Ed è subito Malcom-Mania.
Impazzano già ora sul web video del giovane talento del Bordeaux che settimana dopo settimana sta deliziando tutto il pubblico col suo particolare tocco di palla e con l’ottima visione di gioco che lo contraddistingue.
Ma chi è Malcom? E soprattutto: è davvero così forte?
GIOVANE CAMPIONE
Ventuno anni sono quelli che il talentino brasiliano si ritrova sulla carta d’identità: una carta d’identità che, senza volerlo, quasi mente.
Osservando giocare Malcom potremo notare come l’attaccante della Seleçao sembra quasi abbia una decina di anni di carriera alle spalle.

Alto poco di più del metro e settanta, ha fatto della sua piccola fisicità un’arma a proprio favore, puntando tutto sulla visione di gioco palla al piede.
Duttile quanto basta, può esser impiegato dal mister sia come centravanti puro che come ala d’attacco da ambedue le parti.
Un marchio di fabbrica è presto diventato quel sinistro potente e preciso.
Se schierato a destra, si accentra per calciare, se invece messo dalla parte opposta, tira ad incrociare.
ESPLOSIONE
Arrivato due anni fa dal Corinthias per appena cinque milioni di euro, già vale sette o otto volte tanto ed è subito divenuto il miglior giocare dei girondini.
Dopo solo un girone d’andata, ha già messo a segno otto reti e sei assist, che permettono tuttora al Bordeaux di giocarsi il piazzamento europeo (-3 attualmente).
Dovessero paragonarlo ad un calciatore di nostra conoscenza, probabilmente quello sarebbe il talentino viola e figlio d’arte Federico Chiesa: come l’esterno fiorentino, anche lui si mette in mostra per spirito di sacrificio e gran corsa, oltre che l’ottima precisione.

Predilige il tiro col piede sinistro, sia ad incrociare che sul palo vicino: riesce abilmente a trovare entrambi gli angoli dello specchio.
Molto bravo nei tiri dalla distanza, dato statistico che si può ritrovare anche nelle reti fatte: addirittura il 50% dei gol sono arrivati da fuori l’area di rigore.
Bravo, inoltre, anche negli ultimi metri: in più occasioni ha mostrato freddezza e cinismo a pochi passi dall’estremo difensore.
DIFETTI
Come qualunque essere umano, anche Malcom dovrà, nei prossimi anni, lavorare per migliorare qualche punto debole.
Se da un lato il piede sinistro è la sua arma migliore, il troppo utilizzo (esagerato) del mancino, spesso lo rende quasi un giocatore con un solo piede.
Spesso si è trovato nelle condizioni di calciare col piede destro ma la poca sicurezza lo ha penalizzato.

Inoltre la scarsa fisicità lo rende quasi inesistente nei duelli aerei.
Infine, è davvero ridimensionato nei tackle, dai quali, dati alla mano, esce sconfitto nell’88% dei casi (dato indecoroso).
ALTISSIMO LIVELLO
Per ogni difetto a suo svantaggio ha a disposizione almeno tre o quattro qualità.
Ciò che, in questa stagione, gli sta permettendo di fare davvero sfracelli, è senza dubbio la precisione.
Di cinquanta volte che ha calciato verso la porta (circa due e mezzo a partita) per ventiquattro volte ha centrato lo specchio, segnando un gol ogni tre tiri.
Ma non finisce qui: è riuscito a servire il pallone al compagno nell’81% dei casi, mostrando quindi un margine di errore davvero bassissimo.
Surreale anche la precisione che suddivide il modo in cui gioca il pallone e sottolinea la sua visione di gioco: quasi nel 50% dei casi i passaggi corretti sono stati effettuati in avanti e pensando al giocatore come una pedina offensiva, ci vuole davvero molta mira per non sbagliare quasi mai un assist pericoloso.
Perfetto, infine, nei contrasti offensivi, da cui esce vincitore nel 65% delle volte e soprattutto preziosissimo per quanto concerne la conquista di falli in attacco.
Basti pensare che è lui il giocatore ad essersi preso più falli offensivi.
TANTA CONSAPEVOLEZZA
La denominazione Malcom nasce per sbaglio, da un errore anagrafico.
Sarebbe dovuto esser Malcolm (in onore di Malcolm X) ma qualcuno commetterà un errore impossibile da riparare.
E quando Malcom decide di lasciare la madrepatria per sbarcare in Europa, lo fa accettando di giocarsi le proprie carte da protagonista.
Per anni in Brasile il duello nazionale su chi sia il migliore è fra lui e Gabriel Jesus.
La stampa si interroga su chi dei due sia superiore ed il tifo verdeoro si divide.

Quando Jesus accetta di trasferirsi al Manchester City per lottare un posto da titolare con il Kun Aguero, Malcom decide di camminare piano, un passo per volta.
Per questo, preferisce non rischiare: giocatori come Gabigol tentano il grande salto fallendo, lui si dimostra fin da subito cosciente e maturo.
Deciderà quindi di non andare immediatamente nei lidi più rosei per non rischiare di intaccare la propria crescita.
FATTO PER ESPLODERE?
Qua ci poniamo un serio interrogativo: esploderà mai definitivamente?
Perché se è vero che molto spesso rende la corsa la maggiore arma per il suo spirito di sacrificio, in modo opposto ricorda dannatamente un giocatore passato da anni.
Un giocatore che sarebbe potuto esser visionato fra i migliori un quarto di secolo fa.
Un po’ come Ganso, il talento mai esploso, come lui sulla bocca di tutti, come lui esterno e come lui made in Brasile.
In un epoca nella quale basta correre più degli altri e saper far meglio a spallate per emergere, potrebbe fare immensa fatica per ritagliarsi lo spazio che merita in un top club dell’occidente.
Ed è per questo, probabilmente, che ha scelto di andare per gradi: non volendo rimanere sempre rinchiuso nella tana verdeoro come fece quel Ganso che oggi ancora cerca se stesso, ma non rischiando neppure di bruciarsi immediatamente.

Qualcuno già lo paragona a Neymar, sebbene l’esempio sia, a nostro modo di vedere, davvero poco calzante, ma se dovesse riuscire a giocare per bene le carte a disposizione, magari davvero fra qualche anno potremmo parlare di un craque mondiale dei nostri tempi.
Non tutti i campioni nascono nell’epoca giusta: Antognoni sarebbe potuto tranquillamente esplodere nel 2018, ma è nato prima ed è comunque diventato Antognoni; In definitiva: in bocca al lupo Malcom, sperando col cuore che tu sia un asso o – come si dice dalle tue parti – un craque e non un lixeira, un semplicissimo bidone.