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Asso di Bastoni

La nostra prima pagina

Asso di Bastoni

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Il calciomercato è un gioco strano. C’è la strategia, nelle scelte e nel momento in cui prenderle, c’è l’acume e c’è la scaltrezza, quella che serve quando si sceglie un obiettivo che va tenuto nascosto al mondo, ma soprattutto ci vuole fortuna. Quante volte si sono visti acquisti roboanti, spese folli, per giocatori che hanno dimostrato di valere molto meno rispetto alla cifra investita su di loro. E quante altre sono stati scelti calciatori meno noti, quasi di nicchia, portati a casa per un pugno di milioni e che hanno reso il triplo o il quadruplo.

Questo è il calciomercato, è come un gioco di carte. Bisogna saper cogliere il momento giusto, valutare ciò che si ha in mano e soprattutto sperare, sperare che quella carta tanto desiderata esca e finisca nella nostra mano. Lo sanno tutti gli uomini di mercato, da chi dirige lo scouting a chi si occupa direttamente delle trattative; prendiamo la Milano nerazzurra, quella che in sede di mercato è guidata dal duo Sabatini-Ausilio. L’Inter è una squadra che nella scorsa estate è stata costruita con senno, con lungimiranza, senza badare a follie o a tentazioni di rispondere alle operazioni folli dei cugini rossoneri. E infatti si vedono i risultati sul campo. Acquisti funzionali come Borja Valero e Vecino, giovani in rampa di lancio come Cancelo e Dalbert, ma soprattutto come Skriniar, il vero gioiello della scorsa campagna acquisti. Poi i ragazzini: da una parte Karamoh, il diciannovenne francese che ha mostrato un potenziale devastante ma che ancora sembra piacersi un po’ troppo, e ai difensori italiani questa caratteristica non è che piaccia granché.

Dall’altra c’è un ragazzo che ancora non è arrivato alla Pinetina, ma che potrebbe entrarci a breve: Alessandro Bastoni da Casalmaggiore, Cremona. Lombardo DOC classe 1999, nato nel cremonese ma ormai “naturalizzato” bergamasco, visto che si è fatto e – quasi – finito nel settore giovanile dell’Atalanta. A Zingonia si è presentato per la prima volta a soli 7 anni, ed ancora continua ad arrivare col suo borsone come fece per la prima volta in quel lontano 2006, quando la nazionale vinceva il Mondiale e nessuno si sarebbe potuto immaginare il tracollo che è avvenuto 11 anni dopo. Stando a quanto trapela, quest’estate l’Inter ha investito ben 9 milioni di euro per strappare all’Atalanta quello che è ritenuto dagli esperti uno dei migliori difensori centrali Under 20 d’Europa, senza contare quei bonus che scaturiranno dalle future presente del ragazzo e dai risultati che potrebbe ottenere l’Inter; per adesso i nerazzurri di Milano hanno preferito lasciarlo maturare alla corte di Gasperini, lasciandolo in prestito biennale a Bergamo, ma le necessità difensive di mister Spalletti potrebbero costringere la dirigenza interista a richiamarlo alla casa base per aggregarlo alla rosa del mister di Certaldo.

Ma ne vale veramente la pena?

ASSO DI BRISCOLA

Come detto, Bastoni è un classe 1999, quindi appena maggiorenne. Ci si aspetta un ragazzino timido, quasi intimorito dal calcio dei grandi, il calcio che si vede in TV, ma invece il giovane Alessandro è tutt’altro: 190 cm di bravo ragazzo, ma con lo sguardo fiero di quei giocatori che sanno già la strada che dovranno percorrere. Difficile, impervia, sconnessa, ma quando si ha l’obiettivo ben fissato in testa, si superano tutte le difficoltà del caso.

Il suo ruolo è quello di difensore centrale, mancino peraltro. Merce rara al giorno d’oggi. Tecnicamente valido – sa giocare il pallone senza alcun timore e anche con discreta qualità – e soprattutto tatticamente maturo e duttile, visto che è stato impiegato sia come centrale di sinistra di una difesa a 4, che come centrale di sinistra di una difesa a 3, come accaduto nel giorno del suo esordio in Serie A. 22 gennaio 2017, Atalanta-Sampdoria: Gasperini sorprende tutti schierando due ragazzini che da mesi sono aggregati alla prima squadra. Uno è Melegoni, centrocampista anche lui del 1999, l’altro è proprio Bastoni, che accanto a Caldara dovrà occuparsi della marcatura di Fabio Quagliarella, non certo il primo venuto.

Il risultato è di 1-0 per l’Atalanta, e Bastoni finisce sulla bocca di tutti: personalità e nessun timore reverenziale verso un attaccante navigato, sicuro e preciso in fase di impostazione, e soprattutto umile. Anche soltanto nel modo di porsi in campo, si intravede la voglia di apprendere, di crescere, di imparare da tutti coloro che hanno più esperienza di lui. Di fatto, il giocatore perfetto per Luciano Spalletti, un allenatore che può allevarlo e plasmarlo a modo proprio, rendendolo un difensore moderno, capace in marcatura come nella costruzione. A Milano farebbe il quarto difensore – dietro a Miranda, Skriniar e Ranocchia – e quindi avrebbe tutta la tranquillità del mondo per crescere nel silenzio, quasi nell’ovatta, al riparo da tutto e da tutti.

Per l’Inter sarebbe un’operazione a costo zero – almeno oggi, visto che l’investimento risale a quest’estate – e soprattutto un modo per dare seguito al proprio progetto giovani. Avere già in casa l’attuale vice-capitano dell’Under 19 azzurra (il caso vuole che il capitano sia proprio quel Melegoni che ha esordito con lui) sarebbe anche un modo per dare un segnale ad un calcio che fatica a lanciare i giovani, nonostante ne abbia particolare bisogno. E se a farlo è un top club come l’Inter…

QUANDO BASTONI NON È BRISCOLA

Siamo italiani, abbiamo pregi e difetti. Vogliamo sempre puntare sui giovani, ci riempiamo la bocca dicendo che sarebbe l’ora di dare fiducia ai ragazzi, quelli che hanno il futuro nelle loro mani. Ma poi c’è sempre qualcosa che ci frena, e addirittura finiamo per parlare sempre male di loro. Quindi la domanda spontanea che potrebbe nascere è: ma non sarà troppo giovane questo Bastoni?

Ovviamente sono tante le incognite che possono sorgere intorno ad un ragazzo che ha da poco compiuto 18 anni. Scontato che non gli si possa chiedere l’esperienza di un veterano, però richiamando Bastoni, l’Inter avrebbe a che fare con un giocatore che vanta soltanto 4 presenze in Serie A ed un paio in Coppa Italia. Poche, veramente poche. Il ragazzo di Casalmaggiore quest’anno si è allenato finora con la prima squadra dell’Atalanta, ha giocato solo uno scampolo di minuti nel match già chiuso contro il Crotone, ai quali si aggiungono i 90′ contro il Sassuolo in Coppa Italia, oltre a qualche presenza con la nazionale Under 19 di Nicolato. Al momento davanti a lui ci sono i titolarissimi Caldara, Toloi e Masiello, oltre ai primi sostituti Palomino e Mancini; è veramente dura giocare quando sei il 6° centrale, nonostante l’Atalanta sia impegnata su tre fronti.

Da aggiungere a tutto questo, c’è da dire che la scuola di Gasperini è sì apprezzabile, ma sicuramente più anarchica rispetto a quella di Luciano Spalletti. Gasp è fatto a modo suo, ama il calcio 1 vs 1 e basa la sua fase difensiva sulla pressione ossessiva dell’avversario; come dargli torto finche i risultati sono quelli che sta ottenendo. Dall’altra parte c’è un allenatore che ama l’ordine, che dà molto peso ai movimenti della retroguardia: è fondamentale saper scivolare per passare rapidamente da una difesa a 4 ad una a 3 (evidente alla Roma quando giocava con Juan Jesus terzino sinistro), come lo è anche il saper leggere le varie situazioni di gioco, per capire quando scappare (in caso di palla scoperta) o quando attaccare (palla coperta). Una fase difensiva più democratica, digeribile e sicuramente più ordinata rispetto al rock ‘n’ roll di Gasperini.

Siamo certi che Bastoni sia capace di calarsi nella parte, ne abbiamo già tessuto le lodi per quanto riguarda la sua intelligenza tattica e la sua voglia di apprendere, ma avrà sicuramente bisogno di tempo. Se Sabatini, Ausilio e Spalletti vorranno prendersi questo rischio, Alessandro Bastoni è la soluzione migliore.

Ma si sa, il calciomercato è come le carte. A volte rischiare rende merito, altre ti affossa. Ma se esce Bastoni come briscola, il più è fatto. 

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Esordio per Carboni con l’Argentina: l’Inter vara le opzioni per il futuro

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carboni inter

Valentin Carboni ha già avuto modo di stregare la Serie A a suon di giocate. Martedì notte è arrivato anche il debutto con la maglia dell’Argentina a soli 19 anni. In 8′ minuti appena è riuscito anche a stupire i giornalisti connazionali. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, l‘Inter, che detiene il cartellino del giocatore, sta già pensando al futuro del talento argentino.

I POSSIBILI SCENARI SUL FUTURO DI CARBONI

Per questa stagione l’Inter ha preferito mandare Carboni in prestito al Monza per “farsi le ossa”: operazione che sembra essere particolarmente riuscita. In vista della prossima stagione è probabile che il classe ’05 cominci il ritiro in nerazzurro ma non è esclusa un’altra esperienza in prestito, in un club di fascia più alta rispetto al Monza. Un’altra opzione potrebbe essere la cessione, ma in quel caso ci sarebbe sicuramente un diritto di ricompra, così come successo con Fabbian, ora al Bologna. Carboni potrebbe essere anche utilizzato come merce di scambio, per esempio nell’affare Gudmundsson. Ci sono dunque tante possibilità che riguardano il futuro di Carboni; una cosa è certa, l’Inter ha una grande considerazione del giocatore e a gennaio ha già rifiutato un’offerta ricevuta dalla Fiorentina di circa 20 milioni. Il club nerazzurro valuta Carboni circa una quarantina di milioni di euro.

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Kovacevic sulla Juventus: “Il mio cuore è bianconero, Vlahovic un campione”

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Juventus Dusan Vlahovic

Darko Kovacevic ha parlato ai microfoni di Tuttospsort in occasione della sfida di questo sabato tra due delle sue ex squadre: Juventus e Lazio. Tra i temi trattati, Kovacevic ha ripercorso il suo passato in bianconero e ha voluto elogiare Vlahovic.

LE PAROLE DI KOVACEVIC

SU JUVENTUS-LAZIO – “Ho giocato con entrambe le squadre, ma il mio cuore è juventino. I 2 anni in bianconero sono stati davvero speciali, conservo ancora tanti bei ricordi. Spero che la Juve sabato possa vincere e arrivare in Champions”.

SUL MONDO JUVENTUS – “La Juve è molto amata in tutto il mondo: quando ne fai parte, capisci la sua importanza. Sono stati anni bellissimi nei quali ho giocato con il miglior giocatore al mondo: Zidane. C’erano poi tanti campioni come Del Piero, Davids, Trezeguet e Tacchinardi. Grandi uomini oltre che giocatori fantastici. Quando sei alla Juventus, devi giocare per vincere. Quella è l’unica cosa che conta. A livello personale la doppietta all’Inter a San Siro fu un bellissimo momento”.

SU VLAHOVIC –Dusan sta diventando un campione. So che si trova bene ed è molto felice alla Juventus. Sta dimostrando di essere un top player e ha un bel futuro davanti. La Juve è il club perfetto per crescere e diventare uno dei migliori attaccanti al mondo: 15 gol sono un bottino importante, ma può fare ancora meglio nei prossimi anni. Peccato non ci sia sabato: la sua assenza pesa”.

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Calciomercato

Milan sulle tracce di Khephren Thuram: la richiesta del Nizza

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Dove vedere Norvegia U21-Francia U21

Per il Milan l’obiettivo Scudetto è quasi sfumato, con l’Inter lanciata verso la vittoria del campionato, dati i 14 punti di vantaggio, mentre in Coppa Italia il Diavolo è stato eliminato dall’Atalanta ai quarti di finale. La squadra di Stefano Pioli può però contare ancora sull’Europa League e vuole arrivare fino in fondo. Intanto però la dirigenza rossonera sta pensando anche al mercato.

L’obiettivo estivo del Milan è un innesto in attacco. Luka Jovic sembrerebbe essere vicino al rinnovo, ma Olivier Giroud è ormai prossimo a lasciare il club. Il futuro del francese dovrebbe essere infatti lontano dall’Italia, verosimilmente negli Stati Uniti nel Los Angeles FC. Per questo motivo, i rossoneri starebbero cercando un attaccante. Il Diavolo vuole però però rinforzare anche altri reparti, come la difesa e il centrocampo.

IL MILAN METTE GLI OCCHI SU THURAM

Proprio a metà, il Milan starebbe seguendo alcuni giocatori, tra cui anche Khephren Thuram, fratello minore di Marcus Thuram. Il classe 2001 gioca al Nizza e in questa stagione soprattutto si sta facendo ben notare. Su di lui infatti è piombato l’interesse di grandi club di Premier League e, in Serie A, di Juventus e Inter. Ora anche i rossoneri sarebbero sulle tracce del talento francese, valutato 40 milioni e con il contratto in scadenza nel 2025.

Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, il Milan, così come l’Inter, può contare proprio sul fratello di Khephren Thuram per portarlo a Milano. I due sono molto legati e Marcus potrebbe consigliarli di intraprendere una nuova avventura nel capoluogo della Lombardia.

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Tardelli: “I calciatori devono essere esempi di educazione. Vi dico la mia sulla questione Acerbi-Juan Jesus”

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Francesco Acerbi, calciatore dell'Inter - Serie A, Coppa Italia

La partita che ha chiuso la scorsa giornata di Serie A ha lasciato aperto un tema che ha tenuto banco per tutto l’arco della sosta per gli impegni delle Nazionali. Il difensore dell’Inter Francesco Acerbi si sarebbe rivolto al centrale del Napoli Juan Jesus con un insulto razzista, ma, in mancanza di una prova certa, l’ex Lazio è stato assolto dal Giudice Sportivo.

Marco Tardelli ha rilasciato una breve intervista per il Corriere dello Sport in cui si è soffermato sul caso di razzismo che ha coinvolto il difensore Francesco Acerbi e Juan Jesus. Di seguito le sue parole:

I CALCIATORI COME ESEMPIO – “I calciatori sono sotto i riflettori e dovrebbero essere esempi di educazione, quante volte lo sentiamo ripetere? Basterebbe avere la forza di dire ‘ho sbagliato’ e non ‘sciacquatevi la bocca’ come ho letto sui social”.

ACERBI – “Diciamo che nell’ultimo periodo sono state emesse delle condanne particolari da parte della giustizia sportiva. Sinceramente, credo che Acerbi abbia commesso una sciocchezza perché è un bravo ragazzo e un professionista serio. Ma penso anche che una sciocchezza più grande l’abbia commessa chi l’ha giudicato. Però è solo una mia idea”.

JUAN JESUS – “Juan Jesus aveva sistemato tutto, perdonando Acerbi già in campo. Lui è il vero vincitore”.

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