Calcio e dintorni
Arsenal e Tottenham ad Alexandra Palace: storia di uno stadio mai costruito

Pubblicato
3 anni fa:
Sveglia, doccia, corposa English breakfast. In alcuni casi prima sigaretta ammazza tensione. Messaggi agli amici, scelta dell’orario di ritrovo con abbondante anticipo rispetto al calcio d’inizio. Jeans, maglietta rigorosamente ufficiale della stagione in corso o di un’annata passata, sciarpa. Scarpe, carta di credito (utilizzabile anche come tessera dei trasporti), abbonamento o biglietto e se proprio necessari felpa o giubbotto anti-pioggia.
Un rituale che si ripete da generazioni, ogni weekend, in ogni città dell’Inghilterra. Meglio se di sabato, la vera giornata del football nel Regno di sua Maestà. Il protagonista: il tifoso. La meta finale: lo stadio. Quell’esatto luogo dove sentirsi difensori diretti dei colori scelti alla nascita e che, parafrasando una massima nota, a differenza di moglie, credo politico e religioso, non potranno mai essere cambiati nella vita.
Un rituale che conoscono bene i tifosi di Arsenal e Tottenham – i due club più vincenti del calcio londinese – e che almeno due volte all’anno si ritrovano a svolgere in contemporanea, in occasione del North London Derby.
UN’IDEA CONDIVISA
Gunners contro Spurs, rossi contro bianchi. Cugini alla lontana che poco più di quarant’anni fa avrebbero potuto ritrovarsi però a convivere permanentemente sotto lo stesso tetto.
Era il 1977 e nel nord di Londra i consigli di amministrazione di Arsenal e Tottenham stavano coltivando infatti congiuntamente l’idea di costruire un nuovo stadio da poter condividere. Un San Siro in salsa British, insomma, con i due club inglesi a interpretare il ruolo ricoperto in Italia ormai da tempi immemori da Milan e Inter.
Un progetto affascinante ma irrealizzabile e che per questo vide prima il proprio tramonto della propria alba, lasciando su binari distinti due club che per poche ore parvero pronti a incontrarsi alla stessa stazione.

Facciata di Alexandra Palace, foto scattata dall’autore
UN LUOGO STORICO
“Arsenal Hotspurs” titolò il Daily Express, primo quotidiano a divulgare la notizia sabato 26 novembre 1977. Nella città del calcio, quella in cui ogni club è orgoglioso di avere una casa sua e solo sua, Arsenal e Tottenham erano infatti pronti ad abbandonare rispettivamente Highbury e White Hart Lane per ritrovarsi a metà strada. Nell’area di Muswell Hill. Nel distretto di Haringey. A pochi chilometri dai rispettivi impianti.
Il Chelsea aveva Stamford Bridge, il Millwall il The Den, il Crystal Palace Selhurst Park. E ancora il Fulham Craven Cottage, il West Ham Upton Park e il Brentford Griffin Park. E si potrebbe continuare l’elenco per ogni club londinese, fino ad arrivare ad Arsenal e Tottenham appunto, che da quel momento avrebbero avuto Alexandra Palace. O meglio, l’area sulla quale ancora oggi è presente Alexandra Palace, uno dei palazzi più iconici della capitale inglese.
Struttura vittoriana nota per essere stata la prima casa della TV britannica, con la BBC che nel 1936 trasmise proprio la sua prima trasmissione televisiva pubblica da una delle sue stanze, Ally Pally – come viene anche chiamato il palazzo da chi vive nei suoi dintorni – è da sempre sede di concerti (per informazione chiedere ai Rolling Stones), eventi sportivi nazionali e internazionali (come le finali del Campionato mondiale di freccette o di Snooker), oltre che di manifestazioni di vario genere (ogni anno organizza l’evento di fuochi d’artificio più famoso nella capitale inglese).
UNA FINESTRA SU LONDRA
Una vera e propria istituzione a Londra per quanto riguarda il settore di eventi e intrattenimento, ma che negli anni ’70 del Novecento non stava attraversando il suo massimo periodo di splendore. I costi per il suo mantenimento erano infatti elevati. Una sua demolizione avrebbe dunque consentito ad Arsenal e Tottenham di liberare l’area nella quale costruire il nuovo stadio condiviso, regalando ai propri tifosi una struttura all’avanguardia e dalla vista invidiabile.
Alexandra Palace si trova infatti in cima alla collinetta di Muswell Hill e dalla sua terrazza è possibile ammirare senza impedimenti la città di Londra. Considerato per questo uno dei punti migliori dai quali osservare la capitale, nei giorni più limpidi permette di vedere ben tre stadi di Premier League, ovvero rispettivamente quelli di Arsenal, Tottenham e West Ham United.
La sua posizione sopraelevata rende però al contempo quest’area più impegnativa da raggiungere per chi vive in centro città rispetto a un comune stadio tra le case, come diversi se ne trovano in quel di Londra.

Vista su Londra da Alexandra Palace, foto scattata dall’autore
UN PROGETTO COMPLESSO
Il progetto iniziale prevedeva non solo la costruzione di un nuovo impianto in cui disputare le partite, bensì anche di nuovi collegamenti ferroviari, con la realizzazione addirittura di una monorotaia, il cui compito sarebbe stato quello di collegare direttamente la collina con i piedi della città. Il risultato doveva essere quello di poter permettere ai 75.000 tifosi, che ogni fine settimana avrebbero riempito lo stadio, di raggiungere l’impianto più rapidamente e facilmente.
Un’idea fuori dagli schemi e la cui realizzazione risultò quasi immediatamente impossibile. Se Arsenal e Tottenham stavano pensando concretamente di lanciarsi in questa nuova avventura insieme, a mostrare un certo riserbo nei confronti di queste nuove costruzioni furono l’Haringey Council e il Greater London Council, organi statali per nulla disposti all’epoca a investire del capitale in questo progetto, come riportato allora dal Daily Express.
Oltre al nuovo stadio e alla monorotaia, la realizzazione di un palazzetto di pattinaggio su ghiaccio e di un’area destinata a ospitare eventi, negozi e ristoranti avrebbero poi dovuto completare quello che sarebbe stato a tutti gli effetti un complesso multi-sport. Il tutto per la cifra stimata di 20 milioni di sterline dell’epoca e per la gioia anche della Nazionale inglese.
Con il vecchio Wembley costretto a convivere con l’avanzare degli anni, un’altra idea era infatti quella di trasferire per le partite casalinghe la selezione dei Tre Leoni dallo stadio delle iconiche Twin Towers proprio a questo nuovo impianto nell’area di Alexandra Palace.
A sorgere sarebbe stata dunque una sorta di cittadina dello sport, pronta a ospitare ogni settimana migliaia di tifosi decisi a godersi un pomeriggio di buon football oltre che qualche pinta di birra ghiacciata.
UN TRAMONTO PRECOCE
Un’idea non proprio allettante per molti abitanti del luogo, abituati a vivere i propri weekends nella quiete di Alexandra Park, parco che si estende esattamente difronte alla facciata principale dell’omonimo palazzo.
Una serie di contro che ben presto finì per vincere sulla lista dei pro, non permettendo così ad Arsenal e Tottenham di trovare un accordo definitivo con i Councils sopra citati per poter dare inizio ai lavori.
Gunners e Spurs nel 1979 misero così la definitiva parola fine sulla realizzazione di un progetto che per poco tempo fece discutere i rispettivi tifosi. Chi favorevole e chi contrario, sebbene per Arsenal e Tottenham non sarebbe stata la prima volta in cui condividere uno stadio.

Facciata di Highbury, foto scattata dall’autore
UN PASSATO COMUNE
In passato, infatti, in ben due occasioni i due club londinesi si erano ritrovati inquilini dello stesso appartamento, seppur per poco tempo.
Durante la Prima Guerra Mondiale, nel settembre del 1916, White Hart Lane fu trasformato temporaneamente dal Dipartimento della Guerra britannico in una fabbrica di armi belliche e maschere antigas, costringendo così il Tottenham a dover cercare una nuova casa nella quale disputare le proprie partite. Un gentile aiuto arrivò proprio dai cugini dell’Arsenal, i quali misero a disposizione degli Spurs il loro leggendario impianto di Highbury, dove il Tottenham poté disputare oltre trenta gare nei successivi tre anni.
Un favore che proprio gli Spurs restituirono poi qualche anno più tardi, quando lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale portò il governo britannico a decidere di utilizzare lo stadio di Highbury come centro di controllo per la prevenzione di attacchi aerei (presidio ARP: Air Raid Precautions).
I Gunners si trasferirono così a White Hart Lane, dove disputarono la loro prima partita nell’ottobre del 1939, scendendo in campo poi su quello stesso manto erboso per più di altre 130 volte fino al 1945.

New Tottenham Hotspur Stadium, foto scattata dall’autore
UN FINALE DIVERSO
La costruzione di un nuovo stadio ad Alexandra Palace sarebbe stata però la prima grande vera occasione per le due società londinesi di insediarsi stabilmente sotto lo stesso tetto. Ciò che invece non avvenne, appunto, con l’Arsenal rimasto inquilino di Highbury fino al 2006 e il Tottenham di White Hart Lane fino al 2017.
Anni che hanno segnato il sorgere rispettivamente dell’ancora modernissimo Emirates Stadium e del futuristico New Tottenham Hotspur Stadium. Impianti che oggi conosciamo bene, ma che un diverso sviluppo della Storia avrebbe potuto veder non nascere mai.
Immagine di copertina scattata dall’autore
Potrebbe piacerti
-
Spalletti al Gran Galà: “La Nazionale è come il paradiso”
-
Bellingham vince il Golden Boy Award: “Sono orgoglioso, il mio segreto è la responsabilità”
-
McDermott risponde a Cellino in ESCLUSIVA: “Scoprii del mio esonero dai giornali!”
-
Guardiola dopo il Tottenham: “Deluso per l’arbitraggio, me nessun alibi”
-
Il City non vince più, contro il Tottenham un altro pareggio: Kulusevski segna al 90′!
-
Juventus, richieste dalla Premier per due talenti
Calcio e dintorni
Cellino e l’incredibile retroscena ai tempi del Leeds: allenatore esonerato per colpa di… un divano!

Pubblicato
3 giorni fa:
Dicembre 1, 2023Di
Simone Rippa
CELLINO LEEDS – Massimo Cellino è da anni una delle personalità più controverse e particolari del calcio italiano, e non solo. Infatti, l’attuale presidente del Brescia è stato il patron del Leeds nel periodo compreso fra il 2014 e il 2017, periodo in cui il club alternata promozioni e retrocessioni in Premier League.
Alla base dei vari problemi vissuti in alcune situazioni vi erano incomprensioni tecnico-tattiche, ma anche linguistiche. Infatti, secondo quanto dichiarato ai microfoni del Daily Mail, la pronuncia inglese dell’originario cagliaritano non è mai stata impeccabile. Pertanto, a causa di questa insufficienza linguistica, le conseguenze sono state importanti anche nel percorso del Leeds.
Nello specifico, la richiesta del presidente di cambiare un divano presente nel suo ufficio ha subìto un’interpretazione del tutto erronea, spingendo i dirigenti del club a esonerare Brian McDermott, allenatore in carica fino a quel momento. Il problema di fondo è stato l’incomprensione fra il termine couch (divano) e coach (allenatore). Inoltre, secondo quanto sottolineato da Cellino stesso, l’equivoco non è stato mai noto, venendone a conoscenza solo il giorno della vigilia del successivo impegno.
Un episodio molto controverso, quindi, che ha portato all’esonero di un indifeso allenatore a causa di, incredibile ma vero, un divano. Questo episodio, dunque, è sempre rimasto incompreso dai tifosi, che non hanno mai visto di buon occhio Cellino.
Calcio e dintorni
Dal Real Madrid alla NASA: Antonio Pintus studia la preparazione atletica degli astronauti

Pubblicato
4 giorni fa:
Novembre 30, 2023Di
Simone Rippa
PINTUS – Antonio Pintus è una delle figure “di secondo piano” tra le più note del calcio mondiale. L’italiano ricopre attualmente l’incarico di preparatore atletico del Real Madrid, apice della sua carriera professionale dopo una lunga avventura nello staff di mister Conte. Le sue metodologie di allenamento hanno stupito tutti per l’intensità e per l’efficacia derivata da esse, come sottolineato da Jude Bellingham ad inizio stagione. La sua tecnica ha incuriosito gli esperti di vari campi lavorativi, anche lontani dal rettangolo verde.
Infatti, secondo quanto riportato da Relevo, Pintus è stato convocato dalla NASA, l’organo spaziale statunitense, per approfondire la preparazione atletica degli astronauti. D’altro lato, invece, i responsabili dell’azienda amministrativa hanno studiato la metodologia del diretto interessato. In questo modo, l’obiettivo è acquisire i migliori segreti per incrementare la prestanza fisica degli astronauti. Si tratta di una collaborazione insolita, ma a testimonianza della grande ammirazione nei confronti di uno dei migliori professionisti nel suo ruolo.
Calcio e dintorni
ESCLUSIVA – La ‘Brigata Mai 1 Gioia’ di San Marino raccontata dai suoi partecipanti
Pubblicato
2 settimane fa:
Novembre 22, 2023
Sembrerà strano a dirsi, ma – alla fine di questa pausa – la nazionale del San Marino vive uno dei momenti migliori della sua storia recente. È vero: i biancazzurri hanno concluso il loro gruppo di qualificazione ad Euro 2024 con nove sconfitte su nove partite giocate, ma nelle ultime tre gare del girone (contro Danimarca, Kazakistan e Finlandia) San Marino ha realizzato altrettanti gol, segnando a tutte e tre le compagini affrontate. Un vero e proprio record, considerando che non era mai successo nella storia della nazionale.
Ad essere felici, quindi, non sono solo i componenti dello staff tecnico e i giocatori, ma anche e soprattutto i tifosi del San Marino che, spoiler, sì, esistono. Ma non solo, la nazionale può vantare addirittura di un gruppo di tifosi organizzato, la ‘Brigata Mai 1 Gioia’, composta da appassionatissimi che da anni seguono le avventure della squadra anche all’estero. Abbiamo voluto conoscere meglio questo simpaticissimo gruppo intervistando Daniele e Davide, membri ormai navigati della Brigata.
POPOLARI LONTANO DA CASA
Proprio in virtù delle diverse trasferte, la Brigata si è fatta conoscere ed apprezzare fuori da San Marino e l’Italia, prendendo in simpatia tante tifoserie straniere, oltre che la stampa estera. Una cosa che ha tenuto subito ad evidenziare Daniele, l’attuale leader del gruppo.
“Effettivamente è molto strano. Le testate internazionali ci hanno cercato in ogni modo, ieri per esempio ero sul DailyMail, ma mi hanno chiamato anche BBC e altre testate di un certo livello. In Italia invece c’è gente che si domanda ancora cosa esista a fare San Marino e non ne comprendo il motivo. A conti fatti il nostro gruppo è quasi più conosciuto all’estero che in patria e spero che le cose possano cambiare e si capisca perché tifiamo San Marino. Il risultato non c’entra nulla, è una filosofia radicata”.
Una cosa confermata anche da Davide, che ci ha detto:
“A Belfast (contro l’Irlanda del Nord ndr.) i tifosi volevano conoscerci e fare foto con noi. È stato molto bello, alcuni addirittura ci mettevano di fianco i loro bambini per scattare fotografie di ricordo, incredibile. In Italia ci considerano quasi degli appestati!”.
UN GRUPPO NATO PER GIOCO
Chiaramente, per raccontare e conoscere meglio la storia della Brigata mai 1 gioia, abbiamo dovuto far luce sulle sue origini e sulle ragioni che l’hanno spinta a nascere. A spiegarci tutto nei dettagli è stato ancora una volta Daniele.
“Il gruppo è nato 11 anni fa da un’idea di Massimo, il suo fondatore. Per curiosità andò a vedere un match a San Marino e allo stadio si accorse che tutti gli spettatori erano seduti, esattamente come al teatro, e nessuno cantava. Questa cosa gli mise un po’ di tristezza e per gioco decise di fondare un gruppo che con il tempo si è espanso. Ora siamo circa in 30 e i nostri membri vengono da tutt’Italia, ma anche da paesi esteri come Germania e Austria”.
Sì, perché è importante specificare che dei circa trenta membri della Brigata, in pochi vengono da San Marino. Gli stessi Daniele e Davide non sono sammarinesi: il primo viene dalla Toscana e vive a Modena, il secondo è originario di Salerno. Doveroso, allora, chiedergli i motivi per i quali si sono avvicinati alla causa biancazzurra.
“Mi piace il calcio pulito, quello in cui non ci si picchia ma si fa amicizia, potremmo definirlo quasi un ‘calcio rugbistico’. San Marino è un unicum: incontri tifosi delle altre nazionali all’inizio e alla fine della partita, li conosci, ci scambi le sciarpe e magari ci vai anche a prendere una birra. È come se ci fosse un habitat incontaminato, dove tra l’altro è possibile conoscere anche i membri della nazionale. A Belfast per esempio abbiamo conosciuto tutti e sono diventato amico di Dante Rossi (calciatore della rappresentativa sammarinese ndr.). Contro la Finlandia, poi, abbiamo avuto modo di parlare anche con il CT, che ci ha raccontato come stessero lavorando e cosa era successo nella partita precedente in Kazakistan. È un clima irripetibile, chiaramente è impossibile fare questo con l’Italia o con qualsiasi altra nazionale: a San Marino trovi qualcosa che non si può fare da nessun’altra parte e questo mi ha spinto ad appassionarmi”.
Per quanto riguarda Davide, invece:
“Da anni mi piace il calcio sammarinese, per me la Champions League inizia a giugno con i turni preliminari, e non a settembre con i gironi. Diversi anni fa trovai la pagina della Brigata su Facebook e iniziai a seguirla perché la trovavo una bella iniziativa. Nel 2019, poi, mentre studiavo a Bologna, sul gruppo scrissero che c’era un posto disponibile per andare a vedere una partita e mi ci fiondai. In quella gara il San Marino riuscì anche a segnare un gol, così i membri della Brigata pensarono che portassi fortuna e mi inclusero immediatamente nel loro gruppo. In realtà da allora il San Marino non ha mai vinto e uno dei pochi pareggi mi ha fatto anche perdere una schedina perché avevo scommesso sulla sconfitta! Fu comunque un’esperienza molto divertente che mi ha fatto entrare in un gruppo di amici”.
L’AIUTO DELLA FEDERAZIONE
Quella della Brigata, insomma, è una realtà piccola ma vivace che, peraltro, nell’organizzazione di viaggi e nell’acquisto dei biglietti, ha potuto anche contare sulla federazione sammarinese. Come anticipato da Davide, a volte i membri del gruppo possono accedere a fasi di vendita anticipata dei biglietti, soprattutto contro gli avversari di lustro internazionale. Ancora una volta Daniele ci ha chiarito la questione.
“Il rapporto con la Federazione c’è sempre stato anche se siamo un gruppo indipendente che, in base alle situazioni, può anche criticare. Dallo scorso settembre, comunque, il nostro rapporto è passato dall’essere confidenziale a ufficiale. C’è stato un incontro tra i tifosi, il presidente federale, il segretario generale e il CT. È stata l’occasione per sederci ad un tavolo e iniziare a collaborare, i nostri obiettivi come gruppo sono affini a quelli della federazione e lo scopo è quello di portare gente allo stadio. Quando possibile loro cercano di aiutarci con i biglietti: chiaramente andare a vedere il San Marino non è gratis, ma si cerca di agevolare i tifosi che vengono più spesso. Anche per l’organizzazione logistica delle trasferte spesso parliamo e ci organizziamo con la federazione stessa, siamo entità distinte ma non estranee e anche questa è una cosa che non puoi trovare altrove”.
UN’ESPERIENZA DA PROVARE
Alla fine della nostra intervista, abbiamo voluto chiedere ai due ragazzi se si sentissero di consigliare l’esperienza di entrare a far parte della Brigata mai 1 gioia e quali fossero i lati positivi del tifare una squadra che, risultati alla mano, non vince da quasi vent’anni. Ci hanno risposto così.
“Tifare San Marino”, ci dice Daniele, “non è come tifare una qualsiasi altra squadra. Bisogna cambiare il punto di vista: chiaramente se si pensa solo al lato calcistico si vedrà una nazionale che, piuttosto che a vincere, ambisce a perdere con dignità, e questo non è chiaramente il massimo per una persona che guarda esclusivamente al campo. Si deve guardare al pacchetto completo: se si vuole sfruttare il calcio per fare nuove amicizie e portare valori allo stadio, allora l’esperienza è consigliatissima“.
“Nella battaglia tra Davide e Golia noi siamo Davide, personalmente sarebbe troppo facile tifare una squadra che vince sempre. Noi pensiamo ai ragazzi che scendono in campo: anche in caso di sconfitta, se alzano lo sguardo trovano gente pronta ad applaudirli e a riconoscere il merito di ragazzi come noi che hanno il coraggio di affrontare professionisti dieci volte più forti di loro. Sfido tutti i leoni da tastiera che attaccano con cattiveria il San Marino a giocare in uno stadio di 40 mila persone contro gente del calibro di Hojlund ed Eriksen, per me è un atto quasi eroico e va riconosciuto”.
Per quanto riguarda Davide, invece:
“Tifare San Marino non è per tutti ed è un’esperienza che consiglio solo a chi nella vita sa accettare bene le sconfitte. Sicuramente però è un qualcosa di molto costruttivo che, anche al di fuori del calcio, insegna a vivere in maniera più rilassata e a godere anche delle piccole cose. So che sembra esagerato, ma trovarsi nella Brigata può essere anche terapeutico e renderci delle persone migliori“.
Si ringraziano Davide e Daniele per la loro gentilezza e disponibilità.
Calcio e dintorni
ESCLUSIVA – Il dott.Pazzona approfondisce la psicologia in ambito sportivo

Pubblicato
3 settimane fa:
Novembre 14, 2023
PSICOLOGIA DELLO SPORT – Il ruolo dello psicologo dello sport è spesso sottovalutato. L’aspetto mentale è fondamentale, infatti, nel rendimento di un atleta. Ma quanto incide la psicologia nel calcio? Lo abbiamo chiesto al dott. Riccardo Pazzona, psicologo dello sport, che ha approfondito dettagliatamente l’argomento in questione.
QUANTO INCIDE LA PSICOLOGIA SUL CALCIO?
Quanto incide la psicologia sulla difficoltà di ambientamento di un calciatore, come ad esempio De Ketelaere, che ha deluso le aspettative al Milan e che è stato costantemente attaccato dalla tifoseria milanista?
“Sicuramente l’aspetto psicologico incide tantissimo nella prestazione. La prestazione è composta da 4 pilastri; se noi immaginiamo questi pilastri come le gambe di un tavolo, se una di questi cade, ecco che allora ci sono una serie di ripercussioni che vanno ad influire sulla prestazione come nel caso di De Ketelaere che adesso sta rendendo meglio all’Atalanta. Nel caso di una nuova realtà, una persona con difficoltà di ambientamento non riesce ad esprimersi al meglio”.
Spesso si sente parlare di giocatori che scendono in campo nonostante non abbiano una condizione mentale adatta: crede che un calciatore che non è sereno debba evitare di scendere in campo?
“Possiamo rispondere in due modi. O in base a come sta il giocatore, si decide se farlo scendere in campo o meno; oppure se vogliamo pensarla in maniera più strutturata, in funzione del suo stato d’animo e delle sue sensazioni, noi professionisti possiamo intervenire sulla regolazione emotiva. Per far ciò, è necessario monitorare una serie di parametri in prossimità della gara, e sulla base di essi, si interviene con specifiche tecniche”.
Parliamo del ritorno di Ibrahimovic al Milan: lo svedese è un grande motivatore, d’altra parte i rossoneri stanno vivendo un periodo negativo. Quanto potrebbero incidere la grinta e il carisma di Ibra al Milan?
“Certo, perché comunque parliamo di un leader tecnico e carismatico. All’interno di un contesto in cui si trovava fino a poco tempo fa, sicuramente avrà un bell’impatto. Il suo ruolo sarà presumibilmente quello di un trascinatore”.
Capitolo calcioscommesse: Fagioli e Tonali hanno subìto una squalifica piuttosto lunga. Quanto può incidere psicologicamente nella loro carriera?
“Non possiamo saperlo allo stato attuale. Quello che possiamo fare noi, da psicologi dello sport, è quello di gestire il momento, accompagnarli emotivamente in questo percorso complesso, ridefinendo gli obiettivi, perché ovviamente ci sarà un ritorno in campo e bisogna farsi trovare pronti”.
Abbiamo sentito parlare molte volte di “infortuni psicologici”, come nel caso di Nico Gonzalez quando fu accusato da Italiano di infortunarsi per problemi psicologici. Quanto effettivamente il fattore mentale può influire su un infortunio?
“A livello di probabilità di insorgenza di un infortunio, l’aspetto mentale incide in relazione allo stress che l’atleta sta sperimentando. Dal punto di vista del recupero dell’infortunio l’aspetto mentale pesa tantissimo ma, purtroppo, spesso non viene preso in considerazione. Un calciatore, infatti, per rientrare in campo, oltre ad essere pronto fisicamente, deve esserlo anche psicologicamente, perché l’infortunio è un vero e proprio trauma anche a livello emotivo. Questo può portare ad essere più limitati in campo magari per paura di farsi male”.
I nostri approfondimenti


Perchè la Fiorentina non è pronta per giocare con le due punte
FIORENTINA, HA DAVVERO SENSO PRETENDERE LE DUE PUNTE? – Sebbene sia arrivato, su rigore, il primo gol in Serie A...


Preferisco la Coppa: Coppa dei Campioni 1979/80
Il 29 agosto 1979 prende il via la Coppa dei Campioni 1979/80, con l’ormai consueto turno preliminare, visto il numero...


Finale Mondiale U17, la Germania batte la Francia ai rigori! Il resoconto e i tre talenti (più uno) da tenere d’occhio per il futuro
MONDIALE U17 GERMANIA-FRANCIA – Con la vittoria della Germania sulla Francia 4-3 ai rigori si chiude il percorso del Mondiale...


Dove vedere Man City-Tottenham in tv e streaming
DOVE VEDERE MAN CITY-TOTTENHAM – Ormai la stagione si avvicina al giro di boa, ossia il termine del girone di...
Giovani per il futuro


Chi è Yassine Khalifi, il talento “regale” marocchino
CHI É YASSINE KHALIFI – Durante l’ultima edizione dei Mondiali, gli occhi del mondo del calcio si sono posati sull’Accademia...


Chi è Niccolò Corrado, il terzino che piace a Monza e Torino
CHI È NICCOLÒ CORRADO, IL TERZINO CHE PIACE A MONZA E TORINO – La finestra di mercato invernale si sta avvicinando...


Chi è Fabijan Krivak, il 2005 croato che ha colpito la Roma
CHI È FABIJAN KRIVAK – La Croazia, qualificatasi ad Euro2024 dopo la vittoria di ieri contro l’Armenia, è stata una fucina di...


Chi è Oscar Gloukh, il trequartista sognato da tutte le big di Serie A
CHI È GLOUKH, IL CENTROCAMPISTA CHE HA STREGATO L’EUROPA – Oscar Gloukh ha attirato su di sé le attenzioni di...
Esclusive


McDermott risponde a Cellino in ESCLUSIVA: “Scoprii del mio esonero dai giornali!”
ESCLUSIVA MCDERMOTT – Negli scorsi giorni, l’attuale presidente del Brescia, nonché ex patron del Leeds United, Massimo Cellino, aveva rivelato un incredibile retroscena che aveva...


ESCLUSIVA – Braida: “Milan, non si vince con gli algoritmi. Pioli? Lo confermerei anch’io”
MILAN BRAIDA – Il Milan sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia recente. La vittoria contro la Fiorentina...


ESCLUSIVA – Mister Coppitelli: “Qui a Lecce i tasselli sono tutti al posto giusto, che talento Dorgu”
ESCLUSIVA MISTER COPPITELLI – Nella scorsa stagione, la selezione Primavera del Lecce ha conquistato la scudetto di categoria con un...


ESCLUSIVA – Il dott. Danilo Casali spiega i tanti infortuni del Milan
INFORTUNI MILAN – Il Milan continua ad avere l’infermeria piena, a causa di continui infortuni, soprattutto muscolari, che continuano a...
Fantacalcio


Le probabili formazioni della 14ª giornata di Serie A
LE PROBABILI FORMAZIONI DELLA 14ª GIORNATA DI SERIE A – La Serie A torna in campo. Dopo l’anticipo Monza-Juventus di...


I consigli del fantacalcio per la 14ª giornata
I CONSIGLI DEL FANTACALCIO PER LA 14ª GIORNATA – Archiviato il Black Friday, quello bello degli sconti, oggi è un...


I consigli del fantacalcio per la 13ª giornata
I CONSIGLI DEL FANTACALCIO PER LA 13ª GIORNATA – Terminata l’ultima sosta nazionali dell’anno torna il Fantacalcio ma questa volta...


10 giocatori da prendere ADESSO al Fantacalcio
Il Fantacalcio durante la sosta nazionali è complicato da gestire. Alcuni fantallenatori hanno gli scambi chiusi, non possono più migliorare...
Serie A


Torino, Cairo: “Stasera devo contenermi, sono molto esaltato”
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, è intervenuto ai microfoni di DAZN dopo la vittoria contro l’Atalanta di questa sera...


Osimhen e non solo: tutti i premi consegnati al Gran Galà del Calcio
TUTTI I PREMI GRAN GALÀ DEL CALCIO – Si è da poco conclusa la grande notte del Gran Galà del...


Zapata in lacrime: “Qui mi sento bene, sto ripagando l’affetto di tutti”
Ai microfoni di DAZN, nel post partita di Torino-Atalanta è stato intervistato Duvan Zapata. L’attaccante colombiano del Torino è stato...


Juric a DAZN: “Vogliamo giocare sempre allo stesso modo, indipendentemente dal risultato”
Ai microfoni di DAZN, subito dopo la fine della sfida tra Torino ed Atalanta, vinta dal Torino 3-0 grazie ai...
Trending
-
Flash News6 mesi fa
Rivelazione shock del NY Times sull’Inter: “Non potevano pagare i designer del nuovo San Siro”
-
Calcio e dintorni1 anno fa
Manchester United, novità nel caso Greenwood
-
Flash News11 mesi fa
Stankovic chiede all’Inter il figlio Filip: la risposta dei nerazzurri
-
Flash News11 mesi fa
La Fifa prepara gli indennizzi per i Mondiali: che cifra per l’Inter
-
Flash News11 mesi fa
Inzaghi rischia di saltare la Supercoppa? Il motivo
-
Calciomercato11 mesi fa
L’Inter chiude il primo colpo di mercato: in arrivo Nezirevic
-
Calcio Internazionale11 mesi fa
Abramovich pronto a tornare? Forte l’interesse per tre club
-
Calciomercato6 mesi fa
L’Inter piazza i primi colpi: vicino un parametro zero del Lipsia