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Finalmente Bergamo

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Finalmente Bergamo

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In quella campanilistica e un po’ bigotta tradizione tutta italiana del Napoli guerriero contro i ranghi serrati di provinciali squadre del nord si rinnova un motivo tipico della Serie A, nato forse dall’era dello scudetto dell’Hellas Verona. Infatti tutte le volte che i partenopei giungono in Veneto o in Lombardia sembrano che debbano affrontare una sfida più esterna che interna al campo, dove tuttavia, negli ultimi anni, da Mazzarri in poi, il club azzurro ha sempre sofferto nonostante la sua netta superiorità. Il Bentegodi di Verona, la Dacia Arena di Udine e soprattutto l’Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo sono impianti che il Napoli non sempre è riuscito a decodificare, incappando, in particolare contro le veronesi e i bergamaschi, in un ambiente ostile in tutti i sensi. Eppure la chimera più grande, il Cerbero più ostico dell’attuale formazione di Sarri è stata l’Atalanta, che negli ultimi dieci anni, in 22 incontri totali, ha vinto ben otto partite al netto dei dieci successi del Napoli, che tuttavia è pur sempre uno “schiacciasassi” per squadre come la Dea. Al contrario, e per di più con Gasperini in panchina, il Napoli ha sempre sofferto l’Atalanta tanto nel risultato che nella prestazione, e neanche a dirlo, lo stadio di Bergamo era diventato per la formazione campana un vero e proprio tabù (dalla stagione 2007-08 in Lombardia ben 5 sconfitte su 10 incontri).

Ma ieri Mertens ha voluto sovvertire il sistema province del nord contro la grande del sud con una rete che ha fatto arrabbiare Gasperini e esultare Sarri, particolarmente euforico al fischio finale. Un vittoria di misura che conferma i progressi del Napoli in termini di continuità e di risultato, che non si è arreso a una delle bestie nere storiche della gestione De Laurentiis e che incredibilmente aveva sbancato il San Paolo poche settimane fa con una brillante prestazione in Coppa Italia.

https://www.youtube.com/watch?v=qOdqukggZIU

MADE IN SARRI

“Mezzogiorno e mezzo di fuoco a Bergamo” è stato forse il titolo più stereotipato per definire ante litteram la partita di ieri fra Atalanta e Napoli. E in effetti così è stato. Una gara intensa ma anche rigorosamente bloccata, in cui sono emersi duelli fisici e sfide tattiche, e soprattutto, una partita in cui nessuno ha voluto tirare indietro la gamba.

https://www.youtube.com/watch?v=2qnfjYtUH9g

Memore dell’ 1-2 del San Paolo in Coppa Italia, Sarri ha preso molto sul personale la sfida dell’Atleti Azzurri d’Italia, in cui ad ogni modo non ha rinunciato a vestire la squadra nel migliore dei modi e a impugnare il coltello pur mantenendo la delicatezza del proprio sistema di gioco. Conscio del pragmatismo e della rapidità delle ripartenze bergamasche, l’allenatore toscano ha tenuto il Napoli comunque alto, accettando l’uno contro uno in molti casi (Koulibaly-Cornelius, Hysaj-Gomez) e fedele al motto di fare la partita sempre e comunque. Il gol di Mertens nel secondo tempo è stata la miccia che ha fatto esplodere la bomba azzurra contro un’Atalanta impeccabilmente messa in campo e i cui interpreti difensivi, a parte qualche buco nel finale, hanno confermato l’eccezionale livello proposto nella scorsa stagione. La spinta sulle fasce di Hateboer e Spinazzola sono state le frecce migliori del secondo allenatore Tullio Gritti (Gasperini squalificato era in tribuna), che con le loro sovrapposizioni e gli scambi con un magnifico Ilicic sono entrati spesso in area.

Ilicic portatore di palla che attende l’inserimento di Cristante; lo sloveno però sa anche che alle spalle del centrocampista sta accorrendo anche Hateboer

Se infatti dal punto di vista fisico la retroguardia napoletana ha vinto il duello con gli attaccanti neroazzurri, in quanto a solidità totale la squadra di Sarri ha mostrato qualche fallacia, come appunto le difficoltà nell’impedire che gli esterni di casa (o i centrocampisti Freuler e Cristante) giungessero in area salvo poi non trovare la definitiva concretizzazione. Di fatto la grande opera di Gasperini ha costretto il Napoli a rispettare tatticamente l’Atalanta e a non scoprirsi troppo, dato che effettivamente il pressing alto dei padroni di casa ha costretto gli ospiti a un’accorta gestione della palla; l’aggressione collettiva della banda neroazzurra ha portato il Napoli a perdere parecchi palloni (32 contro 29) e a arrivare subito alla conclusione onde permettere al muscoloso centrocampo bergamasco di arrivare in copioso raddoppio sui manovranti dell’azione.

La Heat Map degli esterni e degli attaccanti dell’Atalanta: pressing coordinato verso l’esterno, consapevoli della copertura posteriore di Freuler e Cristante (FONTE: WhoScored)

Il Napoli ha cercato di controbattere alle mosse di Gasperini con una rapida circolazione e istantanea verticalizzazione sia in profondità verticale che laterale, e non a caso, il gol di Mertens è arrivato proprio su lancio lungo di Callejon, che prima si era mangiato un gol di testa su una sbagliata diagonale di Toloi.

Il gol di Mertens (min 64) nasce da una verticalizzazione di Callejon dopo pochi tocchi dello spagnolo: sul filo del fuorigioco, il belga diventa match winner

 

Il taglio di Callejon sul secondo palo e il cross a rientrare di Insigne: una mossa del Napoli sarriano ampiamente già vista in questa stagione

Il Napoli ha inserito Marek Hamsik solo al 73′ per motivi fisici (il giocatore in settimana aveva avuto un po’ di febbre e Sarri ha preferito mettere Zielinski, evidentemente più in condizione) ma la solfa non è cambiata. Il capitano slovacco ha sciupato una grande occasione da rete su assist di Mertens, nella seconda ripresa decisamente più in palla che nel primo tempo. Il belga si è scorticato di dosso la corteccia della marcatura di Caldara rendendo onore al soprannome personale di folletto belga: per il difensore promesso alla Juve, dal gol del napoletano in poi è andato in seria difficoltà sia contro l’ex Psv che nel contenere gli inserimenti di Hamsik. E con la gran prestazione del belga passa anche in secondo piano lo sfogo malposto di Insigne al momento della sostituzione, creando un’accenno di polemica subito annichilita verbalmente da Sarri con un < siediti e sta zitto !>

Con la panchina di ieri Hamsik ha interrotto la striscia di 105 partite consecutive giocate da titolare

Alla fine le due squadre non hanno modificato più di tanto il loro modo di giocare: Atalanta continuamente in pressing e con molti inserimenti in area dei centrocampisti e Napoli alla ricerca di tagli offensivi con una quieta gestione della palla onde trovare l’imbucata vincente. Di fatto quello che ha permesso al Napoli di vincere una partita dalle emozioni un po’ sporadiche del match – si contano solo 21 tiri totali per due squadre che hanno una una media rispettivamente di 13,6 (Atalanta) di 17,8 (Napoli) – è stata la forza di alcuni singoli, in cui spicca sicuramente Dries Mertens, il più attivo dei suoi dopo che nel primo tempo Insigne ci aveva provato di più. Questa partita certifica come i progressi di mentalità e di tenuta fisica del Napoli siano diventati una profonda realtà nella stagione degli azzurri, che negli altri anni, a questo punto del torneo, palesavano dei pericolosi cali. Non che oggi la tenuta della squadra di Sarri sia impeccabile (ieri si sono visti alcuni errori a centrocampo non da Napoli) ma almeno, anche quando il fiato inizia ad essere corto si raccolgono punti e si mantiene intatta la classifica, che oggi, dopo cinque turni consecutivi, il Napoli continua a dominare.

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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