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Italia: se ci sei batti un colpo

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Italia: se ci sei batti un colpo

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Adesso basta veramente: l’Italia che non parteciperà al Mondiale dopo sessant’anni si presenta all’amichevole internazionale contro l’Argentina di Messi e co (senza ne Messi e ne “co”) con lo stesso sguardo di chi non ha la forza di cambiare.
Siamo al capolinea?

ASPETTAVAMO UNA RISPOSTA

Per quanto poco potesse importare ai fini del nostro futuro, l’Italia di Manchester avrebbe dovuto darci delle risposte.
Una nazionale che accetta di fare da cavia a quelle che partiranno per il Mondiale di Russia – così ci toccate nell’orgoglio – capitombola a terra contro un’Albiceleste rimaneggiata.


Il top player dei bianchi e azzurri strisciati è Di Maria, senza nemmeno il bisogno di chiamare in causa pedine quali Messi, Dybala, Mascherano, Rojo, Aguero, Icardi, Papu Gomez, Pastore, Lamela.
Tutta gente che da noi, chi più e chi meno, sarebbe titolare o quanto meno arruolata.

Una questione da risolvere: ecco cos’è la nazionale azzurra da sempre.
Una squadra che vince sempre e solo quando tutto ciò che ruoto intorno alla penisola non è favorevole.


Fabbricini, commissario della FIGC, poco prima della gara aveva parlato del futuro allenatore e della possibile conferma di Di Biagio:

“Senza togliere nulla a chi sta lavorando ora, dobbiamo cercare il meglio. Il nuovo CT sarà annunciato prima dell’inizio della nuova stagione”.

Parole che suonano come una bocciatura a Di Biagio; bocciatura prima di cominciare il lavoro. Non conferma giustificata, ma allora davvero servivano queste amichevoli?

LA NAZIONALE DI DI BIAGIO

Dopo esserci lasciati – in lacrime – con il 4-2-4 di Giampiero Ventura, l’Italia ricomincia da Di Biagio e lo fa con un modulo totalmente diverso.
Quello che la nazionale interpreta nella sera del 23 marzo è un 4-3-3 piuttosto equilibrato.

Fra i pali si sistema ancora Gianluigi Buffon; il comparto difensivo è formato da Bonucci e Rugani (centrali), con Florenzi a destra e De Sciglio adattato a sinistra. Centrocampo con due mediani quali Parolo e Jorginho, poggiati sulla qualità di Verratti. Infine il trio d’attacco è composto da Chiesa, Insigne e Immobile.

Sarà questa, senza troppe domande, l’Italia del futuro. Probabilmente con un Parolo e un Buffon in meno e con qualche Belotti, Pellegrini, Cristante, Cutrone e Donnarumma in più.

“Se il mister ha deciso così significa che non siamo così scarsi. E noi sappiamo prenderci le nostre responsabilità”

Parla così un orgoglioso Florenzi, che in qualche modo si scarica molte responsabilità da dosso ma che sa, senza dubbio alcuno, che ci sarà moltissimo da soffrire per riconquistarsi la fiducia degli italiani.

NON CONTRO I GIGANTI

Se è vero che l’Argentina ha giocatori che oggi da noi verrebbero convocati senza pensarci due volte, è anche veritiero che l’Albiceleste, come noi, è andata a tanto così dal non qualificarsi al Mondiale.

Sarebbe bastato poco: il sistema sudamericano è a sfavore dell’eliminazione delle big mondiali.
Passano il 40%, con un’altra nazionale che va a fare i playoff.
Ergo? Esser eliminati è praticamente impossibile.

Nel primo squarcio di gara è il pressing alto, da una parte e dall’altra, a dominare una partita che appare equilibrata; fra il 5′ e il 16′ minuto Buffon è chiamato due volte a superarsi, per merito di due giocatori (Di Maria e Otamendi) bravissimi in fase offensiva e per colpa di una difesa italiana troppo lenta a ragionare.

L’Italia non reagisce e non emette alcun segnale; è la squadra sudamericana a farsi pericolosa prima con un Lo Celso che chiede il calcio di rigore per mani di Rugani (non c’è nulla) e poi ancora con il milanista Biglia che tenta la botta da distanza notevole, senza centrare in alcun modo lo specchio.

Gli azzurri che entrano negli spogliatoi al termine dei quarantacinque minuti lo fanno con moltissima paura: proprio allo scadere, infatti, Di Maria lascia di sasso Jorginho e serve in profondità Higuain che, a tu per tu con Buffon, si fa ipnotizzare.

ESCE L’ITALIA

Non sappiamo cosa abbia detto esattamente Gigi Di Biagio negli spogliatoi ai suoi ragazzi, ma quella che rientra in campo per la ripresa è un’Italia ora motivata a far bene.
Italia motivata, però, quanto imprecisa: e così subito Immobile legge alla perfezione un retropassaggio dell’ex Roma Paredes e serve Insigne che davanti al portiere calcia a lato.

L’errore è grave, ma gli azzurri escono allo scoperto e dopo il tentativo fallito da Insigne, vanno vicini al vantaggio: Chiesa crossa al centro per Insigne, ma Caballero anticipa tuti in uscita.

Italia ancora pericolosa: Verratti da il pallone ad Insigne che calcia sul palo lontano, trovando l’estremo difensore rivale.

A quindici minuti dalla fine, però, Jorginho commette un errore grossolano, addormentandosi, perde un pallone pericolosissimo per conto di Banega, che fa uno-due con Lo Celso e batte Gigi Buffon con un piattone rasoterra.
Dopo il vantaggio argentino, l’Italia non reagisce e incassa anche il raddoppio: Insigne perde un pallone e Higuain (suo ex compagno al Napoli) lancia a Lanzini un cioccolatino solo da scartare.

NON TOCCATE GIGI

Portiere della nazionale da una vita, qualcuno davvero avrebbe voluto vedere Buffon capitolare dopo l’umiliante K.O. con la Svezia, sconfitta in cui lui aveva zero responsabilità – un autogol subito in tre ore di gioco.
Se non l’avesse già dimostrato durante tutte le qualificazioni, ieri nell’amichevole contro l’Argentina, il portierone bianconero dimostra ancora una volta di poter esser lui il perno della prossima Italia.

È comprensibile come, dopo qualunque umiliazione, il tifo chieda il cambio generazionale, ma silurare alcuni “vecchietti” per fisse infondate potrebbe far solo che male alla “barca Italia”.

 ”Che l’Italia sia un Paese strano lo sapevamo, ma è davvero sensazionale che si faccia polemica su di me, che gioco in azzurro da 25 anni, sono sempre stato un elemento aggregante e spesso per altruismo ho rinunciato a record personali”, 

È da brividi l’ignoranza di alcuni elementi che, continuamente, non accettano che un uomo (se di uomo si possa parlare) a quarant’anni, sia ancora molto più in forma di qualunque altro portiere nostrano di qualsivoglia età, noi che da sempre siamo la patria dei migliori portieri.

 

TUTTI INSIEME

“Col mister ci siamo chiariti, non venivo solo per fare una passerella ma perché potevo essere ancora utile. Sono venuto con entusiasmo e grande voglia, ho 40 anni ma sono sempre il portiere della Juve, che non è una squadra di quinta fascia. Tra qualche settimana chi ha scritto certe cose sulla mia presenza in nazionale si ricrederà, capirà, e concluderà che è una polemica fuori dalla grazia di Dio…Io e di Biagio sappiamo la verità”. 

E non può esser un caso se contro l’Argentina è ancora lui il miglior in campo.

E allora andiamo avanti insieme e con una consapevolezza: colpa di tutti, colpa di nessuno. Insieme si cresce. Tutti con una pesante macchia da cancellare, da dividere. E non per due o tre. Ma nemmeno per ii venticinque convocati.
Questa macchia ce la dividiamo in sei milioni e seicento mila persone che la mattina si svegliano sapendo di esser italiani. Più siamo, meno la macchia si vede. Ripartiamo da questa macchia, ma ripartiamo subito, che euro 2020 oggi è più vicino di ieri.

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Calcio Internazionale

Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

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Italia Retegui

L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.

L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.

LE PAGELLE DELL’ITALIA

Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.

Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.

Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.

Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.

Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.

Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).

Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).

Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)

Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).

Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.

Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).

All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.

 

LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA

Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.

Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.

Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.

Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.

Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.

Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.

Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.

Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)

Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)

Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.

Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)

All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.

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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku

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Lecce

Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.

DIECI ASSENTI“Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.

 

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La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”

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Italia

In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.

FORMAZIONE “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.

L’INGHILTERRA“Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.

RETEGUI“Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.

IL NAPOLI E IL MARADONA“La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.

IL RICORDO DI VIALLI“È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”. 

PROBLEMI TRA I TIFOSI“Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“. 

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Flash News

Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

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Italia

Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.

Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.

LA LETTERA DELLA FAMIGLIA“Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.

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