Calcio Internazionale
5 allenatori da seguire nella stagione 2019-20
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4 anni fa:
Nel variegato universo calcistico del ventunesimo secolo possiamo distinguere due categorie di allenatori, così da classificarli in modo preciso per il lavoro che svolgono: sono i bottom-up e i top-down. I bottom-up sono quegli allenatori che modellano le idee di gioco solo dopo aver valutato le caratteristiche dei giocatori migliori, cioè guardano prima il materiale e poi pensano al resto, partendo quindi dal basso. I top-down, invece, sono degli allenatori che hanno dei princìpi di gioco ben definiti, cioè le loro idee sono imprescindibili, e sono i giocatori che in questo caso si devono adeguare al modello di gioco.
Abbiamo selezionato 5 nomi interessanti di allenatori top-down da seguire nella prossima stagione, proprio per capire cosa porteranno nei loro nuovi club e quali risultati potrebbero arrivare.
JULEN LOPETEGUI – SIVIGLIA

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Dopo la conclusione del ciclo dorato di Unai Emery, il Siviglia è salito sulle montagne russe: dalla stagione 2016-17 si sono alternati sulla panchina degli andalusi ben 5 tecnici diversi, e nessuno di questi è riuscito ad ottenere risultati comparabili a quelli del tecnico basco. Il ritorno alla base di Monchi come direttore sportivo è significativo: si vuole ripartire dalle idee e dalla filosofia che hanno portato ai successi più recenti.
In questo senso è stata molto importante la scelta dell’allenatore, ovvero quella di ingaggiare Julen Lopetegui, reduce da un anno da dimenticare il più in fretta possibile. Lo strano esonero prima del Mondiale russo con la Spagna e l’infelice avventura al Real hanno fatto precipitare a picco le sue considerazioni. Lopetegui, però, prima del doppio incubo Spagna-Real, era considerato tra i tecnici più interessanti d’Europa.
Il suo è un calcio volto al dominio del pallone e degli spazi, con il 4-3-3 o 4-2-3-1 come modulo di base da cui partire. L’idea di mantenere il possesso e creare connessioni tra i giocatori più tecnici a sua disposizione è uno dei suoi princìpi cardine: lo si è visto quando allenava le varie selezioni giovanili della Spagna (con cui ha vinto anche un Europeo U21) fino ad arrivare al Porto e ai mesi passati alla guida della Nazionale maggiore delle Furie Rosse.

Finale degli Europei U-21 del 2013, Spagna-Italia: gli spagnoli costruiscono da dietro, la palla arriva al terzino destro Montoya che trova subito Tello sulla catena di destra. L’esterno scarica la palla a Thiago, che era il cervello di quella fantastica selezione, che gliela restituisce sulla corsa e si crea una potenziale occasione da rete.
Nel calcio di Lopetegui la prima costruzione è affidata alla linea difensiva e al mediano, mentre gli esterni d’attacco garantiscono l’ampiezza. I terzini solitamente spingono molto e si trovano spesso sulla linea dei centrocampisti per aiutare la manovra. Le posizioni sono fluide e i giocatori si scambiano spesso, cercando di dare meno riferimenti possibili agli avversari.
Il lavoro con i giovani da parte del tecnico spagnolo è impeccabile: sotto la sua guida sono cresciuti giocatori come Isco, Thiago, Koke, Morata, giusto per citarne alcuni. A Siviglia sperano di rivedere il calcio proposto da Lopetegui nei suoi momenti migliori, allora sì che potrebbe aprirsi un altro ciclo dorato.
JULIAN NAGELSMANN – RB LIPSIA

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Julian Nagelsmann è senza ombra di dubbio il tecnico emergente più interessante degli ultimi anni. È subentrato alla guida dell’Hoffenheim nel febbraio del 2016, all’età di 28 anni, ed ha stupito tutti. Fa parte della nuova generazione dei cosiddetti “laptop trainer”, ovvero tecnici privi di esperienza in panchina – ma anche in campo – diventati subito allenatori brillanti, innovativi e ambiziosi.
In pochi mesi ha salvato l’Hoffenheim nella stagione 2016-17 compiendo un miracolo, e nei due anni successivi è riuscito a portare il club a due qualificazioni consecutive in Champions League, le prime nella storia del club di Sinsheim.
Soprannominato “Baby Mourinho” dall’ex portiere dell’Hoffenheim Tim Wiese, Nagelsmann è un vero predestinato della panchina. I suoi maestri sono Thomas Tuchel, di cui è stato assistente all’Augsburg, e Roger Schmidt. Secondo Nagelsmann, la tattica non conta più del 30%, mentre il 70% dell’essere allenatore è rappresentato dalle proprie competenze socio-relazionali.
Il tedesco è un tecnico a cui piace sperimentare e in questi anni ha variato spesso moduli e sistemazioni in campo. Le cose migliori, però, si sono viste quando ha deciso di utilizzare stabilmente il 3-1-4-2. La sua filosofia di gioco segue quella del gioco di posizione, ma contiene sfumature tipiche del calcio tedesco come la fisicità e la verticalità. Costruzione affidata ai 3 centrali, con il mediano che partecipa per formare un rombo. In questo senso la miglior intuizione del giovane tecnico è stata quella di trasformare Kevin Vogt, un centrocampista, in difensore centrale di impostazione con risultati pazzeschi. Le mezzali nel gioco di Nagelsmann partecipano alla manovra ma appena possono si buttano negli spazi, mentre gli esterni devono sia coprire in fase di non possesso (facendo diventare così la linea a 5) che occupare l’ampiezza nell’ultimo terzo di campo.

L’Hoffenheim costruisce da dietro e arriva fino alla trequarti avversaria. Sulla palla contesa arriva prima Uth, che di testa la scarica a Szalai. L’attaccante effettua una sponda, Uth serve Kramaric che con un passaggio taglia la difesa del Dortmund e serve Szalai, che concluderà con un morbidissimo tocco sotto.
L’Hoffenheim di Nagelsmann è stata una squadra caratterizzata da un gioco offensivo, dinamico, con conseguenti problemi in fase difensiva. Oltre a questo, però, il tecnico tedesco ha dimostrato spesso di leggere molto bene anche le partite a gara in corso, adottando cambi tattici e portando l’ago della bilancia a suo favore.
Forse come etichetta sarebbe più appropriata quella di “Baby Guardiola”, come hanno detto alcuni. Per adesso, però, è inutile e poco sensato fare questo genere di paragoni. Nagelsmann sbarcherà nell’universo Lipsia per provare a portare il club del colosso Red Bull un gradino più in alto, crescendo insieme. Il futuro è dalla parte di Julian, un vero e proprio predestinato della panchina.
MARCO GIAMPAOLO – MILAN

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La Serie A 19/20 si prospetta, ai nastri di partenza, la più interessante degli ultimi anni. Considerazione tratta dai tanti cambi in panchina che porteranno, indubbiamente, una ventata d’aria fresca al campionato. I ritorni di Conte e Sarri, le conferme di Ancelotti, Gasperini, Inzaghi, Mazzarri e De Zerbi, l’arrivo di Fonseca e la promozione di Giampaolo.
Sarebbe molto interessante soffermarsi sul neo tecnico portoghese della Roma, ma forse Marco Giampaolo merita una menzione più importante. Da anni l’allenatore ex-Samp ha dimostrato di saper lavorare alla grande con i giovani e di produrre un calcio con idee e una filosofia di gioco precisa, all’Empoli prima e alla Sampdoria poi. In un’intervista rilasciata a DAZN, Giampaolo ha spiegato cosa c’è dietro alla sua idea di calcio:
“La mia missione principale è quella di divertirmi, il giorno in cui non succederà più per me sarà un bel problema. Il modulo me lo porto dietro da sempre: mi è difficile spiegarlo, ma non si tratta solo di numeri. Dietro al mio 4-3-1-2 c’è un mondo intero.”
È difficile non rimanere affascinati da quel ‘mondo intero’ citato dal tecnico che si cela dietro al suo 4-3-1-2. Numeri che sono il manifesto del calcio di Giampaolo: la difesa a 4 a zona, il rombo di centrocampo con un vertice basso, due mezzali e un trequartista, e le due punte. Negli anni sono cambiati gli interpreti, ma non la collocazione e le interpretazioni, ovviamente con sfumature diverse.
La Sampdoria di Giampaolo è stata una delle squadre più riconoscibili nelle ultime stagioni di Serie A. Una squadra che in prima costruzione coinvolgeva tutta la linea difensiva, cercando di avanzare tutta insieme. I movimenti fondamentali delle mezzali ad allargarsi per favorire gli scambi con i terzini, il trequartista che collega i reparti e svaria su tutto il fronte, le due punte che si alternano nei movimenti a venire incontro ed in profondità.

L’armonia di gioco della Samp: azione che parte dal basso con Colley, Ekdal da vertice basso si propone e con un passaggio trova la mezzala libera (Praet). Il belga sa già che sulla trequarti ci sarà Saponara e con due tocchi serve il numero 5 bluerchiato. L’azione si svilupperà coinvolgendo anche Quagliarella, che si allarga per ricevere la palla. La sua conclusione poi verrà murata dalla difesa dell’Udinese.
Tutte situazioni di gioco codificate che Giampaolo ripeterà anche al Milan, che finalmente ha dato la grande opportunità che si meritava il tecnico originario di Bellinzona.
SEBASTIÁN BECCACECE – INDEPENDIENTE

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Anche in Sud America, la patria del fútbol, non mancano gli allenatori interessanti. Negli ultimi anni ne sono emersi tanti e il profilo da tenere in considerazione per la prossima stagione è quello di Sebastián Beccacece, allenatore classe ’87 che nell’ultimo anno ha guidato il Defensa y Justicia.
La piccola squadra di Florencio Varela, cittadina situata nella periferia di Buenos Aires, è stata la sorpresa dell’ultima temporada. Il Defensa ha tenuto testa al più forte Racing fino agli ultimi minuti del campionato, sfiorando il miracolo.
La carriera di Beccacece, fino allo scorso anno, era legata con un filo diretto a quella di Jorge Sampaoli. Il giovane argentino è sempre stato al suo fianco, come vice e come assistente, fin dagli inizi del Hombrecito in Perù, fino al Cile e al disastro all’ultimo Mondiale con la Selección.
La filosofia di gioco di Beccacece, quindi, segue quelle di Sampaoli e di Bielsa. A differenza dei due tecnici, però, Sebastián non è legato ad un modulo di gioco preciso. Con il Defensa ha variato molto, utilizzando sia la difesa a 3 che quella a 4. I princìpi di gioco, invece, ricalcano quelli del Bielsismo: costruzione che inizia da dietro con i centrali e il mediano, pressing asfissiante per tutti i 90’, dominio del possesso, trovare l’uomo libero alle spalle della pressione avversaria, sfruttare l’ampiezza per andare a cross tesi rasoterra e finalizzare l’azione.

Azione tipica del Defensa: viene servito l’esterno che occupa l’ampiezza, il centrocampista si inserisce nel corridoio intermedio, arriva sul fondo e mette la palla arretrata per il colpo da biliardo vincente dell’altro centrocampista.
Inoltre, anche i terzini (in caso di difesa a 4) o gli esterni (in caso di difesa a 3) sono costantemente coinvolti nella manovra e spesso si trovano a chiudere l’azione sul lato debole. La riconquista della palla è una fase fondamentale nel gioco di Beccacece: in caso di transizione negativa, i giocatori cercano subito la densità in zona palla per cercare la verticalizzazione immediata.
Una caratteristica dell’ultimo Defensa è stata quella di possedere una condizione fisica e mentale sopra la media. È successo spesso alla squadra di Beccacece di recuperare e vincere partite in extremis, tanto è vero che i minuti di recupero sono stati ribattezzati “Zona Defensa”.
Beccacece con Sampaoli condivide anche l’incredibile elettricità e il modo di vivere la partita: in particolare nell’ultimo campionato il tecnico del Defensa veniva spesso pescato dalle telecamere mentre arava la fascia laterale davanti alla sua panchina, non fermandosi mai. Il web ci ha scherzato su, così:
Becaccece camina sin parar todos los partidos de #DefensaYJusticia y el mejor editor del país hizo su trabajo 😂👏🏻😂👏🏻 pic.twitter.com/97XmbzJk35
— Martin Daniel Sanchez (@7MartinSanchez) March 7, 2019
Anche l’Independiente ha annunciato, ad inizio giugno, in modo ironico l’arrivo del suo nuovo allenatore: “E camminando arrivò nel posto più bello del mondo”. Vedremo cosà farà Beccacece alla guida del Diablo Rojo, ma le premesse sono più che interessanti.
Y caminando llegó al lugar más lindo del mundo 🏃🏻♂️ 🏟
Sebastián Beccacece es el nuevo entrenador de #Independiente. Será presentado ante la prensa a las 18.30 en el Libertadores de América.#TodoRojo 🔴 pic.twitter.com/CXOdHmg7I7
— C. A. Independiente (@Independiente) June 7, 2019
ANDRÉ VILLAS-BOAS – MARSIGLIA

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Da qualche anno André Villas-Boas, dopo un’ascesa folgorante, sembrava praticamente sparito dai radar del calcio che conta. Dopo aver fatto benissimo al Porto, non è riuscito a confermarsi nelle due avventure successive in Inghilterra, al Chelsea prima e al Tottenham poi. L’allievo di Robson e Mourinho – con cui non parla più da anni, nonostante sia stato suo assistente per molto tempo – è dovuto ripartire dallo Zenit, con cui ha vinto 1 campionato, 1 coppa di Russia e 1 Supercoppa in 3 stagioni. Nell’ultima stagione ha provato anche un’esperienza diversa, ovvero allenare in Cina, ma dopo un solo campionato alla guida dello Shangai SIPG è tornato in Europa, diventando il nuovo allenatore del Marsiglia.
Villas-Boas è sempre partito da una linea di 4 difensori, scegliendo come modulo principale il 4-3-3. Nelle varianti del tecnico portoghese il centrocampo ha subìto spesso variazioni: dal regista davanti alla difesa con due mezzali al double-pivot con un centrocampista più offensivo. La filosofia di gioco di AVB è improntata, ovviamente, sulla gestione delle transizioni ma anche del possesso della palla. Le squadre del portoghese hanno dimostrato un’attitudine molto offensiva, con la linea difensiva spesso alta a difendere lontana dalla propria porta. In questo un ruolo fondamentale lo svolge il centrocampista davanti alla difesa, che deve saper scalare per coprire gli eventuali buchi lasciati dagli altri giocatori. Al Porto questo compito lo svolgeva Fernando, mentre al Chelsea Obi Mikel. Le altre due mezzali spesso sono state due centrocampisti di qualità, uno con caratteristiche più da incursore o rifinitore, mentre l’altro più come regista.
Il reparto offensivo è uno degli aspetti più riconoscibili della filosofia di Villas-Boas: un esterno deve saper tagliare dentro il campo, per associarsi e finalizzare l’azione; l’altro, invece, deve saper garantire l’ampiezza, per aspettare la sovrapposizione del terzino o del centrocampista, oppure per andare lui stesso al cross. Con i portoghesi c’era Hulk che entrava dentro il campo, mentre a Londra c’era Bale.

Semifinale di ritorno di Europa League: Guarin si trova nell’insolita posizione di esterno, riceve sulla linea laterale e scarica su James. Il colombiano intravede subito il corridoio per il suo connazionale, che lo attacca. Guarin arriva sul fondo e serve in mezzo l’altro colombiano, ovvero Falcao, la punta di diamante del fantastico Porto di Villas-Boas.
L’attaccante deve saper partecipare alla manovra di gioco, ma in particolare è chiamato ad essere il maggiore catalizzatore di palloni per essere trasformati in gol. Al Porto il numero 9 di Villas-Boas era Falcao, che nella stagione 2010-11 collezionò 42 presenze e 38 gol, la miglior stagione realizzativa del Tigre. In quell’anno i Dragões vinsero l’Europa League e AVB divenne il tecnico più giovane a vincere una coppa europea.
L’occasione per il rilancio di Villas-Boas è arrivata: Marsiglia è una piazza esigente, difficilmente potrà scalfire il dominio incontrastato del PSG all’interno dei confini nazionali, ma sarà sicuramente una squadra da seguire.
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Calcio Internazionale
Pronostico Chelsea-Brighton, statistiche e consigli per la partita

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9 ore fa:
Dicembre 2, 2023
Domani alle 15 andrà in scena Chelsea-Brighton, partita valida per la 14′ giornata di Premier League dalle molteplici interpretazioni.
I ragazzi di De Zerbi, in caso di vittoria, aggancerebbero in zona Europa League il Tottenham, impegnato contro il Manchester City nel posticipo. I Seagulls, che non perdono dal 21 ottobre, vogliono continuare a stupire. Discorso diverso, invece, per i Blues, reduci dal pesante 4-1 subito contro il Newcastle, che cercano punti per avvicinarsi alle zone nobili della classifica.
I PRECEDENTI
La sfida di domani sarà appena il diciassettesimo confronto tra i due club e solamente il tredicesimo in Premier League. Il bilancio parla di 9 vittorie del Chelsea, l’ultima lo scorso 23 settembre in Carabao Cup (1-0, gol di Jackson), 5 pareggi e appena due affermazioni del Brighton.
L’ultimo incontro di Premier ha visto la vittoria dei Seagulls per 2-1 a Stamford Bridge, lo scorso 15 aprile, grazie alle reti di Welbeck ed Enciso, dopo l’iniziale vantaggio dei Blues con Gallagher.
PRONOSTICO CHELSEA-BRIGHTON
Il pronostico della vigilia pende decisamente in favore della squadra di De Zerbi, reduce dalla vittoria contro l’AEK Atene in Europa League e, in generale, in serie positiva da sette partite. La vittoria per il Chelsea, invece, manca dal 6 novembre (1-4 al Tottenham).
Nonostante questo, i bookmakers quotano la vittoria dei padroni di casa a 1.65, mentre il 2 è attualmente a quota 4.20, poco più alto del pareggio, fermo a 4.
Il consiglio della redazione, invece, cade su un Over 2,5, quotato a 1,57, visto lo spettacolo che la partita promette e la propensione offensiva delle due squadre, che hanno visto questo risultato verificarsi nel 66% delle partite disputate finora.
Calcio Internazionale
Preferisco la Coppa: Coppa dei Campioni 1979/80

Pubblicato
10 ore fa:
Dicembre 2, 2023
Il 29 agosto 1979 prende il via la Coppa dei Campioni 1979/80, con l’ormai consueto turno preliminare, visto il numero dispari (33) di squadre partecipanti alla competizione.
La sfida sorteggiata per dare inizio al torneo, però, assume sin dal sorteggio un’aura di tensione e pericolo, visto che le squadre sono Dundalk e Linfield, rispettivamente Campioni d’Irlanda e Irlanda del Nord.
Inutile rivangare il momento storico che vivono i due paesi, perennemente in lotta tra di loro per motivi religiosi e politici; tutto fa pensare, però, che per due serate la situazione possa rimanere tranquilla, ma non sarà così.
LA BATTAGLIA DI ORIEL PARK
Il match d’andata si gioca ad Oriel Park, teatro delle partite casalinghe del Dundalk, in un ambiente blindato, con le due società che si sono immediatamente attrezzate per evitare scontri tra le tifoserie.
Le misure di sicurezza, però, non riescono ad arginare il terribile pomeriggio che la città irlandese sta per passare, con i tifosi del Linfield che entrano in contatto per le strade della città con quelli del Dundalk e poi proseguono nello scontro sugli spalti dell’impianto.
Le scene a cui assistono i poliziotti antisommossa e tutti i presenti sono terribili, la mega rissa, che poi passerà alla storia come The Battle Of Oriel Park rappresenta uno dei momenti più sanguinosi mai visti in terra irlandese a margine di un evento sportivo.
Dopo che la squadra del Linfield, guidata dal proprio allenatore, Roy Coyle, entra in campo e fa appello ai propri sostenitori per fermare la mattanza e per far svolgere regolarmente la partita.
L’incontro, dopo un primo tempo senza emozioni, con le due squadre ancora scosse dalle scene viste sugli spalti, vede gli ospiti, a sorpresa, in vantaggio ad inizio ripresa grazie al gol di Feeney.
Il vantaggio calma ulteriormente i tifosi del Linfield e la partita sembra scorrere via senza altri problemi, fino al gol del pareggio del Dundalk, siglato all’80’ da Devine, che riaccende gli animi.
Gli ultimi minuti della partita, di fatto, non si giocano, con le due squadre che decidono di chiudere così e rimandare tutto al ritorno, mentre sugli spalti continuano gli scontri.
Dopo una gara d’andata giocata in un clima del genere, la UEFA decide di multare il Dundalk per le pessime misure di sicurezza adottate, mentre con il Linfield sceglie la mano pesante.
Il club nordirlandese, infatti, non potrà giocare a Belfast le due successive partite in campo europeo e dovranno indennizzare il Dundalk per i danni causati e per le spese che avrebbero sostenuto per il viaggio verso il ritorno.
Sette giorni più tardi, il 5 settembre, la sfida di ritorno si gioca all’Harleem Stadium, in Olanda, visti i buoni rapporti tra il Linfield e la squadra locale.
L’incontro viene giocato in uno stadio praticamente deserto, con meno di mille spettatori presenti e viene vinto agevolmente dal Dundalk, grazie alla doppietta di Muckian.
IL TONFO DEL MILAN
Dopo un preliminare così intenso, soprattutto sugli spalti, la Coppa dei Campioni 1979/80 può finalmente iniziare, con subito molte sorprese nel primo turno.
Come nella scorsa edizione, il Liverpool esce ai sedicesimi, questa volta contro la Dinamo Tbilisi, ormai presenza fissa della rubrica.
I Reds vincono 2-1 ad Anfield, ma vengono clamorosamente surclassati al ritorno con un 3-0 che non ammette repliche.
Se il Liverpool esce mestamente, l’Ajax torna prepotentemente tra le candidate al titolo, rifilando un sontuoso 16-2 ai poveri finlandesi dell’HJK Helsinki.
Vincono i loro confronti agevolmente anche i Campioni in carica del Nottingham Forest (3-1 all’Östers e il Real Madrid (3-0 al Levski Sofia), ma la vera sorpresa arriva da San Siro, dove il Milan cade contro il Porto.
I rossoneri, con Massimo Giacomini in panchina, iniziano la loro avventura europea all’Estádio das Antas, riuscendo a contenere le offensive dei padroni di casa e portando a casa uno 0-0 prezioso in vista del ritorno.
Due settimane dopo, però, il Milan è irriconoscibile e sciupone, mentre il Porto capitalizza al meglio una delle poche occasioni avute, con Duda che buca Albertosi (non perfetto) su calcio di punizione.
Il risultato non cambia più e per i rossoneri la Coppa dei Campioni è già finita, tra l’incredulità generale.
Purtroppo per il Milan questa non sarà la notizia peggiore della stagione, visto che, in seguito allo Scandalo del TotoNero i rossoneri verrano retrocessi d’ufficio in Serie B, per la prima volta nella loro storia.
LA RISCOSSA DELLE BIG
I Dragoes escono al turno successivo, gli ottavi, quando il Real Madrid di Vujadin Boskov riesce a superare i portoghesi con il brivido.
I Blancos escono sconfitti dall’Estádio das Antas per 2-1, ma la rete siglata da Cunningham nella ripresa lascia aperto uno spiraglio in vista del ritorno al Bernabeu.
Il 7 novembre 1979 basta un gol di Benito ad un quarto d’ora dalla fine agli spagnoli per superare il turno.
Il Real non è l’unica big europea che, nella Coppa dei Campioni 1979/80 sembra decisa a tornare a splendere, visto che anche l’Ajax sembra essere tornato ai fasti di inizio decennio.
I Lancieri, dopo aver superato l’HJK Helnsiki pescano i ciprioti dell’Omonia Nicosia agli ottavi.
Il match d’andata si gioca il 24 ottobre, il giorno prima dell’arrivo, nelle sale italiane, di “Alien”, uno dei capolavori della filmografia di Ridley Scott e dell’intera cinematografia mondiale.
La doppia sfida tra Ajax e Omonia è senza storia, con gli olandesi che vincono addirittura 10-0 all’andata, sospinti da un magistrale Søren Lerby, autore di 5 reti. Al ritorno i ciprioti vinceranno 4-0 contro un Ajax in versione decisamente soft.
Le due corazzate passano anche i quarti di finale, con i Lancieri che rifilano un secco 4-0 allo Strasburgo, mentre il Real Madrid fatica più del dovuto contro il rivitalizzato Celtic, che vince 2-0 in Scozia all’andata, facendo correre più di un brivido lungo la schiena dei Blancos.
Gli spagnoli, però, ribaltano tutto al Bernabeu, con una prestazione splendida chiusa con un 3-0 firmato da Santillana, Stielike e Juanito.
Dunque Ajax e Real Madrid raggiungono le semifinali e non finiscono accoppiate assieme, facendo già pensare ad un epico scontro nella finalissima che si giocherà proprio nella tana degli spagnoli…
POTENZA TEDESCA
Il Real Madrid fa il suo dovere all’andata delle semifinali, quando supera per 2-0 l’Amburgo grazie a una doppietta di Santillana nel finale.
Il vantaggio ottenuto in casa fa pensare ai madrileni già in finale, ma i tedeschi hanno piani ben diversi.
Cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, l’Amburgo può contare su una formazione di tutto rispetto, con alcuni giocatori ormai in pianta stabile della Die Mannschaft, come Manfred Kaltz e Horst Hrubesch, oltre al talentoso Felix Magath, fantasista della squadra.
Oltre ai talenti locali, i tedeschi possono contare anche sulla qualità di Kevin Keegan, ex fenomeno del Liverpool di inizio anni ’70.
È proprio l’inglese, il 23 aprile 1980, a guadagnarsi il calcio di rigore che sblocca il match al ritorno, dopo dieci minuti di gioco. Dal dischetto Kaltz batte senza problemi Garcia e porta avanti i tedeschi.
La spinta dell’Amburgo alla ricerca della rimonta è incessante e dopo qualche minuto arriva il 2-0 con Hrubesch che riceve un bel cross di Reimann e mette in rete di testa.
A questo punto, con il punteggio in perfetta parità, il Real ha l’unico sussulto della sua partita, con Cunningham che sfrutta un’uscita decisamente maldestra del portiere tedesco Kargus e realizza il 2-1 con un delicato pallonetto. La rete subita spezzerebbe le gambe a molte squadre, specie dopo l’avvio magnifico messo in atto dal’Amburgo, invece i padroni di casa continuano ad attaccare e capitalizzano al meglio le occasioni create.
Al 37’ Kaltz si regala un’altra gioia con un siluro dalla distanza, mentre poco prima del duplice fischio tocca a Hrubesch realizzare la propria doppietta, ancora di testa, su cross di Memering.
Il secondo tempo è una pura formalità per l’Amburgo, che trova anche il 5-1 con lo stesso Memering nel finale.
Dunque l’Amburgo è la prima finalista, mentre la seconda verrà fuori dalla sfida tra l’Ajax e i campioni uscenti del Nottingham Forest.
LO SCHERZO CONTINUA…
Il 9 aprile 1980 al City Ground va in scena l’andata della semifinale tra i Tricky Trees e i Lancieri, in un match che solo pochi anni prima sarebbe stato totalmente assurdo vista la storia dei due club.
Gli inglesi di Clough dimostrano di non avere nessun timore reverenziale nei confronti degli olandesi e partono a spron battuto, trovando il vantaggio poco dopo la mezz’ora con Francis, ben appostato durante un corner dalla sinistra.
La partita è a senso unico e solo l’imprecisione del Nottingham permette all’Ajax di rimanere a galla, fino al 61’, quando un’uscita spericolata di Schrijvers su Francis induce l’arbitro a concedere un rigore ai padroni di casa, trasformato da Robertson.
Due settimane dopo in Olanda l’Ajax tenta di rientrare in partita, ma riesce solamente a trovare uno striminzito 1-0, firmato da Søren Lerby.
Nonostante l’uscita dei Lancieri, il danese si porta a quota 10 reti in Coppa dei Campioni e si laurea capocannoniere della competizione.
Al fischio finale è festa per il Nottingham, che per la seconda volta consecutiva è in finale.
DUE SU DUE
28 maggio 1980, da cinque giorni i cinema proiettano uno dei più grandi film horror di sempre, “Shining” che mette in luce uno strepitoso e incontenibile Jack Nicholson, diretto dal genio di Stanley Kubrick.
Al Santiago Bernabeu di Madrid va in scena la finale della Coppa dei Campioni 1979/80, tra Amburgo e Nottingham Forest.
Purtroppo per gli appassionati entrambe le formazioni sono prive dei loro bomber, infatti Horst Hrubesch, soprannominato “Testa di Mostro”, vista la sua proverbiale e letale capacità nel realizzare gol di testa è costretto in panchina da un fastidioso problema fisico, mentre Trevor Francis, l’uomo che aveva deciso la finale dell’edizione precedente, è ai box dopo la rottura del tendine d’achille, il primo di una lunga serie di infortuni che mineranno la carriera del centravanti inglese, che giocherà anche in Serie A con Sampdoria e Atalanta.
La partita è decisamente dimenticabile, visto che Brian Clough ha deciso di giocare un match difensivo, visto il potenziale delle bocche di fuoco dell’Amburgo.
Nonostante l’atteggiamento remissivo sono proprio gli inglesi ad aprire le marcature al 20’, con Robertson che chiude un triangolo con Birtles e fulmina Kargus dal limite.
L’1-0 regge per tutto l’incontro, coronando per la seconda volta consecutiva il Nottingham Forest come Campione d’Europa, unica squadra ad aver vinto più Coppe dei Campioni che campionati nazionali.
Dopo l’exploit doppio dei Tricky Trees è tempo di tornare a ruggire per le big europee, che cannibalizzeranno la Coppa dei Campioni 1980/81. Appuntamento tra tre settimane per la prossima puntata.
Calcio Internazionale
Annuncio inaspettato di Giroud: “Se vinciamo l’Europeo mi ritiro”

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11 ore fa:
Dicembre 2, 2023
Interpellato, come molti altri, sul sorteggio dei gironi di EURO2024, il centravanti del Milan, Olivier Giroud, ha fatto il punto sulla situazione della sua Francia ai microfoni di RMC Sport.
“Siamo un gruppo compatto e unito, vado d’accordo con tutti, anche con i più giovani di cui potrei essere padre. Il Mondiale perso in quel modo ha fatto male, se avessimo vinto avrei smesso, ora faccio una promessa: se dovessimo vincere l’Europeo mi ritirerò“.
CAMBIO DELLA GUARDIA
Giroud, in pianta stabile nella rosa della Francia dal 2011, miglior marcatore dei Bleus con 56 gol e terzo per presenze dietro a Lloris e Thuram, ha vissuto diverse esperienze con la maglia della sua Nazionale.
Dai primi tornei importanti, EURO2012 e Brasile2014, dove la Francia iniziava a porre le basi per il futuro, fino ad arrivare alla vittoria del Mondiale di Russia 2018, apice della carriera del centravanti. Ma oltre ai successi sono state molte anche le delusioni, in primis le sconfitte in finale a EURO 2016, giocato in casa e a Qatar 2022.
Una lunga pagina di storia francese e del calcio in generale sta dunque per terminare.
Calcio Internazionale
Il programma delle partite della fase ad eliminazione diretta di Euro2024: le partite fino alla finalissima
Pubblicato
13 ore fa:
Dicembre 2, 2023
Dopo il sorteggio dei gironi di Euro2024, in programma in Germania tra i mesi di giugno e luglio, è il momento di guardare i calendari, specialmente quelli della fase ad eliminazione diretta, dove passeranno le prime due di ogni raggruppamento e le quattro migliori terze.
Quello che segue è dunque lo schema ufficiale della manifestazione. Vi ricordiamo che l’Italia è capitata nel girone B con Spagna, Croazia ed Albania: proprio con quest’ultima ci sarà l’esordio per la squadra di Spalletti, poi Spagna e infine Croazia.
OTTAVI DI FINALE
sabato 29 giugno 2024 – 2A vs 2B (partita 37)
sabato 29 giugno 2024 – 1A vs 2C (partita 38)
domenica 30 giugno 2024 – 1C vs 3D/E/F (partita 39)
domenica 30 giugno 2024 – 1B vs 3A/D/E/F (partita 40)
lunedì 1 luglio 2024 – 2D vs 2E (partita 41)
lunedì 1 luglio 2024 – 1F vs 3A/B/C (partita 42)
martedì 2 luglio 2024 – 1D vs 2F (partita 43)
martedì 2 luglio 2024 – 1E vs 3A/B/C/D (partita 44)
QUARTI DI FINALE
venerdì 5 luglio 2024 – W41 vs W42 (partita 45)
venerdì 5 luglio 2024 – W39 vs W37 (partita 46)
sabato 6 luglio 2024 – W43 vs W44 (partita 47)
sabato 6 luglio 2024 – W40 vs W38 (partita 48)
SEMIFINALI
martedì 9 luglio 2024 – W45 vs W46 (partita 49)
mercoledì 10 luglio 2024 – W47 vs W48 (partita 50)
FINALISSIMA
domenica 14 luglio 2024 – W49 vs W50
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