La Juventus Under 23 è stata la prima seconda squadra in Italia ad alzare al cielo la Coppa Italia di Serie C. Istituita nel 2018, è diventata nel nostro paese un unicum e il primato conquistato questo anno l’ha messa sotto i riflettori. Alla sua guida fino alla vittoria del trofeo c’era Fabio Pecchia, scelto dal club un anno fa proprio per avere in panchina una guida esperta. Già da mesi però si chiacchierava sul ritorno in bianconero di Andrea Pirlo e la Juventus ha ufficializzato l’affare ieri: il Maestro allenerà l’Under 23 della società a partire dalla stagione 2020/2021.
Parlare di affare è forse eccessivo, ma inevitabilmente si tratta di un bel gesto da entrambe le parti. Da un lato infatti Pirlo ha conseguito il patentino di allenatore due anni fa e non ha ancora esperienza su alcuna panchina. Iniziare dalla squadra B della (sua) Juventus è quindi una garanzia: con la società ha vinto cinque scudetti e ha vestito per l’ultima volta la maglia zebrata nella finale di Champions contro il Barcellona nel 2015. Dall’altro lato la Juventus aveva bisogno di una personalità forte e conosciuta per guidare l’Under 23 che in questi anni ha scalato i gironi di Serie C. Andrea Pirlo è stato un giocatore di grandissimo livello e nella Juventus di Allegri ha chiuso la parte italiana di una carriera da campione dai numeri eccellenti.
Oggi pomeriggio si è svolta la conferenza stampa di presentazione e Pirlo ha speso le prime parole in favore del nuovo progetto:
“Spero di ripercorrere la carriera avuta da calciatore: le ambizioni sono le stesse. È un’altra parte della mia vita che riparte con obiettivi medesimi, ma sarà un lavoro nuovo. Non vedo l’ora di iniziare”.
IL TOCCO DEL MAESTRO
“Passione, lealtà, correttezza e professionalità”.
Con queste parole Paratici ha definito le caratteristiche di Andrea Pirlo durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio. Il dirigente sportivo bianconero ha poi confessato che la qualità – perché così si chiama – dell’ex centrocampista, è stata la grandissima umiltà con cui ha accettato l’incarico propostogli. Come diceva Marcello Lippi, Andrea Pirlo è un “leader silenzioso, che parla con i piedi“, ed è sicuramente questo il tocco che lo ha fatto primeggiare tra i candidati per la panchina U23.
COME SARÀ LA JUVE DEL MAESTRO?
Nessuno ha la sfera di cristallo per dire come Andrea Pirlo gestirà la squadra. Ma il mandante del suo futuro lavoro sarà la società bianconera, dove “vincere non è importante, ma l’unica cosa che conta“. Il Maestro sa bene il significato della frase mantra della Vecchia Signora, e in conferenza ha confermato che l’obiettivo sarà, appunto, vincere. È consapevole di far parte di una società alla spasmodica ricerca di trofei, uno in particolar modo, come Agnelli ha dichiarato senza veli prima di dar spazio alle domande dei giornalisti. Pirlo ha confermato infatti che il primo insegnamento che vorrà trasmettere ai suoi ragazzi sarà quello di far capire loro che cosa significa giocare per la Juventus e quali sono i sacrifici richiesti per arrivare in prima squadra.
La squadra di Sarri è infatti il calco e l’obiettivo per i giocatori dell’Under23, che sono anche pedine per il mercato bianconero, soprattutto europeo, come ha dimostrato lo scambio tra Pereira e Alejandro Marques del Barcellona. Obiettivo di Pirlo sarà quindi quello di preparare i giocatori a schemi, movimenti e mentalità da prima squadra, e anche se in conferenza il Maestro ha confessato che per il momento non sta pensando a moduli, ha comunque confermato di voler trasmettere ai ragazzi la gestione degli spazi. Avere il giocatore giusto nella posizione giusta è una chiave fondamentale e, accompagnata all’attuazione di certi “principi di gioco”, sarà un requisito fondamentale per la permanenza nella società.
SCELTA DI FIDUCIA
Una parte suggestiva della notizia di Pirlo allenatore della squadra B della Juventus, è quella dei parallelismi con altre realtà simili. Realtà che portano il nome di Zinédine Zidane e Pep Guardiola. Il tecnico francese infatti ha guidato il Real Castilla prima di portare il Real Madrid a vincere tre Champions League. E Guardiola è cresciuto nel Barcellona B per poi gestire con un protagonismo unico la prima squadra blaugrana. Quello che Andrea Pirlo può fare con la Juventus, sarebbe un altro percorso simile a quello dei due allenatori, in modo tale da blindare il suo impatto nella “famiglia bianconera“.
Pirlo ha infatti dichiarato di aver rifiutato proposte di altre squadre di Serie A o Premier League, proprio perché conosce l’ambiente juventino, con cui è rimasto in contatto maggiormente rispetto alle realtà di Milan o Inter. La stima reciproca tra il club e il suo ex regista ha influito sulla stipula del contratto, che è stato senza mezzi termini una scelta di cuore, tassello che potrà far ben sperare per un progetto duraturo.
OMBRA DI SARRI
Maurizio Sarri ha dichiarato l’eventualità di portare in campo l’Under23 per l’ultima sfida di Serie A. La conferma della continuità tra le due rose è quindi scritta quasi nero su bianco, per rimanere in tema. Il fine di stagione è infatti un banco di prova, un allenamento per la squadra ormai campione d’Italia e potrà essere anche un confronto per i due allenatori: l’esperto e il neofita.
Simone Muratore, centrocampista dell’Under23, schierato da Sarri nella sfida contro il Cagliari
Gli occhi quindi, vanno a sabato 1 agosto, quando la Juventus di Sarri giocherà l’ultima partita del campionato contro la Roma. Già nella scorsa gara contro il Cagliari infatti, sono stati 8 i giocatori U23 convocati dal tecnico ex Chelsea e alcuni di loro hanno potuto integrarsi tra i campioni d’Italia. La Juventus Under 23 è di fatto una squadra di riserve e per questo Pirlo starà appena uno scalino sotto Sarri, cercando di essere all’altezza del ruolo datogli dalla società, senza dubbi un ruolo di grande fiducia.
Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram @juventus.
Domenica pomeriggio alle 18:30 ci sarà una sfida ad altissima intensità e che promette gol e spettacolo quella tra Sassuolo e Roma. Storicamente la partita ci ha sempre regalato tanti gol e risultati mai scontati con tanti colpi dei neroverdi a sorpresa, senza dimenticare i tanti ex.
Il Sassuolo arriva alla partita dopo il successo pirotecnico per 3-4 contro l’Empoli e Dionisi e co sono pronti a sorprendere anche contro la Roma. I neroverdi arrivano alla partita con i soliti dubbi legati alla trequarti, con Bajrami che dovrebbe partire dalla panchina favorendo l’avvio iniziale di Kristian Thorstvedt che affiancherà Laurienté e Berardi alle spalle di Pinamonti che vuole ritrovare il gol.
Situazione complicata in casa Roma, il pareggio contro il Servette non è piaciuto a Jose Mourinho che nel post partita a Sky ha attaccato i suoi di mancanza d’impegno. I giallorossi dunque non possono sbagliare ancora e con il Sassuolo si vuole cambiare passo, anche per non perdere il treno Champions League. Alcuni dubbi per Mourinho con Zalewski che insidia per un posto sulla fascia e Renato Sanches che potrebbe ritornare dal primo minuto a discapito di uno tra Pellegrini e Paredes in mediana. L’ultima in campionato per i giallorossi si è conclusa il 2-1 faticoso contro l’Udinese, grazie ad un gol di Dybala nel finale.
IL PRONOSTICO DI NUMERO DIEZ
Sarà una partita sicuramente ricca di gol, entrambe le squadre vogliono fare risultato e ci sentiamo dunque di giocare un azzardato 1x+over2.5, perché la Roma storicamente in casa del Sassuolo ha sempre fatto fatica e i padroni di casa arrivano da un momento d’oro. Il tutto è quotato alla SNAI 2.65. Occhio però anche ai marcatori, Berardi ha il piede caldo come sempre contro le big e potrebbe fare l’ennesimo regalo ai suoi anche con un calcio di rigore vista l’intensità della sfida.
Il gol che apre le marcature nella sfida tra Milan e Frosinone è stato messo a segno da Luka Jovic al 43′.
Il centravanti rossonero è tornato a gonfiare la rete dopo 189 giorni da quello messo a segno in Fiorentina-Roma 2-1, del 27 maggio.
Come riportato su X da Giuseppe Pastore, inoltre, la rete di Jovic è un momento storico per il Milan, che mette a referto il primo marcatore serbo della sua storia.
Il Barcellona continua la propria rincorsa alla volta del primo posto della classifica della Liga. I catalanti si trovano al momento al terzo posto in classifica, condiviso con l’Atletico Madrid che però ha una gara in meno. Domani sera in programma proprio la sfida rovente tra le due compagini, per decretare chi sarà, almeno per il momento, la principale forza inseguitrice alle spalle di Real Madrid e Girona, in tandem al primo posto e con un margine di vantaggio di 4 punti.
Si attende dunque la gara tra Atletico Madrid e Barcellona, quella che per alcuni sarà una sfida nella sfida (in primis per Joao Felix) e che per entrambi i gruppi squadra sarà l’occasione per mettere alla prova se stessi e le proprie ambizioni.
A proposito di ambizioni, è tornato a parlare Ilkay Gundogan. Il centrocampista, dopo aver lasciato il Manchester City da protagonista nelle vittorie dei tantissimi trofei degli ultimi anni e soprattutto della Champions League 2022/23, si è accasato in Catalogna. La scelta di approdare al Barcellona è dipesa dalla volontà di trovare nuovi stimoli, nuova voglia, una sfida ambiziosa e proiettata verso l’alto. La sua voce all’interno dello spogliatoio conta già molto, con i giovani che possono soltanto imparare dai gesti e dalle parole di un campione assoluto come Gundogan.
In particolare, le parole pronunciate dal centrocampista dopo la sconfitta con il Real Madrid sono diventate argomento di discussione pubblica. Nel corso di un’intervista ai microfoni di BeIN Sports, Gundogan è tornato sulla vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni.
OPINIONE GUNDOGAN –“Non posso mettermi nei panni degli altri per sapere come l’hanno recepita, ma ho semplicemente detto onestamente la mia opinione e la mia intenzione non era quella di attaccare niente e nessuno. Voglio dire, ogni volta che critico la mia squadra, per qualunque cosa, includo me stesso. Comincio sempre da me stesso. Penso di avere abbastanza esperienza per sapere come funziona questo gioco, ma prima mi guardo sempre allo specchio e giudico prima me stesso e non gli altri. Voglio che facciamo il meglio che possiamo perché vedo in questo squadra con molto potenziale e molta qualità“.
L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquè, è stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.
LE DICHIARAZIONI
NUOVO FORMAT – “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”
TROPPE PARTITE – “Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”
NUOVO CALENDARIO – “Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”
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