Nella vita arriva sempre quel momento di dire basta, di voler spezzare quella monotonia seppur questa sia piacevole. Quel momento non è mai pronosticabile, ci sono troppi fattori che incidono nelle scelte che ogni uomo fa. Una quantità troppo grande al punto che pensare di considerare tutto è puramente illogico. Quel momento sembra essere arrivato anche per Darijo Srna, l’incredibile bandiera dello Shakhtar Donestsk. Il terzino croato, dopo ben 15 anni in cui ha vestito la maglia del club ucraino, si ritrova svincolato con delle forti sirene italiane che lo seguono. Il racconto di Srna non può però ridursi ad una semplice analisi di calciomercato perché si sminuirebbe la storia che lo ha portato ad essere una leggenda dello Shakhtar.
UNA FAMIGLIA PIÙ CHE UN CLUB
Darijo nasce calcisticamente come esterno di fascia ma quando nel 2003 passa dall’Hajduk Spalato allo Shakhtar la sua vita calcistica cambia radicalmente. Il croato gioca solo un anno da esterno poiché nel 2004 arriva Mircea Lucescu che subito lo trapianta nella linea difensiva. L’allenatore rumeno lo plasma a dovere senza però estraniarlo dal suo vecchio ruolo: Darijo ha delle belle doti balistiche che Mircea sfrutta il più possibile in fase di spinta. Il croato ha delle qualità di leadership indiscutibili, tutti i compagni sono trascinati da lui. Nonostante non fosse ucraino aveva un senso di appartenenza unico verso il club. La fascia di capitano è una conseguenza più che naturale. Proprio con quella fascia sul braccio, Darijo solleva l’ultima Coppa Uefa della storia.
In questi quindici anni trascorsi a Donetsk ha vinto ben 10 campionati nazionali e 7 Coppe d’Ucraina. Se fosse stato in un club blasonato tutti avrebbero riconosciuto il vero valore del croato. Darijo è un terzino estremamente completo, con il passare degli anni la velocità ha ceduto il passo all’esperienza ma il piede è rimasto sempre lo stesso infatti tuttora batte calci d’angolo e punizioni. Nonostante il suo valore Srna ha sempre preferito lo Shakhtar anche quando il Bayern aveva mostrato un grande interesse nei suoi confronti. La scorsa estate il Barcellona ha provato a portarlo in Catalogna ricevendo la stessa risposta che il croato a rifilato sempre: “Il mio cuore è qui.”
“Mi ha cercato il Barcellona, ma il mio cuore è qui. Ho detto al presidente che avrei preferito vincere il campionato con lo Shakhtar che la Champions League col Barça. Non mi sento parte di un club, ma di una famiglia”.
IL PADRE E LA CROAZIA
Non sono sfuggite a nessuno le lacrime di Srna durante l’inno nazionale in occasione di Croazia-Repubblica Ceca di Euro2016. In quel momento Darijo stava pensando a suo padre, a quanto avesse fatto per lui e alla sua scomparsa qualche giorno prima. Dopo il funerale il croato poteva restare lì in Croazia abbandonando i suoi compagni in Francia. Chiunque lo avrebbe capito ed accettato, ma il capitano non abbandona mai la sua nave, lo doveva alla Croazia ma soprattutto lo doveva al padre. Anche con la nazionale croata Darijo era il capitano.
La sua fascia è stata spesso contestata per la sua origine bosniaca e la sua fede musulmana. Alle critiche Darjio ha sempre risposto da uomo senza vergogna, senza peli sulla lingua, ammettendo anche che riteneva necessario andare da uno psicologo a causa della forte pressione a cui è sottoposto. Srna è il recordman della Croazia per distacco con 134 presenze ed inoltre è il quarto per reti segnate, l’unico difensore nella top 10.
LONTANO DAL CAMPO
Il 13 Settembre del 2017 è arrivata una doccia fredda in casa Srna. Il croato è risultato positivo ad un test antidoping svolto subito dopo la partita vinta in Champions League contro il Napoli. Secondo i risultati il croato ha assunto un anabolizzante specificatamente vietato dalle regole antidoping. Da quella partita Darijo non ha messo più piede in campo nonostante la squalifica fosse stata confermata solo a Febbraio. Il 23 Agosto la squalifica scadrà e perciò potremo rivederlo correre sulla fascia.
ITALIA CHIAMA SRNA
Probabilmente l’Italia il territorio del ritorno al calcio giocato. Il Cagliari lo sta cercando intensamente al punto da portarlo in città per provare a convincerlo il più possibile. Sembrava cosa fatta ma la voce di un suo possibile approdo in Italia ha smosso l’Inter. I nerazurri stanno cercando un terzino che possa alternarsi con D’Ambrosio senza spendere troppo. Con Nagatomo che attende solo l’accordo per il riscatto del Galatasaray, il croato può essere un’occasione da non lasciarsi scappare. L’Inter ha dalla sua parte il prestigio e la possibilità di poter continuare a giocare in Champions. Sarà determinante probabilmente la voglia di giocare del calciatore. All’Inter il posto da titolare non è assolutamente assicurato mentre a Cagliari sarebbe un titolare inamovibile e troverebbe una piazza che lo accoglierebbe nel migliore dei modi. Al momento le destinazioni più probabili sono queste due, ma ormai nel calciomercato non si sa mai.