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Arsenal: un parco giochi a Londra

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Arsenal: un parco giochi a Londra

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Quando Arséne Wenger ha ufficializzato l’addio al club di Londra un po’ ovunque si è pensato a una rivoluzione dello stile Arsenal, comtraddistinto dalla forte presenza di talento verde da far sbocciare e da poche, leggendarie vittorie custodite dai tifosi dei Gunners gelosamente. L’arrivo di Unai Emery, proveniente da una stagione non esaltante con il Paris Saint Germain per l’ennesima eliminazione in Champions League sembrava un modo per non abbandonare il solco tracciato dal regime ventennale del tecnico francese, ma contemporaneamente per ripartire dal fallimento, se così si può definire, di non aver centrato la qualificazione alla Champions League per due anni consecutivi dopo diciannove stagioni di assidua presenza nella massima competizione europea. Ma come se la sta cavando il tecnico Spagnolo nella piovosa Londra?

MONTAGNE RUSSE ARSENAL

L’attrazione principale di qualsivoglia parco giochi corrisponde certamente alle montagne russe. Un saliscendi continuo in cui gli avventori si dilettano nel provare picchi di adrenalina nelle discese e ansiose attese nelle salite. Chiunque abbia provato questo genere di attrazione conosce le sensazioni di straniamento che provocano dovute al continuo cambio di quota e alle repentine variazioni di velocità. L’Arsenal di quest’anno si può dire sia una roller coaster calcistica: partita in salita con le due sconfitte patite contro Manchester City e Chelsea, la squadra di Emery ha collezionato undici vittorie consecutive da agosto fino ad ottobre contando tutte le competizioni, per un totale di ventidue risultati utili consecutivi fino a dicembre. Uno score pazzesco che li aveva indicati come una delle squadre rivelazione dell’anno per l’impatto che il nuovo tecnico sembrava aver avuto sull’ambiente Gunners. Ai picchi adrenalinici però, corrispondono altrettante faticose salite, e il mese di dicembre, notoriamente pieno di impegni per le compagini d’oltremanica, è divenuto l’altare sul quale imolare le proprie ambizioni di titolo e di continuità di risultati: le sconfitte contro Southampton, Tottenham (in coppa di lega) e Liverpool hanno vanificato le vittorie conquistate nello stesso periodo, con strascichi importanti che hanno portato la squadra di Emery a perdere gli scontri diretti dei successivi due mesi contro Manchester City e Manchester United, con la sola vittoria maturata ai danni di un Chelsea in crisi totale.

Aaron Ramsey: uno dei grandi ‘vecchi’ dello spogliatoio dei Gunners a gennaio ha detto di sì alla Juventus come ultimo grande contratto della sua carriera. Non si sta però risparmiando in maglia biancorossa: 35 presenze condite da 4 goal e 8 assist ne fanno uno degli imprescindibili per Emery.

BRIVIDI NAPOLETANI

Sono sei le sconfitte totali patite in Premier League, proprio come i pareggi, a fronte delle diciannove vittorie ottenute e di una differenza reti di +26 con sessantacinque goal fatti e trentanove subiti. Le montagne russe, che oggi fanno stazionare la squadra di Londra al terzo posto in classifica, hanno continuato a marciare con vittorie importanti alternate a sconfitte rivedibili come quella maturata contro il Rennes in Europa League e poi ribaltata al ritorno. Proprio a questo proposito non si può non accennare alla doppia sfida di metà aprile (11/04 all’Emirates e 18/04 al San Paolo) che vedrà l’Arsenal affrontare il Napoli con in palio le semifinali di Europa League. Un match ad alto tasso tecnico con un grado di spettacolarizzazione del football come poche altre sfide in Europa in questo momento: davanti ai Gunners si pone un ostacolo di immane grandezza vista la presenza di Ancelotti sulla panchina dei partenopei, un motivo in più per prepararsi nuovamente a quelle repentine accelerazioni proprie del parco giochi di Emery.

Il tecnico del Napoli ha alle spalle una carriera importantissima che lo annovera tra i migliori allenatori in circolazione: la sfida all’Arsenal sarà una delle più emozionati della stagione.

AUTOSCONTRI

Altra iconica rappresentazione del parco giochi è l’autoscontro: una pista senza regole dove macchinette elettriche si scontrano all’impazzata senza alcuna parvenza d’ordine. Spesso il centrocampo di un match di Premier League è paragonabile a tale pista: un’arena di scontri senza quartiere in cui, di solito, ha la meglio Kanté. Se il centrocampista francese veste però la maglia del Chelsea, dalle parti dell’Emirates c’è un uruguaiano che, proveniente dalle sponde del mediterraneo nostrano, ha collezionato 40 presenze alla sua prima stagione in Premier League con due reti segnate e tre assist messi a referto. Parliamo di Lucas Torreira, uno degli imprescindibili di Emery, che in pochissimo tempo si è ritagliato un ruolo centrale in una delle squadre più importanti di Inghilterra. Il piccolo centrocampista tuttofare sembrava una biglia impazzita nel centrocampo ordinato e qualitativamente eccelso dell’Arsenal: correva da tutte le parti all’inizio, e ci ha messo un po’ per entrare nel cuore dei tifosi. Una volta entrato nei ritmi della Premier League è sembrato però dare lui stesso un senso a quel caos ordinato rappresentato dalla pista degli autoscontri in Premier League. Un maghetto con il senso dell’ordine e della pulizia, che non sfigura al fianco di campioni come Ozil e Mkhitaryan, ma che anzi si è reso imprescindibile per gli equilibri tattici di Emery.

Fondamentale per gli equilibri tattici dell’Arsenal, Torreira si è imposto in Premier League grazie alla grande qualità tecnica e al temperamento di chi non si da mai per vinto.

LA GIOSTRA PER I BAMBINI

Quante volte l’immagine di un parco giochi si rispecchia con la giostra iniziale messa appositamente per intrappolare i bambini nel magico mondo del luna park? Tazze, auto, astronavi, cavalli: una serie infinita di rappresentazioni che ruotano intorno a un punto focale che allietano bambini e coinvolgono gli adulti in ricordi leggeri e piacevoli. L’Arsenal non poteva discostarsi di troppo dalla propria vocazione di fucina di giovani talenti ed è per questo che, insieme alle comparse Maitland Niles (19 presenze e 2 goal per il classe ’97) e Rowe (6 presenze e 3 goal per il classe 2000), Unay Emery ha consegnato le chiavi del fulcro del gioco dei Gunners a un ragazzo classe ’99 con una capigliatura che ricorda un calciatore belga recentemente passato dallo United. Mateo Guendouzi con 37 presenze e un goal si è preso i Gunners, mettendosi al fianco di Torreira e ricordando al mondo come l’Arsenal sia prima di tutto un’officina di creazione e sviluppo del talento, una holding in cui i ragazzi possono crescere e ampliare il proprio bagaglio tecnico indossando la maglia della prima squadra. Mateo è la rappresentazione giocosa e concreta dello stile Gunners, impostato da anni con il duo Gazidis – Wenger e ora riproposto da Unai Emery e dai dirigenti londinesi.

Decisivo l’esordio di Guendouzi con la prima squadra: dal 12 agosto, giorno della sfida al Manchester City, Mateo non è praticamente più uscito dal campo.

LA CASA DEGLI ORRORI

Può mai mancare la casa delle streghe in un parco giochi che si rispetti? Sono due i demoni che gli avversari non vorrebbero mai affrontare in maglia Gunners, perché in grado di ribaltare da soli una partita e capaci di cose fuori dall’ordinario. Mesut Ozil e Henrikh Mkhitaryan sono i due geni della trequarti dell’Arsenal, gli unici svincolati da compiti tattici di rilievo, i soli ad aver licenza di inventare traiettorie dove, per gli altri, esse non esistono. Spesso infortunati, per questo hanno rispettivamente collezionato 25 presenze il tedesco e 28 l’ex Manchester United e Borussia Dortmund, la loro presenza è fondamentale per quelli che sono gli incontri principali della stagione dell’Arsenal, con gli scontri diretti condizionati dal loro stato psicofisico. Il talento, si sa, è composto da tante luci e tante ombre che non sempre si riescono a bilanciare correttamente: Ozil sembrava, per lunghi tratti della stagione corrente, non voler più giocare nel club di Londra, Mkhitaryan irrecuperabile dopo l’ennesimo infortunio. Eppure, grazie al talento indiscusso e all’esperienza maturata nel corso degli anni, i due sono i demoni preferiti da Emery per atterrire gli avversari infilandoli in un tunnel degli orrori da cui è difficile uscire illesi.

Cinque goal e tre assist per Ozil che in 25 presenze ha collezionato la bellezza di 1.666 minuti.

TIRO AL BERSAGLIO

Ultimo grande classico per i parchi divertimento: il tiro al bersaglio. L’Arsenal è dotata di due bersaglieri di fama indiscussa che, all’inizio, sembravano non poter convivere. Difficile vedere i Gunners con la doppia punta e per questo prima uno, e poi l’altro, sono stati dirottati sulle corsie laterali per cercare di farli convivere senza troppi successi. Il talento riconosce talento però e Aubameyang (22 goal e 6 assist in 39 presenze) e Lacazette (14 goal e 11 assist in 38 gare) hanno riconosciuto nell’altro un compagno d’armi di cui innamorarsi calcisticamente. L’amore fraterno tra i due è riscontrabile nei post social che, al termine delle partite, si dedicano reciprocamente parlando della partita appena conclusa e nell’intesa formidabile che si vede sui prati di tutta Europa. Unai Emery può essere contento di come il reparto offensivo si sia assortito in maniera perfetta, con un gabonese e un francese in grado di fare squadra per un obbiettivo comune.

36 goal in due per Aubameyang e Lacazette. I due attaccanti di Emery hanno stretto un rapporto di amicizia che va anche fuori dal campo di gioco.

TEAM BUILDING

Spulciando i canali ufficiali della squadra e quelli di alcuni calciatori si può, in ultima istanza, scorgere una linea comune legata a uno spirito di squadra che leghi insieme i calciatori, il tecnico e la società. Una sorta di anima Arsenal, che incontriamo a ripetizione se parliamo di celebrazione delle vittorie e unione nelle sconfitte. La squadra di Emery, che a dicembre sembrava morta e sepolta sotto i colpi di una prima parte di stagione da fuochi d’artificio, si sta rivelando come la più seria alternativa al duopolio City – Liverpool in Premier League. Non lotteranno per il titolo, ma solo chi li ha visti giocare sa quanto fanno divertire.

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Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Flash News

Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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