Tanti auguri Andy Carroll, che il 6 gennaio ha compiuto 29 anni: la punta di Gateshead è il secondo giocatore inglese più pagato della storia del calcio, successivo solo a Rio Ferdinand. Le 42 milioni di sterline pagate dal Liverpool per trasferirlo dal St James’s Park di Newcastle ad Anfiled non se le scorda nessuno, e spesso all’attaccante glielo hanno ricordato tifosi e giornalisti. Per tanto il giocatore inglese è sempre stato un personaggio, uno di quelli che non si scorda troppo facilmente e che senza ombra di dubbio ha segnato il senso calcistico di una categoria di giovani britannici, definitivamente cresciuti con i gol del bomber in televisione. Eppure, Andy Carroll è stato anche alcool e cazzotti, birre e parole grosse, una tradizione extracalcistica degna dei migliori giocatori inglesi; paradossalmente, quando ha smesso con le sue bravate e le disdicevoli avventure fuori dal campo, Carroll è entrato in un turbine di infortuni e sfortune stavolta dentro il campo, passando da calciatore milionario a problematico oggetto quasi sempre in tribuna. Con l’infortunio ai legamenti del crociato e i continui strappi e dolori all’inguine, quest’ultimo il più recente degli stop, l’attuale attaccante del West Ham ha saltato con gli Hammers ben 120 partite in cinque anni. Numeri assurdi e scoraggianti per qualsiasi manager abbia intenzione di puntare sull’ex Newcastle. Tuttavia proprio i fasti del periodo magpies sono la cartolina più bella dell’intero book fotografico di Carroll, in cui spiccano le 19 reti nella stagione in Championship e le grandi giocate con la casacca del West Ham. La recente doppietta contro il WBA lo ha rilanciato nel panorama della Premier dopo un po’ di anonimato, e per tanto, pare che Antonio Conte si sia interessato a lui per trovare una sorta di riserva di Morata. Che Andy Carroll sia un fenomeno lo hanno già stabilito i suoi grandi gol segnati a tutta l’Inghilterra: se gli infortuni diverranno un martello meno opprimente nelle pagine della sua vita futura, allora Carroll potrebbe anche aspirare a una chance per Russia 2018. E per convincere il ct Southgate della buona volontà dei mezzi e del lavoro del centravanti del West Ham ecco quattro momenti per riepilogare la sua carriera al di là dei pub e delle infermerie.
NEWCASTLE
Con la maglia del Newcastle Andy Carroll ha segnato 33 reti in 90 presenze: esplose con sotto la gestione Hughton in Championship segnando ben 19 reti con alle spalle pochissime presenze da professionista. Il definitivo salto come “top player” l’ha compiuto con le 11 marcature nei primi mesi di Premier nella stagione 2010-2011, gli ultimi prima di passare al Liverpool nel gennaio 2011 per la cifra record di 42 milioni di sterline.
(ps. da ricordare come in allenamento Andy Carroll colpì alla mascella il difensore Steven Taylor: il centravanti aveva scoperto che il suo compagno di squadra stava filtrando con degli sms con la sua ragazza. D’altronde in Inghilterra a queste cose ci sono abituati)
LIVERPOOL
Il trasferimento al Liverpool è una delusione tanto per Carroll quanto per i tifosi dei Reds, visto che si infortunia spesso e pure gli allenatori, da Roy Hogdson a Kenny Dalglish non riescono a dargli continuità. I primi mesi li salta per guai fisici e nonostante fosse arrivato nel Merseyside con la fama di donnaiolo ubriacone, Carroll si mette in riga fin da subito e dichiara di mantenere uno stile di vita consono alle sue responsabilità di giocatore dei Reds. Dopo la stagione 2011-2012 in cui in 35 partite riesce a mettere a segno solo 4 gol, la sua avventura ad Anfield termina tra molti rimpianti e tanti fischi.
Al West Ham Carroll sembra aver ritrovato l’ambiente giusto per tornare sui suoi passi e riprendere a segnare come solo gli spettatori del St James’s Park gli hanno visto fare. Eppure la sfortuna lo tormenta con tanti, tantissimi e noiosissimi infortuni che ne limitano la disponibilità per Sam Allardyce, uno dei suoi grandi mentori ed estimatori. Di fatto la sua carriera al West Ham può dirsi positiva se non per quelle 120 partite saltate per colpa degli infortuni e che alla fine, purtroppo per lui, gli hanno fatto anche perdere la Nazionale, con cui ha segnato in totale due gol. I tifosi degli Hammers ne apprezzano l’applicazione in campo e le doti tecniche, si esaltano quando ha palla nonostante parte di Upton Park sia stanca delle sue continue esclusioni e delle partite in cui, effettivamente, pare proprio che non sia in giornata. Tuttavia i supporters del West Ham preferiscono ricordarselo con i gol come questo, un’autentica perla che imprime nella mente di tutti che Andy Carroll non è soltanto un paziente da ricoverare o un dipendente mai a lavoro.
La doppietta contro il West Bromwich Albion coincide con i primi gol stagionali di Carroll, giunti solo a gennaio dopo che per infortunio aveva saltato le prime tre giornate di Premier. Sia sotto la gestione Bilic che quella attuale di David Moyes l’inglese ha giocato parecchi minuti, tuttavia venendo escluso qualche volta per scelta tecnica (quest’anno all’Olympic Stadium giocano anche Andrew Ayew e il Chicharito Hernandez). I suoi primi gol inaugurano anche un 2018 iniziato con il rimbalzo di una voce particolare, quella che vorrebbe Carroll alla corte di Conte al Chelsea, a fare la spalla a Morata. Se siano solo tipiche speculazioni da tabloids o sincere verità è tutto da scoprire, ma il messaggio che Carroll ha mandato è questo: io ci sono.
Pochi minuti prima del match di San Siro contro l’Inter, sono intervenuti ai microfoni di DAZN sia Rolando Mandragora sia Joe Barone.
Il primo si è concentrato sull’avversario nerazzurro, mentre il secondo ha commentato la questione, di tendenza negli ultimi giorni, legata all’Artemio Franchi.
MANDRAGORA – “La vittoria è un obiettivo che abbiamo, dobbiamo fare quanti più step possibili da qui alla fine. Sappiamo di affrontare una squadra forte, di dover fare la nostra gara e di giocarci tutte le carte che abbiamo a disposizione”.
BARONE – “Siamo contenti del lavoro del Comune e del sindaco Nardella. Stiamo parlando di uno stadio vincolato, perché è un monumento nazionale. Sono super fiducioso che il sindaco lavori per trovare un modo per cui la Fiorentina possa giocare al Franchi anche durante i lavori o nella città”.
Da poco diventato padre, Stefan De Vrij ha parlato ai microfoni di DAZN nel pre partita di Inter-Fiorentina, in cui l’olandese partirà dalla panchina. La linea difensiva, infatti, sarà composta da Darmian, Acerbi e Bastoni.
DE VRIJ – “Sono diventato padre, sto provando grandi emozioni. Sono molto felice e concentrato su questa partita. La Fiorentina è forte e gioca bene, ma abbiamo tutti i mezzi per tenere i tre punti a Milano. Siamo molto felici qui, il piccolo Nolan crescerà qui”.
Arrivato dal Napoli nel mercato invernale, Alessandro Zanoli è diventato una delle pedine fondamentali dello scacchiere di Dejan Stankovic, coach della Sampdoria. L’allenatore serbo ha creduto in lui fin da subito schierandolo a tutta fascia nel solito 3-4-1-2. Il laterale italiano, nell’ultimo turno, ha anche trovato il primo gol della sua carriera in Serie A, nel definito 3-1 ai danni del Verona.
Zanoli è stato intervistato da TMW, rilasciando importanti dichiarazioni. Di seguito riportiamo le sue parole:
GOL CONTRO IL VERONA –“E’ stata un’emozione unica. Questo è un ricordo indelebile che non scorderò mai. E’ il sogno che hanno tutti i bambini.”
UNDER-21 –“E’ sempre un piacere far parte della nazionale, il mio sogno è giocare nell’Italia dei grandi e farò tutto il possibile per riuscirci. Poi sono contento dell’assist per il gol di Mulattieri.”
NAPOLI –“Da quando sono alla Sampdoria sono concentrato solo su di noi. Ovviamente mi fa molto piacere vederli in testa al campionato. La squadra, il presidente e i tifosi meritano la vittoria dello scudetto.”
SAMPDORIA –“Siamo in una situazione abbastanza complicata, ma la vittoria contro il Verona ha portato grande entusiasmo. Siamo convinti che la salvezza è ancora possibile.”
STANKOVIC –“Il mister ha creduto in me fin da subito, e di questo ne sono grato. Ci chiede di dare sempre il 100% in ogni gara e noi dobbiamo essere bravi a ripagare lavorando sodo e portando risultati.”
MODELLO DI RIFERIMENTO –“Per caratteristiche direi Di Lorenzo, ma mi ispiro a Carvajal e Zambrotta.”
Attimi di preoccupazione, durante una trasmissione live su Twitch, con protagonista Sergio Aguero. El Kun avrebbe, infatti, sofferto una “mini aritmia”, definita così proprio dall’ex calciatore. Nonostante l’invito da parte dello streamer spagnolo, Ibai Llanos, di abbandonare la diretta, in via precauzionale, Aguero ha voluto rassicurare tutti gli utenti collegati:
“Sto bene, ho un chip che controlla tutto e manda anche un segnale acustico”.
Dopo essere passato al Barcellona del suo amico Lionel Messi, l’ex Manchester City, al termine del 2021, ha annunciato in lacrime il suo addio al calcio, a causa di problemi cardiaci riscontrati in seguito a un malore accusato nella sfida contro l’Alavez. Una decisione dura, ma necessaria: un duro colpo per tutti, anche per gli amanti del grande calcio.
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