Benevento: miracolo o no?
Da qua comincia l’avventura del Benevento post-vacanze. Un Benevento che ha mangiato il panettone di Natale con un solo punto in saccoccia, ma che dopo appena due settimane ha più punti di quanti gliene manchino per agganciare il gruppone di bassa classifica.
CREDERCI
Due sono le vittorie di fila nelle ultime due gare: la prima, contro il Chievo, è servita per togliere quella barriera che bloccava i campani; la seconda, di carattere, contro la Sampdoria per 3-2 ha concesso ai giallorossi l’occasione di afferrare il lume della speranza e riaccenderlo rapidamente.
La classifica scandisce bene la differenza fra salvezza e retrocessione: sette sono i punti dei beneventani, ultimi in classifica.

Sei sono, invece, quelli che li distanziano dalla squadra più vicina, un pessimo Hellas Verona oltremodo sotto le aspettative.
Sono tantissimi sei punti, quasi il 90% di quanto raccolto fino ad ora, ma sopra i scaligeri è un’altalena di emozioni. Nel raggio di nove punti, sono presenti sette compagini.
NOSTALGIA DI CASA
Probabilmente è questo adesso il difetto maggiore del fanalino di coda della nostra Serie A: lontano dal Vigorito, per qualcuno già divenuto “RinVigorito” – approfittando del gioco di parole – hanno fatto zero punti. Tutte sconfitte in trasferta.
Se contasse solo l’andamento casalingo i giallorossi sarebbero ugualmente ultimi, ma nel giro di nove punti potrebbero raggiungere la zona Europa.

Lontano da casa ha messo a segno solamente tre reti e ne ha subite ben diciannove. Le rivali dirette per la salvezza da ospiti sono andate molto meglio: il Bologna ha fatto 15 punti, il Sassuolo 13, così come il Genoa. Il Cagliari 10. Anche chi è andato peggio, come Spal e Verona hanno comunque totalizzato qualche punticino.
Va immediatamente invertita la rotta.
CHI FA GOL?
Ripartiamo dalla statistica relativa alle reti segnate fuori casa: tre.
Alla domande di inizio capitolo qualcuno risponderebbe con Coda.
Massimo Coda, per i meno informati, è un centravanti classe ’88 che per la prima volta in pianta stabile affronta il nostro campionato.
Nella scorsa stagione fece benissimo a Salerno, mettendo a segno nel torneo cadetto la bellezza di sedici gol e otto assist, diventando uno dei migliori giocatori del campionato.

Al Benevento, però, serve qualcosa in più. Con i suoi tre gol e due assist nel girone d’andata è senza dubbio alcuno uno dei migliori della squadra, ma così non può bastare.
Le speranze riposte su Pietro Iemmello sono state vane: ha segnato un solo gol e per il tecnico è già finito ai margini della squadra. Storia simile per Puscas. Ne parlammo noi di Numero Diez 7 mesi fa.
https://www.numero-diez.com/2017/06/10/puscas-leroe-non-condottiero/
Non si parlava di un giocatore capace di decidere tutte le partite dell’intero torneo, ma di un profilo che, prendendosi sulle spalle il gruppo nelle partite playoff, trascinò letteralmente i campani in Serie A.
Un po’ come ha fatto Coda nelle ultime due partite, diventando di fatto la faccia di questo Benevento nonostante sia rimasto nell’anonimato per tre o quattro mesi.
Infine Armenteros: arrivato per due milioni di euro dopo aver siglato ventidue reti in Eredivisie, ora si sta piano piano accontentando di squarci di gara.
AM-MALI-ATI
L’ambiente, preso dall’euforia, sta spingendo la squadra come non mai e accoglie i propri giocatori, in vacanza per venti giorni, come eroi tornati dalla guerra.
Con l’euforia e basta, però, non si centra la salvezza. Non è un caso se sia il sindaco di Benevento che lo stesso Massimo Coda, chiamano a gran voce l’arrivo di centravanti.
Entrambi hanno fatto il nome di Marco Borriello, relegato alla panchina fissa a Ferrara ma con uno stipendio da capogiro.
Per questo i giallorossi si sono immediatamente mossi per cercare una punta ritrovandola nel maliano Diabatè.

Chi è? Fisico centravanti, è alto 1.95 ed ha una discreta esperienza. In carriera ha giocato perlopiù in Francia, dove ha indossato le maglie di Ajaccio, Bordeaux, Metz e Nancy. L’ultima stagione fra Osmanlispor – in Turchia – e Metz e lo ha visto siglare quattordici reti.
Probabilmente l’africano verrà affiancato a Coda in avanti per avere a disposizione una coppia offensiva con qualità variegate.
ESPERIENZA
Questo è senz’altro mancato lo scorso anno al Pescara di Zeman, carico di giovani dalle grandi possibilità ma estremamente povero di profili capaci di agire razionalmente. Sulla stessa lunghezza d’onda sembrava dovesse finire l’avventura beneventana nel massimo campionato.
Fra i più esperti – che non significa vecchi, ma esperti – Cataldi e Chibsah, due giocatori qualitativamente ottimi ma che da nemmeno un paio d’anni sono maggiorenni in tutto il mondo.
Ed è per questo che Sandro, ex Tottenham e QPR, è arrivato in Italia: De Zerbi era stato sufficientemente chiaro, cercando un giocatore esperto che potesse giocare titolare in tutte le gare da qui a fine anno.

All’Antalyaspor era andata male la sua avventura, collezionando poche presenze per colpa di due infortuni che, agglomerati, lo hanno costretto ai box per circa tre mesi.
Non è un caso se il mister giallorosso abbia chiesto per lui molte più visite mediche rispetto a tutti gli altri giocatori: voleva la certezza che questo giocatore potesse esser davvero il pilastro della squadra.
MA SE SMONTI..
Benissimo sta andando il mercato in entrata, ma in uscita c’è senz’altro qualcosa da rivedere.
“Ieri sera mi è arrivata, così come prevede il regolamento, notifica e comunicazione da parte del Napoli per richiedere la possibilità di parlare e trattare col nostro calciatore Amato Ciciretti. Non ho avuto ancora contatti con il presidente De Laurentiis, è possibile che il club partenopeo voglia tesserare Ciciretti a parametro zero per il mese di giugno ma al momento non sento di escludere la possibilità di essere contattato per ricevere una proposta già per questa sessione di gennaio. Voglio anche ribadire che i rapporti tra il Benevento ed il Napoli sono distesi e sereni”.

Così si è espresso il presidente del Benevento Oreste Vigorito. La preoccupazione è tanta e voler monetizzare un giocatore che a giugno andrà via a parametro zero è lecito e accettabile, ma i campani devono subito muoversi.
Parliamo di un giocatore che ha giocato il 65% delle gare del fanalino di coda, segnando due reti e mettendo a segno un assist nonostante il ruolo poco congeniale ad essere uno dei bomber della squadra.
COME IL CROTONE?
A questa speranza si attaccano i tifosi campani, pregando affinché la squadra non emuli il finale di stagione dei calabresi lo scorso anno. Spacciati a due mesi dalla fine, hanno ingranato, iniziando a mettere in fucina punti fondamentali.

Nelle ultime nove partite, totalizzò la bellezza di 20 punti, tenendo un andamento da Champions League, portando a casa sei incontri, pareggiandone due e perdendo solamente contro la Juventus campione d’Italia e vicecampione d’Europa.

E quindi la speranza è l’ultima a morire: se qualcuno dovesse dire che per il Benevento sarà ancora più difficile, probabilmente sarebbe corretto dargli ragione, ma ugualmente corretto sarebbe ricordargli il Venezia di Recoba, dato per spacciato dopo un intero girone e capace al giro di boa di totalizzare la bellezza di ventisette punti, chiudendo poi a metà classifica.

Speranza, speranza, speranza. Ma serve anche un pizzico di esperienza e, perché no, voglia di spaccare il mondo.