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La nuova Argentina: giovani e tanta voglia di fare per la Selecció

La nostra prima pagina

La rinascita dell’Argentina

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Per tutti è difficile patire il dolore di una pesante sconfitta, soprattutto quando quest’ultima arriva in maniera dirompente senza darti nemmeno la possibilità di poter constatare con il giusto tempo tutte le cause che hanno portato alla disfatta. Ovviamente però, come sanno tutti, l’importante è rialzarsi e non ricadere più negli stessi errori. Questo sembra essere il caso emblematico dell’Argentina. Dopo un mondiale disastroso la Selección sta provando a ricostruire, con un progetto serio, ben programmato e lungimirante che vede come cardini centrali i giovani e tutti coloro che sono rimasti offuscati dalla gestione Sampaoli.
Ripartire era obbligatorio per l’Argentina, vista la pessima figura offerta nella spedizione russa, la quale non ha regalato altro che sofferenza e rancore al suo popolo, rimasto deluso e sconfortato poiché, nonostante il grande e solito apporto mostrato verso la squadra, non si è mai visto ricambiato sul campo se non con tremende prestazioni, che hanno causato l’eliminazione prematura dei sudamericani dalla Coppa del Mondo.
Ad oggi però la situazione è diversa: nuovo allenatore, nuovi convocati e nuove speranze con un solo obiettivo. Riportare la propria nazionale a lottare per essere la prima nel mondo.

CAMBIO RIVOLUZIONARIO

I primi effetti della “rivoluzione” sull’Albiceleste si stanno già cominciando a intravedere. Come guida tecnica è stato scelto Lionel Scaloni, che rivestirà il ruolo di coach ad interim molto probabilmente fino alla fine del 2018 per poi lasciare il posto al nuovo allenatore per la Coppa America e le qualificazioni mondiali. Per quanto riguarda i giocatori invece non si è badato a considerazioni di nessun genere e quindi a casa Messi, Mascherano, Di María, Aguero, Higuaín, Otamendi, Fazio, Biglia, Banega e Perez, che avevano costituito il gruppo storico delle ultime stagioni, per fare spazio a Paredes, Lautaro, Gonzalo Martinez, Icardi, Vazquez, Simeone, Pezzella, Funes Mori e anche a calciatori come Dybala, Pavon, Meza e Lo Celso, poco utilizzati in Russia.
Sarà molto importante per l’Argentina il test del 12 settembre contro la Colombia, per vedere all’opera i nuovi convocati, anche se  Scaloni ha avuto già buone risposte dopo la gara con il Gautemala, avversario non impossibile, terminata 3-0.
Tra queste sicuramente vi è la prestazione offerta da German Pezzella contro i centroamericani. Il difensore della Fiorentina ha mostrato sicurezza e capacità nel guidare un reparto delicato come quello difensivo, che ha bisogno sicuramente di diversi rinforzi dopo i molti gol concessi nella kermesse russa. Inoltre sia Scaloni che tutta la federazione sembrano voler puntare su questo profilo, insieme ad altri come Funes Mori, anch’egli voglioso di tornare a difendere e ad onorare i colori argentini. Infine nel pacchetto arretrato ha messo in mostra tutte le sue potenzialità Alan Franco, giovane difensore argentino dell’Independiente che sta stupendo tutti in patria, facendo sempre più capire come la qualità del calcio in Argentina stia tornando ad alti livelli, con un conseguente beneficio per la nazionale.

CLASSE E TALENTO PER LA MEDIANA

Sicuramente una delle questioni maggiormente affrontate dai tifosi dell’Albiceleste é quella legata al centrocampo. Durante la gestione Sampaoli vicino al perno Mascherano si sono alternati Lanzini, Gago, Biglia, Banega e Perez senza mai però dare ordine e compattezza al reparto centrale della squadra, ma mancando spesso nella fase di copertura e mettendo in difficoltà la difesa. Oltre a ciò anche le qualità tecniche sono venute a mancare, visto che nessuno dei cinque giocatori è mai riuscito ad imporsi nel ruolo di regista per dare i giusti assetti alla squadra ed innescare le ripartenze degli attaccanti. Da qui la decisione di investire su due promettenti giovani con grande esperienza internazionale: Leandro Paredes e Giovani Lo Celso.

Il primo ormai è un punto fermo dello Zenit di San Pietroburgo e sembra esser pronto per un’avventura più importante che lo consacri nel grande calcio. In Argentina puntano molto su di lui vista l’ottima visione di gioco e il perfetto senso della posizione che , conditi dalla buona capacità d’inserimento e da una tecnica di primo livello, lo rendono uno dei profili più appetibili per la mediana del futuro.
Il secondo invece è stato lanciato da Unai Emery ai tempi del PSG e si è subito dimostrato all’altezza dei palcoscenici più importanti. L’attuale giocatore del Betis vanta, oltre che una grande personalità, degli ottimi piedi con cui riesce sempre a trovare il guizzo giusto per mandare in porta gli attaccanti, misto ad una brillante capacità di amministrare e gestire il pallone, qualità che ha già sfoggiato nell’ultima amichevole con Guatemala, la quali lo rendono adatto per svolgere il ruolo nel futuro centrocampo dell’Argentina.
Occhio infine a due prospetti molto interessanti come Gonzalo Martinez, subito in gol alla prima, e Santiago Ascacibar, che scalpitano per un posto nella Selección.

DAVANTI SI PARLA ITALIANO

Questo si sa, da sempre l’Albiceleste pesca nel nostro campionato i giocatori migliori per il reparto offensivo. Basti pensare ad esempi celebri come Maradona, Batistuta, Crespo ed anche ai più recenti come Higuaín e Palacio.
Ad oggi invece la rivoluzione argentina è andata a toccare alcuni tasselli dell’attacco ma non la loro provenienza.
Difatti tra i ventinove convocati di Scaloni spiccano i nomi di Dybala (Juventus), Icardi e Lautaro (Inter) e Simeone ( Fiorentina).
Proprio quest’ultimo si è visto in grande spolvero contro Guatemala, timbrando il cartellino alla sua prima presenza. Il Cholito ha subito mostrato grinta, passione e spirito di sacrificio, tutte componenti fondamentali per giocare in una nazionale come quella sudamericana. Nonostante la concorrenza sia di primo livello non si può negare come l’attaccante viola nelle ultime stagioni abbia alzato di molto l’asticella del rendimento, facendo ricredere in primis tutto il popolo argentino sul suo attuale valore.
Per Icardi invece il discorso continua ad essere un altro. Superate le vecchie scorie con Maradona ad oggi il numero nove dell’Inter prova a farsi spazio anche all’interno dell’Argentina, in cui ha sempre risposto presente quando chiamato in causa con buone prestazioni e gol. Ora potrà mettere in mostra tutto il suo talento per diventare il centravanti della nazionale, magari in coppia con il nuovo compagno Lautaro Martinez.
L’argomento più discusso però rimane Paulo Dybala. La Joya sicuramente ha ancora qualcosa da dimostrare ma il suo talento non è in discussione così come l’enorme voglia di diventare un simbolo per la sua nazione. La domanda però è sempre quella: “Può convivere con Messi o uno dei due va messo in panchina?“. Il dilemma continua ad essere lo stesso anche se le risposte piano piano stanno cambiando. Infatti dopo il disastro mondiale i tifosi argentini hanno chiesto di dare maggiore spazio allo juventino senza escludere una partecipazione in campo con Messi, che sicuramente cambierebbe gli equilibri della squadra, per farlo crescere ed affermarsi definitivamente come futuro Diez dell’Argentina.
Di certo la strada da percorrere per tornare ai grandi livelli è ancora tanta, ma il talento e la voglia di rivalsa aiuteranno la Selección ritrovare il suo smalto perduto.

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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