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500 volte Ibra: i migliori “diez”

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5 anni fa:
500. Traguardo mica da niente. In attività sono soltanto in due ad averlo raggiunto, e stiamo parlando delle due divinità calcistiche del 21° secolo, ossia CR7 e la Pulga. Da qualche ora, seppur in leggero ritardo – ma glielo perdoniamo – li ha raggiunti anche quel mostro sacro che è Zlatan Ibrahimovic: nell’era del dualismo tra la macchina portoghese ed il talento argentino, il folle svedese ha deciso di aggrapparsi a loro per tentare di avvicinarsi il più possibile.
Meno tecnico di Messi, forse meno atleta di Cristiano Ronaldo, ma incarna il misto delle due cose, aggiungendoci quel carattere da sbruffone, nonostante si legga senza alcun velo anche una nota di umorismo, che all’inizio a tutti non è piaciuto, ma più che passano gli anni e più che annusiamo la vicinanza del ritiro di Ibra, comincia a piacerci. Perchè sì, i grandi giocatori che siamo abituati a fischiare e a temere quando giocano contro la nostra squadra del cuore, iniziamo ad apprezzarli quando stanno pian piano avvicinandosi all’uscita del calcio giocato.
500 gol sono un’enormità, segnati con le maglie di Malmoe, Ajax, Juventus, Inter, Barcelona, Milan, PSG, Manchester United ed infine LA Galaxy. Ne abbiamo selezionati diez, in ordine cronologico.
SVEZIA 1-1 ITALIA, 18/06/2004 – UEFA Euro 2004
In pochi lo conoscevano, solo i più esperti che avevano visto qualche partita di Eredivisie o di Champions League. L’Italia del Trap, dopo lo 0-0 contro la Danimarca (la celebre partita dello sputo di Totti), ha necessità di portare a casa i 3 punti contro la Svezia; segna il giovane Antonio Cassano, che sta correndo senza sosta sulla rampa di lancio che deve portarlo nel grande calcio, ma a 5′ dalla fine segna un energumeno di 22 anni, con la maglia numero 16: un colpo da karateka che anticipa l’uscita di Buffon e che si insacca sotto l’incrocio dei pali sopra la testa di un inerme Bobo Vieri appostato sul palo. Signore e Signori, Zlatan Ibrahimovic.
AJAX 6-2 NAC BREDA, 22/08/2004 – Eredivisie
Qualcuno comincia a scorgere del talento in questo colosso svedese che ha iniziato a farsi vedere prima nel Malmoe, e poi in Olanda. Proprio all’Ajax muove i suoi primi passi in un campionato europeo di un certo livello: prima fa fatica, deve inserirsi in una società storica che non ama gli individualisti, anzi, che li vuole trasformare in giocatori “di squadra”. Ibra pian piano si abitua, inizia a dialogare con i compagni e a prendere confidenza con il gol. Ma con un talento così, certe volte è bene anche fare tutto da solo.
P.S. La telecronaca è in olandese, ma i nomi dei giocatori a cui venne accostato Ibra si intendono benissimo.
https://www.youtube.com/watch?v=pISL8A1FfG8
ROMA 1-4 JUVENTUS, 19/11/2005 – Serie A
16 milioni. La Juventus si fruga nelle tasche e spende una discreta cifra per sbaragliare la concorrenza europea e portarsi a casa questo interessante talento svedese. Ha tecnica, fisico, e soprattutto grande voglia di emergere. Però alla Juve davanti ha due mostri sacri quali Del Piero e Trezeguet, due che di gol e di affinità ne sanno, eccome. Ibra però ancora non è ben conosciuto in Italia, appare come uno sbruffoncello qualunque, ma nel match contro Roma mostra a tutti la fame che ha. Un mix di potenza, caparbietà, tecnica e senso del gol. La Serie A conosce IbraCadabra.
INTER 2-0 FIORENTINA, 15/03/09 – Serie A
Dopo lo scandalo Calciopoli, l’Inter scippa alcuni dei giocatori più importanti della Juventus retrocessa in B. Arriva Vieira, ma soprattutto arriva Ibrahimovic, il giocatore che sta dimostrando più di tutti di essere il classico attaccante che fa la differenza: ha fisico e tecnica, ha carisma e voglia di primeggiare, ma soprattutto ha dalla sua una varietà di colpi impressionanti. Contro la Fiorentina si prende la briga di tirare un calcio di punizione: la appoggia in porta, Melo e Donadel sentono praticamente una ventata tra le loro teste, Frey si butta per dovere; 109 km/h, traversa-gol. Ibra fa male anche da fermo.
INTER 3-0 REGGINA, 22/03/09 – Serie A
Soltanto una settimana dopo. Si è parlato per 7 giorni delle cannonate di Ibra, del fatto che calciare forte per uno che ha quasi il 50 di piede è più facile (per via della superficie maggiore), e che quando riesce ad incocciare bene il pallone, il portiere può solo pregare che non sia dentro lo specchio della porta. Ma Ibrahimovic è un perfezionista, non vuole passare soltanto per il possente bomber che spacca le porte: Ibra è qualcosa di più, è potente e leggiadro allo stesso tempo, quindi può scaricare missili tra i pali avversari, come accarezzare dolcemente la palla e farla finire docile docile nel sacco. Un po’ come il suo carattere: spaccone fuori, ma un buono dentro. Forse.
LECCE 1-1 MILAN, 16-01-2011 – Serie A
Prima l’avventura poco fortunata al Barcelona nello scambio che ha visto Eto’o andare a Milano – e a vincere la Champions – e Ibra al Camp Nou a litigare con Guardiola, e poi il clamoroso arrivo, di nuovo a Milano, ma con i rossoneri del Milan. Galliani si gode il suo talento, sa di aver messo a segno un colpo dei suoi: per capire quanto abbia gongolato in quel periodo il buon Adriano, basta osservare la sua faccia dopo questo capolavoro del suo colpo svedese. Per la cronaca, il sinistro non dovrebbe essere il suo piede, eppure…
SVEZIA 4-2 INGHILTERRA, 14/11/2012 – Amichevole
“Eh ma in amichevole che importanza ha?”. Forse nessuna, ma alla fine quando si gioca contro la nazionale dei Tre Leoni non è mai una partita da nulla, perchè si ha l’occasione di vincere contro una delle nazionali più importanti del mondo e soprattutto di dare fiducia ad una squadra come quella svedese, che da Ibra dipende e che di Ibra ne osserva ogni minimo movimento e ne ascolta ogni genere di discorso; a volte parla poco, a volte troppo: eppure a Zlatan Ibrahimovic basterebbe far parlare il suo corpo, le sue lunghe leve, e i suoi piedi divini. Poi ci aggiunge la follia, quella tipica dei fuoriclasse, ed escono gol così.
PARIS SAINT-GERMAIN 4-0 BASTIA, 19/10/2013 – Ligue 1
Il progetto PSG: portare tutti i migliori sotto la Tour Eiffel per cercare l’assalto alla Champions. E chi meglio di Ibra può avere fame di trionfi europei? Purtroppo per società e giocatore, nessuna gioia in campo continentale, ma i gol e le giocate in Ligue 1 non sono mai mancate. Potenza che lascia esterrefatti tutti i difensori della lega francese, una classe che fa innamorare tutti i tifosi d’oltralpe, e la solita elasticità da lottatore di taekwondo – quale è – che gli permette di prendere i palloni più difficili, impossibili, con il piede. Dove un giocatore normale metterebbe la testa, magari pure saltando. Kung-Fu Ibra.
SUNDERLAND 0-3 MANCHESTER UNITED, 09/04/2017 – Premier League
Dopo il PSG Ibra sceglie il campionato più importante d’Europa, l’unico che gli manca e dove vuol far vedere di essere ancora in grado di fare la differenza: la Premier League e il glorioso Man United. Tanti infortuni, tanti intoppi, e in molti iniziano a dire che Ibra, ormai ultratrentenne, non sia più in grado di tenere certi ritmi e di trovare gli spunti dei migliori anni. Questo col Sunderland non è uno dei migliori gol di Ibra, e in effetti ne abbiamo lasciati fuori di più belli, ma questo dribbling e tiro secco è una sonora dimostrazione verso i critici che Ibra anche a quest’età può lasciare sul posto il difensore e freddare il portiere. Don’t mess up with Zlatan.
TORONTO FC 5-3 LA GALAXY, 16/09/2018 – MLS
The last, but not the least. 500, come detto, sono veramente tanti, e Ibrahimovic ha voluto in tutti i modi raggiungere questa cifra. L’ha fatto forse con la maglia meno affascinante, nel campionato meno avvincente e in uno stadio che, rispetto a quelli calcati in più di 15 anni di carriera, forse non vale nemmeno la metà. Però Ibra ha scelto Los Angeles per l’esperienza di vita, forse anche per i tanti milioni, ma anche per lanciare un calcio che ancora non è sufficientemente avanzato. Tante critiche ai campi sintetici, al livello della Lega, ma per questo non gioca certo alla meno. Anzi, ci mette più grinta e voglia di prima. Perchè Zlatan è così, competitivo fino al midollo, e se gli dai un pallone e un campo da calcio, il tutto si trasforma in una guerra. 500 volte Zlatan, con la perla che completa divinamente l’opera.
https://www.youtube.com/watch?v=tCo-qzIMNC8
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Calcio Internazionale
Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

Pubblicato
6 ore fa:
Marzo 23, 2023
L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.
L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.
LE PAGELLE DELL’ITALIA
Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.
Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.
Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.
Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.
Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.
Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).
Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).
Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)
Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).
Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.
Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).
All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.
LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA
Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.
Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.
Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.
Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.
Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.
Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.
Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.
Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)
Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)
Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.
Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)
All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.
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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.
DIECI ASSENTI – “Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.
Flash News
La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.
FORMAZIONE – “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.
L’INGHILTERRA – “Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.
RETEGUI – “Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.
IL NAPOLI E IL MARADONA – “La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.
IL RICORDO DI VIALLI – “È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”.
PROBLEMI TRA I TIFOSI – “Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“.
Flash News
Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.
LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.
Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.
LA LETTERA DELLA FAMIGLIA – “Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.
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