Una ricerca continua quella del numero 9 per l’Arsenal. La società londinese si è scervellata per molti anni alla ricerca di un attaccante capace nella finalizzazione e che si adattasse al tempo stesso al gioco offensivo dei gunners. Una ricerca che è iniziata 10 anni fa con l’arrivederci di Henry. Sia chiaro, Thierry non va inteso come il nove di quella favolosa squadra, bensì proprio come quella garanzia di gol che faceva dormire qualche sogno tranquillo ai tifosi dell’Arsenal. Una ricerca che sembrava essersi conclusa con Van Persie, ma dopo il trasferimento dell’olandese al Manchester United si è tornati punto e a capo. Aubameyang potrebbe essere la risposta definitiva per Wenger?
RESTORATION
Morto un Papa se ne fa un altro, o almeno ci si prova. Henry saluta l’Emirates Stadium per approdare al Camp Nou per una nuova sfida, lasciando oltremanica un Arsenal che dovrà rimboccarsi le maniche per ricoprire la partenza. La società decide di muoversi solo internamente facendo affidamento a chi già è in squadra. I gladiatori del gol sono Adebayor, Van Persie e Bendter. I primi 2 sono la coppia designata come quella titolare nel 4-4-2. Il togolese è arrivato solo 6 mesi prima, ma ha già fatto vedere tutto il suo potenziale per essere il cannone principale dell’Arsenal. Robin Van Persie, a 24 anni, ha ancora grandi margini di crescita, dopo essere stato il cannoniere della squadra nella stagione precedente nonostante un infortunio al quinto metatarso, Sarà lui il futuro dei Gunners. Bendtner invece è la riserva d’oro, pronto a lasciare il segno entrando dalla panchina.

La prima stagione procede a gonfie vele per Adebayor, che con le sue 24 reti in Premier League è il miglior marcatore della Premier dopo Cristiano Ronaldo. Van Persie invece dopo un inizio brillante ha dovuto fare i conti con il suo fisico cristallino. L’alchimia tra Van Persie e Adebayor c’è e si vede, almeno per il momento, i due si cercano e si trovano compiendo una stagione ottima, con 20 gol per l’olandese e 16 per il togolese. I meriti vanno però divisi in tre, perché Bendter fa la sua parte con 15 gol e lo stesso minutaggio di Adebayor, seppur distribuito in più partite.

INTERRUZIONE
Nel 2009 il Manchester City, seguendo la scia dell’anno precedente, prova a fare la voce grossa nel calciomercato comprando diversi giocatori: Tevez, Kolo Toure, Santa Cruz, Lescott, Barry e anche Adebayor. Dunque le redini dell’Arsenal restano nelle mani (o meglio, nei piedi) di Van Persie, che però ancora una volta viene fermato per metà stagione da un infortunio alla caviglia. L’Arsenal riuscirà comunque a cavarsela grazie ai vari Nasri, Bendtner, Walcott, Arshavin, Vela, Walcott e Fabregas. Da ricordare lo scontro con l’ex Adebayor che colpisce due volte i Gunners: prima colpendo al volto con i tacchetti il povero Van Persie, poi segnando ed esultando correndo sotto il settore ospiti dell’Etihad.

Nella stagione successiva, Robin fa ancora in conti con qualche infortunio ma riesce a conferire continuità alle sue prestazioni tappando finalmente quel buco del numero nove. L’olandese va in crescendo fino ad arrivare all’apice nella stagione 2011/12, dove indossa la fascia di capitano. L’olandese diventa capocannoniere della Premier League con 30 reti, segnando a 17 squadre diverse. Ovviamente conquista il premio di migliore giocatore della Premier League affiancandosi alle leggende Bergkamp e Henry. Finalmente sembra essere arrivata la pace per i tifosi dell’Arsenal. I londinesi hanno trovato un bomber incredibile capace di macinare gol su gole trascinare la squadra. Sarebbe bastato circondarlo con una squadra altrettanto forte ed equilibrata per tornare a sognare in grande, ma purtroppo la batosta è dietro l’angolo.

CAOS
Infatti l’olandese decide di non estendere il suo contratto che lo legava all’Arsenal fino al 2013. Sir Alex Ferguson si fa avanti per portarlo sotto l’ombra dell’Old Trafford per vincere l’ultima Premier League. L’Arsenal si ritrova di nuovo con un pugno di mosche in mano per quel posto al centro dell’attacco. Arriva così Olivier Giroud, fresco vincitore di uno storico titolo con il Montpellier. Un giocatore diverso da Van Persie, meno cinico e completo, ma comunque un valido elemento. Il francese chiude la prima stagione con 17 reti totali: probabilmente non abbastanza per convincere. La dirigenza dell’Arsenal, non a caso, si fionda immediatamente alla ricerca di un grande 9 nel mercato estivo. Arriva ad un passo a far firmare Gonzalo Higuain, soffiato poi dal Napoli, prova a ripiegare su Benzema ma riceve un nulla di fatto da Madrid.

Alla fine il grande colpo arriva a qualche metro di campo più indietro: dal Real, arriva Özil. Per provare a ridare entusiasmo alla piazza e mettere Giroud nella condizione di segnare ancora di più. La storia caotica del mercato si ripete ancora una volta dopo un anno, con il risultato di portarsi a casa Danny Welbeck e Alexis Sanchez. I Gunners cadono in piedi trovando nel cileno il rifugio perfetto per la questione gol, abbandonando però ancora una volta la possibilità di avere un vero numero nove. I risultati stentano inevitabilmente ad arrivare, soprattutto a causa di un reparto non ottimale come quello difensivo è una mancanza di elementi stabili a centrocampo, reparto spesso falcidiato dagli infortuni.
Più volte i tifosi dell’Arsenal hanno chiesto la testa dell’allenatore francese, ma la dirigenza ha continuato a confermarlo rinunciando anno dopo anno ad un vero bomber d’area, in grado di garantire un’importante quota di gol stagionali e capace di cambiare le sorti di una gara.

SOLUZIONE (?)
La ricerca sembrava essersi conclusa quest’estate, con l’arrivo di Lacazette. A 26 anni, il francese arrivava al pieno delle proprie potenzialità e da numerose stagioni in cui figurava tra i migliori marcatori della Ligue 1. Le nove reti segnate finora, non congruenti alle previsioni seppur non del tutto deludenti, hanno spinto la dirigenza a compiere un’altro sforzo in attacco.

L’Arsenal ha approfittato dell’area di divorzio, trascinata da ormai un paio di stagioni, tra Aubameyang e il Borussia Dortmund per mettere a segno un colpo assolutamente da novanta. In quasi concomitanza con il suo arrivo è partito Sanchez, anche lui da tempo con la testa lontana da Londra, e Giroud, protagonista insieme a Batshuayi del valzer di attaccanti che ha caratterizzato le ultime ore del mercato.
Il gabonese ha esordito con una rete e si è preso quel 14 che nel nord di Londra è ritenuto sacro, una vera sfida che potrebbe portare alla conclusione di una ricerca esasperata. Sarà così?