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Atalanta, come diventare una big

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Atalanta, come diventare una big

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Spesso la fede calcistica, così come quella religiosa, è qualcosa che si tramanda di padre in figlio, di generazione in generazione. Forse è per questo motivo che, salvo alcune eccezioni, le squadre con una storia più vincente, le grandi del calcio, si impongono anche lontano dalle loro città d’appartenenza. Ad esempio, Bergamo è da sempre terreno fertile per le tifoserie di Juve, Inter e Milan, le tre big del calcio italiano, nonostante l’Atalanta abbia grandissima esperienza nel massimo campionato. Non bisogna assolutamente fraintendere però: la tifoseria atalantina a Bergamo è fortissima e molto affezionata. Tuttavia, la simpatia sportiva nei confronti della Dea, da sempre viva negli “altri” tifosi bergamaschi, è cresciuta moltissimo nelle ultime stagioni. Ieri sera è arrivata l’ennesima vittoria casalinga contro l’Udinese che vale attualmente il quarto posto solitario, ovvero la Champions League. Chissà cosa succederebbe se l’Atalanta diventasse a tutti gli effetti una grande della Serie A. Fantasticando un po’, ecco 4 motivi per i quali i quest’ipotesi non è così impossibile.

L’AMBIENTE

Si parte proprio da Bergamo e dai suoi tifosi, quelli che non hanno mai ceduto al fascino e alla storia delle altre squadre e che hanno sempre visto il mondo in nerazzurro. La tifoseria atalantina è una delle più calde d’Italia e lo si è visto in più occasioni. La settimana scorsa ad esempio, dopo il pesantissimo successo al San Paolo contro il Napoli, quasi duemila sostenitori del Papu e dei suoi si sono precipitati all’aeroporto di Orio al Serio per aspettare la squadra e celebrare la loro impresa. Le immagini, riprese anche nelle Instagram Stories dei giocatori, hanno fatto il giro del Paese ed è facile capire il perché.

Scene simili si sono viste anche pochi giorni fa, in occasione della festa del gruppo ultras della Curva Nord, organizzata per “salutare” quel settore dello Stadio Atleti Azzurri d’Italia che da anni è teatro di grandi emozioni e che presto verrà rinnovato (così come il resto dell’impianto). Senza dimenticare poi i diversi sold out registrati quest’anno, l’ultimo in occasione della semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina, o gli oltre 15.000 abbonamenti staccati. Tutto ciò testimonia il grandissimo entusiasmo della piazza che sicuramente dà grande carica ai giocatori in campo. Inoltre, l’Atalanta non ha quasi mai avuto pretese in ambito europeo e i risultati di queste stagioni vengono accolti con spensieratezza, senza che il carico della pressione freni le prestazioni. Questo mix rende Bergamo un grande punto di forza per la crescita della squadra e l’ambiente è sicuramente un elemento chiave per le grandi squadre.

PERCASSI

Altro ingrediente imprescindibile è il presidente Antonio Percassi, grande imprenditore bergamasco ed ex giocatore della Dea. Curiosamente, Percassi si ritira a soli 25, dopo essere passato al Cesena, per dedicarsi all’attività imprenditoriale. Quasi un segno del destino, come se avesse saputo che quello non era il suo momento per portare in alto l’Atalanta. O almeno non ancora. Dopo la prima esperienza da presidente tra il ’90 e il ‘94, acquista nuovamente il club nel 2010, appena retrocesso, centrando subito la promozione.

Sotto la sua guida, silenziosa ed attenta, la squadra e la società sono cresciute notevolmente, grazie ad importanti investimenti sia in campagna acquisti che nel settore giovanile. Era stato Percassi, nel corso del suo primo “mandato”, a portare a Bergamo Mino Favini, grandissimo uomo di calcio, scomparso proprio pochi giorni fa. Altro grande passo compiuto dal presidente è l’acquisto dello stadio comunale, avvenuto nell’estate del 2017 in vista del citato rinnovo che avverrà nel corso dei prossimi tre anni. Questo enorme sforzo economico (circa 40 milioni di euro), che regalerà a Bergamo e all’Atalanta la nuova Gewiss Arena, è da interpretare come una netta dichiarazione di intenti da parte del numero uno nerazzurro. In queste due stagioni infatti, gli uomini di Gasperini e i suoi tifosi hanno dovuto affrontare le gare europee a Reggio Emilia, ospitati dal Sassuolo. La decisione di puntare una tale somma di denaro sulla realizzazione di un nuovo impianto dimostra che l’ambizione di Percassi è quella di poterlo riempire spesso anche durante la settimana, magari con la musica della Champions in sottofondo. Inoltre, va sottolineato il grande potere economico di Percassi: il volume d’affari delle sue attività è di diverse centinaia di milioni di euro all’anno.

GASPERINI

È inutile negarlo, grande merito di questa crescita va a Gian Piero Gasperini, che ha saputo ribaltare questa squadra e portarla dove è ora grazie ad un lavoro sensazionale. I tifosi bergamaschi ricorderanno senza dubbio le prime gare della stagione 2016-2017, quella che ha portato l’Atalanta in Europa League dopo 26 anni dall’ultima volta. Dopo i pessimi risultati iniziali, la partita contro il Napoli sembrava lo scenario di una fine già annunciata. Da quel successo inaspettato è nata invece questa incredibile storia che oggi parla di una volata verso la Champions e non della lotta salvezza. Il Gasp ha saputo dare un’identità fortissima alla squadra, valorizzando giocatori tecnici ed esperti come Gomez e Ilicic e facendo maturare giovani talenti italiani come Caldara, Conti, Cristante e ora Mancini. Il calcio dell’Atalanta, fresco, veloce e divertente, è qualcosa che in Italia si vede poco spesso, un modello dal quale in molti dovrebbero imparare. Dopo la gara di coppa con la Viola, il presidente Percassi ha detto che vorrebbe Gasperini a vita, per farne una sorta di Ferguson italiano. Sarebbe sicuramente un’ipotesi molto romantica, forse fin troppo nel calcio di oggi, ma sicuramente la permanenza di Gasperini per altre tre o quattro stagioni sarebbe fondamentale per un definitivo salto di qualità.

PRECEDENTI E PARALLELISMI

Cosa potrebbe avere in comune l’Atalanta con Napoli ed Ajax? Oltre alle grane causate ai bianconeri, sia i partenopei che gli olandesi hanno dei tratti simili a quelli nerazzurri. Parlando degli azzurri, non si può non pensare alla straordinaria ascesa dopo il fallimento del 2004 e la conseguente retrocessione in terza serie. Dopo due promozioni consecutive nel 2006 e nel 2007, il Napoli ha intrapreso un lungo cammino che lo ha portato ad essere la principale – se non unica – antagonista reale della Juventus. Inoltre, in queste 12 stagioni in Serie A, il Napoli ha centrato per 10 volte consecutive la qualificazione alle coppe europee, il che sarebbe un grandissimo obiettivo per l’Atalanta.

Per quanto riguarda i Lanceri invece, il filo conduttore è la filosofia dei giovani. Da anni ormai, i vivai delle due squadre sono tra i più prolifici d’Europa, anche se in questo caso bisogna evidenziare un’importante differenza. In questi anni, l’Atalanta ha avuto il coraggio di lanciare in campo diversi giovani, ma il campionato italiano non è quello olandese. L’Ajax infatti può permettersi di giocare e vincere competizioni con una rosa composta quasi interamente da ragazzini, cosa che in Italia purtroppo è ancora impensabile. Il settore giovanile atalantino diventa quindi un’enorme fonte di plusvalenze, cosa che nel lungo periodo potrebbe portare il club a trattenere senza troppi rimpianti i giocatori più talentuosi, a meno di offerte irrinunciabili. In questo senso fa scuola proprio l’Ajax di de Jong, venduto per 86 milioni di euro, e de Ligt, che difficilmente partirà per una cifra inferiore.

PIEDI PER TERRA

Come anticipato in apertura, l’ipotesi dell’Atalanta come una vera e propria big del campionato italiano vuole essere una sorta di provocazione. È difficile immaginare i bergamaschi scalzare la Juventus dal trono, anche se, come si suol dire, il pallone è rotondo. Tuttavia, il modello atalantino è straordinariamente efficiente e molte società dovrebbero imitare ciò che sta avvenendo a Bergamo. Sicuramente i successi dell’Atalanta, la Dea che correva più veloce di tutti, non sono frutto del caso e nei prossimi anni diventerà un cliente sempre più scomodo per la lotta all’Europa che conta.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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Politano e Darmian carichi nel prepartita: le parole

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All'Inter riesce una particolare impresa

Intervistati ai microfoni di DAZN nel prepartita di Napoli-Inter, Matteo Politano e Matteo Darmian hanno parlato delle loro sensazioni sul big match di giornata, molto importante per rispondere sul campo alle vittorie di Juventus e Milan.

POLITANO – “Conosciamo bene l’Inter e Dimarco, sappiamo che giocatore è ma siamo forti anche noi. Dovremo stare attenti. L’Inter ha una difesa fortissima, dovremo fare in modo di creare quante più occasioni possibili”.

DARMIAN – “Per arginare Kvara servirà lavoro di squadra, il Napoli ha tanti giocatori forti e dovremo stare attenti. La vittoria della Juve non ci mette pressione, dobbiamo scendere in campo come abbiamo sempre fatto”.

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Lecce-Bologna, le formazioni ufficiali: Zirkzee parte dalla panchina

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Lecce-Bologna

Il lunch match della 14ª giornata di Serie A mette di fronte due delle migliori formazioni del Belpaese. Guidate da due allenatori all’avanguardia e con molti spunti su cui lavorare, anche per il medio futuro. Lecce-Bologna sarà questa, ma anche molto altro. Il Lecce non vince dal 22 settembre, ma le ultime gare non sono state completamente da gettare. Indubbiamente, però, i salentini vogliono ritrovare i tre punti e vogliono farlo con la spinta del bollente pubblico di casa.

Ci proveranno contro una avversario sicuramente non facilissimo: il Bologna è, probabilmente, la rivoluzione di questa stagione ed il momentaneo sesto posto in classifica lo testimonia. Thiago Motta non potrà contare su De Silvestri in difesa, vittima di un infortunio. Mancherà anche Orsolini, ancora alle prese con l’infortunio che lo ha colpito circa una settimana fa.

D’Aversa e Thiago Motta hanno scelto i loro uomini per questo Lecce-Bologna, in scena del Via del Mare con calcio d’inizio previsto per le ore 12:30.

LE FORMAZIONI UFFICIALI

LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Pongracic, Baschirotto, Dorgu; Gonzalez, Ramadani, Oudin; Strefezza, Krstovic, Banda. All. D’Aversa.

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Posch, Lukumi, Calafiori, Kristiansen; Aebischer, Fabbian; Ndoye, Ferguson, Saelemaekers; Van Hooijdonk. All. Thiago Motta.

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Pronostico Sassuolo-Roma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Roma-Udinese

Domenica pomeriggio alle 18:30 ci sarà una sfida ad altissima intensità e che promette gol e spettacolo quella tra Sassuolo e Roma. Storicamente la partita ci ha sempre regalato tanti gol e risultati mai scontati con tanti colpi dei neroverdi a sorpresa, senza dimenticare i tanti ex.

Il Sassuolo arriva alla partita dopo il successo pirotecnico per 3-4 contro l’Empoli e Dionisi e co sono pronti a sorprendere anche contro la Roma. I neroverdi arrivano alla partita con i soliti dubbi legati alla trequarti, con Bajrami che dovrebbe partire dalla panchina favorendo l’avvio iniziale di Kristian Thorstvedt che affiancherà Laurienté e Berardi alle spalle di Pinamonti che vuole ritrovare il gol.

Situazione complicata in casa Roma, il pareggio contro il Servette non è piaciuto a Jose Mourinho che nel post partita a Sky ha attaccato i suoi di mancanza d’impegno. I giallorossi dunque non possono sbagliare ancora e con il Sassuolo si vuole cambiare passo, anche per non perdere il treno Champions League. Alcuni dubbi per Mourinho con Zalewski che insidia per un posto sulla fascia e Renato Sanches che potrebbe ritornare dal primo minuto a discapito di uno tra Pellegrini e Paredes in mediana. L’ultima in campionato per i giallorossi si è conclusa il 2-1 faticoso contro l’Udinese, grazie ad un gol di Dybala nel finale.

IL PRONOSTICO DI NUMERO DIEZ

Sarà una partita sicuramente ricca di gol, entrambe le squadre vogliono fare risultato e ci sentiamo dunque di giocare un azzardato 1x+over2.5, perché la Roma storicamente in casa del Sassuolo ha sempre fatto fatica e i padroni di casa arrivano da un momento d’oro. Il tutto è quotato alla SNAI 2.65. Occhio però anche ai marcatori, Berardi ha il piede caldo come sempre contro le big e potrebbe fare l’ennesimo regalo ai suoi anche con un calcio di rigore vista l’intensità della sfida.

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