Tre mesi di stop.
Questa doveva essere la cattiva notizia per Santi Cazorla, dopo l’infortunio al tendine d’Achille procuratosi nella sfida di Champions League dell’Arsenal contro il Ludogorets, il 19 ottobre 2016.
Un periodo di riabilitazione per scongiurare il rischio operazione che non ha portato i risultati sperati: dunque passaggio sotto i ferri e stop di tre mesi: questa doveva essere la sua mala suerte. Magari fosse stato così.
Magari perché è difficile immaginare con quale sorriso Cazorla abbia festeggiato oggi il suo 33° compleanno, a un anno, un mese e 24 giorni di distanza dall’ultima volta che ha fatto la cosa che più gli piace al mondo: calciare un pallone.
Non sono infatti le 33 primavere a spaventare il fantasista spagnolo: l’età non è nulla a confronto del calvario che Cazorla ha passato e sta passando. Un’odissea fisica e psicologica della quale non si conosce e non si intravede ancora il finale, che per certe settimane ha messo in discussione addirittura le possibilità del talento spagnolo di giocare al parco con i propri figli.
La ferita derivante dall’operazione continuava infatti a non rimarginarsi e quindi a riaprirsi, non volendone sapere di guarire. Trattamenti, su trattamenti su trattamenti e il proprio piede (che così tanta fortuna aveva portato nella sua vita) che assomigliava sempre di meno a quello che era. La paura di essere partito per un travaglio senza fine, di aver rovinato tutto, di non poter più correre e camminare correttamente.
Poi, una nuova speranza, dettata dallo studio e dalla comprensione della sua infezione. Capire la malattia è il primo passo per curarla, ma quanto è lungo il cammino.
Oggi, nove operazioni e un trapianto di pelle (tatuata) dopo, Santi è ancora lontano dall’erba soffice, umida e splendidamente verde dell’Emirates Stadium.
I cambi di direzione sul posto sono ancora un miraggio, l’assist al bacio un sogno, il gol sotto la propria curva un’utopia.
Sembrava poter vedere il traguardo all’orizzonte quando, a fine estate, aveva azzardato – senza fretta – un suo ipotetico ritorno in campo: gennaio. Comprensibile e fattibile: chi non vorrebbe riprendere un discorso lasciato in sospeso per più di un anno in coincidenza con l’avvento di un anno nuovo?
Archiviare nell’angolo più remoto del proprio cassetto il ’17 per tornare alla propria vita nel ’18: ha quasi una sua logica numericamente scaramantica.
O meglio, la aveva, perché nel 2018 Cazorla non giocherà, non a gennaio.
A novembre, lo stesso giocatore ha comunicato tramite profilo Twitter la necessità di un’altra operazione, la nona personale, che prolungherà ulteriormente la sua degenza. Non si sa nemmeno di quanto: probabilmente, a questo punto, fissare date potrebbe solo portare ulteriore sfortuna.
Cazorla prega nella foto postata come comunicato: è in campo, con la maglia dell’Arsenal e come ogni calciatore si rivolge al cielo a cercare spiegazioni di un pallone che probabilmente non è andato dove il trequartista voleva.
Preghiere nostalgicamente dolci, col senno di poi, ad oggi.
Prega anche oggi Cazorla, anche se non c’è foto a testimoniarlo.
Prega nel suo giorno del suo 33° compleanno – e quello prima, e quello dopo – perché Dio, il fato o chi per lui lo faccia tornare in campo.
Tornare in campo non per vincere Premier League, Champions, Mondiale e Pallone d’oro, ma per fare ciò che sta più a cuore a chiunque batta il cuore quando vede un pallone su un prato: giocare.
Non importano più la fama, l’età, i contratti, lo stipendio, i procuratori, i tifosi, i trofei, gli stadi. Non importano nella vita di Santi e non importeranno finché mancherà il gioco, quel principio fondativo del calcio che dà senso al tutto. Il pallone, come il sole, dà origine e senso a tutto ciò che gli orbita intorno. E Cazorla vive da più di un anno in un’oscurità priva della sua stella.
Il che ci fa sentire inevitabilmente empatici nei suoi confronti, perché se c’è una cosa che accomuna tutti i calciatori nel mondo, dai finalisti di Champions League ai retrocessi di Terza Categoria, è l’odio per l’infortunio.
L’irrequietezza propria dello stare fermo.
L’angoscia insita nel non potere fare ciò che pensiamo ci riesca meglio.
La nostalgia lacerante del ricordo di ciò che abbiamo fatto e il rimpianto di quello che avremmo potuto fare.
La voglia inarrestabile, reticente, ineccepibile, irreversibile, di fare ancora qualcosa. Anche poco, per avere la soddisfazione di dire ‘basta’ al lavoro più bello del mondo quando lo si vuole e non quando lo dice la mala suerte.
Ed è questo che intende Santi quando parla di “ilusiòn y motivacion” per tornare a godere della sua grande passione. Che è anche la nostra.
Per questo lo aspettiamo e lo aspetteremo ancora: per il compimento di una favola e non solo di una disavventura, per un applauso simbolico anche se davanti al televisore. Perché se lo merita.
Joe Barone, direttore generale della Fiorentina, ha annunciato che nella giornata di giovedì incontrerà, assieme al presidente Rocco Commisso, diversi procuratori al Viola Park.
Secondo quanto riportato dal Corriere Fiorentino, il club viola ribadirà alcuni parametri che intende rispettare nel rapporto con gli agenti dei calciatori. Al centro del dialogo, si legge, ci sarà la possibilità di pagare un’unica commissione ai procuratori, che non dovrà comunque superare il limite del 5% rispetto al valore di trasferimento del giocatore. La Fiorentina, da tempo impegnata nella ricerca di riforme per migliorare tali rapporti, intende agire con massima trasparenza e sanzionare coloro che non rispetteranno le norme.
L’ultima giornata di campionato stabilirà la terza retrocessa in Serie B tra Hellas Verona e Spezia. Gli scaligeri affronteranno il Milan, già qualificato alla prossima Champions League, a San Siro e il tecnico Zaffaroni spera nel recupero di alcune pedine importanti per tentare il colpaccio.
In tal senso, riporta L’Arena, sembra certo il recupero di Simone Verdi, rimasto precauzionalmente in panchina contro l‘Empoli, che si allenerà con i compagni per tutta la settimana per esserci con i rossoneri. Resta in dubbio, invece, la presenza di Lazovic a causa problema muscolare di lieve entità accusato nel match contro l’Atalanta, ma l’Hellas Verona spera vivamente di ritrovare uno dei suoi migliori interpreti in vista di una gara cruciale.
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha commentato alla Gazzetta dello Sport la notizia del patteggiamento tra la Juventuse la Procura della FIGC in merito alla questione stipendi. Nessuna penalizzazione, dunque, per i bianconeri, ma esclusivamente una multa di circa 718 mila euro. Queste le sue parole.
ATTO CONDIVISO – “Era arrivato il momento di definire e di guardare al futuro con progettualità, il tutto nel rispetto assoluto delle regole. Quest’ultimo atto è condiviso, auspicabile e previsto dalle nostre norme. Credo che sia il risultato più bello per il calcio italiano, quello di aver trovato un momento di serenità”.
PRONOSTICO SIVIGLIA-ROMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Domani sera la Roma sfiderà il Siviglia in finale di Europa League alla Puskas Arena di Budapest alle ore 21. Gli uomini di Mourinho, dopo la vittoria della Conference League nella scorsa stagione, vogliono vincere anche l’Europa League. Dall’altra parte c’è il Siviglia che è la squadra regina di questa competizione. Ha vinto ben 6 volte il trofeo: 2 volte quando si chiamava ancora Coppa Uefa e 4 volte con la denominazione di Europa League.
STATISTICHE SIVIGLIA-ROMA
Il Siviglia ha vissuto una stagione molto complicata. Gli Andalusi ne La Liga sono stati fino a fine marzo a rischio retrocessione con la guida in panchina di Lopetegui prima e Sampaoli poi. Le cose per gli spagnoli sono cambiate con l’ingaggio in panchina di José Luis Mendilibar. Il tecnico spagnolo ha portato la squadra all’undicesimo posto in classifica mentre in Europa League ha eliminato il Manchester United ai quarti di finale e la Juventus in semifinale.
La Roma di José Mourinho, invece, ha avuto una stagione nettamente migliore. I giallorossi dopo un inizio difficile sono riusciti a riprendersi e da gennaio in poi hanno occupato uno dei primi 4 posti della classifica. In campionato le cose si sono complicate da fine aprile in poi con gli infortuni di alcuni top player che sono stati tenuti a riposo in Serie A per essere pronti in Europa League. Il momento più complicato nella competizione europea è stato sicuramente la sfida di ritorno dei quarti di finale contro il Feyenoord in cui un guizzo di Dybala allo scadere dei 90 minuti ha allungato il match ai supplementari in cui a prevalere sono stati gli uomini di Mourinho. In semifinale, invece, i giallorossi hanno eliminato il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso.
PRONOSTICO SIVIGLIA-ROMA
Entrambe le squadre arrivano stremate a questa finale. La stagione è stata molto lunga e complicata ma domani sera ci sarà la partita più importante per entrambe le compagini. Da una parte il Siviglia che vuole confermarsi la regina indiscussa della competizione, dall’altra la Roma che vuole vincere anche l’Europa League dopo la Conference League della scorsa stagione.
Pensiamo che alla fine il match sarà molto chiuso visto chela posta in palio è davvero alta e quindi non vorranno sbilanciarsi troppo. Il nostro pronostico è X primo tempo + Under 2.5 incontro a quota 2.50.
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