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Pillole tattiche sull'Italia di Roberto Mancini

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Pillole tattiche sull’Italia di Roberto Mancini

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L’Italia di Mancini fa 6 su 6, in gare ufficiali, portandosi ad un passo dalla fase finale di Euro 2020. Un risultato che non sembrava per nulla scontato all’inizio dell’avventura del tecnico iesino. L’allenatore ex-City e Inter ha ereditato una situazione disastrosa dal punto di vista emotivo, e delle macerie ancora più profonde dal punto di vista tattico e tecnico.

Ma in cosa Mancini ha migliorato la squadra, soprattutto tatticamente?

PRINCIPI DI GIOCO

Nonostante la tradizione calcistica italiana dica chiaramente che il meglio della scuola è stato dato giocando in contesti reattivi, con squadre che puntavano sulla loro forza difensiva e di conseguenza a contrattacchi veloci, Mancini ha messo in chiaro fin dalle prime gare di Nations League che l’Italia sarebbe ripartita da un gioco di possesso.

Non è un caso che Jorginho sia un calciatore insostituibile per il tecnico azzurro, così come Bonucci difficilmente mancherà mai dalle rotazioni della squadra, e affianco al mediano del Chelsea sono stati schierati giocatori come Verratti o Sensi, pure loro abituati a tenere la palla, con qualità non certo difensive.

Il possesso dell’Italia viene consolidato con 3 difensori. Florenzi (contro l’Armenia) e Izzo (contro la Finlandia) sono rimasti in linea con i due centrali, facendo circolare sempre la palla dal basso. Più in avanti Jorginho è il punto di riferimento principale per sviluppare la manovra, ma quando il regista italo-brasiliano è marcato Verratti o Sensi si abbassano per dare un’ulteriore linea di passaggio, mentre Barella aveva il compito di muoversi fra le linee, e provare a giocare alle spalle della linea di pressione.

A dare ampiezza ci pensavano Emerson, sulla sinistra, e Chiesa sulla destra, con Bernardeschi a giocare nello spazio fra il centrale e il terzino. L’altro italo-brasiliano del Chelsea è stato la chiave di volta per la vittoria contro l’Armenia. L’ex terzino della Roma ha affinato tantissimo le sue qualità con Sarri, nella scorsa stagione, e di conseguenza sposta la centralità della manovra della squadra sulla sinistra, così il lato destro diventa quasi sempre uno sbocco per la manovra con dei cambi di gioco o dei lanci sul secondo palo.

Il gol del pareggio di Belotti, quindi quello più importante della prima gara di questo turno di qualificazioni, è nato da un’azione individuale di Emerson.

Contro la Finlandia la squadra ha affrontato diverse difficoltà nello sviluppo della manovra con velocità. La squadra nord-europea ha chiuso bene gli spazi, non ha avuto problemi ad abbassarsi, e ha reso difficile la ricerca della superiorità numerica alle spalle delle linee di pressione.

L’infortunio di Emerson ha reso più complicata la situazione, l’ingresso di Florenzi come esterno sinistro de facto ha creato una novità tattica: il capitano della Roma doveva rientrare sul piede forte per creare gioco, così Mancini ha cercato la soluzione più intuitiva, ovvero quella di puntare sul talento indiscusso di Chiesa nel creare confusione, e occasioni dal nulla.

 

Il giocatore che però più ha impressionato in questa doppia sfida è stato Lorenzo Pellegrini. Mancini gli ha dato compiti ben diversi da quelli che sta cercando di cucirgli addosso Fonseca a Roma. Il tecnico italiano vuole utilizzare la qualità del centrocampista romano negli ultimi metri, e anche le sue doti di inserimento. In occasione dell’1-2 in Armenia Pellegrini si inserisce e colpisce di testa con una percussione tipica del trequartista incursore, mentre ad inizio Finlandia-Italia era addirittura dato ufficialmente come ala sinistra nel 4-3-3.

Come si nota dalle immagini in alto, in realtà Pellegrini si accentrava, avvicinandosi alla punta, e giocando nel mezzo spazio sinistro, lasciando la fascia a Florenzi. Inoltre di fatto andava ad ingrossare l’area di rigore, sfruttando i suoi centimetri, quando il gioco veniva creato sul lato destro del campo.

I PROBLEMI DA RISOLVERE

L’Italia non è comunque una squadra perfetta. Ha ancora dei difetti abbastanza evidenti in transizione negativa, una scelta che nasce in maniera collaterale a quella di voler portare più uomini sulla trequarti offensiva. Il gol di Karapetyan nasce da un 3 vs. 3 velocissimo gestito bene dai padroni di casa, con la squadra di Mancini in ritardo e mal posizionata.

Nei singoli invece sembra che manchi ancora qualcosa nel reparto offensivo. Immobile si è sbloccato dopo un’astinenza lunga due anni, ma non sembra adattarsi al meglio al gioco ragionato e a volte lento della squadra, così come Belotti, pur essendo un giocatore bravo dentro l’area di rigore, è molto lontano dalla pulizia tecnica che si richiede a un centravanti di una squadra simile. Mancini probabilmente sta aspettando segnali da Balotelli e Kean, ma la sensazione è comunque quella che, senza l’infortunio di Insigne, avrebbe puntato ancora su un tridente leggero, con Bernardeschi falso centravanti.

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Flash News

Martinez: “Genoa bell’ambiente, l’obiettivo è la salvezza”

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Josep Martinez, portiere del Genoa, Serie A, Coppa Italia

Josep Martinez, portiere del Genoa, ha parlato in un’intervista a Il Secolo XIX della sua avventura in rossoblù. Tra le sorprese di quest’annata c’è sicuramente il Genoa di Alberto Gilardino. Nonostante sia una neopromossa, dopo il 2° posto in Serie B nella passata stagione e il ritorno in A, i rossoblù hanno mostrato risultati e calcio di livello. Al momento, infatti, i liguri sono al 12° posto in classifica, a +10 sulla salvezza; Un risultato forse inaspettato alla vigilia, per una squadra che lotta per non retrocedere.

Questo merito di una squadra gestita bene dal mister, ma fatta di giocatori di livello, tra cui l’estremo difensore Josep Martinez, spagnolo ex Lipsia. Quest’ultimo ha parlato a Il Secolo XIX dei motivi per cui ha scelto il Grifone, e degli obiettivi di questa stagione, che sta per volgere al termine.

SCELTA DELLA SQUADRA“Fin da bambino ho sempre avuto come desiderio di giocare per una squadra che avesse intorno a sé una passione come quella che ha il Genoa“.

AMBIENTE“La gente è la parte più importante del calcio, qui ho trovato un ambiente che mi piace“.

OBIETTIVIPrima di tutto la salvezza, la partita con il Frosinone è un crocevia molto importante. E poi dobbiamo continuare a fare risultati”.

 

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Calciomercato

Di Gregorio: “Ritorno all’Inter? Sto bene al Monza”

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Michele Di Gregorio, calciatore del Monza - Serie A, Coppa Italia

Il portiere del Monza Michele Di Gregorio ha parlato a La Stampa del suo futuro prossimo, tra Inter, Monza e non solo. Tra i portieri ormai non più rivelazione ma certezza del nostro campionato c’è l’estremo difensore dei brianzoli. Sempre attento e da rendimenti di alto livello, Di Gregorio ha attirato su di sé diversi apprezzamenti delle big di Serie A, con l’Inter, club in cui è cresciuto, che potrebbe rappresentare la chiusura di un cerchio.

DI GREGORIO MONZA: LE PAROLE DEL PORTIERE

STO BENE AL MONZA “Mi piace pensare all’oggi senza guardare troppo in là perché altrimenti si fanno male le cose quotidiane. Voglio concentrami su questi due mesi col Monza. Poi, dopo l’ultima giornata di campionato, vedremo cosa ci sarà di concreto. Sto benissimo a Monza. Non ho bisogno di scappare. Se verrà qualcosa per fare uno step, lo valuteremo”.

CRESCITASono cresciuto tanto grazie ad Alfredo Magni, il preparatore di Donnarumma al Milan. Crede molto nell’intensità del lavoro e nell’utilità della palestra. Mi sono irrobustito. Nei giorni scorsi abbiamo fatto un patto nello spogliatoio tra giocatori e allenatore: dobbiamo superare i punti dell’anno scorso quando abbiamo chiuso a 52.Ora ne abbiamo 42. Dobbiamo pensare di poter vincere ogni partita a partire da quella col Torino”.

TORINO “È una squadra fisica che a tratti ti fa giocare male. Juric e Palladino sono allenatori simili, ma forse Palladino è più flessibile e aperto a provare situazioni nuove“.

MILINKOVIC-SAVICNon sai mai cosa farà quando ha il pallone: appoggio vicino o lancio a 70 metri. Ormai il portiere va studiato come un giocatore di movimento. A me piace partecipare alla costruzione dal basso, ti senti coinvolto”.

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Flash News

Si muove Oaktree, Zhang verso la cessione dell’Inter

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Inter zhang

L’Inter potrebbe presto cambiare proprietà e Steven Zhang potrebbe dunque presto non essere più il presidente della società. Come ormai noto, il prestito concesso dal fondo statunitense Oaktree è in scadenza il 20 maggio e l’attuale presidente nerazzurro ha provato a rinegoziarne i termini che prevedono la restituzione di 385 milioni di euro. Nei giorni scorsi sembrava potesse prendere quota questa soluzione, che avrebbe permesso a Zhang di restare alla guida del club. Secondo quanto riportato oggi dal Corriere dello Sport, però, la situazione sarebbe cambiata e la cessione del club da parte dell’imprenditore cinese sarebbe sempre più probabile.

Oaktree si è mossa per cercare potenziali acquirenti della società e avrebbe individuato un compratore interessato all’Inter. Infatti, sarebbe stata avviata anche una procedura di valutazione del club tramite una società di advisory che sarà selezionata a breve. Ad avviare tale procedura sarebbe stato proprio un compratore individuato dal fondo statunitense.

Dunque, come sottolineato dallo stesso Corriere dello Sport, l’unica strada percorribile al momento sembra essere quella della cessione della società da parte di Steven Zhang. Il 32enne è diventato presidente dell’Inter nell’ottobre 2018 e in questi anni ha contribuito alla crescita della società e al ritorno ad alti livelli. Con Zhang presidente, infatti, i nerazzurri hanno vinto un campionato e sono ad un passo dal secondo e hanno centrato una finale di Champions League. Inoltre, hanno riempito la bacheca anche con tre Supercoppe Italiane e due Coppe Italia.

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Furlani: “Leao vuole restare. Pioli? Mai stato a rischio”

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Furlani

Alla Gazzetta dello Sport, l’Amministratore Delegato del Milan Giorgio Furlani ha parlato di Leao, Pioli e non solo. Il Milan guarda al futuro, la stagione non è ancora finita e gli obiettivi, soprattutto l’Europa League, sono ancora in divenire. Una grande società, però, guarda sempre al futuro, come si evince dall’intervista, concessa alla Gazzetta dello Sport, da Giorgio Furlani, AD del club rossonero.

FURLANI, LE PAROLE DELL’AD ROSSONERO

OBIETTIVIL’obiettivo era e resta sempre vincere. Siamo comunque secondi. In campionato abbiamo 1 punto in meno della stagione dello Scudetto e 10 in più di un anno fa. Significa che abbiamo migliorato la squadra. L’Europa League è un obiettivo importante”.

IBRAHIMOVICIbrahimovic non ha deleghe formali per poter decidere. Mio rapporto con lui è fantastico, ma non dimentichiamo Moncada: Geoff è il numero 1. Ibra si confronta spesso con lui sui profili. Io mi occupo dell’investimento: se ho 100 non metto 80 su un solo giocatore”.

PIOLI“Spesso viene criticato, ma ha fatto risultati importanti. Nessuno dalla società ha mai parlato di panchina a rischio. Ora sarebbe ingeneroso valutarlo in base al futuro percorso in Europa League o all’esito del derby. La nostra stagione fin qui è stata buona“.

LEAOLeao vuole restare. Theo e Maignan hanno un contratto fino al 2026. Si parla di vendere o comprare ma spesso sono i giocatori a decidere del loro futuro. Speriamo restino con noi il più a lungo possibile e facciano ancora la differenza”.

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