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5 top e flop di mercato dell'era Marotta

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5 top e flop di mercato dell’era Marotta

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Giuseppe Marotta ha rassegnato ieri le dimissioni dal ruolo di amministratore delegato della Juventus. I successi sportivi dei bianconeri negli ultimi sette anni passano, molto, dalla sua abilità (congiunta con quella di Paratici) nel portare alla società di Torino campioni di ogni genere, fino alla vetta chiamata Cristiano Ronaldo. Ma anche i migliori a volte sbagliano, e per quanto il margine di errore si sia ridotto di anno in anno, nell’era Marotta sono arrivati anche diversi giocatori che non hanno mantenuto le premesse.

Ecco allora i 5 top e flop di mercato, per rapporto qualità/prezzo, delle ultime otto stagioni bianconere.

TOP

27 GENNAIO 2011: ANDREA BARZAGLI – 900.000 EURO

In una stagione, quella 2010-2011, che per colpi di mercato ed annessi risultati sportivi ha diverse crepe, si intravede a gennaio uno spiraglio di luce. L’acquisto di Barzagli è la prima, vera “genialata” dell’era Marotta. Il campione del mondo arriva come esubero del Wolfsburg per una cifra quasi irrisoria, bonus compresi, in cerca di disperato rilancio. Già dai primi mesi fa una buona impressione. Negli anni successivi fa quasi spavento: prestazioni costanti e una brillantezza che sembra migliorare nel tempo, come il buon vino. Riconquista in breve tempo un posto da protagonista in un top club e nella Nazionale, e insieme agli altri juventini Bonucci e Chiellini rientra nell’elité dei difensori centrali europei. Nonostante la carta d’identità conti 37 anni e più di 270 presenze in bianconero, la Juventus lo vuole ancora con sé e non certo per fare da comparsa. Le prestazioni parlano, ancora oggi, per lui.

24 MAGGIO 2011: ANDREA PIRLO – PARAMETRO ZERO

Tra le tante ragioni per cui la Juventus, dopo due settimi posti consecutivi, si ritrova a competere con il Milan per lo Scudetto pochi mesi dopo, c’è il giovanotto in foto. Pirlo non rinnova con il Milan e lascia dopo dieci anni di rossonero, Marotta lo mette al centro del progetto di Conte. E il resto è storia: quattro stagioni di lanci millimetrici, di calci d’angolo messi sulla testa del compagno, di punizioni al confine tra genio e follia. Insomma, quattro stagioni di un Pirlo che ha ancora molto da dire e dare. 164 presenze19 gol 38 assist, 7 trofei in più in bacheca e quell’unica macchia della finale di Berlino, in cui a separare Andrea da un’altra Champions si mette di mezzo uno dei Barcellona più forti di sempre. E poi il gran finale, in un palcoscenico incommensurabile come New York.

22 GIUGNO 2011: ARTURO VIDAL – 10,5 MILIONI DI EURO

Eh già, tre acquisti in pochi mesi di 2011. E d’altronde hanno fatto da spina dorsale per la Juve che è venuta poi. Vidal in qualche modo era un nome già noto e non si può neanche dire che, per i tempi, fosse stato pagato proprio poco. Il tempo ha detto che quei 10 milioni e poco più, il cileno, li ha ripagati uno dopo l’altro con tanto di interessi. Nel periodo bianconero il “guerriero” si è affermato come uno dei centrocampisti più forti e completi al mondo: ad un indispensabile lavoro in mezzo al campo fatto di lotte e contrasti, ha abbinato la qualità che si chiede ad ogni mezz’ala e una valanga di gol (come li chiamereste 48 gol in 4 anni?).

Pur non ripetendo ciò che ha fatto in bianconero, le maglie che ha vestito dopo sono state quelle di Bayern Monaco Barcellona: insomma, Marotta ci aveva visto lungo.

27 GIUGNO 2012: PAUL POGBA – PARAMETRO ZERO

Ancora più lungo ci vede qualche mese dopo, quando apprende la notizia che un giovane talento del Manchester United, fino ad allora solo protagonista di qualche stralcio di partita, non ha intenzione di rinnovare il proprio contratto. Si chiama Paul Pogba ed è destinato a diventare il centrocampista più devastante del nostro campionato. Come tutti i giovani va inserito con calma, e in più in casa Juve il reparto è ben fornito. Ma da quel gol al Napoli del 20 ottobre (campanile e tiro al volo di sinistro) è vero e proprio amore. Pogba si prende la Juve con quella e altre giocate e in pochi mesi diventa imprescindibile. D’altronde, quanti giocatori si sono visti abbinare a quel fisico una tale classe e una tale sensibilità nel giocare la palla, per di più a un’età così giovane? Forse nessuno. A 23 anni appena il mondo è già ai suoi piedi.

L’epilogo della storia lo sappiamo, ma il grande ritorno a casa per Paul non sta avendo gli esiti sperati. E chissà che un pensierino all’altra casa non gli stia ronzando per la mente…

10 LUGLIO 2018: CRISTIANO RONALDO – 117 MILIONI DI EURO

Un bel salto temporale, è vero. In mezzo a tutti questi anni Marotta ha portato a compimento tante operazioni tecnico-economiche da fuoriclasse, motivo per cui questa piccola lista risulterà, per forza di cose, riduttiva. Ma non poteva concludersi con l’acquisto di Cristiano Ronaldo, che suggella nel miglior modo la crescita della Juventus in otto anni di era Marotta. Da club storico in declino ad una delle più grandi potenze calcistiche, economiche e mediatiche di oggi. Da club in dovere di compiere operazioni oculate e con occhio ben attento sul portafoglio, a club in grado di accaparrarsi il miglior giocatore del mondo (primo o secondo, fa poca differenza) e tanti altri insieme a lui. Se quei 100 milioni di euro (più i 17 di commissioni e oneri accessori) siano stati ben spesi, il portoghese lo sta già dimostrando: CR7, che vive sì per il gol ma non fa certo dipendere solo da questi il suo contributo, si è già caricato sulle spalle la squadra. I 3 assist forniti ieri nel match più atteso della stagione, che fanno da ciliegina ad una prestazione maiuscola, ne sono l’ultima dimostrazione. Su di lui graverà sempre la missione di portare la Champions League a Torino dopo più di vent’anni di assenza, ma se anche ciò non accadesse non cancellerà ciò che il 10 luglio si è compiuto: un pezzo di storia del calcio.

FLOP

28 GIUGNO 2010: JORGE ANDRÉS MARTINEZ – 12 MILIONI DI EURO

El Malaka si unisce ai bianconeri in quello che, probabilmente, è il suo miglior momento della carriera. 27 anni, piena maturità, nella stagione precedente con il Catania ha segnato 9 gol (suo record personale) e ha incantato con giocate da fantasista di primo livello. Con un Del Piero sempre più verso il tramonto, la Juventus ha bisogno di un altro giocatore di estro nella coppia d’attacco. Ma l’uruguaiano in quella stagione non si vede quasi mai in campo a causa di numerosi problemi fisici. Anche quando gioca non riesce a fare, inevitabilmente, la differenza, peraltro in un contesto come la Juve di allora in cui sono tanti ad affondare. Totalizza 20 presenze tra tutte le competizioni senza mai segnare. Dopo la parentesi di Torino ci riprova altrove, tra Italia e terra natia, ma non brilla più come ai tempi in terra sicula e di lui si perdono le tracce.

Oggi, a 35 anni, è svincolato.

21 AGOSTO 2010: MILOŠ KRASIĆ – 15 MILIONI DI EURO

A qualche tifoso bianconero scenderà una lacrimuccia. Perché l’esterno serbo poteva davvero essere ben altro rispetto a ciò che ha dimostrato. Arriva negli ultimi giorni di mercato dal CSKA Mosca in qualità di uno degli esterni più interessanti del panorama europeo. Il paragone con Nedved, per ruolo e chioma, sembra irriverente ma nei primi mesi di Juventus non sembra affatto così. Il Krasic iniziale è quasi inarrestabile: punta e salta sistematicamente l’uomo, segna e sforna assist a ripetizione. Poi però, nella seconda parte di stagione, qualcosa nella Juve e in lui si rompe. A modo di mettere a referto qualche altra rete ma non è quello di prima. Nonostante ciò si guadagna la permanenza e la possibilità di rilancio nella stagione successiva con Conte. Ma il tecnico pugliese non lo vede nei propri piani, soprattutto dopo il passaggio dal 4-2-4 al 3-5-2.

Il serbo viene tagliato fuori e da lì in poi la sua carriera è un tracollo inesorabile, forse irrimediabilmente demoralizzato da una grande opportunità sfumata nonostante il suo talento. Fenerbache, Bastia e infine Legia Danzica, di cui veste la maglia dal 2015.

31 AGOSTO 2011: ELJERO ELIA – 9 MILIONI DI EURO

Cifre che si abbassano, ma mettiamola così: Arturo Vidal, nella stessa sessione di mercato, si era trasferito per appena 1 milione e mezzo in più (e 2 di bonus). Anche lui approda in bianconero candidandosi come uno dei punti forti del 4-2-4 di Conte, ma a differenza di Krasic, che qualche chance prima di partire l’aveva avuta, l’olandese non vede campo praticamente sin dall’inizio. Dopo tre panchine consecutive, gioca metà gara nella trasferta di Catania della 5ª giornata. Se ne riparla solamente il 12 dicembre contro la Roma, in cui scende in campo per 4 minuti. Poi altra sfilza di panchine e tribune. Chiude la sua avventura in bianconero con appena 5 presenze e 150 minuti sul terreno di gioco.

Il proseguo della sua carriera non è stato malvagio come per Martinez e Krasic: Werder Brema, Southampton, Feyenoord e ora Istanbul Basaksehir, con cui ha sfiorato i gironi di Champions League.

2 LUGLIO 2012: MAURICIO ISLA – 14 MILIONI DI EURO

Arriva insieme ad Asamoah dall’Udinese, con le potenzialità, sulla carta, per essere un esterno perfetto per il 3-5-2 di Conte, e all’occorrenza un ricambio di ottimo spessore per il centrocampo. A differenza del ghanese, però, l’Isla della Juventus è solo un’ombra di quello visto con l’altra casacca bianconera. Si mettono di mezzo i problemi fisici, ma l’impressione è che quando in campo soffra di un complesso di inferiorità nei confronti di un palcoscenico così importante. La Juve paga la prima parte della comproprietà con i friulani circa 9,5 milioni di euro, mentre due anni dopo viene riscattato interamente aggiungendo altri 4,5 milioni di euro.

Nella stessa estate (2014) viene ceduto in prestito con opzione di riscatto al QPR. Poi Marsiglia, Cagliari (definitivamente liberato dalla Juve) e, dal 2017, Fenerbache.

31 AGOSTO 2015: HERNANES – 13 MILIONI DI EURO

Il brasiliano è l’acquisto a sorpresa dei bianconeri dell’estate 2015. Arriva dall’Inter, con cui ha alternato a tante ombre poche luci, per essere il trequartista tanto cercato in estate dai bianconeri, a completare il 4-3-1-2 a cui Allegri vuole far ritorno. Il modulo però è un fallimento sin dalle prime giornate, così come il brasiliano (e a dire la verità tutto il gruppo, all’inizio di quella stagione). L’ex Lazio in breve tempo diventa la preda preferita in pasto ai tifosi bianconeri, e retrocede presto nelle gerarchie. Rimane un anno e mezzo in bianconero racimolando 35 presenze tra tutte le competizioni, per poi godersi una pensione d’oro in Cina (con annessa plusvalenza).

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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