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L’Africa da scoprire

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6 anni fa:

Ogni quattro anni si gioca la competizione per nazionali di calcio più ambita. Ogni quattro anni il teatro itinerante dei mondiali regala emozioni a milioni di persone, di popoli, di famiglie. Ogni quattro anni si cerca di capire chi potrà avere la meglio, chi deluderà e chi sorprenderà. Ogni quattro anni un po’ tutti sognano di vedere la prima nazionale africana sul tetto del mondo, con la coppa più bella e più conosciuta.
L’Africa, il terzo continente più vasto del nostro pianeta, uno dei più discussi e più controversi, storicamente e non solo. Da decenni aspettiamo una nazionale che possa avere la meglio non solo dal punto di vista fisico, ma anche tatticamente e calcisticamente parlando; ci hanno provato con il Camerun a Italia ’90, il Camerun di Roger Milla, poi la Nigeria nel mondiale giocato negli States, la stessa che fece faville vincendo un clamoroso oro olimpico nel ’96 sempre negli Stati Uniti. Sorprese tutti il Senegal di Bruno Metsu in Corea e Giappone, nel 2002 mentre emergevano le stelle (apparenti) El Hadji Diouf e Khalidou Fadiga, mentre deluse tantissimo la Costa d’Avorio di Drogba, tanto talentuosa ma poco squadra. Per chiudere, il dramma sportivo del 2010 firmato Ghana, con una semifinale persa in maniera rocambolesca: Suarez che para di mano a 1′ dai calci di rigore, Muslera che vede il rigore di Asamoah Gyan andare in curva, e poi la beffarda lotteria di rigori che nega la gioia agli africani. In casa propria, in Sudafrica.
Oltre alle squadre, tanti talenti, tante sorprese, e purtroppo anche tanti bluff. Quest’anno il roster delle africane pronto ad andare in Russia non è certo dei più temibili: la Tunisia ed il Marocco non fanno granché paura, la Nigeria ed il Senegal potrebbero diventare le variabili impazzite dei propri gironi, mentre chi può davvero regalare sorprese potrebbe essere l’Egitto.
Conosciamole, studiandone i giocatori più interessanti. E non mainstream.
TUNISIA: WAHBI KHAZRI, FOLLIA CORSA
La Tunisia è la squadra forse meno talentuosa del gruppo delle africane, non abbonda di nomi noti, ma sicuramente vorrà farsi rispettare nel suo girone composto da Belgio, Inghilterra e Panama; con i centroamericani destinati a fare da vittima sacrificale, gli uomini di Maaloul potrebbero essere il bastone tra le ruote delle più quotate Belgio e Inghilterra. Pochi i nomi conosciuti, c’è l’ex Atalanta e Fiorentina – per modo di dire – Benalouane, oggi al Leicester, c’è il centrocampista goleador del Cesena Karim Laribi, e poco altro di conosciuto.
Il nome probabilmente più talentuoso è quello di Wahbi Khazri, 27enne nato ad Ajaccio ma di sangue tunisino: un esterno tutta tecnica e velocità, baricentro basso e capace di svariare tra la fascia e la trequarti; il carattere è ovviamente non semplice, perché la grinta e l’esuberanza che possono uscire da un tunisino/corso possono essere un’arma letale. In male talvolta, ma in certi casi anche in bene. Oggi gioca al Rennes, in prestito dal Sunderland dopo che gli inglesi sono retrocessi in Championship, e proprio nella sua Ligue 1 è rinato: 24 partite, 9 gol e 2 assist in questa stagione, dopo un’annata in ombra oltremanica, dimostrano che il classe ’91 è nel pieno della forma.
Il punto forte? I calci di punizione. Il suo destro è temibile dalla breve-media distanza, i suoi tiri a giro hanno spaventato più volte i portieri della prima divisione francese, fin dai tempi di Bastia e Bordeaux.
Sicuramente è il talento della nazionale meno talentuosa, ma non è mai conveniente “agitare” un peperino del genere. Southgate e Martinez prendano appunti, prima di fare i conti con il fuoco di Wahbi.
MAROCCO: YOUNES BELHANDA, IN ATTESA
Saliamo un po’ di livello con il Marocco, altra nazionale abbastanza abbordabile da affrontare ma con tante conoscenze, “italiane” e non: inutile parlarvi del capitano Mehdi Benatia, reduce da una superstagione con la Juventus, interessanti i giovani Achraf Hakimi (giovane terzino del Real Madrid), il centrocampista dello Schalke 04 Harit e quello del Feyenoord Amrabat. La stella per quanto si è visto quest’anno probabilmente sarà Ziyech dell’Ajax, giocatore che già compare sui taccuini dei top club europei, ma il nome forse più romantico è quello di Younes Belhanda.
Ve lo preannunciamo, per chi non lo conoscesse: è un altro caratterino difficile. Tecnica allo stato puro, capace di colpi che riescono soltanto ai top giocatori, il classico trequartista talentuoso, di quelli che ti fanno innamorare soltanto con il modo in cui trattano il pallone, accarezzandolo, come se fosse la cosa a loro più cara. Ma purtroppo nel calcio conta tanto anche la testa, il carattere, e questo ha frenato il processo di crescita di Belhanda.
Nasce ad Avignone nel 1990, nel profondo sud francese, altra zona che culla dei caratteri belli forti: il giovane Younes si forma nelle giovanili del Montpellier, fino a portare la società blu ed arancione sul tetto di Francia, contro i milioni degli sceicchi del PSG all’epoca guidato da Carlo Ancelotti. Insieme a Giroud fa faville in quella stagione 2011-12, ma ad acquistarlo non sarà un top club: ancora troppi i colpi di testa, ancora troppe le esuberanze dentro e fuori dal campo, dunque deciderà di accettare una ricca proposta della Dinamo Kiev. Poi i prestiti a Schalke e Nizza, fino ad andare a titolo definitivo in una delle piazze più calde d’Europa, il Galatasaray.
Pochi gol quest’anno (3), ma ben 8 assist in 30 partite, che hanno permesso ai giallorossi di Istanbul di tornare sul tetto di Turchia. Il calore turco per un caldissimo giocatore, dal quale ci aspettiamo sempre qualcosa in più.
Che sia il Mondiale a concludere questa nostra lunga attesa?
NIGERIA: IWOBI, GUNNER D’AFRICA
Forse una delle nazionali africane che ha preso le maggiori attenzioni mediatiche nella storia. Le Super Aquile del tedesco Rohr non hanno un quantitativo di talento enorme, ma la Nigeria sembra avere nelle sue corde la fisicità tipica delle nazionali africane: da Obi Mikel a Onazi, da Ndidi a Obi, passando per Musa e Ighalo. Ma il giocatore più interessante sembrerebbe essere Alex Iwobi, giovane promessa dell’Arsenal, l’ennesimo prodotto lanciato da Arsène Wenger.
22 anni da Lagos, nasce, cresce e corre con la maglia dei Gunners addosso, ma anche nel sangue: in un recente tweet lo si vede felice, sorridente e piccolissimo, con la maglia degli Invincibili che mai furono battuti nella stagione 2003/04. Inconsapevole del sogno al quale stava andando incontro.
+1 Grateful 🙏🏽 pic.twitter.com/cmuJpfXBmc
— Alexander Iwobi (@alexiwobi) May 3, 2018
A Londra la sua crescita, ma in Nigeria c’è rimasto il suo cuore: fedele alle sue origini e alle giocate di Jay-Jay Okocha, idolo d’infanzia (di molti nigeriani), con le quali cresce e riesce a raggiungere il sogno chiamato Arsenal. Grande fisico, duttilità tattica e soprattutto un discreto senso del gol; nasce ala sinistra, ma è capace di giocare sia sull’altra fascia che sulla trequarti, da vero e proprio 10, sebbene molti lo vedano anche come potenziale seconda punta, accanto ad un attaccante più di razza. 3 i gol in questa stagione, 5 gli assist, ma il numero è destinato ad aumentare insieme a quello dei minuti, ancora pochi per poter emergere definitivamente.
Wenger ne ha sempre elogiato la qualità e la velocità delle scelte che prende nell’arco dei momenti decisivi di una partita, e la grande capacità di adattamento ai compagni di squadra che gli giocano a fianco, conseguenza evidente è infatti la sua già citata duttilità. Apparentemente sembra non avere niente di speciale, ma se una vecchia volpe come Wenger ne ha tessuto così le lodi (dandogli fiducia peraltro in partite delicate, in campionato come in coppa) un motivo c’è sicuramente.
E noi lo aspetteremo volentieri in Russia.
SENEGAL: IDRISSA GUEYE, DINAMISMO E RECUPERO PALLA
Se ne parla sempre troppo poco. Il Senegal stavolta è meno sorpresa rispetto al 2002, quando nessuno gli dava un euro: oggi la squadra guidata da Aliou Cissé è sicuramente più rodata e più pronta rispetto a 16 anni fa, tecnicamente e soprattutto tatticamente. Koulibaly è la certezza nel reparto difensivo, a centrocampo Kouyaté – il capitano – sarà il polpo ed il riciclatore di palloni sporchi, mentre davanti spazio alla tecnica e alla velocità supersonica di Sadio Mané, fresco di gol in finale di Champions, Keita Baldé e di Mbaye Niang.
Ma servirà anche il classico centrocampista di interdizione, quello che ti dà corsa e dinamismo in mezzo al campo?
C’è anche quello, e si chiama Idrissa Gueye, nato a Dakar nel 1989 e oggi muro dell’Everton. Si forma e si costruisce al Lille, dove colleziona più di 100 presenze e si crea una reputazione importante, tanto da attirare l’interesse del campionato più intenso e fisico d’Europa: la Premier League. Di certo non è un gigante, perché 174 centimetri non lo rendono certo un centrocampista possente, ma è il classico giocatore che macina chilometri e recupera migliaia di palloni, il calciatore del quale ogni allenatore non può fare a meno; se ne accorge prima l’Aston Villa, che però retrocede e lo cede nuovamente all’Everton, dove arriva nel 2016, entrando immediatamente nel cuore dei suoi tifosi.
Coi toffees dimostra subito di essere quel genere di giocatore che ha permesso di vincere un campionato a Ranieri col Leicester, e a Conte col Chelsea: sì, il doppione di Gueye è proprio quel N’golo Kanté del quale Deschamps non può fare a meno per la sua Francia.
C’è chi corre per andare a segnare, ma serve chi corre per evitare gli attacchi avversari. Se il Senegal farà strada in questo mondiale, lo dovrà anche ai palloni recuperati da Idrissa Gueye.
EGITTO: HEGAZY, IL NESTA DELLE PIRAMIDI
Eccoci qua. Forse non forte quanto il Senegal, non solido ed equilibrato in ogni reparto come la nazionale di Cissé, ma per l’Egitto avere – forse – il giocatore che più si è avvicinato (o che ha affiancato?) CR7 e Lionel Messi, significa poter sognare in grande. Ovviamente parliamo di Mohamed Salah, il fenomeno dal quale dipenderanno principalmente i risultati dell’Egitto della vecchia conoscenza argentina con un passato in Italia, allenatore di Valencia, Inter e Parma, el hombre vertical, Héctor Cuper.
Però l’Egitto non è solo Salah: c’è un centrocampista dell’Arsenal del quale si parla sempre troppo poco, Mohamed El Neny, c’è il terzino dell’Aston Villa El Mohamady, oltre ai Sobhi (Stoke City), Trezeguet (non David, ma se ne parla un gran bene dell’esterno del Kasimpasa) e Hassan, l’attaccante del Braga che già si è fatto notare in Europa League.
Ma c’è una vecchia conoscenza italiana, precisamente della Fiorentina, che si è ritagliata un ruolo fondamentale nello scacchiere di Cuper. E non è Salah.
Ahmed Hegazy. A qualcuno dirà poco o niente, ma altri lo ricorderanno come il Nesta d’Egitto. Già, un nome che era tutto un programma; pagato poco più di un milione dall’Ismaily, il giovane centrale egiziano classe ’91 arrivò sulla riva dell’Arno nell’anno 2012, durante l’era Montella. Non dispiaceva al mister napoletano, tanto che riuscì a fare qualche presenza da subentrato in campionato e addirittura una rete in Coppa Italia, prima che la sfortuna si abbattesse su di lui regalandogli due brutti infortuni al ginocchio. La riabilitazione, il graduale recupero in campo, un prestito poco fortunato a Perugia, ed un mesto ritorno all’Al Ahly in Egitto.
Sembrava la fine di un volo verso il calcio che conta, sembrava la classica storia del bidone straniero arrivato in Italia, ma a contraddire tutti ci ha pensato il West Bromwich Albion, che ha riportato il buon Ahmed nel calcio che conta: il WBA è retrocesso, ma il possente difensore (193 centimetri ma nonostante questo abbastanza veloce e tecnico) si è messo in luce, attirando l’attenzione di importanti club inglesi. Si parla addirittura del Tottenham.
Salah davanti è il top che si può chiedere, El Neny è un ottimo schermo davanti alla difesa, mentre Hegazy sarà il leader difensivo di Cuper. E chissà che non difenda le sue spalle il 45enne El Hadary.
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Calciomercato
La Juventus si muove sul mercato: l’idea per gennaio è Cherki

Pubblicato
21 minuti fa:
Dicembre 9, 2023
L’ennesima vittoria di corto muso contro il Napoli di ieri ha dato ulteriore slancio alla Juventus di Allegri che adesso guarda tutti dall’alto in attesa della gara dell’Inter di stasera. La società bianconera è ancora più spinta così a rafforzare la squadra nel corso della prossima sessione di mercato. I reparti che richiedono ritocchi sono ben noti. A centrocampo manca ancora qualcosa per competere a livelli top e anche in attacco si studiano scenari. Per il reparto avanzato spunta adesso un nuovo nome, quello di Rayan Cherki del Lione.
Estroso esterno offensivo, l‘italo-francese ha una valutazione, secondo quanto scrive Tuttosport, tra i 20 e 25 milioni e la Juve lo avrebbe messo nel mirino. Un prezzo scemato nelle ultime settimane anche a causa di una scadenza del contratto non molto lontana. L’accordo di Cherki col Lione termina nel 2025 e i francesi hanno abbassato le richieste pur di non perdere a zero il proprio gioiellino. Anche la crisi che in questo momento sta attraversando il club, ultimo in Ligue 1, potrebbe avere un peso sulla decisione di lasciare in anticipo il Lione per il giocatore. Si attendono pertanto nuovi sviluppi per comprendere appieno la fattibilità di un’operazione che potrebbe portare Cherki a essere il nuovo colpo di mercato della Juventus.
Flash News
Le probabili formazioni di Atalanta-Milan: c’è Theo Hernandez, dubbi in difesa per Gasperini

Pubblicato
31 minuti fa:
Dicembre 9, 2023
LE PROBABILI FORMAZIONI DI ATALANTA-MILAN – Dopo aver inaugurato la 15esima giornata di Serie A con Juventus-Napoli, è tempo di un altro big match: al Gewiss Stadium l’Atalanta ospiterà il Milan di mister Pioli. Partita dal peso specifico immenso, soprattutto sponda rossonera che con una vittoria potrebbero consolidare il terzo posto in classifica. Dall’altra i bergamaschi, scivolati all’ottavo posto in graduatoria dopo le brutte sconfitte con Napoli e Torino, devono riprendersi al più presto per non perdere di vista la zona Europa.
QUI ATALANTA
L’Atalanta torna a giocare al Gewiss Stadium dopo la brutta sconfitta per 3-0 contro il Torino. Continua l’emergenza in difesa per Gasperini che dovrà fare a meno di Palomino, Toloi e Kolasinac. Ipotesi difesa a 3 con Scalvini, Djimsiti e Bonfanti. Centrocampo a 4 con Ederson e De Roon al centro e Zappacosta e Ruggeri sulle rispettive fasce. Koopmeiners sulla trequarti, con l’attacco che verrà completato da Lookman e De Ketelaere vista l’assenza di Scamacca. Tra i pali nessun dubbio: sarà presente Musso.
QUI MILAN
Ancora problemi di formazione causa infortuni in casa Milan: out Sportiello, Kalulu, Thiaw, Pellegrino, Caldara, Leao, Okafor e Kjaer. Al centro dell’attacco tornerà Olivier Giroud dopo la qualifica con la conseguente seduta in panchina di Jovic. La difesa sarà composta a 4 con Calabria, Tomori, Florenzi e Theo Hernandez. Centrocampo obbligato conformata tutti i nuovi acquisti: Loftus, Musah e Reijnders. Scelte obbligate anche per chi deve sostenere il bomber francese: ci saranno Pulisic e Chukwueze. Tra i pali l’eroe delle ultime gare: Mike Maignan.
LE PROBABILI FORMAZIONI DI ATALANTA-MILAN
ATALANTA (3-4-2-1): Musso; Scalvini, Djimsiti, Bonfanti; Zappacosta, De Roon, Ederson, Ruggeri; Lookman, Koopmeiners; De Ketelaere. All. Gasperini
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Theo Hernandez, Florenzi; Musah, Reijnders; Chukwueze, Loftus-Cheek, Pulisic; Giroud. All.Pioli
Flash News
Inter, Pavard vede la Lazio: le condizioni del francese

Pubblicato
41 minuti fa:
Dicembre 9, 2023
Dopo la vittoria della Juventus ai danni del Napoli, oggi tocca all’Inter che deve vincere a tutti i costi se vuole riprendere di nuovo il comando della classifica. I nerazzurri saranno di scena a San Siro contro l’Udinese di Cioffi per cercare i 3 punti. Mister Simone Inzaghi dovrà fare a meno di ben 3 calciatori per la gara: si tratta di Benjamin Pavard, Stefan de Vrij e Denzel Dumfries. Assenze pesanti in difesa, ma con una rosa molto ampia a disposizione non sarà difficile sopperire a queste mancanze.
I RIENTRI
Come riporta La Gazzetta dello Sport, Benjamin Pavard potrebbe bruciare le tappe e rientrare prima: l’ex Bayern sta rispondendo bene alle terapie e per la sfida del 17 dicembre contro la Lazio potrebbe anche andare in panchina. Situazione diversa invece per Dumfries (alle prese con un risentimento ai flessori di sinistra) e de Vrij (alle prese con un risentimento alla coscia sinistra) che potrebbero tornare a disposizione dell’Inter soltanto a fine mese. In questa stagione i 3 assenti hanno totalizzare ben 32 presenze totali condite da 2 reti e 3 assist. Situazione da monitorare, ma Simone Inzaghi sa l’importanza della gara di questa sera e farà di tutto per sopperire a queste assenze per riprendere la vetta.
Flash News
La Fiorentina pensa al restyling del Franchi: tutti i costi del progetto

Pubblicato
51 minuti fa:
Dicembre 9, 2023
La Fiorentina di Rocco Commisso pensa in grande e il prossimo passo che ha in mente la società viola è il restyling dello stadio Franchi. Il club, secondo La Repubblica, ha chiesto che il Governo si faccia garante del progetto monitorando sui costi e i tempi dell’opera. Nel frattempo, lunedì arriverà l’esito del bando per il compimento della prima fase dei lavori, coperta dai fondi del Pnrr da 155 milioni di euro. Nel caso in cui la gara non andasse deserta, i lavori di restyling prenderebbero ufficialmente il via nel prossimo gennaio.
Non restano pochi però i nodi da sciogliere sulla questione stadio per la società viola. Il club ha intenzione di continuare a giocare al Franchi durante la fase dei lavori seppur con una capienza limitata. Uno spostamento della sede imporrebbe ai viola una perdita dei ricavi tra i 12 e i 15 milioni, da qui al 2026, anno previsto per la conclusione dei lavori. Allo stesso tempo, si sta cercando di anticipare il termine della conclusione dei lavori, per cui è necessaria un’azione governativa d’accordo con Bruxelles. L’altro problema per la squadra guidata attualmente da Italiano riguarda i 55 milioni che dovrebbero essere investiti dalla stessa società per completare il progetto. Commisso intende capire se la cifra è quella resa nota o verranno richiesti ulteriori spese alla società.
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