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L’Argentina ha fatto un passo indietro
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5 anni fa:
La pausa per le Nazionali si è conclusa, con le varie selezioni impegnate nelle qualificazioni per le prossime competizioni continentali oppure in semplici amichevoli. Quest’ultimo è il caso delle squadre sudamericane, che si stanno preparando per affrontare l’imminente Copa América, al via il prossimo 14 giugno in Brasile.

A parte il Qatar, invitato a questa edizione insieme al Giappone, per l’Argentina il girone è tutto tranne che semplice.
L’Argentina, dopo l’ultimo disastroso mondiale targato Sampaoli, ad agosto ha scelto Lionel Scaloni come ct ad interim. Scaloni, dopo le prime 6 partite sulla panchina della Selección, è stato confermato fino alla Copa América, successivamente verranno fatte ulteriori valutazioni.
Questa decisione è stata presa principalmente per le grosse difficoltà che ha avuto l’AFA nel trovare un sostituto di livello: tutti i candidati hanno cercato di evitare la panchina dell’Albiceleste, a causa dei tanti problemi che ci sono in federazione, dove manca un progetto chiaro da ormai troppo tempo. Ma El Gringo Scaloni, nelle sue prime uscite, ha anche convinto tutti sul piano del ricambio generazionale e del gioco, una cosa che non poteva passare inosservata.
Nelle prime 6 partite della nuova Argentina, l’Albiceleste ha vinto contro Guatemala, Iraq e due volte contro il Messico, mentre ha pareggiato con la Colombia e perso contro il Brasile all’ultimo minuto. In queste amichevoli Scaloni ha fatto debuttare ben 16 giocatori, accantonando la vecchia guardia per dare spazio ai giovani.
Dopo aver fatto bene nelle prime uscite, l’Argentina non si è confermata nelle ultime due amichevoli, perdendo contro il Venezuela e vincendo nel finale contro il Marocco.
SISTEMA DI GIOCO BOCCIATO
Nella prima amichevole, disputata al Wanda Metropolitano di Madrid, Leo Messi è tornato a vestire la camiseta della Selección dopo l’ultima partita del Mondiale, persa contro la Francia. In Argentina, ma non solo, c’era la curiosità di rivedere il proprio leader tecnico inserito in mezzo ai giovani.
Scaloni, dopo aver utilizzato principalmente la difesa a 4, contro il Venezuela ha optato per una linea a 3, schierando Foyth, Mercado e Lisandro Martínez. Quindi due difensori giovanissimi (entrambi 1998) insieme al più esperto difensore del Siviglia. In mezzo al campo agivano Paredes e Lo Celso, con Tagliafico sulla catena laterale di sinistra e Montiel sulla destra. Davanti il trio offensivo composto da Messi, El Pity Martínez e Lautaro.
Le cose migliori si sono viste dal centrocampo in su, con i laterali che hanno spinto molto e sono andati costantemente sul fondo creando pericoli. Lo Celso in mezzo al campo ha offerto la solita prova di grande qualità, anche se per sfruttarlo al meglio andrebbe messo qualche metro più avanti. Anche Messi ha disputato una buona partita, è lui che ha guidato la transizione che ha portato all’unico gol dell’Argentina. Gol segnato da Lautaro Martínez, uno che ha veramente i colpi del grande attaccante e che va fatto giocare, non ci sono scuse.

Messi arriva sulla trequarti avversaria in contropiede, apre a sinistra con un bel passaggio verso Lo Celso, quest’ultimo alza la testa e manda in profondità Lautaro. El Toro è bravo ad attaccare lo spazio e non fa sconti, ma Lo Celso dimostra ancora una volta di dare il meglio di sé nell’ultimo terzo di campo avversario.
L’Argentina, però, ha mostrato alcuni passi indietro sul piano del gioco, soprattutto nella risalita del campo e in fase di prima impostazione. La linea a 3 non è stata una mossa intelligente, e nella testa di Scaloni non deve più ritornare.
Ancora peggiore è stata l’idea di far giocare Mercado in posizione centrale, il gol del vantaggio del Venezuela arriva soprattutto per un suo errore di lettura su una palla lunga. L’attuale difensore del Siviglia può tornare utile, ma al massimo come ricambio sulla destra, e non come difensore centrale.

La linea difensiva dell’Argentina in questa situazione non si posiziona bene, ma l’unico pericolo è Rondon e Mercado se lo lascia sfuggire alle proprie spalle come un difensore inesperto.
Lisandro Martínez era al suo esordio assoluto con la Nazionale maggiore, sta giocando molto bene in patria con il Defensa y Justicia (secondo in classifica) ed è di proprietà del Newell’s. È uno dei difensori più futuribili d’Argentina, ma non è ancora pronto e gli serve altra esperienza.
Leandro Paredes, in una mediana a 2 con compiti più da interdittore, è apparso in affanno. Scaloni dovrà assolutamente trovargli la posizione migliore, sarà lui il primo faro che dovrà illuminare la manovra Albiceleste in Copa América.
Durante la partita contro la Vinotinto ha sorpreso poi la decisione di Scaloni di non far entrare in campo Dybala, con il primo cambio offensivo arrivato al 70’ sul 2-1, con l’ingresso di Benedetto per Lautaro. A pochi minuti dalla fine Foyth ha commesso un fallo ingenuo in area di rigore e Josef Martínez ha siglato il definitivo 3-1 per il Venezuela.
Doveva essere una partita di conferma, ma le scelte di Scaloni si sono rivelate sbagliate e si sono salvati in pochi: il solito Messi, Lo Celso e Lautaro – i due giovani più importanti e forti che ha l’Argentina in questo momento – e la sicurezza di Tagliafico sulla sinistra.
VITTORIA CHE SERVE PER IL MORALE
Nell’altra amichevole contro il Marocco Scaloni ha deciso di tornare alla difesa a 4, schierando Pezzella e Kannemann come difensori centrali, con Montiel ancora sulla destra e Acuña sulla sinistra. Davanti alla difesa è stato schierato Guido Rodríguez, centrocampista ex River che milita nel campionato messicano, con Paredes ed El Tucu Pereyra come mezzali. Davanti non c’era Messi, che si sapeva avrebbe giocato solo la prima amichevole, e sono stati scelti Dybala e De Paul, insieme al confermato Lautaro. Il modulo era una sorta di 4-4-2, con Pereyra e De Paul che agivano sugli esterni in fase di non possesso, lasciando Dybala e Lautaro davanti.
L’Albiceleste ha faticato ancora molto, soprattutto in fase di rifinitura. La retroguardia del Marocco si è imposta vincendo i duelli aerei più importanti ed ha corso pochi rischi. In difesa, però, grazie alla linea a 4 sono arrivati meno pericoli, la presenza di due difensori forti ed esperti come Pezzella e Kannemann ha contribuito.

Fase di possesso dell’Argentina: i 3 centrocampisti sono troppo piatti e rimangono indietro, mentre tutto il trio offensivo si getta in avanti cercando la profondità e nessuno va incontro al portatore di palla. Paredes lancia lungo e la difesa del Marocco allontana.
Ha convinto poco Acuña, che è principalmente un esterno offensivo ma in Nazionale è stato spesso adattato come terzino; un altro a deludere fortemente è stato Dybala, voluto in campo da tutto il popolo: la Joya ha ricevuto 29 palloni, ne ha persi 9, e ha tentato solo 2 tiri verso la porta, senza inquadrarla. Dybala era alla diciannovesima presenza con la Selección, ma ha segnato solo una rete. In Nazionale non è mai riuscito ad incidere e la pazienza dei tifosi sembra arrivata al limite. L’inedita coppia con Lautaro non ha funzionato, entrambi sono stati sostituiti infatti nella ripresa.
A decidere la partita è stato un guizzo nei minuti finali di Ángelito Correa, attaccante 24enne dell’Atlético Madrid. Correa è una delle armi offensive più importanti dell’Argentina, anche con la maglia dei Colchoneros ha deciso diverse gare entrando dalla panchina e spaccando i match. Non sarà un sicuro titolare, ma Scaloni difficilmente rinuncerà ad uno come lui in vista della Copa América.

Di questo gol di Ángelito vanno sottolineate tre cose: la caparbietà dopo aver perso la prima palla nel riproporsi subito verso il compagno, lo stop magnetico e la presenza di Pereyra che tiene impegnato il difensore avversario. Poi la pulizia tecnica di Correa fa il resto.
IL BILANCIO FINALE
Prima della Copa América non ci saranno altre amichevoli, è finito il tempo degli esperimenti. Scaloni nei prossimi mesi si ritroverà con molti dubbi, ma il suo mini-ciclo sulla panchina della Selección al momento è da sufficienza piena.
I giocatori fondamentali, però, per questa Argentina si riconoscono facilmente: Franco Armani sarà imprescindibile in porta, così come Pezzella, Kannemann, Otamendi e Tagliafico in difesa. Già andando a vedere i possibili 7/8 volantes ci sono più dubbi: Lo Celso e Paredes sono indiscutibili, Palacios deve rientrare da un brutto infortunio ma ha le qualità per imporsi anche come titolare. Di María, nelle convocazioni, è sempre stato inserito come centrocampista e quindi anche lui non potrà mancare.
Davanti, al momento, Messi e Lautaro sono indiscutibili, e come aggiunto prima anche Correa difficilmente rimarrà fuori. Poi i tanti dubbi: da Aguero fino a Benedetto, passando per El Pity Martínez, Dybala e Icardi.
Le scelte di Scaloni saranno fondamentali, ma la cosa più importante che dovrà fare El Gringo sarà, come sempre, mettere Messi al centro del villaggio. Questo non significa puntare tutto su di lui, ma affiancare giocatori funzionali allo stile di gioco di Leo, che possano aiutarlo, dandogli più libertà e meno responsabilità tecniche. In poche parole, Scaloni dovrà fare quello che non sono riusciti a fare i suoi predecessori. L’appuntamento è fissato al 14 di giugno in Brasile, ci sarà da divertirsi.
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Coppa Italia
Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

Pubblicato
2 giorni fa:
Dicembre 5, 2023
PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.
COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE
Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.
Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.
IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA
Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.
PROBABILI FORMAZIONI
Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano
Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia
ESCLUSIVE
ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

Pubblicato
2 giorni fa:
Dicembre 5, 2023
La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.
Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.
Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI
Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.
“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.
Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?
“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.
Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?
“È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.
Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?
“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.
Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?
“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.
Qual è invece il sogno per il futuro?
“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”.
Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project
Generico
Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”
Pubblicato
2 giorni fa:
Dicembre 4, 2023
Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.
DEPRESSIONE – “ Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.
UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.
Flash News
Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

Pubblicato
3 giorni fa:
Dicembre 4, 2023
Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.
Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.
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