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Andrè Silva, un anno dopo

Che fine hanno fatto?

Andrè Silva, un anno dopo

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A volte ritornano“. Certe volte a fin di bene, in altre occasioni meno. Solo il tempo può definitivamente sentenziare questo.

Sì, il tempo. Un alleato prezioso nelle analisi calcistiche: eloquente e paziente, un fattore che delinea un quadro preciso sull’andamento del calciatore, basandosi sui fatti. Perchè se la carta e tutti i discorsi teorici che porta con sè alimenta le speranze per il futuro, il tempo invece sentenzia quanto avvenuto in campo, quanto visto e mostrato sul terreno di gioco.

Che cosa può dirci, quindi, il tempo sul rendimento di Andrè Silva? Dopo un anno (o quasi, la stagione oramai volge al termine) con la maglia del Siviglia, in quella Liga che rappresentava per lui il riscatto, un nuovo inizio.

(DIS)AVVENTURE ROSSONERE

Per delineare in toto il quadro della situazione, facciamo anzitutto un passo indietro. La fiamma dell’entusiasmo rossonero viene accesa più che mai nell’estate del 2017, quando il portoghese sbarca alla corte milanista.

Il Milan decide di credere in lui, sbaragliando la concorrenza: acquistato per 38 milioni di euro dal Porto (che non fa sconti certo a nessuno) rappresenta il primo acquisto dell’era cinese, la punta di diamante nella faraonica campagna acquisti per tornare grandi. Le premesse, del resto, sono tutte dalla sua parte. Coi Dragões segna 24 reti in 58 presenze; un biglietto da visita notevole, per l’astro nascente della nazionale portoghese, nella quale milita ormai con costanza.

La responsabilità sulle sue spalle, insomma, è tanta, con la piazza del Diavolo tanto stimolante quanto potenzialmente letale. I tifosi meneghini non fanno sconti a nessuno, dopotutto. Vestire la maglia rossonera vuol dire onorarla sempre, dando tutto se stesso pur di esultare nel segno del trionfo. Ma così non è per lui, con l’avventura rossonera che si rivela catastrofica, in virtù delle premesse. Grandi doti tecniche che (purtroppo per lui) vanno a braccetto con una scarsa capacità di fare la differenza.

Il suo talento, per carità, in alcune occasioni l’ha certamente mostrato. Ma mai con la dovuta e necessaria continuità, e mai appieno. In Europa League segna 8 gol in 14 presenze; un discreto bottino in campo europeo, soprattutto al primo anno in una nuova squadra. Lo stesso non può dirsi certo in campionato. Al Bel Paese ha mostrato le sue giocate in 24 occasioni, andando a segno in 2 occasioni. Poche, troppo poche per chi come lui vive del gol nella sua essenza più pura, senza mai voler smettere. Questo, almeno, sulla carta.

La “maledizione” rossonera del 9 si conferma anche con lui: un numero che dopo Inzaghi non ha mai trovato un degno successore. Da Luis Adriano a Fernando Torres, passando per lui. Da potenziale titolare a riserva di Kalinic prima, Cutrone poi. Treni carichi di speranze col tempo infrante, mai rispettate. Un treno che l’ha condotto altrove, verso nuova fortuna.

RISCATTO (MANCATO) SEVILLISTA

Dopo un’annata sottotono come quella milanese, Andrè Silva cerca fortuna altrove. Il Siviglia decide di puntare su di lui, tutelandosi con la formula del prestito con diritto di riscatto. Ancora una volta le speranze intorno a lui sono tante; 39 milioni per il riscatto del giocatore è una cifra non indifferente.

In occasione del primo gol di Silva col real Madrid: il portoghese (evidenziato in rosso) in acrobazia conclude a rete, con Courtois fuori posizione.

Vazquez (evidenziato in azzurro) di testa serve in area di rigore il movimento di Silva (evidenziato in rosso)…

…in allungo il portoghese (evidenziato in rosso) batte Courtois per la seconda volta.

L’inizio è dei più sorprendenti, nulla a che vedere col giocatore che conoscevamo. Tripletta al Rayo Vallecano e doppietta al Real Madrid, la riscossa è servita. Quale esordio migliore si potrebbe chiedere? Il perfetto antipasto per la stagione del rilancio, della rinascita. Nonostante in uno dei loro momenti peggiori di sempre, infatti, i Blancos rimangono pur sempre la squadra da battere. Il 3 a 0 alle Merengues nel segno dei suoi gol si aggiunge al calderone colmo di dolci premesse e speranze intorno al numero 12 dei Rojiblancos.

Ma ancora una volta la fiamma della sua forza è fievole, temporanea. La prima metà di stagione è di tutto rispetto, per carità: 8 gol nei primi mesi in Spagna rivelano un calciatore completamente differente rispetto a quello visto a Milano. Ma il 2019 non gli sorride. Finora un solo gol in questi 3 mesi e mezzo di campionato, in un totale di 27 presenze.

Come se non bastasse, a rincarare la dose ci ha pensato lo spettro degli infortuni. Il giovane portoghese soffre di un problema al tendine che lo ha tenuto fuori nelle ultime due partite di campionato. Non è chiaro quando potrà tornare disponibile, in quest’altro momento di passaggio della sua carriera.

Ad oggi risulta difficile pensare che il Siviglia possa riscattarlo. A fronte di una spesa così impegnativa le prospettive di Andrè Silva, a meno di clamorosi capovolgimenti di scena, sono a tinte rossonere.

E ADESSO?

La domanda, in questa contesto, sorge spontanea. Dove giocherà Andrè Silva nella prossima stagione e che cosa potrà offrire alla sua nuova squadra? Nel calcio, si sa, l’imprevedibilità e il colpo di scena sono dietro l’angolo, con una serie di scenari possibili di fronte a lui.

In primis, quello del ritorno al Milan. Con ogni probabilità, infatti, il portoghese non verrà riscattato, con Gattuso che riabbraccerà il giovane attaccante alla corte di Milanello. E chissà che non possa avere un’altra opportunità di calcare il prato di San Siro e giocarsi una seconda possibilità coi rossoneri, insieme a Cutrone e Pjatek. In vista dei prossimi impegni stagionali, infatti, servirà una lunga panchina per rispondere presente ad ogni partita.

Opzione, questa, che potrebbe essere la più concreta alla fine dei conti. Difficile, infatti, che i rossoneri riescano a rientrare nella spesa dei 38 milioni investiti per lui. Il valore di mercato è drasticamente crollato, col Milan che, a fronte di una probabile minusvalenza, preferirebbe concedergli una seconda occasione.

Nel rovescio della medaglia, invece, il destino di Andrè Silva sarà lontano da Milano. I tifosi rossoneri non conservano un buon ricordo di lui e la società potrebbe decidere di puntare su giocatori di maggior spessore, capaci di dare maggiori garanzie rispetto alla mancata (almeno finora) promessa portoghese.

Cessione a titolo definitivo, ennesimo prestito, contropartita per arrivare ad un nuovo calciatore. Tutte valutazioni cui il Milan penserà a tempo debito, nella sessione estiva di mercato. Il presente dice corsa alla Champions League, il futuro di Andrè Silva invece Milanello, dove tornerà in un primo momento, in attesa di conoscere il suo futuro.

 

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Calcio e dintorni

Torino, l’ex portiere è nella bufera: l’accaduto e le conseguenze!

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Cairo

Vi ricordate di Lyn Gomis? Colui che si è fatto conoscere in Serie A per via del suo passato al Torino, sale alla ribalta della cronaca sportiva per un gesto davvero poco nobile.

Attualmente rientrante nella rosa del Genola, formazione appartenente alla seconda categoria piemontese, l’estremo difensore senegalese si è reso protagonista di un episodio riprovevole; nel corso della partita di campionato contro il Langa Calcio, disputata domenica, questi ha aggredito l’arbitro del match sia fisicamente, prendendolo per il collo, sia verbalmente, attraverso offese, esclamate sia in campo che negli spogliatoi. Questa condotta violenta gli è costata una lunghissima squalifica, che scadrà soltanto il 13 ottobre 2023. Di seguito, riportiamo il testo del comunicato, redatto dal Giudice Sportivo:

Nello specifico, dopo la convalida della rete del 3 a 3, il portiere del Genola, Sig. Gomis Lys, raggiungeva di corsa l’arbitro che si dirigeva a centro campo e lo afferrava per il collo, provocandogli dolore, oltre ad insultarlo ripetutamente. Intervenivano in difesa del direttore di gara alcuni giocatori di ambo le compagini. Al termine della partita mentre l’arbitro raggiungeva gli spogliatoi scortato dai Dirigenti della squadra ospite nonché da giocatori di entrambe le Società, dopo aver subito ulteriore aggressione fisica da un altro tesserato del Genola, il Sig. Gomis continuava a insultarlo e minacciarlo, con una tale veemenza da indurlo a richiedere l’intervento di una volante dei Carabinieri, ai quali veniva esposto l’accaduto

Dal canto proprio, il portiere non ci sta a subire questo contraccolpo, che, di fatto, potrebbe costringerlo a chiudere ingloriosamente la sua carriera, dati i suoi 32 anni d’età. Le parole, espresse a La Stampa, dichiarano un pronto ricorso, di concerto con la società. E la motivazione è semplice: in sedici anni di carriera, non si è mai reso protagonista di episodi come quello per cui è stato accusato e squalificato:

I fatti non sono andati così. Con la società faremo presto ricorso. Non sono un violento. In 16 anni di carriera professionistica, non ho mai avuto e creato problemi

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Calcio e dintorni

Un Chelsea mondiale: dove sono finiti i Blues del 2012?

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Ziyech

Oggi pomeriggio alle 17.30 il Chelsea affronta il Palmeiras nella finale della Coppa del Mondo per Club. Per la squadra londinese, vincitrice dell’ultima edizione di Champions League, è la seconda occasione nei suoi 117 anni di storia per sollevare il trofeo istituito nel 2000 dalla FIFA.

L’ultima partita giocata dai Blues in questo torneo risale al 2012. Gli allora Campioni d’Europa guidati da Rafa Benitez, subentrato all’esonerato Roberto Di Matteo, si arresero in finale contro il Corinthians a Yokohama. Il gol di Paolo Guerrero al 69° regalò ai Brasiliani la vittoria.
Oggi, dieci anni dopo quella deludente sconfitta, dove sono i giocatori di quel Chelsea?

Petr Čech nella sala dei bottoni

Nonostante la sconfitta in Coppa del Mondo, il leggendario portiere ceco aiutò il Chelsea a vincere l’Europa League quella stagione.
Dopo  aver lasciato i Blues, Petr Čech chiuse la sua carriera all’Arsenal prima di tornare al Chelsea come membro dello staff tecnico di Frank Lampard.
Lampard durò un anno e mezzo sulla panchina della squadra londinese ma l’ex portiere rimane una figura molto importante al fianco della mano destra di Roman Abramovich, Marina Granovskaia.

Non solo calcio per Čech, dato che nell’ottobre 2019 ha giocato come portiere per i Guildford Phoenix, squadra di hockey su ghiaccio della quarta divisione del campionato hockeistico inglese.

Chelsea-Liverpool solo andata

Nonostante la sconfitta contro il Corinthians, per Frank Lampard la stagione 2012-2013 si concluse con un record positivo. Con il gol alla penultima giornata di campionato contro l’Aston Villa, Lampard diventò il miglior marcatore nella storia dei Blues.

L’ultima tappa prima del ritiro dello storico capitano inglese sarà al New York City FC prima di andare ad allenare il Derby County.
Dopo la brutta esperienza sulla panchina del Chelsea, Lampard è da qualche settimana l’allenatore dell’ Everton.

Last dance in Derby

Altro ex del Chelsea ora nello staff tecnico dell’ Everton è Ashley Cole. L’esterno inglese lascia il Chelsea nel 2014 per affrontare quella che si rivelerà essere una deludente esperienza con la maglia della Roma. Nel 2016 Cole vola in America e gioca con i Los Angeles Galaxy.
Prima di ritirarsi, il vecchio amico Lampard gli chiede una mano al Derby County e Ashley Cole si mette a disposizione per l’ultima danza della sua carriera da calciatore professionista.

Metà Niño, metà torero

Arrivato a Londra con tante aspettative, Fernando Torres non fu in grado di replicare le incredibili giocate con la maglia del Liverpool.
Nonostante questo El Niño contribuì con un gol alla vittoria nella finale di Europa League contro il Benfica prima di lasciare il Chelsea nell’estate del 2014 per andare al Milan.

Prima del ritiro Torres ha giocato per qualche stagione nell’Atletico Madrid, la sua squadra del cuore, e ora allena il Juvenil A, l’Under-19 dei Colchoneros.

Hazard o Marin?

Non tutti i calciatori di quel Chelsea hanno appeso gli scarpini al chiodo.
Dopo aver segnato 110 gol in 353 partite con il Chelsea, Eden Hazard si trasferirà al Real Madrid. I vari infortuni hanno però reso l’avventura spagnola del belga un vero e proprio incubo fino a questo momento.

Altro giocatore ancora in attività, seppur lontano dai radar del calcio europeo, è Oscar.
Il brasiliano si presentò sul palcoscenico della Champions League con due gol contro la Juventus nel 2012.
Oscar diventa un perno del centrocampo di Mourinho ma l’arrivo di Conte nel 2016 lo mette ai margini del progetto e lo porta a trasferirsi in Cina allo Shangai Port con il quale ha giocato quasi 150 partite e vinto un campionato cinese.

Meteora di quel Chelsea fu Marko Marin. Arrivato dal Werder Brema con l’etichetta di “Messi Tedesco”, Marin deluse in Inghilterra e girò il Vecchio Continente in lungo e in largo come prestito.
Dopo un esperienza in Arabia Saudita, Marin gioca adesso a Budapest con il Ferencvaros.

Una colonna basca al Chelsea

Non tutti i calciatori di allora hanno lasciato il Chelsea. Chi è rimasto è Cesar Azpilicueta, che nel frattempo è diventato una colonna dei Blues giocando da jolly nella retroguardia.
Con la maglia del Chelsea Azpilicueta ha vinto di tutto e negli ultimi tre anni è stato il capitano della squadra della quale è diventato una colonna portante.

Adesso, con il contratto in scadenza questa estate, Cesar è in cerca della sua prossima avventura.

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Calcio Internazionale

Il presidente del Lille rivela: “Un big può tornare da noi!”

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Hazard può tornare al Lille

L’avventura con la camiseta blanca di Eden Hazard stenta a decollare. Il classe 1991 è stato il colpo ad effetto dell’estate 2019 del Real Madrid, che intendeva far dimenticare la cessione di Ronaldo, avvenuta 12 mesi prima. Ma, di fatto, l’unica cosa in cui il belga ha sostituito il portoghese è il nome soprastante la maglia numero 7.

Complici gli infortuni, una forma fisica non sempre ottimale e l’esplosione dei due millenials brasiliani, Vinicius Jr e Rodrygo, Hazard è sempre più ai margini del progetto galáctico. Questi fattori lo hanno iscritto nella lista dei possibili partenti dalla Casa Blanca già a gennaio. La cifra richiesta è pari a 40 milioni; tuttavia, si può aprire anche al prestito.

In quest’ultimo senso, la suggestione dell’ultima ora porterebbe Hazard di nuovo dove tutto è incominciato. Al Lille del presidente Olivier Letang.

È AS a dare forma a tale ipotesi. Ipotesi suggestiva, il cui impulso deriva dall’intervista del presidente del club francese all’Equipe du Soir:

Un ritorno di Hazard al Lille? Non è impossibile vederlo qui”, ha affermato Letang. “Può sembrare impossibile, ma non lo è. Ovviamente Hazard è un giocatore incredibile, con grandi qualità. In questo momento, è un giocatore del Real Madrid, ma in futuro le cose potrebbero cambiare“.

Affinché il trasferimento vada in porto, è necessario che i blancos abbassino le richieste. I 40 milioni di euro rappresentano una pretesa economica troppo elevata per le casse del club francese, pronto a perseguire anche la strada del prestito. A patto che Florentino Pérez sia disposto ad accettare di accollarsi grande parte di un lauto stipendio, di cui vorrebbe liberarsi.

Immagine in evidenza presa da Wikimedia Commons con diritti Google Creative Commons

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Calcio Internazionale

Bayern Monaco, un ex portiere fa successo all’estero

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Bayern Monaco

Tutto inizia con la maglia del Bayern Monaco. Lukas Raeder, portiere tedesco classe 1993, viene aggregato alla squadra della Baviera a soli 19 anni. Per lui si prospetta un futuro da campione in Germania. Sulle orme di tanti altri illustri predecessori.

Tuttavia, la carriera di Raeder come portiere del Bayern Monaco, in realtà, non spicca mai. Un po’ per demeriti suoi. Un po’ perchè, nel 2012, quando Lukas Raeder approda ai bavaresi, in porta c’è già Manuel Neuer. Due anni alle spalle dell’attuale portiere del Bayern Monaco sono stati duri da sostenere, per un giovanissimo prospetto che vuole dimostrare il suo valore. E così, nell’estate del 2014, Raeder va via a parametro zero dal Bayern Monaco e dalla Germania. Destinazione Portogallo.

Il Vitória Setúbal è la sua seconda squadra, ma anche con i portoghesi il minutaggio scarseggia. Totalizza solo 27 gare in tre stagioni. Per cui il percorso di Raeder è costretto a proseguire in Inghilterra con la maglia del Bradford City, prima di fare rientro in patria, nelle serie minori: ad attenderlo si presentano in ordine di tempo il Rot-Wein Essen e il Lubecca.

Ora il suo presente si chiama Lokomotiv Plovdiv, squadra appartenente al massimo campionato bulgaro. A 27 anni, Raeder ha ancora voglia di mettersi in mostra e di sognare le competizioni europee. Il terzo posto in campionato, infatti, garantisce la possibilità di arrivare in Conference League. Tuttavia, al di là delle soddisfazioni che può regalare il rettangolo verde, è al di fuori del campo che Raeder ottiene il successo maggiore.

Unico calciatore tedesco in Bulgaria e con la fama di calciatore che ha annusato grandi palcoscenici, il tedesco è diventato una vera e propria star. Come, del resto, lo dimostra questa dichiarazione.

Come portiere tedesco, sono molto concentrato sulla Bulgaria. I portieri tedeschi hanno una reputazione particolarmente buona qui ed è per questo che ricevo molta attenzione. Mi parlano spesso in tedesco gli avversari o anche i tassisti. Il Bayern è totalmente presente qui e spesso me lo chiedono. Abbiamo uno o due tifosi del Bayern nella squadra e anche nella dirigenza.Tutti qui conoscono ‘Mia san mia“.

Immagine in evidenza presa da pixabay con diritti Google Creative Commons

 

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