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Da Bologna a Firenze

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Da Bologna a Firenze

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Bologna e Firenze sono collegate l’una all’altra da molte infrastrutture. Strade provinciali, autostrada ‘classica’, variante di valico.

Tra le altre, vi è un percorso percorribile a piedi o in bicicletta che lega i due capoluoghi da tempo immemore.
E’ il Sentiero degli Dei, 130 chilometri di camminata attraverso l’Appennino percorsa già dai Romani come parte della via Flaminia militare. Una strada vecchia quanto il tempo fatta rimanere in vita a testimonianza di quanto antico sia il legame tra queste due meravigliose città, da sempre vicine senza mai guardarsi. Un po’ per l’ostacolo fisico della montagna, che sembra far diventare cento chilometri dieci volte di più, e un po’ per una sana, goliardica antipatia.

Questa tradizione si è trasferita anche nel calcio nel quale, da sempre, viola rossoblu si affrontano senza riserve in campo e sugli spalti.
Così faranno anche oggi, alle 18, rinnovando un’ostilità che quest’anno si presenta dopo un avvio di due squadre che, per quanto mai simili, ad oggi sono completamente diverse.

La Fiorentina viene infatti non solo da una annata, ma da un intero lustro – almeno – di turbolenze, di stagioni infiammanti condite di alti – a volte altissimi – e bassi – talvolta bassissimi -.
Momenti di calcio purissimo alternati a una serie di risultati sconfortanti fanno della Fiorentina una delle squadre più spettacolari ma meno costanti del nostro calcio e del nostro campionato.
Una di quelle squadre per cui vale la pena di comprare il biglietto ma non consigliabile da giocare in schedina, per intenderci.

La punizione di Bernanrdeschi a Monchengladbach l’anno scorso ha rappresentato probabilmente il punto più alto di un ciclo, seguito troppo repentinamente dal suo collasso con l’eliminazione nella partita di ritorno, in casa, sopra nel punteggio.
Quest’estate Pantaleo Corvino – tra l’altro, colui che ha posto basi importanti di questo Bologna, prima di passare in Toscana – sembrava impazzito mentre vendeva uno dopo l’altro i pezzi pregiati della rosa.
Anche per questo, dopo due giornate di campionato, con 5 gol presi, uno solo fatto e zero punti in classifica si cominciava a mugugnare non poco sulla necessità di questo ampio ricambio di roster.

Eppure di giocatori bravi a fare il loro mestiere e/o di buonissime prospettive ne sono arrivati, quindi magari è solo questione di tempo.
E di fatti, ‘sono bastate’ tre settimane di sosta nazionali per aggiustare meglio qualche meccanismo e, come d’incanto, un 5-0 in trasferta.
Non che Verona, al momento, sia un test affidabilissimo vista la pochezza mostrata in queste prime uscite: per questo la partita di oggi è così importante per la città.

Dall’altra parte dell’Appennino e ideologicamente opposto in maniera diametrale, il Bologna.
Una squadra che, invece, di emozioni ne vive davvero troppo poche, in positivo come in negativo.
Che da due anni vince con chi deve vincere, pareggia con chi deve pareggiare, perde con chi deve perdere.
Basta guardare alle prime tre: pareggio con il Toro (fattibile), vittoria a Benevento (probabile), sconfitta con il Napoli (certo).
Eppure giocatori e addetti ai lavori giurano che non è così: che questo Bologna non è uguale a quello dell’anno scorso, che è migliorato qualitativamente (uhm) e caratterialmente.
Ed effettivamente lo 0-3 contro il Napoli di domenica scorsa ha un qualcosa di bugiardo.
Perché fino all’ora di gioco era un 0-0 in cui gli azzurri di Sarri sembravano non sapere come fare gol. E non erano nemmeno sicuri di non prenderlo.
Perché il Bologna è rimasto in partita contro l’eletta a scalzare la Juventus fino al minuto 82, cioè fino a quando Pulgar ha deciso bene di rubare una punizione centrale a Verdi – miglior tiratore a mani basse del Bologna – che aveva preso una traversa nel primo tempo, spararla in piccionaia, quindi tentare un dribbling goffo su Mertens in fase di impostazione. Palla rubata e 2-0, chapeau.

Ma questi sono errori individuali, non rivelano chi è veramente questa squadra.
Così come, 1 punto più indietro ma con 4 gol segnati in più in appena tre partite, non si sa bene chi sia questa Fiorentina.

Lo scopriranno un po’ di più oggi, come se per mano percorressero il Sentiero degli Dei.

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Calcio Internazionale

Sfuriata Mou, niente PSG in caso di maxi-squalifica

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Mourinho

Il futuro di Josè Mourinho è ancora da definire. Le dichiarazioni criptiche dello Special One rilasciate al termine della finale di Budapest hanno infuso nell’ambiente giallorosso forti preoccupazioni. Decisioni che si dice siano state giá comunicate al gruppo, ricostruzioni di discorsi più o meno attendibili e un gelo totale tra allenatore e proprietà: la permanenza dell’uomo di Setubal a Roma é una questione più che mai aperta. A scombinare le carte in tavola, secondo una ricostruzione fatta dal The Sun, potrebbe essere la squalifica che la UEFA infliggerá con ogni probabilità ai danni di Mourinho. Vediamo perché.

NIENTE PSG IN CASO DI MAXI SQUALIFICA

Sebbene il contatto tra le due parti sia stato smentito in diverse occasioni dall’attuale tecnico della Roma, la destinazione parigina è sicuramente tra i pensieri dell’ex Inter e United (tra le altre). Il PSG sembra voler rompere con Galtier e tra i nomi scelti per sostituirlo spicca quello di Mourinho, già cercato anche dalla Federazione Portoghese. I francesi tuttavia non sarebbero disposti a metterlo sotto contratto nel caso in cui questo riceva una maxi squalifica da parte della UEFA.

Le pesanti parole dello Special One nei confronti dell’arbitro Taylor avranno sicuramente ripercussioni e se il massimo organo calcistico europeo dovesse squalificare il mister per più di 5 partite il club di proprietà qatariota girerebbe altrove lo sguardo. Il PSG vuole la Champions e, anche se apparentemente “piccolo” come fattore, un’eventuale assenza del tecnico per tutta la fase a gironi peserebbe molto, forse troppo. 

 

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Bundesliga

Lo Stoccarda batte 3-0 l’Amburgo nell’andata dello spareggio: salvezza ad un passo

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Augsburg-Bayer Leverkusen

La gara di andata dello spareggio per conquistare l’ultimo posto nella prossima Bundesliga tra Stoccarda e Amburgo termina con un netto 3-0, che in vista del ritorno mette in chiaro le cose: lo Stoccarda è ad un passo dalla permanenza nel massimo campionato tedesco. Infatti in Germania, visto che la prima serie è a 18 squadre invece che a 20 come in Italia, le ultime due della classe (18esima e 17esima) retrocedono direttamente, mentre la 16esima, in questo caso proprio lo Stoccarda, deve giocarsi la permanenza contro la terza classificata della 2. Bundesliga, la “Serie B” tedesca, l’Amburgo.

Nella gara di andata non c’è storia: Mavropanos mette subito la gara in discesa per i padroni di casa segnando dopo appena 42 secondi, mentre Vagnoman e Guirassy siglano il secondo e il terzo gol rispettivamente al 51′ e al 54′. Al 69′ l’espulsione di Suhonen per l’Amburgo complica ancora di più le cose in vista della gara di ritorno (in programma lunedì 5 giugno alle ore 20:45) per la storica squadra tedesca che, salvo miracoli, sarà costretta a restare in seconda serie anche l’anno prossimo.

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Calcio Internazionale

Alvarez, parole che sanno di addio: “Conserverò dei bei ricordi dell’Ajax”

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Schreuder

Edson Alvarez, mediano (ma all’occorrenza anche difensore centrale) dell’Ajax accostato nelle ultime settimane a Borussia Dortmund, che sembra vicinissimo a prelevarlo, e Bayern Monaco, non smentisce l’interesse di grandi squadre nei suoi confronti in un’intervista a Vi.nl. Delle parole che sanno di addio per il calciatore messicano che dal 2019 veste maglia biancorossa. Di seguito, le sue dichiarazioni:

SUL POSSIBILE TRASFERIMENTO –C’è una possibilità che parta, ma tutto può succedere nel corso dell’estate anche se finché non ci sono le firme non possiamo sbilanciarci. Quando c’è un interesse concreto i miei procuratori me lo comunicano e poi io inizio a pensarci, ho letto e sentito delle voci che mi riguardano e non mentirò, fa piacere essere accostati a grandi club, ma anche l’Ajax lo è“.

SULL’AJAX –Sono arrivato qui che ero sconosciuto quattro anni fa e ho dovuto convincere molte persone delle mie qualità, penso di esserci riuscito come calciatore e come persona. Qui sono cresciuto tanto, sono felice di aver dato tanto alla società e ai tifosi e di aver contribuito a vincere dei titoli. Ovunque giocherò la prossima stagione conserverò dei bei ricordi dell’Ajax”.

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Calciomercato

Rinnovo Leao, fumata bianca! Clausola monstre nel contratto

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Leao

Leao ha rinnovato il contratto che lo lega al Milan. A riportare la notizia é su Twitter Fabrizio Romano, il quale si dice certo che l’accordo totale sia stato raggiunto giá tre settimane fa. La lunga telenovela inerente alla permanenza in rossonero del fenomeno portoghese, quindi, sembra prossima al termine.

DURATA E CLAUSOLA

Il Milan si sarebbe assicurato le prestazioni dell’attaccante fino a Giugno 2028. Un lasso di tempo molto lungo che, oltre a riportare serenitá nella situazione contrattuale del giocatore, consentirá alla società milanese di monetizzare a pieno un’eventuale cessione. All’interno del contratto una clausola mostruosa: 175 milioni di euro. La fumata bianca tanto attesa dai tifosi dei Diavoli é arrivata, nei prossimi giorni (probabilmente già domani) seguirá l’ufficialità. 

 

 

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