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Annientare un sistema

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Annientare un sistema

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attaccante

Il Real Madrid di Zidane e Ronaldo abbatte l’Atletico nel derby d’andata della semifinale di Champions League e si avvicina alla finale di Cardiff. La formazione del tecnico francese ha surclassato i cugini di Madrid sotto tutti i punti di vista. Tecnico, tattico, fisico. I Colchoneros del Cholo non sono brillati nemmeno fisicamente e difensivamente. Quelli che dovevano essere i punti di forza della squadra di Simeone si sono rivelati poco efficaci. Le pesanti assenze difensive (Gimenez, Vrsaljko e Juanfran) hanno sicuramente inciso sulla prestazione complessiva del reparto arretrato guidato da Godin. Nonostante ciò la formazione di Simeone è sembrata meno lucida e aggressiva rispetto alle sfide del passato. Il Real è riuscito ad annientare quel sistema di gioco, che tanto aveva sofferto nelle annate passate. 

OBIETTIVI PRECISI

Zidane e Simeone decidono di schierare le formazioni migliori. Il primo opta per l’undici che oramai gli fornisce più certezze, ovvero quello composto da Carvajal a destra, Marcelo a sinistra, Ramos e Varane centrali. I tre centrocampisti sono Casemiro, Modric e Kroos. Mentre il tridente è composto da Isco, Ronaldo e Benzema. Il 4-3-3 del francese è un modulo molto duttile, nel quale tutti i giocatori del centrocampo hanno assoluta libertà di allargarsi in orizzontale e verticale per cercare lo spazio necessario. All’interno di questo sistema di gioco Isco (che sostituiva l’infortunato Bale) agisce come regista aggiunto nella manovra madrilena. Altro elemento determinante per i Blancos è sicuramente Marcelo. Il brasiliano in fase di possesso si alza tantissimo, arrivando parallelamente ai centrocampisti.

Marcelo è praticamente allineato a Benzema e Isco

 

Grazie a questo movimento, Kroos può abbassarsi per ricevere palla liberamente e cominciare l’azione dal basso.

Dall’altra panchina del Bernabeu emerge invece un’idea di gioco differente. Organizzazione, sacrificio e aggressività sono i dettami principali del cholismo. L’ex giocatore dell’Inter schiera un solido 4-4-2. In difesa gli uomini sono praticamente obbligati per Simeone, e difatti giocano Lucas, Savic, Godin e Filipe Luis. I due mediani davanti alla difesa sono Gabi e Saùl Niguez, mentre le fasce del centrocampo sono coperte da Koke e Carrasco. Griezmann e Gameiro compongono la coppia d’attacco.

La gabbia dell’Atletico

 

Già in partenza l’obiettivo dell’Atletico Madrid è quello di limitare al massimo le giocate del centrocampo avversario. La linea dei quattro centrocampisti, più il supporto di Griezmann e Gameiro, crea una gabbia con la quale Simeone spera di complicare la vita di Modric, Kroos e Casemiro.

La doppia linea da quattro (difesa e centrocampo) cerca di muoversi il più simultaneamente possibile, in modo da coprire maggior campo. In questo modo l’Atletico può cercare sia di arginare i terzini del Real Madrid, che nel gioco di Zidane fungono da esterni offensivi aggiunti, sia di limitare Ronaldo e Benzema.

SCARDINARE IL MURO

Per eludere la gabbia dei Colchoneros e tentare di sviluppare più velocemente l’azione, il Real ha adottato tre soluzioni, che alla fine si sono rivelate azzeccate e vincenti: spostare la posizione di Isco, allargare i terzini e cercare un palleggio ravvicinato e più preciso.

Isco abbassato al centro del campo

 

Con palla a Marcelo, mentre Ronaldo e Benzema agiscono come due punte vere e proprie, Isco cerca spazio al centro del campo con Modric che si apre alla sua destra. Il variare della posizione dello spagnolo ha creato qualche grattacapo al centrocampo dell’Atletico. L’ex Malaga si è alternato tra trequarti campo e cerchio del centrocampo. Questo continuo movimento ha permesso al Real Madrid di manovrare meglio la palla e al 68′, quando è stato sostituito, Isco ha chiuso il match con una percentuale del 98,3% di precisione nei passaggi.

La heatmap di Isco. Lo spagnolo si è spostato lungo tutto il fronte del centrocampo

 

 

 

 

 

 

 

La seconda soluzione adottata da Zidane per scardinare il posizionamento tattico dell’undici di Simeone è stata quella di usare i propri terzini (Marcelo e Carvajal prima, Marcelo e Nacho poi) come veri e propri esterni offensivi.

Marcelo e Carvajal sono più alti di Modric e Isco, e contemporaneamente si alzano vicino a CR7 e Benzema. La scelta di attaccare contemporaneamente potrebbe sembrare scellerata e ultra-offensiva, ma in realtà questo posizionamento libera Kroos e Isco, che non hanno pressione e possono giocare liberamente. Paradossalmente questo è anche il modo migliore del Real di difendersi: mantenendo il possesso palla.

La terza ed ultima proposta offensiva vincente è stata la formazione di triangoli ravvicinati nella zona centrale del campo. Modric-Kroos-Casemiro e Isco-Ronaldo-Benzema spesso si avvicinavano centralmente per tentare di far uscire uno tra Savic e Godin. Anche in questa situazione l’ampiezza era garantita dal “solito” Marcelo.

In questo caso ben cinque giocatori si trovano praticamente appaiati con palla a Varane. Il terzino sinistro brasiliano invece è già altissimo alle spalle di Koke.

LE IDEE OFFENSIVE DELL’ATLETICO

Nonostante la poca precisione in fase di possesso e l’approccio prettamente difensivo della gara, l’Atletico Madrid ha cercato (maldestramente) di mettere in difficoltà il reparto arretrato dei campioni d’Europa. Nel primo tempo soprattutto la posizione di Koke è stata di difficile lettura per i centrocampisti del Real. Lo spagnolo infatti in partenza agiva sulla fascia sinistra, ma quasi sempre si accentrava dentro al campo per fraseggiare o con i centrocampisti centrali, o con Griezmann e Gameiro.

Spostandosi verso la zona centrale del campo Koke liberava degli spazi che potevano essere attaccati da Filipe Luis, che così come Marcelo rappresentava l’elemento qualitativo aggiuntivo nella manovra d’attacco.

Dai piedi dello stesso Koke nascerà la prima, ed unica, occasione da gol dei Colchoneros. Dopo aver vinto un contrasto nella trequarti avversaria, il classe 1992 vede lo spiraglio giusto per lanciare in profondità Gameiro. L’attaccante legge perfettamente lo spazio alle spalle di Varane. Soltanto una grande uscita di Keylor Navas impedirà all’ex Siviglia di insaccare a porta vuota.

I CAMBI DEL SECONDO TEMPO

A parte il primo cambio obbligato effettuato da Zidane, con Nacho che prende il posto dell’infortunato Carvajal, le prime vere modifiche tattiche sono di marca Atletico. Simeone decide di inserire Torres e Gaitán per Gameiro e Saùl Niguez. Dato il risultato di 1-0 in favore dei padroni di casa, il Cholo sceglie di dare un’impronta maggiormente offensiva alla propria formazione. Koke si sposta a centrocampo insieme a Gabi, mentre gli esterni diventano Carrasco e Gaitán. Torres occupa la posizione di campo occupata precedentemente da Gameiro, garantendo però più fisicità e meno velocità.

La nuova linea di centrocampo dei Colchoneros

 

Anche Zidane risponde alle modifiche dell’Atletico, e decide di togliere Isco (già ammonito) e di lanciare in campo Asensio. A differenza dell’ex Malaga, il neo-entrato non possiede la stessa qualità di palleggio, ma al contrario può contare su una grande velocità. La sua rapidità, con e senza palla, può mettere in difficoltà la squadra di Simeone in contropiede. Anche la sostituzione di Benzema a dieci dalla fine ha lo stesso obiettivo. Vazquez garantisce quella freschezza necessaria per cercare di chiudere la partita. Con Asensio e Vazquez sulle fasce Ronaldo si sposta al centro dell’attacco, pronto a finalizzare le azioni di ripartenza dei due nuovi esterni. Il terzo gol nascerà proprio da una discesa sulla fascia di Lucas Vazquez, e da una conclusione al centro dell’area di rigore del portoghese.

COME SONO NATI I GOL?

Il primo gol dei Blancos nasce da un’azione confusa in area di rigore.

Sergio Ramos, rimasto in zona d’attacco dall’azione precedente, lascia partire un cross dall’out di destra. A centro area ci sono Benzema e Ronaldo, con Casemiro che chiede palla sul taglio verso il fondo del campo.

Dopo una respinta corta della difesa dell’Atletico la palla torna a Casemiro. Il brasiliano si coordina in area, e il suo tiro-cross arriva sulla testa di Ronaldo che sovrasta Savic fisicamente e sigla l’1-0.

La seconda rete nasce da un’azione manovrata sulla fascia sinistra. Marcelo, sempre altissimo, può ricevere palla liberamente da Kroos. Il posizionamento di Modric mette in difficoltà Savic, che non sa come muoversi. L’ex centrale della Fiorentina non sa se accorciare sul croato, lasciando libero Benzema, oppure rimanere attaccato al francese, lasciando però troppo spazio al centrocampista dei Blancos.

Savic decide di seguire inizialmente Modric, per poi lasciarlo, sperando che Godin si sia avvicinato a Benzema. Il centrale uruguaiano in realtà è ancora molto lontano dall’attaccante francese, e così Marcelo lo può servire comodamente. L’errore decisivo arriverà però successivamente, con Filipe Luis che esce in contrasto su Ronaldo senza essere troppo deciso nell’intervento. Il portoghese dopo aver vinto il rimpallo, può scaricare in rete un destro al volo sul quale Oblak è incolpevole.

Il 3-0 che chiude la partita, e quasi sicuramente anche la qualificazione, si sviluppa sulla destra. Vazquez, appena entrato e quindi fresco, dopo aver appoggiato per Ronaldo, decide saggiamente di sovrapporsi al portoghese. CR7 arrivato al limite dell’area scarica il pallone per l’esterno, che arrivato sul fondo gli restituisce il pallone. Per Ronaldo è un gioco da ragazzi scaricare in rete dall’altezza del dischetto del rigore.

La trappola tattica preparata da Simeone è stata annientata e disinnescata dalla lucidità mentale della squadra di Zidane. Il tecnico francese ha saputo trovare le soluzioni alternative per fare male all’Atlético. La squadra del Cholo, a parte il crollo difensivo, non ha saputo proporre delle azioni di gioco degne di nota. Griezmann non è stato mai cercato e trovato tra le linee, e anche l’inserimento di Torres e Gaitán non ha portato giovamento. Il Real invece, è sempre più una macchina da gol e di vittorie. I Blancos sorprendono per la freddezza ed il cinismo con cui sanno perfettamente quello che devono fare, e come si devono muovere. E anche quando i movimenti non sono perfetti, alla fine ci pensa Cristiano Ronaldo.

 

 

 

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Calciomercato

Di Gregorio: “Ritorno all’Inter? Sto bene al Monza”

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Michele Di Gregorio, calciatore del Monza - Serie A, Coppa Italia

Il portiere del Monza Michele Di Gregorio ha parlato a La Stampa del suo futuro prossimo, tra Inter, Monza e non solo. Tra i portieri ormai non più rivelazione ma certezza del nostro campionato c’è l’estremo difensore dei brianzoli. Sempre attento e da rendimenti di alto livello, Di Gregorio ha attirato su di sé diversi apprezzamenti delle big di Serie A, con l’Inter, club in cui è cresciuto, che potrebbe rappresentare la chiusura di un cerchio.

DI GREGORIO MONZA: LE PAROLE DEL PORTIERE

STO BENE AL MONZA “Mi piace pensare all’oggi senza guardare troppo in là perché altrimenti si fanno male le cose quotidiane. Voglio concentrami su questi due mesi col Monza. Poi, dopo l’ultima giornata di campionato, vedremo cosa ci sarà di concreto. Sto benissimo a Monza. Non ho bisogno di scappare. Se verrà qualcosa per fare uno step, lo valuteremo”.

CRESCITASono cresciuto tanto grazie ad Alfredo Magni, il preparatore di Donnarumma al Milan. Crede molto nell’intensità del lavoro e nell’utilità della palestra. Mi sono irrobustito. Nei giorni scorsi abbiamo fatto un patto nello spogliatoio tra giocatori e allenatore: dobbiamo superare i punti dell’anno scorso quando abbiamo chiuso a 52.Ora ne abbiamo 42. Dobbiamo pensare di poter vincere ogni partita a partire da quella col Torino”.

TORINO “È una squadra fisica che a tratti ti fa giocare male. Juric e Palladino sono allenatori simili, ma forse Palladino è più flessibile e aperto a provare situazioni nuove“.

MILINKOVIC-SAVICNon sai mai cosa farà quando ha il pallone: appoggio vicino o lancio a 70 metri. Ormai il portiere va studiato come un giocatore di movimento. A me piace partecipare alla costruzione dal basso, ti senti coinvolto”.

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Flash News

Si muove Oaktree, Zhang verso la cessione dell’Inter

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Inter zhang

L’Inter potrebbe presto cambiare proprietà e Steven Zhang potrebbe dunque presto non essere più il presidente della società. Come ormai noto, il prestito concesso dal fondo statunitense Oaktree è in scadenza il 20 maggio e l’attuale presidente nerazzurro ha provato a rinegoziarne i termini che prevedono la restituzione di 385 milioni di euro. Nei giorni scorsi sembrava potesse prendere quota questa soluzione, che avrebbe permesso a Zhang di restare alla guida del club. Secondo quanto riportato oggi dal Corriere dello Sport, però, la situazione sarebbe cambiata e la cessione del club da parte dell’imprenditore cinese sarebbe sempre più probabile.

Oaktree si è mossa per cercare potenziali acquirenti della società e avrebbe individuato un compratore interessato all’Inter. Infatti, sarebbe stata avviata anche una procedura di valutazione del club tramite una società di advisory che sarà selezionata a breve. Ad avviare tale procedura sarebbe stato proprio un compratore individuato dal fondo statunitense.

Dunque, come sottolineato dallo stesso Corriere dello Sport, l’unica strada percorribile al momento sembra essere quella della cessione della società da parte di Steven Zhang. Il 32enne è diventato presidente dell’Inter nell’ottobre 2018 e in questi anni ha contribuito alla crescita della società e al ritorno ad alti livelli. Con Zhang presidente, infatti, i nerazzurri hanno vinto un campionato e sono ad un passo dal secondo e hanno centrato una finale di Champions League. Inoltre, hanno riempito la bacheca anche con tre Supercoppe Italiane e due Coppe Italia.

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Flash News

Furlani: “Leao vuole restare. Pioli? Mai stato a rischio”

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Furlani

Alla Gazzetta dello Sport, l’Amministratore Delegato del Milan Giorgio Furlani ha parlato di Leao, Pioli e non solo. Il Milan guarda al futuro, la stagione non è ancora finita e gli obiettivi, soprattutto l’Europa League, sono ancora in divenire. Una grande società, però, guarda sempre al futuro, come si evince dall’intervista, concessa alla Gazzetta dello Sport, da Giorgio Furlani, AD del club rossonero.

FURLANI, LE PAROLE DELL’AD ROSSONERO

OBIETTIVIL’obiettivo era e resta sempre vincere. Siamo comunque secondi. In campionato abbiamo 1 punto in meno della stagione dello Scudetto e 10 in più di un anno fa. Significa che abbiamo migliorato la squadra. L’Europa League è un obiettivo importante”.

IBRAHIMOVICIbrahimovic non ha deleghe formali per poter decidere. Mio rapporto con lui è fantastico, ma non dimentichiamo Moncada: Geoff è il numero 1. Ibra si confronta spesso con lui sui profili. Io mi occupo dell’investimento: se ho 100 non metto 80 su un solo giocatore”.

PIOLI“Spesso viene criticato, ma ha fatto risultati importanti. Nessuno dalla società ha mai parlato di panchina a rischio. Ora sarebbe ingeneroso valutarlo in base al futuro percorso in Europa League o all’esito del derby. La nostra stagione fin qui è stata buona“.

LEAOLeao vuole restare. Theo e Maignan hanno un contratto fino al 2026. Si parla di vendere o comprare ma spesso sono i giocatori a decidere del loro futuro. Speriamo restino con noi il più a lungo possibile e facciano ancora la differenza”.

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I Nostri Approfondimenti

Dove vedere Lazio-Juventus in tv e streaming

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Alcuni giocatori della Juventus (Vlahovic, Weah, McKennie, Rabiot e Bremer) tornano a centrocampo

DOVE VEDERE LAZIO-JUVENTUS IN TV E STREAMING – Il match tra Lazio e Juventus andrà in scena sabato alle ore 18:00. Di fronte, una contro l’altra, due squadre che attraversano due periodi complicati della stagione. Biancocelesti alla prima con Tudor, arrivato per sostituire il dimissionario Sarri, bianconeri con una sola vittoria nelle ultime 8 vittorie. Match spartiacque per le due squadre: la Lazio punta a inseguire la zona Europa, con il 4° posto che sembra però un miraggio, Juventus che invece punta a difendere proprio l’ultimo posto che permetterebbe il ritorno in Champions.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

La Lazio di Igor Tudor arriva al match con l’entusiasmo del debutto con un nuovo allenatore, dopo inoltre il successo col Frosinone che ha dato fiducia all’ambiente prima dell’arrivo dell’allenatore ex Marsiglia. Prima di questo, però, la netta sconfitta col Bayern Monaco che ha sancito l’eliminazione dall’Europa, e le tre sconfitte consecutive in campionato contro Udinese, Milan e Fiorentina. L’obiettivo è ripartire per non perdere almeno il treno per l’Europa League, seppur di fronte c’è una squadra che ha assolutamente bisogno di fare risultato.

La Juventus di Massimiliano Allegri si presenta alla sfida con pochissime certezze. Tantissime le voci intorno al suo futuro, con i risultati sul campo che latitano e i possibili sostituti del livornese che filtrano quotidianamente. La squadra è in difficoltà, con i soli 7 punti raccolti in 8 partite che sono non solo un addio definitivo allo Scudetto ma anche un rischio per il 4° posto, con le inseguitrici che continuano a salire e accorciare sui bianconeri.

DOVE VEDERE LAZIO-JUVENTUS IN TV E STREAMING

Il match tra biancocelesti e bianconeri sarà visibile in diretta e in esclusiva su DAZN. Per gli abbonati a Sky che hanno sottoscritto l’abbonamento ‘Zona DAZN‘ la gara sarà visibile anche in tv sul canale 214 di Sky. Per lo streaming, sarà necessario scaricare l’app di DAZN su PC, smartphone o tablet, o in alternativa collegarsi al sito di DAZN tramite computer o notebook e selezionare la finestra dell’evento. 

LAZIO-JUVENTUS: LE PROBABILI FORMAZIONI

LAZIO (3-4-2-1): Mandas; Gila, Romagnoli, Casale; F. Anderson, Guendouzi, Cataldi, Marusic; Zaccagni, Luis Alberto; Immobile. All. Tudor.

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Iling-Junior; Chiesa, Kean. All. Allegri.

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