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Addio Bartomeu: storia di un divorzio annunciato

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Addio Bartomeu: storia di un divorzio annunciato

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Josep Maria Bartomeu si è dimesso. La comunicazione è arrivata il 27 ottobre 2020, con effetto immediato. Lui e la sua giunta direttiva abbandonano il Barcellona dopo 6 anni e mezzo di presidenza, nel corso dei quali la squadra ha conquistato quattro campionati, quattro coppe del Re, due supercoppe di Spagna, una UEFA Champions League, una supercoppa europea e un mondiale per club FIFA. Nonostante la quantità dei titoli non è da considerarsi un bottino magro, l’ormai annunciato divorzio era inevitabile.

La sua gestione è la storia di un rapporto mai sbocciato, caratterizzato da continui errori, nelle scelte di mercato quanto nelle singole situazioni. È stato un parlare troppo quando bisognava stare in silenzio ed una mancata protezione quando era giusto metterci la faccia.

Bartomeu è socio del club blaugrana dal 1974, è stato parte della giunta direttiva durante l’era di Laporta ed è stato eletto il 23 gennaio 2014, succedendo Sandro Rosell, travolto dal “caso Neymar”.

Dopo la conquista del Triplete del 2015, il catalano viene confermato presidente per altri 6 anni con il 54% dei voti, la percentuale più alta della storia del club.

Fonte: Sport

Le due annate precedenti non furono positive, in quanto di transizione post-Guardiola, ma le successive conquiste dimostrarono che la squadra aveva superato tali difficoltà ed era nuovamente tornata ai vertici del calcio mondiale. Era quindi necessaria una guida che continuasse a tracciare quanto di buono iniziato l’anno precedente.

Tuttavia, ciò non è più avvenuto.

Nelle gestioni passate, anche nelle avversità, il Barcellona aveva dimostrato una solidità invidiabile, dentro e fuori dal campo. Era davvero “Més que un club”, una squadra composta da individualità pazzesche ma che poneva sempre il “Barcelonismo” al centro di tutto. Quel sentimento di unione portava ad una coesione totale, in ogni struttura del Camp Nou. I “pulcini” della Cantera apprendevano fin da piccoli il culto del tiki taka. Molti giovani sono emersi e hanno esordito in prima squadra, segnando un’epoca d’oro, per il Barcellona e per il calcio spagnolo.

L’errore più grande di Bartomeu è stato proprio questo: ergersi a protagonista. In quanto presidente riteneva la sua figura più importante ed influente delle altre. La volontà di sentirsi superiore all’intero sistema ha sortito effetto contrario, danneggiando come non mai il club.

LA CAMPAGNA ACQUISTI

La sua idea era rendere il Barcellona un vero e proprio marchio a livello internazionale. Ciò è testimoniato dai costosissimi acquisti durante la sua gestione, i quali hanno tolto sempre più spazio ai ragazzi della Cantera. Molti nuovi arrivi sono stati fondamentali, come Ter Stegen o Rakitic, altri invece incompatibili con l’idea di gioco della squadra catalana, come Antoine Griezmann. Il francese, leader tecnico e carismatico all’Atletico, si è trasformato nella sua brutta copia, abulico e spaesato nel nuovo contesto targato Barça. Altri infine sono stati acquistati in situazioni di emergenza, come Braithwaite o Boateng, ma anch’essi di fatto mai inseriti in un mondo che ha dimostrato di non risparmiare nessuno.

Il Barcellona ha lentamente perso la propria anima, complici gli addii (alcuni polemici) di senatori del club come Dani Alves, Xavi, Iniesta, Neymar e Suarez, non rimpiazzati a dovere, e l’assunzione di tecnici privi di DNA blaugrana, come Quique Setien, Koeman e Valverde. Quest’ultimo, nonostante avesse l’appoggio delle figure più influenti dello spogliatoio, è stato esonerato a fine 2019.

Fonte: Corriere della Sera

Poco dopo l’esonero del Txingurri, l’ex DS Abidal ha dichiarato in un’intervista che i giocatori non ne seguivano le direttive, allenandosi svogliatamente. La risposta dello spogliatoio non si è fatta attendere, e per la prima volta Leo Messi si è schierata apertamente contro la dirigenza. L’argentino ha smentito tali dichiarazioni tramite Instagram, affermando che fossero critiche gratuite ingiustificate. Insomma, un bel caos. Una situazione con la quale dalle parti del Camp Nou non hanno mai vissuto prima.

GLI SCANDALI EXTRA-CAMPO

I rapporti tra squadra e società sono precipitati definitivamente ad inizio 2020, con il cosiddetto scandalo Barçagate. Secondo vari media spagnoli, il Barcellona avrebbe pagato una società, la I3 ventures,  per la creazione di numerosi account sui social allo scopo di screditare alcuni dei principali calciatori del club. È così che sono stati presi di mira Messi, Piquè, Suarez, ma anche gli ex Xavi e Guardiola.

Per risollevare la situazione, Bartomeu ha offerto ad entrambi la panchina blaugrana, ma entrambi hanno poi declinato. Xavi non si è sentito pronto ad affrontare una situazione simile, e Guardiola ha di recente dichiarato:

“Il mio tempo a Barcellona è finito”

Durante il lockdown, in Spagna è girata la voce che i calciatori non fossero disposti a tagliare parte del proprio stipendio per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Ciò è stato prontamente smentito dai giocatori stessi, i quali sono stati costretti ad annunciare la decurtazione del 70%, nuovamente tramite un post su Instagram. Anche in questo caso, la giunta direttiva non ha saputo proteggere il club dalle inevitabili polemiche.

LA RESA DEL CAPITANO

Il punto più basso è stato toccato nell’ultima stagione. Era dal 2008 che il Barcellona non concludeva una stagione senza conquistare alcun titolo. Battuti in Liga dal Real Madrid, umiliati in Champions League dal Bayern Monaco.  Ci si trova davanti ad uno dei punti più bassi della storia blaugrana, e perfino capitan Messi alza bandiera bianca. Anche lui ha scelto di andare via. In realtà, la scelta della Pulga di lasciare il club della sua vita era stata già presa l’estate precedente. La mancanza di un progetto vincente che potesse continuare ad espandere la leggenda del Barcellona è stata, per molti,  la motivazione principale. L’intera gestione di Bartomeu, secondo il 10 argentino, è stata:

“Un continuo tappare buchi”

La volontà di Leo era quella di competere agli altissimi livelli in Europa, com’egli stesso ha dichiarato a Goal:

“La Champions League si può vincere o perdere, ma bisogna almeno competere, e quello che è successo a Roma, a Liverpool e contro il Bayern è inammissibile”

Bartomeu, forte della clausola rescissoria da 700 milioni di euro, è riuscito a trattenere il suo capitano, ma non è bastato. Non può più tornare indietro, deve farsi da parte. In estate Abidal, poi lui e la sua intera giunta, rassegnano le dimissioni. Era solo questione di tempo. Ad aprile, infatti, sarebbe scaduto il suo mandato e difficilemente sarebbe stato riconfermato.

Si narra di un ritorno di Laporta, predecessore di Rosell, ma non c’è nulla di certo. Di sicuro c’è che, chiunque sarà eletto, si caricherà una responsabilità importante. Il Barcellona è stato sradicato del suo stile, con pessimi risultati, e a giugno 2021 il contratto di Leo Messi scadrà.

In conclusione, molti dicono che questa battaglia è stata vinta dalla squadra, a seguito delle dimissioni di Bartomeu. La realtà è che, in un contesto simile, ci hanno rimesso tutti.

(Fonte immagine in evidenza: goal.com)

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“Milan grande d’Europa” – La Rassegna del Diez

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La rassegna stampa è senza alcun dubbio il miglior modo per iniziare la giornata. Ecco quindi le prime pagine dei principali quotidiani sportivi internazionali per la giornata di oggi.

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Xabi Alonso sempre più vicino alla permanenza al Leverkusen: niente Bayern Monaco e Liverpool

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xabi alonso

XABI ALONSO – In Germania c’è una squadra che sta per spezzare l’egemonia degli ultimi anni del Bayern Monaco. Si tratta del Bayer Leverkusen dell’ex bavarese Xabi Alonso, che si trova al primo posto in classifica a +10 proprio dal Bayern secondo. Quando mancano soltanto otto giornate al termine del campionato, la Bundesliga sembra ormai nelle mani dei rossoneri.

Il Bayern Monaco, che in estate si separerà da Thomas Tuchel, è alla ricerca di un allenatore per la prossima stagione, e tra i nomi che circolano uno dei più insistenti è proprio quello di Xabi Alonso, che però è legato fino al 2026 con il Leverkusen, che non sembra avere alcuna intenzione di liberarlo in direzione Monaco di Baveria.

LE PAROLE DI HOENESS SU XABI ALONSO

Intervenuto ai microfoni di Das Erste, il presidente onorario del Bayern Monaco Uli Hoeness è intervenuto proprio sull’argomento, mostrandosi molto pessimista sul possibile approdo in panchina del tecnico spagnolo nella prossima stagione. Di seguito, le sue dichiarazioni: “La vedo molto dura prendere Xabi Alonso, per non dire impossibile. Credo resti al Leverkusen“.

ANCHE IL LIVERPOOL VA OLTRE E PENSA AD AMORIM

Oltre al Bayern Monaco, anche il Liverpool – che in estate saluterà Jurgen Klopp – è una delle squadre più interessate a Xabi Alonso. A questo punto però, viste anche le dichiarazioni di Hoeness, i due club dovranno con ogni probabilità virare su altri profili. Per la panchina degli inglesi, in questo momento, il nome più caldo sembrerebbe essere quello dell’attuale tecnico dello Sporting Lisbona Ruben Amorim.

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Chi è Cavan Sullivan, la stellina del calcio USA già nell’orbita del Manchester City

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CHI È CAVAN SULLIVAN – Pensate, a malapena 14 anni, ritrovarvi già sui media calcistici, oltre ad essere in orbita Manchester City, club che al momento domina i riflettori europei. Questo è il mondo di Cavan Sullivan, talento classe 2009 dei Philadelphia Union, che ha esordito con tanto di assist in MLS Next pro. Ormai nel calcio la ricerca del talento parte da età sempre più basse, soprattutto nei campionati esteri, dove i giovani talenti che impressionano gli scout vengono convinti a firmare, o corteggiati, già giovanissimi. Un esempio può essere l’acquisto di Paez da parte del Chelsea, nella scorsa stagione. Ora è invece il turno di Sullivan, trequartista di pura classe che ha addosso gli occhi della migliore squadra del miglior campionato al mondo: la Premier League. 

DAGLI USA ALL’INGHILTERRA

Proprio con la costante scoperta e crescita di talenti sempre più giovani, non è facile impressionare. Eppure, nessuno può evitare di guardare un quattordicenne che, all’esordio coi grandi, si iscrive addirittura al tabellino degli assistman. Parliamo comunque di un giocatore che fa parte della Philadelphia Union Academy da quando ha a malapena 11 anni. Alto 1,58 e in possesso di doppia nazionalità (Americano e tedesco), Sullivan ha fatto parlare di sè con un’etichetta pesantissima. La definizione di ‘nuovo Messi‘ è ovviamente prematura, eppure il talento è cristallino ed innegabile.

Del resto, il Manchester City sembra avere già accordo con società e giocatore, mancano soltanto le firme di rito. Le regole sui trasferimenti e sul lavoro minorile non permetteranno comunque al ragazzo di raggiungere i Citiziens prima dei 18 anni. Per propiziarne il percorso di crescita, la decisione comune tra le società è di tenerlo in patria, dove arriverà ad esordire in MLS. Dopodichè potrà partire per l’Europa. Sicuramente il nome di Cavan Sullivan è destinato a catturare sempre di più l’attenzione nel corso degli anni, anche perchè prima di raggiungere il nostro calcio bisognerà attendere ancora qualche anno.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Parlando di un giocatore molto giovane, è difficile darne un quadro generale completo. Nonostante ciò si può tranquillamente asserire che stiamo per vedere un talento innato dal punto di vista tecnico. L’obiettivo sarà quello di sgrezzarsi nei prossimi anni a livello tattico, affrontando gradualmente un calcio più fisico. Il piede è il mancino, proprio come quel fenomeno generazionale che ha portato ad un altro livell0 il numero 10, che ora milita proprio in MLS all’Inter Miami: Lionel Messi. Sullivan dà la sensazione di poter essere un giocatore abile nello stretto e palla al piede, veloce e tecnicamente impeccabile. Ma solo il tempo potrà dirci dove può arrivare questo ragazzo.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG Cavan Sullivan

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Bundesliga

Infortunio al ginocchio per Bensebaini in Nazionale: il Dortmund lo perde fino a fine stagione

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Ramy Bensebaini, giocatore del Borussia Dortmund e Randal Kolo Muani, giocatore del PSG, Champions League

Il Borussia Dortmund sarà impegnato in un finale di stagione di fuoco. In Bundesliga si trova attualmente al quarto posto della classifica, ma con la qualificazione in Champions League ancora in bilico. Per quanto riguarda invece la Champions, i gialloneri sfideranno l’Atletico Madrid per guadagnarsi un posto in semifinale, traguardo che manca dalla stagione 2012/13 (in quel caso fu finale contro il Bayern Monaco). Il Borussia Dortmund ha però perso un giocatore fondamentale per lo scacchiere di Terzic: Ramy Bensebaini resterà infatti fuori fino al termine della stagione, saltando tutti gli impegni nazionali e internazionali.

IL RENDIMENTO DI BENSEBAINI IN QUESTA STAGIONE

Il terzino sinistro algerino Bensebaini ha giocato 17 partite in Bundesliga in questa stagione, di cui 11 dal primo minuto. Una stagione non esattamente da ricordare quella dell’ex laterale del Borussia Mönchengladbach, visto che adesso dovrà rimanere ai box a lungo. Come riportato da TMW, Bensebaini ha riportato un infortunio al legamento collaterale mediale del ginocchio e ha finito in anticipo la stagione, anche se è riuscito a evitare l’operazione. L’infortunio è arrivato nella sfida amichevole giocata tra la sua Algeria e la Bolivia. Ennesimo infortunio dunque causato dalla sosta per le Nazionali, che ha creato problemi in tutto il mondo, non solo in Italia.

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