Juventus e Inter arrivano alla prima sfida stagionale con la squadra di Spalletti in vantaggio di 2 punti su quella di Allegri.
Vincendo l’Inter avrebbe l’occasione di consolidare ulteriormente il proprio posto in classifica, mettendo ancora più distanza tra sé e i principali rivali. Napoli su tutti. Ma la partita è attesa anche perché è considerata un importante test per certificare definitivamente la crescita dell’Inter, al confronto con i campioni d’Italia degli ultimi sei anni. Per la Juventus invece, oltre che per la classifica, la vittoria in casa rilancerebbe prepotentemente l’entusiasmo e la convinzione della squadra. Un rumoroso segnale, alla sua maniera, al resto delle contendenti allo Scudetto.
LO SPAZIO DI ALLEGRI

Nella gara vinta contro il Napoli, fin dall’inizio della partita, la Juventus ha mostrato il proprio piano gara. Ha provato cioè a giocare una fase di non possesso cucita e costruita sulla base delle caratteristiche offensive degli avversari. Il modulo di base progettato da Allegri era arricchito da alcuni accorgimenti ben studiati per adattare ancora di più il proprio gioco e la fase difensiva alle tendenze offensive del Napoli. La Juventus quindi ha riservato per tutta la gara un’attenzione particolare alla posizione degli avversari, definendo lo schieramento difensivo in funzione della posizione del pallone e di quella dei giocatori da marcare. Anche questa sera, contro l’Inter, potrebbe accadere qualcosa di molto simile. Perché il tecnico livornese ha dimostrato più volte di avere grandi capacità nel preparare la singola partita. Lo fa in funzione delle qualità dei propri giocatori e soprattutto degli avversari. Nella sfida tra i due tecnici, tra Allegri e Spalletti, c’è un po’ di tutto questo. C’è la capacità per entrambi di saper “sporcare” il piano gara avversario sfruttando al massimo le proprie individualità. Una strategia che ha portato alla vittoria contro la squadra di Sarri che mostra invece un gioco sempre perfettamente organizzato e (di conseguenza) più prevedibile. Una strategia che al contrario, contro l’Inter, dovrà fare affidamento anche su altri fattori.
LO SPAZIO DI SPALLETTI
Se l’Inter ha cominciato la stagione superando anche le aspettative più alte dei propri tifosi, è stato anche grazie al suo allenatore. Grazie ad una capacità speculare, da parte di Spalletti, di costringere i propri avversari a giocare la partita che voleva lui. Partite fatte di “momenti”. Così l’Inter può benissimo decidere di assentarsi a lungo per poi contare sul valore tecnico e fisico dei propri giocatori migliori. A cominciare da Icardi.Dalla sua capacità di trasformare in gol qualsiasi pallone passi vicino a lui a una distanza ragionevole dalla porta. E infatti la migliore Inter è proprio quella che vive delle giuste qualità individuali. Delle corse di Perisic (che diventano fondamentali anche in fase difensiva), delle intuizioni di Candreva e della gestione del pallone da parte di Vecino e di Borja Valero. L’Inter attacca in grandi spazi perché ha giocatori in grado di interpretarli e soprattutto non ha bisogno di mantenere le distanze corte perché non ha particolari meccanismi offensivi. Quella creata da Spalletti è una squadra di portatori di palla.
l’Inter vive di “momenti”: si alza e si abbassa, si allunga e si comprime, a seconda di come va l’azione.
QUALE SPAZIO AVRÀ LA MEGLIO?
Cosa succederà nel momento cui i due spazi, di Juve e Inter si scontreranno?
, Allegri e Spalletti giocheranno con l’identico sistema di gioco: il 4-2-3-1. Da una parte c’è la certezza di Spalletti, che non ha certo bisogno di spiegarci (o ricordarci) come gioca la sua squadra. Lo sappiamo ed è proprio in queste fondamenta che ha costruito un’identità che gli ha permesso di arrivare dove è ora. Un percorso netto, con un progetto che non sarà facile da eseguire fino in fondo ma ben delineato: raggiungere i risultati attraverso il controllo del pallone e la ricerca della superiorità posizionale, con strappi continui in profondità del centravanti e delle ali. Dall’altra parte invece c’è Allegri. Più in dubbio. Difficile immaginare un ritorno al 4-2-3-1 dato che proprio con il cambio di modulo (un 4-3-2-1) i bianconeri avevano raggiunto l’inaspettato successo contro il grande Napoli di Sarri. Ma, nella partita di martedì scorso, in Champions, Allegri ci ha fatto capire qualcosa in più. Ad esempio che quella partita l’ha usata come un vero e proprio test per verificare se alcuni meccanismi erano stati già dimenticati o se, al contrario, potevano essere riproposti. Risposta chiaramente affermativa.

Allo Juventus stadium le due squadre (con grandi probabilità) giocheranno a specchio, una davanti all’altra, provando a puntare sulle capacità individuali. Difficile ora come ora individuare chi tra le due ha i singoli più forti, ma una cosa è certa: non basterà solo quello…
COSA ASPETTARSI…
Se per la Juventus giocare in casa è una certezza, quando ti ritrovi ad affrontare questa Inter, le cose cambiano. Si complicano. Perché i neroazzurri oltre a trovarsi attualmente in testa alla classifica, non hanno ancora perso una partita. Inoltre, fatto ancora più rilevante, non hanno quasi mai rischiato che ciò accadesse. Uscire vincitori dallo Juventus stadium significa aver superato una grande prova di forza. Significa saper mantenere alta la propria forma, avere una consapevolezza assoluta e tanto, tanto entusiasmo. Significa essere una squadra matura che esce vincente anche da questa complessa trasferta, dopo quella di Roma (vittoria) e Napoli (pareggio). Un equilibrio tra fase difensiva e fase offensiva che viene raggiunto, ma non solo, che rappresenta uno dei punti di forza della formazione. Autorevolezza e credibilità. Lavoro e silenzio, senza polemiche.
Ora immaginate che accada il contrario. L’Inter deve registrare la sua prima sconfitta e la Juventus guadagna i tre punti. Uno scenario, questo, che può dire tanto ma anche niente. Sicuramente ci dice che il campionato è più vivo che mai e che dall’Inter alla Lazio ci vogliono credere tutte. Tanto. E fino in fondo. Ci dice che la Juventus anche quest’anno (nonostante alcune difficoltà) vuole essere la protagonista, in quella parte che ha avuto in tutti questi ultimi anni. E poi ci dice che andando oltre alla sconfitta, per Spalletti e i suoi nulla è perduto. Anzi, che è arrivato il momento di dimostrare oltre al campo, di saper anche reagire da grande squadra.
E qui i singoli non servono.