Il monday night ormai divenuto classico anche in Italia ci regala in questa 16a giornata l’interessante partita tra Lazio e Torino: due compagini che ambiscono alla zona Europa, con i padroni di casa che ne sono stabilmente all’interno e paiono addirittura cullare il sogno di entrare nelle prime quattro, mentre i granata hanno assolutamente bisogno di una scossa che permetta loro di rigettarsi nella lotta ai primi sette posti della classifica. Il Toro, che viene dal pareggio interno contro l’Atalanta, non ha certo la partita più semplice per tornare a riagganciare il vagone Europa, visto che affronta una Lazio che non batte all’Olimpico dal lontano 1993 e che in generale non sconfigge da 4 stagioni. Sarà la volta buona?
Sicuramente sarà l’occasione di rivedere un amico per Sinisa Mihajlovic e Simone Inzaghi, compagni per 6 anni nelle file biancocelesti in uno dei periodi più fiorenti per la squadra laziale, quello che li ha visti trionfare in Italia, in Europa (con l’ultima Coppa delle Coppe) e che probabilmente avrebbe potuto vincere molto di più di quello che ha vinto, come ha sempre detto l’allenatore serbo del Torino. Rivedrà un suo vecchio amore anche Ciro Immobile, che affronta il suo Toro, la squadra che l’ha consacrato in Italia come bomber e che l’ha riaccolto dopo la pessima doppia parentesi estera con le maglie di Borussia Dortmund e Siviglia.

LAZIO, TUTTO IMMOBILE IN ATTESA DEL NUMERO 10
Immobile, non tanto nella classifica quanto nell’organico: dopo la sconfitta belga a domicilio dello Zulte Waregem, che non ha influito sulla classifica di Europa League e che, anzi, ha dato modo di mettere minuti nelle gambe a giocatori che avevano trovato meno spazio, la Lazio tornerà a fare la Lazio; ritorneranno i soliti undici, quelli che ormai siamo abituati a vedere in campionato, quindi ci saranno le colonne De Vrij e Milinkovic-Savic, i corridori Lulic e Marusic (che pare aver scavalcato nelle gerarchie Basta), rimane l’insostituibile Leiva e davanti spazio al solito al talentuoso Luis Alberto e al già citato Ciro Immobile.
Indisponibili soltanto Nani, alle prese con l’ennesimo problema fisico, e l’ex Cagliari Di Gennaro, il che significa che tornerà tra i convocati anche in campionato il brasiliano Felipe Anderson: sicuramente non titolare vista la lungodegenza che ha dovuto affrontare, chissà che il numero 10 biancoceleste non riesca finalmente a vedere il manto erboso dell’Olimpico dopo così tanti mesi. 35′ contro lo Zulte Waregem per riassaggiare il sapore di una partita ufficiale, adesso toccherà a lui, che col suo talento dovrà riprendersi una maglia da titolare: Simone Inzaghi ha detto che un giocatore come lui può essere una risorsa in qualsiasi ruolo ed in qualsiasi modulo.
Ancora meglio, più occasioni, più ruoli da ricoprire, più voglia per il brasiliano che deve solo decidere quanto esplodere definitivamente.

TORINO, 9 E 10
Non sono numeri da giocarsi al Lotto, non è un titolo di un film né nient’altro di simile: è solamente tutto quello che serve alla compagine granata per risollevarsi. Già, perché il 9, il Gallo Belotti, sta ancora faticando, sta ancora combattendo con una forma fisica che stenta ad arrivare; proprio nel suo momento migliore si è fatto male, poi con la sua proverbiale generosità ha fatto di tutto per rientrare in tempo per lo spareggio mondiale con l’Italia, ma a risentirne sono state le sue prestazioni col Toro. C’è bisogno del miglior Belotti perché nessuno in rosa è in grado di sostituirlo degnamente, come ha confermato Mihajlovic in conferenza stampa, dicendo che Sadiq è ancora troppo acerbo per essere pronto a fare il vice di un attaccante così influente nel gioco e nei risultati (motivo per il quale dovrà arrivare qualcosa sul mercato).
Per un 9 che deve ritrovarsi, c’è un 10 che non sta certo meglio, visto che Adem Ljajic ha mostrato soltanto parzialmente il suo talento in queste prime 15 giornate: pochi i suoi gol, pochi i suoi assist, e sono state sicuramente di più le prestazioni in cui è apparsa la sua flemma rispetto a quelle in cui si è visto il suo destro divino ed il suo fuoco balcanico, quello che Mihajlovic ha sempre avuto a dismisura e che vorrebbe vedere in ogni suo giocatore. Specie quelli che reputa un gradino sopra gli altri. Tra l’altro, l’ex Roma e Inter ha nella Lazio la sua vittima preferita. Che non sia l’ennesima occasione per punire i capitolini a rendere al Toro il suo vero numero 10.

Come detto per la Lazio, anche Mihajlovic pare non voler cambiare granché il suo Torino: assente il solo Ansaldi, al suo posto in difesa giocherà Barreca, a centrocampo accanto agli inamovibili Baselli e Rincon dovrebbe esserci Obi, mentre davanti oltre ai già citati Belotti e Ljajic ci sarà Iago Falqué, dunque solo panchina per l’ex Milan Niang (anche lui mai realmente determinante in questa prima parte di stagione).