Adesso è ufficiale: Barkley è un nuovo giocatore del Chelsea; il contratto che consegna il club londinese è significativo: ha posto le basi per rimanere a Londra per i prossimi cinque anni e mezzo, mercato permettendo.
CERTI AMORI NON FINISCONO
Fanno giri immensi e poi ritornano: è una vita che i Bleus lo sognano; è ormai fisso l’appuntamento di calciomercato che porta la squadra del magnate russo Abramovich a chiedere informazioni per il giocatore.

Lo scorso anno la richiesta si aggirava intorno ai quaranta milioni di euro, ma adesso sono riusciti a strapparlo alla concorrenza per circa diciassette milioni, tantissimi se si pensa che fra sei mesi avrebbe potuto firmare gratis.
CONSAPEVOLEZZA
Questo è l’aggettivo che al meglio descrive un centrocampista pronto a spiccare definitivamente il volo: se dovessimo tornare alla mattina del 31 agosto, ultimo giorno di calciomercato estivo, saremmo sicuri di vedere l’inglese con la maglia dei blu di Londra entro sera, entro il gong finale.
I due obiettivi del mister italiano entro sera erano chiari: Ross Barkley e Llorente.

In poche ore succede l’impossibile: il centravanti ex Juve arriva a Londra, ma firma per il Tottenham mentre il centrale dell’Everton fa le visite mediche ma decide di non firmare.
Conte urla e strilla in riunione, il Direttore Sportivo corre ai ripari e lo sostituisce con Drinkwater, protagonista del Leicester da sogno.
Viene pagato la bellezza di 35 milioni di euro.
TUTTO VERO
Perché Barkley aveva, però, tirato la gamba indietro? Consapevolezza.
Esattemente: nella precedente stagione il centrale era stato costretto ai box da un bruttissimo infortunio; un problema alla coscia lo mette K.O. per ben 134 giorni; sono 29 le partite che non gioca.
Rimane in infermeria da ferragosto a Natale, un arco di tempo infinito.
La chiamata del Chelsea è una luce che filtra da una finestra sul retro in una casa dove il giorno non si fa vedere da molto: è la svolta della sua carriera.

Rinunciare significherebbe rischiare di rimanere nella mediocrità. E lui rinuncia.
Clamoroso ma vero: il trequartista sa quanto vale e sa che una stagione intera al Chelsea non giocata ad alti livelli per problemi fisici potrebbe rovinarlo per sempre; ed è così che, quindi, rimanda il grande salto: the time is now.
ROSS EFFANGA
Per metà inglese e per metà nigeriano, il fantasista è uno dei pochi giocatori europei a non portare il suo vero cognome: siamo più precisi; fin da piccolo scelse “Barkley”, il cognome della madre.
Pare che fin da bambino non riuscì ma a legare troppo con suo padre, Peter Effanga, arrivando ad averci dei rapporti molto tesi in età matura.

Suo padre nasce in Nigeria ma il suo lavoro, ingegnere automobilistico, lo costringe a trasferirsi a Liverpool, dove incontrerà la futura madre di Ross.
Sarà proprio per questo che il trequartista sceglierà la nazionale inglese, facendosi tutta la trafila dalle giovanili: sette presenze in under 16, altre sette in under 17, dodici partite giocate in under 19, nove fra under 20 e under 21, per poi debuttare nel 2013 con la prima squadra, confermandosi stabilmente.
CONTE RINGRAZIA
Fra i migliori al mondo è il centrocampo che il Chelsea avrà a disposizione: Kantè, Bakayoko, Fabregas, Drinkwater e infine Barkley.

Nelle partite precedenti, il 3-5-2 del mister pugliese prevedeva un mediano e due terzini sulle fasce: Barkley potrebbe stravolgere il modulo essendo trequartista puro, ma anche no; infatti una delle maggiori qualità dell’anglo-nigeriano è, appunto, quella di sapersi adattare al meglio a diverse zone del campo, fra cui la posizione di centrocampista centrale e mezzala.
Alto un metro e ottantasei centimetri, riesce comunque a dare rapidità alla manovra palla al piede, approfittando in egual misura del fisico.
Da annotare, inoltre, il buon dribbling che lo ha messo, spesso, in condizione di lanciarsi in rapide serpentine per vie centrali fino a scoccare il tiro dalla lunga distanza, altra dote che predilige.
MAGLIA CHE PESA
Tre Premier League al cielo, due coppe di Lega, 2 Community Shield, 4 coppe d’Inghilterra e ancora una Champions League e un Europa League senza mai dimenticare i premi individuali: e allora quattro volte giocatore del mese, due volte giocatore dell’anno, due volte assist-man del torneo, una volta giocatore dell’anno dai tifosi, inserito una volta nella XI Player dell’anno della FIFA, una volta miglior centrocampista della Champions e infine un premio alla carriera, il Globe Soccer Awards.
Non è il curriculum di Barkley ma probabilmente quello per cui firmerebbe.
Quanto elencato in cinque o sei righe è la carriera di Frank Lampard, bandiera del Chelsea, miglior marcatore di sempre della storia del club ed il terzo giocatore ad aver indossato più volte quella maglia.

Sulle spalle la numero otto, esattamente la maglia che indosserà Barkley. Prima di lui la prese Oscar, ma non andò affatto bene.
Pagato 32 milioni, scelse quel numero, finendo per sopperire alla pesantezza e alle aspettative.
Fu ceduto al doppio grazie ad una pazzia del SIPG, squadra cinese vogliosa di dimostrare la propria potenza economica all’Europa.

Adesso però la palla passa a Barkley: la maglia pesa ma sognare è legittimo. Ora dovrà dimostrare di valere ancor di più di tutti quei centrocampisti che compongono la parte più massiccia del centrocampo del Chelsea.