Non era la Roma di Genova quella che vedremo durante l’arco della stagione.
O perlomeno non era la Roma di ieri in casa contro i ragazzi di Ferrara quella vista qualche giorno fa sul difficile campo di Marassi.
Mentre la tifoseria romana spremeva le meningi per cercare il colpevole di un pareggio troppo stretto alla lupa, i giallorossi vincono ancora.
MEGLIO ADESSO
Niente di più vero: i capitolini non potevano permettersi di lasciare ancora punti per strada, sebbene vada detto come il gruppo allenato da Di Francesco quest’anno di errori ne faccia veramente pochi.
Due sole sconfitte in questo torneo, contro le prime due della classe – Inter e Napoli – poi un pari a Marassi. Nei restanti undici incontri la Roma ha totalizzato undici vittorie.
Il nuovo 4-3-3 di mister Di Francesco non lascia scampo: se la vittoria nel derby e il percorso in Champions avevano fatto sognare i tifosi giallorossi, ugualmente importanti sono i risultati positivi contro Milan (a San Siro), Fiorentina (quattro gol al Franchi) e i successi di misura sugli insidiosissimi campi di Torino e Atalanta.
La scorsa stagione erano ventinove i punti dei giallorossi dopo quattordici partite: le pesanti sconfitte a Bergamo, Firenze e Torino (sponda granata) vanificavano quanto di buono fatto difronte alle big. Quest’anno la Roma sbaglia meno e ha cinque punti in più, ma le altre corrono da pazzi.
Quella Roma, comunque, chiuse con ottantasette punti, record storico capitolino.
MODALITÀ RISPARMIO ENERGETICO
In attesa dell’incontro di martedì contro il Qarabag, che sarà determinante per il passaggio del turno, il tecnico ex Sassuolo dosa bene le forze, non spingendo troppo sull’acceleratore e tenendosi alcune pedine fondamentali a riposo.
Non ci sono, quindi, Nainggolan e Perotti, nemmeno convocati, ma si riposa persino Fazio, che per l’infrasettimanale sarà importantissimo.

Con l’assenza obbligata dello squalificato Daniele De Rossi, i capitolini giocano con Gonalons in cabina di regia, dietro a Kevin Strootman e Pellegrini. Soliti terzini di spinta, grazie alla coppia Florenzi-Kolarov.
In avanti gioca Under assieme ad El Shaarawy; niente Patrick Schick dall’inizio: entrambi saranno a supporto di Edin Dzeko.
IL CIGNO ADDORMENTATO
Il Cigno di Sarajevo è stato per lungo tempo il soprannome di Edin Dzeko. Arrivato nella capitale, a dire il vero, il nomignolo si è un po’ perso.
A Roma il tifo è più diretto: e così il lentissimo Andrade è presto divenuto “er moviola”, o ancora il fortissimo Boniek, non certamente il corrispettivo di Ken di Barbie, veniva definito “Bello de notte”.
Edin Dzeko dopo una stagione deludente ai massimi livelli, ha iniziato a girare.

È l’annata 2016-17 quando il bosniaco vince il titolo di capocannoniere della Serie A. In trentotto partite va a segno 29 volte, vincendo la classifica di miglior bomber in un annata mai così competitiva, superando di poco giocatori quali Mertens, Belotti, Higuain, Icardi e Immobile (tutti sopra le venti marcature).
Anche in questa nuova stagione il centravanti ex Manchester City è partito benissimo, siglando sette reti nelle prime sette partite, con una prestazione condita, fra l’altro, da una doppietta di autogol viziati a Benevento che gli avrebbero potuto permettere di chiudere la trasferta campana con un Poker.

Dopo la trasferta di Milano sponda rossonera, dove è autore della rete che sblocca la partita, in Serie A c’è un blocco momentaneo: Napoli, Torino, Crotone, Bologna, Fiorentina, Lazio, Genoa. Sono sette i match della Roma nei quale Dzeko resta a bocca asciutta. Proprio per questo attendere non è più consentito.
Non c’è ragione che possa far ripensare Di Francesco: il bosniaco sarà titolare.
LA PARTITA
È quindi il 4-3-3 il modulo con cui i padroni di casa tentano di mangiare punti alle rivali in vista dello scontro diretto fra primi e campioni della serata.
Rispondono invece gli spallini con un 3-5-2 molto equilibrato: a centrocampo Viviani, Grassi e Rizzo formano una linea mediana di tutto rispetto, con le incursioni di Lazzari sulla fascia. Riposa invece il grande ex Marco Borriello, non al top della forma – per la felicità dei capitolini.
I giallorossi partono forti e già dopo appena nove minuti Edin Dzeko riceve il pallone e scappa via in velocità a Felipe. Il centrale ex Udinese se lo perde e, senza usare l’esperienza accumulata negli anni, lo stende al limite dell’area.

L’arbitro di gara gli sventola il giallo, ma dopo aver controllato il VAR cambia il colore del cartellino, con Felipe che è quindi costretto ad abbandonare il campo anzitempo.
La Spal con l’uomo in meno prova a difendersi come meglio può, ma i giallorossi sono una furia: sulla punizione sopracitata è El Shaarawy a sfiorare il gol su ribattuta, trovando la grande risposta di un Gomis in giornata.
TIRO AL BERSAGLIO
Ancora in avanti i giallorossi con l’ottimo Gomis che prima sventa su Dzeko al 17′ e poi toglie le castagne dal fuoco deviando in corner anche la ribattuta di Under.
Passa poco però sul cronometro e i capitolini trovano il vantaggio: un fantastico El Shaarawy verticalizza per Edin Dzeko in movimento; il bosniaco riceve la sfera e punisce l’estremo difensore spallino con un tocco angolatissimo. Il pallone prima lambisce il palo e poi entra in rete.

Presto detto, finisce il digiuno del cigno di Sarajevo che torna al gol dopo 667 lunghissimi minuti.
Nel primo tempo è un totale tiro al bersaglio, con Gomis che prima si fa trovare pronto sul colpo di testa di Manolas, poi disinnesca la bomba di Pellegrini da fuori.
Nonostante l’ottima giornata del portiere di colore, la Roma riesce a centrare il raddoppio alla mezzora: El Shaarawy si fa ancora una volta trovare preparato e fa partire l’azione vincente con un colpo di tacco a cercare Strootman. L’olandese di sinistro segna di prepotenza.

La prima frazione di gioco si chiude con altre due grandi occasioni per i padroni di casa: prima Dzeko a tu per tu con Gomis si lascia ipnotizzare, poi è Under ad esser pericoloso, con il centravanti bosniaco a tanto così dal tap-in.
RIPRESA
La Roma nel secondo tempo gestisce il risultato, col gruppo biancoazzurro che quasi cerca di prendere tempo e far scorrere i minuti per evitare la goleada.
La squadra della capitale centra il tris al 53′ con Kolarov che ottimamente vede al centro Pellegrini. Il romano di nuca indirizza in rete.
Non c’è tempo di respirare poiché dopo appena un minuto Manolas ostacola Mora e l’arbitro concede il penalty: dal dischetto va Viviani, ex Roma, che prima se lo fa parare ma su ribattuta insacca.

Il finale di gara lascia il tempo che trova, con una discreta vetrina a disposizione del nuovo acquisto giallorosso Patrick Schick, finalmente in forma.
Prima del triplice fischio c’è giusto il tempo del solito legno colpito dalla Roma e di qualche numero da circo di un Florenzi in vena – che fra tunnel e colpi di tacco delizia il tifo casalingo.
Vince quindi la Roma per 3-1, portando a casa tre punti fondamentali.
SCUDETTO O NO?
Se i dati raccolti fino a questo momento fanno inevitabilmente pensare allo scudetto come obiettivo primario, va anche detto che i capitolini col triplo impegno si potrebbero anche accontentare di un posto in Champions col passare del tempo.
Juventus e Napoli corrono e lottano, e a prendere il posto della vecchia signora, in questa stagione meno cinica, ci ha pensato un Inter composta e interessante, che con Spalletti in panca non sbaglia un colpo.

La squadra capitolina, comunque, vince un incontro mai messo in discussione, nel quale i ragazzi di Di Francesco vanno al tiro 26 volte contro l’unico spallino (il gol) e sovrasta gli avversari nel possesso (75%).
Era comunque stato chiaro il direttore sportivo Spallino dicendo che non sono questi i punti che la Spal deve fare per la salvezza.
La squadra di Ferrara resta comunque in zona retrocessione con dieci punti in quindici partite e con gli occhi puntati su Verona-Genoa di lunedì: quello si che potrebbe cambiare la storia del campionato!