Come nelle migliori tragedie greche l’eroe non perde la facoltà di autodeterminazione, così Real e Atletico hanno nelle proprie mani l’occasione di ricrearsi una stagione da zero. Nonostante si affrontino come prima e seconda della classifica della Liga le due squadre di Madrid si trovano in un limbo di difficile risoluzione e un derby, giunto in questo momento, potrebbe corrispondere alla catarsi di una e alla dannazione dell’altra, qualsiasi sia il risultato finale. Si, perché se il tempo della tragedia era l’ “Hic et nunc“, e cioè il “Qui e adesso” anche per Real Madrid e Atletico non c’è altro che “Hic et nunc” da sfruttare per capire chi si vuole essere in questa stagione.
PRIMO ATTO: LA VETTA
Con un Barcellona claudicante e privo di Messi, e con una Liga sempre più imprevedibile, l’attesa per questo derby di Madrid sta diventando febbricitante tra le pianure e le lande spagnole. Dopo i due passi falsi – più clamoroso quello del Real – in Champions League, il derby è l’occasione per entrambe per risollevare la testa e guardare con speranza al futuro. Il Real di Zidane guida la classifica nonostante innumerevoli fatiche affrontate in questo inizio di stagione: gli infortuni non si contano, manca un vero leader tecnico della squadra dall’addio di Cristiano Ronaldo e Benzema, seppure fenomenale, non potrà per sempre continuare a segnare con questa continuità dovendo crearsi le occasioni in solitaria. Per questo la vittoria contro l’Osasuna del turno infrasettimanale (2-0 che ha regalato la vetta ai blancos ora a quota 14 punti in sei partite) ha ridestato l’orgoglio di un Bernabeu ferito dai recenti risultati, grazie alla verde gioventù brasiliana di Rodrygo e Vinicius che in un colpo sono riusciti a far infervorare la torcida Blanca e a restituire la vetta a Zidane e con essa la tranquillità, almeno fino a domani sera.

Fonte immagine: profilo IG @RealMadrid
Non poi così lontano, solo dieci sono i chilometri che dividono il Wanda dal Bernabeu, l’Atletico di Simeone prepara la rinascita dalle proprie ceneri. L’inizio di stagione parla di quattro vittorie, un pareggio e una sconfitta con tredici punti a disposizione e un terzo posto che potrebbe diventare vetta in caso di vittoria casalinga. Non esattamente un fallimento a leggere le statistiche, ma i soli sette goal segnati e una fragilità intrinseca mostrata a più riprese preoccupano – e non poco – gli addetti ai lavori rojiblancos. La vittoria contro il Mallorca del turno infrasettimanale, arrivata grazie alle reti di Joao Felix e Diego Costa, ripercorre la strada presa dai cugini, incamminandosi verso il derby con una vittoria che gonfia le vele ma che lascia strascichi preoccupanti: l’espulsione di Morata priva Simeone di un’importante alternativa, e c’è apprensione per ciò che potrebbe succedere in caso di sconfitta.

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SECONDO ATTO: L’ONORE
Simbolo della Grecia antica, l’onore è anche qui fondamentale per comprendere cosa sarà questo derby madrileno: oltre alla vetta e alla rinascita virtuale della squadra, entrambi i tecnicistiche cercano redenzione personale nella vittoria contro i rivali. L’onore di aver dato il colpo potenzialmente di grazia alla prima parte di stagione dei cugini varrebbe qualsiasi scivolone futuro. Domani sera, nonostante si affrontino le prime della classe (Real Sociedad permettendo), sarà una gara da dentro o fuori: il Real ha bisogno di questa affermazione esterna per ripristinare quell’aura di magnificenza propria del club più vincente in Europa; l’Atletico deve dimostrare a sé stesso di non aver sbagliato in estate a rinunciare a Griezmann e facendo si che cambiando gli addendi a disposizione di Simeone il risultato cambi in meglio. L’onore, dicevamo, è poi questione per uomini di altri tempi: a Madrid si sente più la mancanza di un leader come CR7 che di Griezmann, e per questo si osserverà molto da vicino il primo derby ufficiale dell’erede di entrambi, quel Joao Felix che promette di regalare a Simeone emozioni sempre più forti.

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ULTIMO ATTO: LA VENDETTA
La scorsa stagione lo zero a zero del Bernabeu fu cancellato, spazzato via, dal terrificante 1-3 rifilato da Bale e Sergio Ramos al Wanda Metropolitano, mentre nella stagione precedente i due pareggi di campionato si erano infranti sul pirotecnico 2-4 timbrato Atletico Madrid in Supercoppa Europea. Oggi il derby verrà giocato a distanza da due mesi dall’ultimo, quella sfida dell’International Champions Cup che Marca bollò come un “Baño” per il Real, a causa dei sette goal subiti nel corso dei novanta minuti.

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Calcio d’estate? Si, ma se già il campo del MetLife Stadium del New Jersey aveva parlato di risse (rosso per Carvajal e il pokerista Diego Costa) e di tensione alle stelle, un precedente simile e così fresco costituisce una ferita fin troppo scoperta per un Real alla ricerca della propria identità. Domani sera si giocherà l’atto conclusivo, se non della stagione sicuramente di questa mini serie di derby legati alla condizione di due squadre in costruzione, con cui termineranno i tentativi di ritrovarsi: o ce la si fa, o si finisce nel baratro con tutti i buoni propositi estivi e i progetti invernali. Madrid lo sa, e non aspetta altro che l’inizio della tragedia.
APPENDICE: JOAO FELIX
Un ultimo atto, che non è possibile non inserire parlando di Madrid e del derby di domani sera: Joao Felix. L’erede designato di Griezmann sulla sponda rojiblanca di Madrid e di Cristiano Ronaldo nel Portogallo al limitare dell’oceano, sarà l’osservato speciale di un derby febbricitante. Al Wanda ci si aspetta che trascini la squadra grazie a qualità fuori dall’ordinario e ad una gestione della pressione degna dei grandi campioni. Parlavamo di autodeterminazione dell’eroe tragico negli spettacoli greci? Joao rappresenta questo domani sera: l’eroe tragico che si confronta con il mito di due leggende col numero sette, e può attraverso le proprie azioni cambiare il presente e, potenzialmente, influenzare il futuro. Una tragedia in tre atti salvo incontri europei, il cui primo si è consumato oltreoceano confermando la bontà della scelta di Joao Felix.

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Fonte immagine di copertina: profilo IG @Atleticomadrid