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Il penultimo dei Tenori

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Il penultimo dei Tenori

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Insigne

Lorenzo Insigne. Data di nascita: 4 giugno 1991.

Esattamente: Lorenzo è un classe ’91. Ha già compiuto 26 anni ed è il giocatore più forte della prima squadra del campionato italiano di calcio. E non gioca in nazionale.

ESCLUSIONE

Avete capito bene. L’Italia che non parteciperà ai Mondiali di Russia, sancendo così uno dei momenti più bassi della storia pallonara del Bel Paese, non ha utilizzato affatto lo scugnizzo napoletano.

La decisione di Ventura, che ha fatto impazzire di rabbia l’intero paese, De Rossi per primo, ha compromesso la qualificazione a Russia 2018.

Per il ragazzo di Frattamaggiore solo 15 minuti in due gare, fra l’altro giocati a centrocampo, come mezzala.

L’INIZIO

Corre la stagione 2012-13 quando un giovane Insigne (21 anni) si prende il Napoli: è il due settembre quando inizia a far conoscere a tutti le sue doti servendo un assist vincente che permetterà al Napoli di vincere per 2-1 contro la Fiorentina.

Era un altro Napoli. quel giorno a fare coppia d’attacco col giovane napoletano c’era nientemeno dell’uruguaiano EdinsonCavani.

Era un Napoli che timidamente si affacciava alle prime posizioni con il 3-5-2 di Mazzarri, costretto a puntare su un comparto difensivo arretrato titolare formato da Campagnaro, Britos e Paolino Cannavaro.

La favola di “Lorenzo il Grande” iniziò al 55esimo minuto di quella domenica sera.

La calcia lui la punizione che, alle 22.10, trova la nuca di Hamsik per l’uno a zero.

LA FINE DEI TENORI

Quella sarà la stagione che lo confermerà come pedina utile nella rosa di Mazzarri: chiuse la sua prima annata a grandi livelli con cinque reti e nove assist.

Se a lanciarlo nel calcio che conta fu Mazzarri nella sua migliore annata, con i tifosi Partenopei che presero addirittura ad inserire il ragazzo campano nei tre tenori assieme a Cavani e Hamsik, la cessione del centravanti uruguagio, destinazione Parigi, lo responsabilizzerà enormemente: il Napoli cambia faccia e grazie ai soldi incassati cresce. Arrivano giocatori di prima fascia Higuain e Callejon su tutti.

Ma durante quella stagione approdano in squadra anche Albiol, Jorginho, Ghoulam, Mertens e Reina.

È in quella stagione che finisce il tormentone dei “tre tenori”, prima formati da Cavani, Lavezzi e Hamsik e successivamente col napoletano a subentrare al fantasista argentino.

Durante il calciomercato 2013 a Napoli ci si rende conto che si può smettere di affidarsi a tre giocatori, ma bisogna iniziare a pensare come squadra.

SEMPRE MEGLIO

E da questo momento la carriera sportiva di LorenzoInsigne subisce una svolta: alla prima stagione al servizio di Rafael Benitez mette a segno nove reti e undici assist.

Con il tecnico ex Liverpool riesce ad inserirsi alla perfezione negli schemi di gioco, diventando il fulcro centrale di un attacco spaziale e formando, assieme al Pipita Gonzalo Higuain, uno dei tandem più forti in Europa.

Non a caso a Giugno 2014 Prandelli si accorge di lui: a ventitré anni è il quarto più giovane del gruppo; lo “battono” solamente Verratti, Perin e De Sciglio.

DISASTRO

Un gruppo forte che verrà, prima, inserito in un girone di ferro assieme ad Inghilterra e Uruguay e, dopo, umiliato ed eliminato dal passaggio di Costa Rica.

Il vero disastro, però, avverrà al ragazzo in campionato: con la squadra nazionale affidata a Conte, l’ex giocatore e allenatore della Juventus punta su Insigne come uno dei maggiori punti di forza della nazionale ad Euro 2016, cosicché durante l’annata 2014-15, lo scugnizzo è quasi obbligato a dimostrare il proprio valore.

E ad onor del vero il campionato inizia nel migliore dei modi: la vittoria contro il Torino è tutta opera sua prima con un colpo di testa che pareggia la rete dell’ex Quagliarella e poi con l’assist vincente ad un quarto d’ora dalla fine per Callejon, già alla quarta rete stagionale.

Così come l’assist per la botta di De Guzman, che apre le marcature nella partita contro lo Young Boys (3-0) e l’apertura a trovare Higuain per il prezioso pari a Bergamo a quattro minuti dalla fine: tutte giocate che portano la sua firma.

Un po’ acciaccato e un po’ fuori forma, stupisce sempre ed è pronto a consacrarsi, almeno fino al 9 novembre.

9 NOVEMBRE 2014

Se chiedeste a LorenzoInsigne cosa ricorda di quella data, probabilmente si commuoverà.

È una domenica pomeriggio, tardo pomeriggio, quando si disputa Fiorentina-Napoli.

Gli ospiti sono forti del secondo posto e quel pomeriggio la Juventus, rivale diretta per lo scudetto, ha dato un segnale fortissimo al torneo: un 7-0 contro il Parma che ha visto un Tevez straordinario regalare alla Vecchia Signora tre punti ed una vetrina niente male.

I partenopei, però, affrontano un match molto più insidioso.

La Viola è undicesima, ma il riscatto deve esser immediato e contro i terzi della classe potrebbe essere lo scenario adatto.

Quell’incontro il Napoli lo vincerà: soffrendo lo porterà a casa con una marcatura del Pipita dopo un’ora di gioco, ma quello che accadrà al 23′ marcherà indelebilmente l’annata dello scugnizzo: un movimento innaturale del corpo lo obbliga ad uscire in barella.

Il referto medico parla chiarissimo: rottura del crociato.

RIALZARSI, ORA!

Ventitré è il minuto nel quale il giovane entra in un vortice nero. Venticinque il minuto in cui lascia il campo non con le sue gambe.

E paradossalmente sono numeri che gli si ripresentano davanti; perché esattamente ventitré sono gli incontri che salta fra campionato e Champions League, esattamente venticinque saranno le partite viste da fuori, prima di tornare fra gli undici titolari.

Ma non c’è più tempo da perdere: tutto il tempo che aveva anticipato a soli ventuno anni, dimostrandosi un giovane prodigio del calcio italiano, lo brucia per colpa di un dannato infortunio.

OBIETTIVO: PRENDERSI NAPOLI

È esattamente quello l’obiettivo che l’esterno campano si prefissa al termine delle disavventure fisiche. E lo deve fare scoprendo una dimensione tutta nuova, perché nella stagione 2015-16 De Laurentiis saluta Benitez, colpevole di non esser riuscito a centrare la qualificazione, quantomeno, ai preliminari di Champions, per far spazio a MaurizioSarri.

Campagnolo con tanta voglia di rivalsa, viene dall’Empoli il nuovo allenatore dei partenopei e porta al Sud uno schema che il Napoli poche volte aveva praticato.

avendo imparato a memoria prima il 3-5-2 di Mazzarri e dopo il 4-2-3-1 di un Benitez che di cambiare modulo proprio non ne voleva sapere, il 4-3-3 di Sarri con il mediano davanti alla difesa è qualcosa di nuovo e inaspettato.

GRAZIE SARRI

Ed è con Maurizio Sarri che esplode definitivamente Lorenzo.

Nel nuovo 4-3-3, lo scugnizzo smette di agire alle spalle della punta, ma ci dialoga, spaziando sul fronte offensivo e mostrandosi terribilmente pericoloso nei pressi dell’area avversaria.

E così la prima annata la conclude 13 gol e 11 assist, seguita da un’altra maggiormente cospicua, nella quale mette a segno la bellezza di 20 reti e 12 passaggi vincenti.

CONTRO IL BLASONE

La copertina è tutta per Lorenzo Insigne. Segna e ispira, è una minaccia costante per Donnarumma. Viene da chiedersi perché con gli altri Azzurri, quelli della nazionale, non abbia mai reso allo stesso modo. Ma viene altresì da chiedersi perché nelle due gare più importanti della storia recente del calcio italiano lui abbia fatto solo da comparsa.

Così avevamo scritto nel post partita di Napoli-Milan, a sottolineare come il fantasista di Frattamaggiore continui a prendere per mano e sulle spalle il Napoli per sognare lo scudetto.

Uno scudetto che manca ormai dal 1990, quando DiegoArmandoMaradona portò, per l’ultima volta fino ad oggi, il Ciuccio sul trono italiano e che, oggi più che mai, sembra attaccato a quel tenore che, assieme al capitano Hamsik, ancora ci crede.

Da quel lontano, ormai, 2012.

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Flash News

Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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