Molto spesso, nel calcio di oggi, si dice di non mettere troppa pressione ai ragazzi più giovani che si stanno avventurando nel mondo calcistico. Il giovane non deve avere esagerate pressioni, ha bisogno di tempo per maturare sotto ogni punto di vista, sia mentale che propriamente calcistico, sia fisicamente che nelle relazioni con compagni e staff, ed il processo di crescita non deve subire interferenze legate alla fretta e all’obbligo di dover sfondare nel calcio che conta.
Ci sono però anche delle eccezioni: in quel di Napoli c’è un giovane attaccante che ha sbalordito tutti quanti nella categoria U-15, dimostrando di essere oggettivamente un gradino sopra ai suoi coetanei, per fisico, tecnica e senso tattico. Il suo nome è Antonio Pesce e, nonostante la giovane età, ha già ben chiaro il suo obiettivo: segnare a raffica.
Nato il 24 gennaio 2004 ad Acerra, vicino Napoli, Pesce inizia la sua giovane carriera con la maglia della Sporting Casalnuovo, dalla quale però, all’età di soli 9 anni, viene acquistato dal Napoli. Si dice che portare bambini talentuosi già a quest’età in una squadra sia un rischio, e che, raramente, chi arriva in un club professionistico già dalla scuola calcio, riesce a sfondare. Questo però non sembra il caso di Antonio Pesce, che appena indossata la maglia azzurra ha iniziato a gonfiare le reti di tutto l’hinterland napoletano, dimostrando ogni anno di essere un giocatore di livello assoluto per la sua categoria.

CARATTERISTICHE
Pesce ha soltanto 15 anni, ma nonostante questo ha una struttura fisica molto importante: 181 centimetri e 75 chili ne fanno un portento per la sua categoria, nella quale riesce a battagliare senza alcun problema con tutti i difensori della sua età; molto strutturato sia negli arti inferiori che in quelli superiori, il che lo rende un attaccante molto fisico ma allo stesso tempo coordinato, reattivo e potente dal punto di vista muscolare. La sua forza gli permette di fare reparto da solo, e non è un caso che l’U-15 del Napoli abbia utilizzato per tutto l’anno il 4-3-3 come schieramento: la volontà di mister Bevilacqua è stata proprio quella di mettere Pesce in condizione di poter agire in mezzo ai due centrali avversari, sia bruciandoli in velocità e con la sua potenza, ma anche nell’1 vs 1, dove ha mostrato più volte un tasso tecnico di elevato livello.
Tecnica, fisicità ed esplosività lo rendono una vera e propria dinamite per gli avversari, che molto spesso non hanno potuto contrastare Pesce, soprattutto quando viene cercato sulla profondità o con semplici lanci a scavalcare la linea difensiva; ha segnato 17 gol nella fase a gironi del suo campionato, risultando il quarto capocannoniere del campionato (secondo del suo girone) e protagonista assoluto del primato del Napoli nella prima fase della stagione, conclusasi con la sconfitta in semifinale scudetto contro la Roma, poi vincitrice.
Destro naturale, Pesce ha una freddezza abbastanza inconsueta per un giocatore della sua età, sia quando si presenta davanti al portiere che sui calci di rigore, dove si dimostra altrettanto implacabile. Ha tutte le carte in regola per essere un trascinatore tecnico, che invita i propri compagni a consegnargli la palla, perché una soluzione riuscirà sempre a tirarla fuori. Pesce è un giocatore esuberante ma che non dimentica i restanti 10 compagni, dato che non si risparmia mai in fase di prima pressione e nel lavoro sporco per la squadra: non è scontato a 15 anni avere già un senso di responsabilità anche per gli altri compagni, specialmente se hai un tasso tecnico oggettivamente più elevato di molti dei sopracitati. Questo spirito di leadership che ha insito nel suo carattere gli ha permesso di essere tenuto in considerazione anche dalla categoria U-16, nella quale ha giocato diverse volte e senza sfigurare, sia tecnicamente che dal punto di vista della personalità di fronte a giocatori più grandi di lui.
Come molti napoletani, Antonio Pesce vive la sua avventura con il Napoli come un privilegio: lavora, si allena, suda e lotta per i colori che ha sempre amato fin da piccolo, sente la maglia azzurra come una seconda pelle, che lo spinge ancora di più a superare i suoi limiti e a migliorarsi quotidianamente per avere un futuro ancora più roseo di quello che già gli si prospetta di fronte. Uno dei fondamentali che ancora deve perfezionare è quello del colpo di testa: nonostante la sua struttura fisica imponente per la sua età, non riesce totalmente ad incidere sui palloni alti, ma il suo senso della posizione ed il suo fiuto per il gol riescono talvolta a mascherare questo suo difetto, sul quale sta già lavorando.
Sa muoversi, ha senso del dovere sia per se stesso che per i compagni, ha talento da vendere, a livello fisico e tattico è molto più avanti di tanti tra i suoi coetanei: se riesce ad avere uno sviluppo fisico e mentale adeguato può guardare il futuro col sorriso, perché nella sua categoria ci sono pochissimi talenti così puri. Antonio Pesce “nuota” davanti a tutti, con lo sguardo che guarda sempre quello stemma sul cuore, la squadra che più ama, sognando un giorno di poter addirittura indossare la maglia della prima squadra.