Balotelli certo, Balotelli mai più.
La candidatura di Super Mario per rientrare nel giro della Nazionale è uno degli argomenti recenti più polarizzanti dell’agorà calcistica italiana.
Indistintamente tra giornalisti, addetti ai lavori e semplici tifosi, le opinioni divergono nettamente e senza mezzi termini tra chi lo vorrebbe assolutamente e immediatamente in Nazionale e chi, dall’altro lato, non punterebbe mai su di lui per far ripartire l’Italia nel momento meno nobile e meno appagante della sua storia.
Nel mentre, il neo CT Di Biagio l’ha escluso dai convocati per i prossimi impegni amichevoli dell’Italia, chiarendo però che la porta per Mario è tutt’altro che chiusa.
Balo, da parte sua, ha già detto che in caso di chiamata tornerebbe in Nazionale di corsa.
Tra gli altri, anche noi di Numero Diez abbiamo sottoposto un sondaggio riguardante l’apprezzamento o meno sull’eventuale ritorno di Balotelli e, a onor del vero, quasi l’80% dei nostri lettori si è espressa a favore, non possiamo sapere con quale grado di convinzione.
Certo è che coloro i quali la pensano diversamente faranno fatica a trovare un compromesso, un punto di incontro, in quanto entrambe le fazioni hanno motivi validi e fondati per sostenere le proprie tesi, dalle quali è difficile evincere una sintesi condivisibile senza remore.
Proviamo a farne un sunto.
BALOTELLI IN NAZIONALE? CERTO
Certo che Balotelli dovrebbe essere richiamato in Nazionale, da Di Biagio come da chiunque gli subentri (se qualcuno subentra).
Parliamo di un giocatore fenomenale, che può essere accusato soltanto di essere discontinuo e di avere poca voglia in determinati contesti, ma non è il caso della Nazionale.
A prescindere da numeri e termini realizzativi tangibili, è indubitabile che Balotelli in versione Azzurro abbia sempre mostrato il meglio di sé. Dedizione, impegno, sacrificio, gioia per il gol: quei tratti che per troppo a lungo gli sono mancati nella carriera di club sono sempre emersi in maglia azzurra, dove evidentemente si sente portavoce di un’idea precisa di Nazione. Quella di un’Italia cosmopolita, integrata, unita, dove anche i più beceri e i più culturalmente arretrati si ritrovano ad esultare insieme per un gol di “un ne(g)ro in Nazionale” (scusate l’allusione al linguaggio razzista, è una provocazione).

Evoluzione VDM di Mario Balotelli, Transfermrkt
E poi parliamo di un giocatore che solo quest’anno ha 22 reti all’attivo in 4 competizioni diverse (preliminari di Champions League, Europa League, Ligue 1 e Coupe de la Ligue), segna un gol ogni 110′ – lo strabiliante Icardi ne fa uno ogni 103′ – e ha trovato una sua dimensione al Nizza, dove il suo valore di mercato è tornato a crescere in impennata all’alba dei 28 anni.
Inoltre è l’unico attaccante di talento puro e di rango internazionale che abbiamo: dove agli altri trema il piede dalla paura (vedi Svezia) lui si galvanizza. Per ora non ne abbiamo altri così.
Rifondare questa Italia senza Balotelli sarebbe una follia.
BALOTELLI IN NAZIONALE? MAI PIU’
Ah, quindi la risposta a tutto l’amaro che ci rovina lo stomaco e la digestione quando pensiamo alla Svezia, ai Mondiali e alla gestione fallimentare del nostro calcio sarebbe lui?
Lui che è costantemente e incorreggibilmente egocentrico, egoista, pressapochista e sfaticato?
Come si può parlare di “rifondazione”, di nuova era del nostro calcio e della nostra Nazionale, se dopo un tonfo così clamoroso ripartiamo da un giocatore che l’ultima volta che ha fatto qualcosa di buono con questa maglia era agli Europei di sei anni fa?
Cosa ha dimostrato nel mentre? Ha sciupato la sua credibilità e la sua ottima repuazione al Manchester City allenato da Mancini, che lo aveva preso sotto braccio come un figlio, di illudere e poi deludere al Milan, di far sprecare 20 milioni di euro al Liverpool che così tanto aveva puntato su di lui e così poco ha avuto in campo.
Dimenticato e messo da parte da buona parte del calcio che conta si è ritagliato un posticino a Nizza con buoni risultati e questo dovrebbe bastare per consegnargli le chiavi della Nazionale del futuro?
Comportarsi da diciottenne non perpetua i diciotto anni. Mario ne ha 28 ed è un giocatore arrivato, che si è già dimostrato incapace di dare garanzie sulle sue prestazioni.
Rifondare questa Italia con Balotelli sarebbe una follia.
IL BENEFICIO DEL DUBBIO
Un riassunto delle opinioni – un po’ da giornalisti, un po’ da bar – che si sentono più spesso sull’argomento, che divide e dividerà ancora.
Come via di mezzo obiettivamente praticabile potrebbe essere riconosciuto che, anche qualora non si puntasse su Balotelli come il futuro degli Azzurri, una sua esclusione definitiva dovrebbe comunque passare da una sua convocazione.
Una partita, a prescindere dalla sua importanza, dove Balotelli possa dimostrare (o meno) di saper ancora giocare a un certo livello, di poter segnare ancora a un certo livello, di poter trascinare un’intera Nazione a un certo livello.
Una chance per dimostrare il suo attaccamento a questa maglia e il suo valore, in campo.
Una possibilità, fosse anche l’ultima, di tornare per davvero ‘Super Mario’.