una cifra che si aggirava attorno ai 22 milioni. Una trattativa che però è morta prima ancora di nascere, soprattutto vista la decisione del giocatore di non volersi trasferire in Russia. Affare saltato.
E poi, nella testa del giocatore, ormai da tempo, c’era un’unica meta possibile, il Torino. Il desiderio di lascare Milano, cominciare una nuova avventura e farlo proprio dove e con chi ti ha già dato fiducia in passato.
Niang è stato acquistato dai granata per circa 17 milioni, una cifra che potrebbe salire fino a quasi 20 grazie ai bonus inseriti nell’accordo. La formula è quella del prestito oneroso a 2 milioni più l’obbligo di riscatto a 15: quindi, una via di mezzo rispetto a quanto aveva offerto il Toro (14) e alle richieste del Milan, che voleva incassare in tutto 25 milioni.
MIHA-NIANG, PARTE SECONDA
Sono contento di essere un calciatore del Torino, si è realizzato ciò che io speravo, ringrazio tutti per questo. Non è un segreto, con Mihajlovic c’è un rapporto eccezionale. Mi aspetto di fare bene in campionato e in coppa Italia, l’obiettivo è quello di arrivare il più in alto possibile con questa maglia.
Un feeling, quello con Mihajlović, che è stato il filo conduttore di tutta la trattativa. Perché proprio al Milan, con il serbo in panchina, Niang ha disputato una delle sue migliori stagioni in carriera.
Ora è tutto nei piedi e nella testa del giocatore. Dovrà essere in grado di sfruttare al meglio questa occasione, per far dimenticare a tutti di essere quel giocatore un po’ estroso e parecchio discontinuo che è stato, in particolare al Genoa. E lo può fare. Soprattutto perché adesso, seduto in panchina, c’è chi crede in lui per davvero. Proprio come quella volta.
C’è chi lo conosce bene e chi si aspetta, ancora una volta, di vedere ripagata in campo la fiducia data.