Dopo la debacle verdeoro nei quarti di finale del Mondiale tra Brasile e Croazia, va in scena la gara tra Argentina e Olanda.
IL BRASILE
Neymar, dopo avere siglato la rete del vantaggio, supera Pelè e diventa il miglior marcatore della storia della Nazionale. Mentre O’Rey lotta per la vita, O’Ney lotta per la supremazia della Seleção.
Si aspettava di disputare un incontro contro la Seleccion e lasciare Qatar 2022 con una stella in più sulla maglia.
Il numero dieci aveva un conto in sospeso con la storia: il Mineirazo l’ha vissuto da spettatore, fermo ai box per un grave infortunio. Stavolta è in campo, ma resta a guardare soccombere la sua squadra dagli undici metri. Sarebbe stato il quinto tiratore, ma non arriverà mai sul dischetto per via degli errori dei compagni. D’altronde i rigori li sbaglia chi ha il coraggio di calciarli.
Argentina e Olanda non intendono perdere quest’occasione. Perché guai a sottovalutare la Croazia, ma il Brasile era tutt’altra cosa.
I PRECEDENTI
Nel prepartita escono le formazioni ufficiali: l’Albiceleste si schiera a specchio. Il tecnico Van Gaal apostrofa questo accorgimento tattico come sintomo di insicurezza: “sembra abbiano paura di noi”.
Nell’estate del 1978 si disputa la Coppa del Mondo in Argentina la quale, vittima di un colpo di Stato, vede instaurarsi il regime terroristico di Jorge Videla. Il dirigente organizzatore della competizione, Il viceammiraglio Carlos Lacoste, vuole dipingere un’immagine di un popolo felice e ordinato e di un’organizzazione irreprensibile.
Ma c’è chi non si fida di questa presentazione di facciata: tra questi c’è l’olandese Johan Cruijff, il quale si rifiuta di partecipare al Mondiale per timori sulla propria incolumità.
La Seleccion, per raggiungere la finale, deve battere il Perù con almeno quattro reti di scarto. La mermelada peruana: l’estremo difensore dei Los Incas Ramón Quiroga, nato a Rosario, osteggiato dal governo argentino, subisce sei gol.
Nell’ultimo turno della competizione l’Albiceleste di Menotti sfida gli Orange e, ai tempi supplementari, vince il torneo. Lo stesso che oggi è il direttore tecnico delle nazionali dell’Argentina. Da allora Mister Van Gaal, al tempo giocatore di calcio, disprezza i giocatori argentini. Il tecnico, ai tempi del Barça, ha uno screzio con il neoacquisto Riquelme. El Mudu, arrivato dal Boca Juniors campione del mondo viene accolto con la seguente premessa:
“Non sono io che ti ho richiesto. Anzi, fosse stato per me neppure ti avrei voluto”.
Nel 1998 le Nazionali si affrontano un’altra volta nella fase a eliminazione diretta del Mondiale. Ai quarti di finale la partita è ferma sull’1-1 e la sfida prosegue sino ai tempi supplementari.
Frank De Boer fa un lancio di quaranta metri sui piedi di Dennis Bergkamp. A opinione di Thierry Henry il centravanti dei Gunners è il migliore giocatore con cui abbia avuto il piacere di giocare. Per il francese Lionel Messi è talmente forte che va messo su un altro piano, perché gioca un altro sport.
L’olandese non volante fa uno stop orientato con il piede destro e, saltato Roberto Ayala, di collo esterno mancino supera Carlos Roa. Una prodezza degna di un fuoriclasse del suo talento. Il telecronista Jack van Gelder si lascia andare a delle urla squagliate con cui invoca il nome del numero dieci. L’Olanda fa fuori l’Argentina e accede alle semifinali. Il talento degli Orange dichiara:
“Ho seguito l’istinto. È stato il gol più bello e più importante della mia vita”.
Prima del Mondiale di Sudafrica 2010 il coach del Bayern Monaco si esprime sull’Argentina, una delle favorite della competizione, al tempo capitanata da nientemeno che El Diez Diego Armando Maradona:
“Può anche avere i migliori giocatori del mondo, ma serve un buon tecnico”.
Nell’estate del 2014 Van Gaal diviene il nuovo allenatore del Manchester United e i Red Devils acquistano tre argentini: Rojo, Di Maria e Romero. El Fideo non si nasconde: “il peggiore allenatore che abbia avuto”. Discorso diverso per l’estremo difensore con cui aveva vinto anni prima l’Eredivisie con l’AZ Alkamaar. Il portiere dichiara:
“Mi ha aiutato quando sono arrivato. Nessuno mi voleva e Van Gaal ha salvato la mia carriera”
Nel 2014 Louis Van Gaal è alla guida della sua Nazionale. La squadra non è tra le migliori, eppure riesce a raggiungere le semifinali contro l’Albiceleste e, ai tiri dagli undici metri, viene neutralizzata dalle parate di Romero. Ferito nell’orgoglio: tu quoque, Brute.
LA PARTITA
La Seleccion gioca sulle individualità dei singoli, mentre gli Orange sono una formazione molto unita. Il mister ha saputo fare esprimere un gioco corale senza rinunciare alla compattezza difensiva. A dispetto dell’Olanda, Messi è il fulcro della manovra offensiva e, come confermato da Emiliano Martinez, la squadra conta infintamente poco.
In questo senso, Van Gaal si esprime anche sulla centralità della Pulga e rivela:
“Nel 2014 non ha toccato un palone e, abbiamo solo perso ai rigori, Ora vogliamo la rivincita”.
Dopo una prima fase di studio reciproco, l’Albiceleste apre le danze: Messi addomestica la sfera e con grande maestria fa un passaggio magnifico, una palla leggiadra che imbuca centralmente per Molina, il quale segna la rete del vantaggio. Il capitano mette a segno il quinto assist nella fase a eliminazione diretta del Mondiale e supera il record di Pelè.
Nella ripresa Dumfries fa un fallo ingenuo su Acuña e regala un calcio di rigore a Messi. Il dieci ne ha sbagliati tanti in carriera, soprattutto con la Nazionale, ma stavolta spiazza l’estremo difensore olandese e raddoppia per i suoi, eguagliando le reti di Batistuta al Mondiale.
Quando la partita sembra andare incontro a un esito scontato l’Olanda riesce a riacciuffare un pareggio insperato. Gli Orange si costringono a giocare ogni pallone, persino l’ultimo calcio di punizione della partita, che Weghorst riesce a capitalizzare in porta.
Lautaro Martinez è un calciatore sensibile e si sono già sollevati gli animi, ma l’esperienza gli ha insegnato a non farsi trascinare dalle emozioni. Ai rigori avere la meglio è la Nazionale Albiceleste. Messi esulta di fronte alla panchina del tecnico olandese con le mani alle orecchie come Riquelme.
Una squadra trascinata da decine di migliaia di voci e supportata da milioni di persone. Messi sta dimostrando di essere un leader di cui la Nazionale ha bisogno. E c’è spazio anche per una provocazione:
“Van Gaal dice di giocare un bel calcio, ma alla fine tira solo pallonate”.
L’Argentina è in semifinale dove incontrerà la rivelazione Croazia: una sfida ad alto contenuto sportivo e non adatta ai deboli di cuore.