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Gaudino: un dièz step by step, con l'Italia nel destino

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Gaudino: un dièz step by step, con l’Italia nel destino

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Anni fa la scelta del “10” della squadra era un opzione delicata: la maglia storica si dava al miglior giocatore, capace di unire classe e talento, fulcro della squadra o bandiera fra tutti.

Anno dopo anno anche l’Italia ha abbandonato quell’attaccamento alla dieci.

Ad oggi questo numero lo prende chi non ne sente il peso e in questa stagione l’ambita maglia al Chievo l’ha presa Gianluca Gaudino.

UN GRAN BENE

Innegabile quanto si dicesse bene di lui ai tempi del Bayern: Guardiola vedeva il centrocampista come un giocatore di futuro certo, pronto a fare il grande salto.

Non è un caso se il tecnico ex Barcellona a più riprese lo inserisce da subentrato in gare importanti, fra cui la Supercoppa tedesca contro il Borussia.

Quella partita si concluse con il risultato di 2-0 per la squadra di Dortmund, con le reti di Mkhytaryan e Aubameyang.

Gaudino, gettato nella mischia, dimostra di essere l’unico a provarci fino in fondo, correndo per tutto il campo e chiudendo da migliore dei suoi.

EXPLOIT DI BAVIERA

In maglia rossa il giocatore si afferma, dimostrandosi immediatamente una pedina di grande sacrificio e corsa, oltre che di un’ottima duttilità.

Diventa subito il metronomo della squadra: non sbagli alcun passaggio e la manovra offensiva passa sempre dai suoi piedi.

Il primo anno fra i grandi lo chiude con otto partite all’attivo, niente male per un debuttante.

Ed è in Germania che Guardiola capisce che può fidarsi di lui. Lo schiera sia come centrale di centrocampo che come perno della difesa, mostrandolo al mondo come il nuovo gioiellino di casa-Bayern.

NUOVO XABI

Paragone indecoroso solo a pensarci, ma il tecnico ex Barça spesso lo preferisce ad un mostro sacro quale Xabi Alonso: gioca vertice basso di centrocampo, ma si adatta benissimo anche da difensore centrale.

Con Guardiola c’è stima reciproca:

“Il mister mi ha insegnato la tattica e la tecnica. Nella tattica è un maestro, il numero uno. E mi ha dato fiducia.”

Scelta particolare quest’ultima: non è di certo l’altezza la sua miglior caratteristica e non lo è mai stata, nemmeno quando, di fianco a Boateng, sembrava essere suo figlio.

IL CROLLO

Surreale, però, quanto succede poco dopo: il giocatore subisce un ridimensionamento inaudito.

Viene immediatamente reintegrato in seconda squadra, con la quale gioca con costanza, fino a sparire definitivamente dal radar dei grandi.

Ma non solo: già a gennaio verrà prestato in Svizzera.

Con la maglia del San Gallo troverà continuità, giocando la bellezza di trentatré partite e dimostrando di esser pronto per il grande salto.

Non per Ancelotti che per appena torna a casa lo cede per una cifra irrisoria: è qui che inizia l’avventura da dieci. 

QUALITÀ

Gaudino è un calciatore piuttosto duttile: oltre a giocare come regista – ruolo sempre più raro ma sempre più utile nel calcio nostrano – è stato spesso impiegato sia da trequartista, che da mezzala in ambedue i lati, senza dimenticare l’impiego da centrale di difesa.

Metronomo nei passaggi, non è il dieci fantasia ed estro, ma un giocatore essenziale, capace di fare la differenza in situazioni di difficoltà.

Il fatto che abbia faticato a trovare spazio dall’inizio negli schemi di Maran è del tutto comprensibile: giocatori come Castro, Birsa e Radovanovic sono titolari inamovibili da anni, indi per cui non sarà poi così semplice rubare il posto ad uno dei mostri sacri clivensi.

Ma lui è contentissimo, nonostante il declino, della scelta fatta:

“Tifo il Milan fin da piccolo, ma sono entusiasta di essere arrivato al Chievo. Perché? Perché… step by step. Sono passato prima dalla Svizzera. Ho fatto l’esperienza al San Gallo dove sono arrivato a gennaio 2016 e mi è servito tanto. Ho giocato 33 partite in 18 mesi anche se nell’ultima parte ho giocato meno. Lì portavo la maglia numero 80, quello di Ronaldinho, il mio giocatore preferito. Adesso sono qui a Verona, pronto a imparare e a inserirmi al meglio. Ed è un altro passo importante per la mia crescita. Sono contento di aver scelto il Chievo davanti anche ad altre possibilità. E vi assicuro che inizierò presto a prendere lezioni di italiano. Voglio impararlo bene”.

TESTA ALTA, SEMPRE

Una qualità del vecchio dieci, però, ce l’ha: non abbassa mai la testa.

Nel 2018 siamo pieni di calciatori macchinosi, che fanno a sportellate correndo a testa bassa.

La sua eleganza, invece, mischiata ai piedi buoni che madre natura gli ha donato, gli permette di giocare intelligentemente osservando il gioco da lontano.

Già in Germania i paragoni si sprecavano e se lì si accostava spesso e volentieri a Xabi Alonso, qua ben presto si è iniziato a parlare di nuovo Pirlo”, ma lui:

“Il mio idolo in Italia è Gigi Buffon. Da quando ero piccolo è sempre stato lui”.

SE BUON SANGUE…

Italo-svizzero, nasce da Maurizio Gaudino, centravanti di mestiere dello Stoccarda, che con la maglia degli svevi mise a segno trenta reti (più di una ogni tre partite disputate).

Nato da genitori campani, costretti a trasferirsi in Svizzera per lavoro, giocò una finale di Coppa Uefa contro il Napoli – persa per 2-1 – nella quale siglò il gol del vantaggio.

A fine partita, curiosamente, i microfoni Rai lo fermarono per delle domande, con il centravanti che tenne l’intera intervista in napoletano.

E proprio il piccolo Gaudino parla così di suo padre:

“Vorrei la personalità che aveva lui quando giocava. Sfidò anche il Napoli con lo Stoccarda. E Napoli è la città italiana che ho visto, in vacanza con i miei. Ci sono i parenti. La mia nazionale? Vorrei tanto che fosse quella italiana. Io sognavo l’Italia. Ho guardato il Mondiale 2006 con la maglia di Francesco Totti addosso. Per ora ho soltanto il passaporto tedesco. Ma più avanti chissà. I parenti campani ci sono”. 

E allora ti aspettiamo in nazionale, un passo per volta.

Step by step.

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Chi è Gabriel Moscardo, il giovane mediano in orbita Milan

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CHI È GABRIEL MOSCARDO, IL GIOVANE MEDIANO IN ORBITA MILAN – Nello sport come nella vita, ci sono attimi che possono svoltare verso una direzione precisa. Il treno giusto per uno dei calciatori più chiacchierati nel panorama calcistico, Gabriel Moscardo, sembra passato quasi casualmente. Il centrocampista del Corinthians ha saputo sfruttare i minuti finali di una sfida di Copa Libertadores contro il Liverpool di Montevideo per diventare una delle promesse del calcio internazionale. Da qualche mese, sul classe 2005 ci sono gli occhi puntati di tanti club europei. Il Chelsea è la squadra che più di tutti si è avvicinata al ragazzo, formalizzando un’offerta da 21 milioni nell’estate scorsa, rifiutata dai brasiliani. Resta in attesa anche il Milan che sta cercando un profilo come quello di Moscardo per puntellare la mediana. Ma chi è Gabriel Moscardo? Andiamo a vedere quali sono le sue caratteristiche tecniche e ripercorriamo la sua carriera.

LE CARATTERISTICHE DI GABRIEL MOSCARDO

Le caratteristiche di Gabriel Moscardo sono quelle classiche di un centrocampista di quantità, dedito più al recupero palla che alla fase offensiva, nonostante una buona qualità tecnica. Nel Paese sudamericano, il suo ruolo ricalca le orme di Casemiro.

LA CARRIERA DI GABRIEL MOSCARDO

Fino ad ora la carriera del classe 2005 si è svolta tutta nel Corinthians. Infatti, Moscardo entra a far parte del club a 12 anni, nel 2017, dopo i primi passi mossi nella sua città natale Taubaté.

Il centrocampista compie tutti i passaggi all’interno delle giovanili del Corinthians, giocando sempre da titolare pur non essendo quel giocatore in grado di illuminare il gioco con la qualità. Ad inizio 2023 entra a far parte della squadra U20 del Corinthians e, dopo una panchina in avvio di campionato, gli vengono affidate le chiavi del centrocampo anche in quella categoria.

Da questo momento parte l’ascesa di Moscardo che viene premiato come miglior calciatore del Blue Stars/FIFA Youth Cup, torneo giovanile organizzato dalla FIFA.

Dopo il torneo il ragazzo entra a far parte della Prima Squadra trovando l’indimenticabile esordio in Copa Libertadores a soli 17 anni. Un quarto d’ora che vede Moscardo propiziare, con un’ottima giocata, la rete del 3-0. Da quel momento non torna più a giocare con l’U20 e diventa il fulcro del centrocampo del Corinthians.

Come detto, sono tanti i club alla finestra, ma le richieste della società brasiliana sono alte. Il Chelsea sembra in vantaggio, ma anche l’Italia rossonera spera.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG Moscardo

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Chi è Sudakov, il gioiello ucraino che piace alla Juventus

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Chi è Sudakov

CHI È SUDAKOV, IL GIOIELLO UCRAINO CHE PIACE ALLA JUVENTUS – Uno dei nomi più chiacchierati degli ultimi tempi è quello del centrocampista dello Shakhtar Heorhiy Sudakov. L’ucraino classe 2002 è attenzionato da tanti club europei. In particolare su di lui c’è la Juventus, che sta cercando almeno un rinforzo nella zona mediana del campo, possibilmente giovane, in attesa del rientro di Nicolò Fagioli e quello, più lontano, di Paul Pogba. Nelle prossimi giorni Cristiano Giuntoli potrà affondare il colpo, ma non sarà facile portare il calciatore a Torino a gennaio, a meno di un’offerta intorno ai 15 milioni di euro. Ma chi è Sudakov? Andiamo ad illustrare nel dettaglio le sue caratteristiche e a ripercorrere la sua carriera.

LE CARATTERISTICHE DI SUDAKOV

Sudakov è un centrocampista offensivo che agisce principalmente sulla trequarti, zona in cui riesce ad essere molto pericoloso grazie alla tecnica sopraffina abbinata ad un’ottima abilità. All’occorrenza può essere arretrato di qualche metro andando a coprire il ruolo di mezz’ala di inserimento.

LA CARRIERA DI SUDAKOV

Sudakov è il calciatore sul quale la nazionale ucraina baserà il suo futuro.

Il ragazzo cresce calcisticamente nel Metalist Kharkiv prima di entrare nelle giovanili dello Shakhtar a 17 anni. In questo momento la sua carriera sta vivendo l’ascesa decisiva dopo l’esordio in Champions League avvenuto nel 2020 al Santiago Bernabeu. Quel giorno gli ucraini fecero la storia riuscendo ad imporsi sul Real Madrid.

Ma come detto precedentemente, in questa stagione Sudakov si sta facendo notare al panorama calcistico europeo anche in Champions League, dove si è reso vero protagonista della sfida contro il Barcellona. Al termine della stessa è stato nominato migliore in campo.

I suoi numeri in questo inizio di stagione sono ottimi. Nel campionato ucraino Sudakov ha messo a segno 2 reti in 9 presenze, mentre nella massima competizione continentale conta 1 gol in 5 apparizioni.

Dopo aver seguito tutto il percorso all’interno della nazionale ucraina, il centrocampista ha esordito in Prima Squadra il 23 maggio 2021. Da quella data ha collezionato 12 presenze e 1 rete.

 

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Chi è Rokas Pukstas, il nuovo talento del calcio americano

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Chi è Rokas Pukstas

CHI È ROKAS PUKSTAS, IL NUOVO TALENTO DEL CALCIO AMERICANO – Tra le nuove frontiere del calcio ci sono gli Stati Uniti. Gli USA negli ultimi anni stanno alimentando il palcoscenico del calcio europeo con numerosi profili. Tra i campionati maggiormente affollati c’è la Serie A, in cui militano Christian Pulisic, Timothy Weah, Weston McKennie e Yunus Musah. A questi negli scorsi mesi si sarebbe potuto aggiungere anche il giovane Rokas Pukstas, che era finito nel mirino di alcuni club del campionato nostrano come Roma e Milan.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARRIERA

Rokas Pukstas è nato il 25 agosto 2004 a Stillwater, in Okahoma, negli Stati Uniti. Oltre a quella statunitense, gode anche della nazionalità lituana: suo padre Mindaugas ha rappresentato la Lituania nelle Olimpiadi del 2004. Cresciuto calcisticamente negli Stati Uniti, durante la sua formazione ha fatto anche un’esperienza nella Barça Academy, in Arizona. Il suo approdo in Europa è avvenuto nel settembre 2020 durante il periodo del Covid. Vari i club che avrebbero voluto accaparrarselo, ma la sua scelta è ricaduta sull’Hadjuk Spalato.

Il club croato è rinomato per essere uno dei settori giovanili migliori del Vecchio Continente. In Croazia Pukstas si è messo in mostra prima nelle giovanili dello Spalato con cui ha realizzato 13 reti e due assist in 32 partite. Durante la scorsa stagione si è fatto conoscere anche dal Milan, contro cui ha realizzato una rete nella semifinale di Youth League. Sempre durante la scorsa annata è arrivato anche il debutto in prima squadra con cui ha realizzato finora 7 reti e tre assist in 36 presenze.

CHI È ROKAS PUKSTAS: NAZIONALE

Con gli USA, invece, finora è arrivato fino alla nazionale U20, con cui ha finora giocato 12 partite in cui ha realizzato due reti. Una di queste è arrivata durante l’ultimo Mondiale di categoria, dove gli Stati Uniti sono stati eliminati ai quarti di finale contro l’Uruguay: Pukstas ha segnato una rete nella gara degli ottavi contro la Nuova Zelanda.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARATTERISTICHE TECNICHE

Alto 181 cm, Rokas Pukstas può occupare varie posizioni in campo: mediano, trequartista, centrale di centrocampo e anche ala destra. Il primo è il ruolo prediletto. Il classe 2004 è un centrocampista box to box con un grande senso del gol e tempismo negli inserimenti. Caratteristiche per cui in molti lo paragonano a Mario Pasalic.

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Rokas Pukstas

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Chi è Joao Neves, l’ultimo protagonista del derby de Lisboa

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Chi è Joao Neves

CHI È JOAO NEVES – Nell’ultimo turno del campionato portoghese è andato in atto il derby de Lisboa, la classica sfida tra Benfica e Sporting. Gli ospiti sembravano avere la partita in mano grazie alla rete di Gyokeres, ma nel finale succede di tutto. Il Benfica, infatti, trova due gol negli ultimissimi minuti di recupero, con Joao Neves e Tengstedt. Oggi parleremo del centrocampista portoghese, l’ultimo gioiello delle Aquile.

CHI È JOAO NEVES: DAL BENFICA AL BENFICA

Joao Neves nasce il 27 settembre 2004 a Tavira, comune portoghese nei pressi di Faro. I primi passi sul campo li compie proprio nel club del suo paese ma nel 2016 – a poco più di 12 anni – viene subito preso in carico dal settore giovanile del Benfica. L’ingresso in prima squadra arriva nel 2022, con l’esordio in campo il 30 dicembre, dove entra nel finale contro il Braga. Il debutto in Champions arriva, invece, pochi mesi dopo contro il Bruges. Joao Neves inizia ad avere sempre più spazio grazie, anche, alla partenza nel mercato invernale di Enzo Fernandez, che lascia scoperto un posto a centrocampo. Oggi il portoghese è uno dei pilastri della squadra nonostante la giovane età, complice soprattutto la grande fiducia che il club ha riposto in lui.

CHI È JOAO NEVES: CARATTERISTICHE

Joao Neves è alto 1,74 m e gioca davanti alla difesa, solitamente in coppia con Florentino o Kokcu. Il portoghese è uno che vuole sempre la palla, trova sempre gli spazi giusti e, soprattutto, abile in fase di palleggio, coinvolgendo tutti i reparti. Non è uno che entra sempre nel tabellino dei marcatori, ma gli unici due gol realizzati in prima squadra sono entrambi pesanti, poiché realizzati contro lo Sporting. Il primo è arrivato nell’ultimo derby della scorsa stagione, che è valso il pareggio al 94′. Il secondo, come già detto, è arrivato in circostanze abbastanza simili, sempre durante il derby de Lisboa e sempre a fine partita. Oggi Joao Neves è, sicuramente, uno dei prospetti più interessanti in Europa, su cui pare abbia già messo gli occhi il Manchester United. Il Benfica, però, è sempre bottega cara, come dimostra la lunga trattativa per cedere Enzo al Chelsea.

 

Immagine di copertina: joao_neves87 (Instagram)

 

 

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