Dagli esordienti della Lazio fino alla prima squadra del Levante. Questa potrebbe essere la storia del percorso che Alessio Lisci ha fatto finora, un semplice ragazzo romano con il sogno di diventare qualcuno, ma non è tutto.
Non è tutto perché nei primi anni in Spagna il giovane Lisci si guadagnava da vivere vendendo alcuni prodotti alimentari italiani ai ristoranti locali. Adesso, invece, siede sulla panchina di un club che milita nella massima divisione spagnola, dove esattamente l’unico collega connazionale porta il nome di Carlo Ancelotti. Ciò conferma quanto sia difficile imporsi nella Liga nelle vesti di allenatore italiano.
MA COME CI È ARRIVATO FIN QUI?
“Sono romano, ho giocato in D a Guidonia e poi sempre in Promozione. Mi sono laureato facendo la triennale allo Iusm e poi la specialistica in scienze e tecniche dell’allenamento. Ho iniziato a lavorare alla Lazio, come coordinatore motorio dei Pulcini e poi con gli Esordienti, e mi sono iscritto al programma Leonardo per uno stage all’estero retribuito. All’ultimo momento è saltato tutto e ho scritto ai 20 club della Liga per sapere se avevano posto nella cantera”.
Spiega così ai taccuini de “La Gazzetta dello Sport” il suo passato Alessio Lisci.
Un cammino, dunque, composto di solo settore giovanile, sperimentando e diventando maestro del 4-2-3-1. Nell’arco di dieci anni ha guidato le giovanili e, successivamente, la squadra riserve dell’Atletico Levante. Ma il passato è passato e potrebbe non ritornare più. Oggi il tecnico italiano ha ricevuto un’incarico a termine, ma dopo le prime due buone prestazioni potrebbe essere confermato e guidare la sua squadra fino a fine stagione. I giornali di Valencia sostengono che la società possa affidare al trentaseienne l’intero blocco e troncare, dunque, la ricerca del prossimo tecnico.
“Aspetto. Finché nessuno mi dice di tornare col ‘filial’ continuo con la prima squadra. Ieri ho diretto l’allenamento e ho anche visto il Presidente che però non mi ha comunicato novità. Evidentemente stanno riflettendo, la situazione è molto aperta”.
Ammette l’allenatore del Levante.
Una decisione che il club ufficializzerà soltanto nelle prossime settimane (probabilmente nel 2022) quella sulla conferma o meno di Alessio Lisci, che dopo l’esordio con l’Osasuna è diventato l’allenatore più giovane di questa Liga. Inoltre, con la promozione in prima squadra il tecnico romano è il decimo allenatore italiano nella storia del campionato spagnolo.
LISCI NELLA STORIA
È storia. Il fatto che qualcuno sia entrato nella lista (abbastanza ristretta) degli allenatori italiani che hanno occupato una panchina iberica, è già storia. Alessio è molto giovane e di questo traguardo raggiunto potrebbe farne parlare molto di più, magari vincendo qualche trofeo così come hanno fatto mostri sacri come Carlo Ancelotti con il Real Madrid (1 Champions League, 1 Supercoppa Europea, 1 Mondiale per Club, 2 Copa del Rey) o Fabio Capello sempre con i Blancos. Quest’ultimo è riuscito ad aggiudicarsi il campionato spagnolo per ben due volte a distanza di dieci anni.
Non sempre, però, le cose sono andate per il verso giusto. Infatti, nel caso di Cesare Prandelli e Gianni De Biasi – rispettivamente con Valencia ed Alavés – le società hanno deciso di esonerarli ancor prima della fine della stagione. Soltanto in un’occasione De Biasi è riuscito a terminare il campionato, retrocedendo in Segunda durante la sua esperienza al Levante.
CONCLUSIONI
La strada per il giovane Alessio, però, è ancora lunga. L’idea del trionfo non dispiace a nessuno, ma vista la situazione in cui si trova attualmente il Levante non è tempo di pensare ai trofei. Con soli 8 punti in 16 sfide, la seconda squadra di Valencia si trova all’ultimo posto de La Liga costretta a rincorrere per evitare la retrocessione.
Solo tra qualche settimana scopriremo la volontà della società, ma come accennato prima tutto dipenderà dalle prestazioni che la squadra proporrà in campo. Nel peggiore dei casi Lisci farà ritorno nella squadra delle riserve con la consapevolezza di non aver fallito, ma di aver soltanto rimandato il futuro in prima divisione.