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Roma, i tifosi tornano a riempire l'Olimpico

Daniele De Rossi è sangue giallorosso che scorre nelle vene. Daniele De Rossi è corpo e cuore che vivono per un’unica causa. Daniele De Rossi è pura autenticità. 

PIACERE DANIELE

La storia d’amore tra De Rossi e la Roma comincia essenzialmente 34 anni fa, quando a Ostia Daniele aveva già individuato nei giallorossi un motivo di felicità. Due colori che già da piccolo significavano passione e amore, e che successivamente si sono tatuati indelebilmente sulla sua pelle.

Ufficialmente invece il rapporto diretto tra De Rossi e la Roma comincia nel 2000, quando Daniele a 17 anni decide di accettare la (seconda) richiesta di vestire i colori giallorossi e abbandonare gli amici d’infanzia dell’Ostia Mare: il primo segnale della sua autenticità. A quell’età infatti di solito i ragazzi più promettenti fanno già parte delle squadre giovanili importanti. A 17 anni ci si affaccia già al mondo dei grandi e riuscire a cucirsi uno spazio nel calcio vero è maledettamente complicato. De Rossi, nonostante il rifiuto di qualche anno prima, sapeva che la Roma sarebbe stata nel suo destino.

L’esordio assoluto avviene il 30 Ottobre 2001, a 18 anni, quando Fabio Capello decide di inserirlo nel secondo tempo della sfida di Champions League contro l’Anderlecht. Per la prima apparizione in Serie A Daniele dovrà aspettare il 25 Gennaio del 2003. Nel finale di stagione riuscirà anche a trovare la prima rete in assoluto con la maglia giallorossa.

Il primo gol di De Rossi con la maglia della Roma nella sfida contro il Torino

QUESTIONE DI MOMENTI

Per oltre 17 anni De Rossi ha vissuto unicamente per un’unica maglia, per un’unica tifoseria e con un unico obiettivo: il bene della Roma. Spesso e volentieri il cammino è stato tortuoso e complicato, ma in ogni momento De Rossi c’era.

Daniele c’era nel surreale 6-2 di Coppa Italia, nella finale d’andata all’Olimpico. Il numero 16 ha messo pure a segno il gol del 2-0 grazie ad un’impercettibile deviazione sotto porta. Di certo non uno dei gol più belli di De Rossi, ma certamente uno dei più importanti ed emozionanti. Quella vittoria fu la prima grande soddisfazione di De Rossi con la maglia giallorossa.

Il gol sembra di Mexes, ma la corsa impazzita di De Rossi conferma che il tocco c’è stato

Così come nel bene, il ragazzo di Ostia c’è stato anche nel male. Forse, la prima grande delusione cocente della sua carriera (dopo il rosso nei mondiali tedeschi) è stato il 7-1 di Manchester. Un risultato complicato da digerire, ancora più difficile se si considera il palcoscenico: un quarto di finale di Champions League. In ogni caso una delle serate più amare della storia della Roma, alla quale però De Rossi ha voluto donare un barlume di dolcezza con una fantastica perla al volo. Il gol del 6-1, certo, praticamente inutile da punto di vista sportivo, ma decisamente prezioso se si considera l’aspetto dell’orgoglio e dell’onore.

Un gol che avrebbe meritato un peso maggiore

Il rapporto di De Rossi con lo scudetto è sempre stato abbastanza complicato. Arrivato nel giro della prima squadra proprio dopo l’anno del trionfo, Daniele negli anni successivi ha spesso sfiorato il tricolore senza però mai raggiungerlo definitivamente. L’occasione più ghiotta è stata nel 2010, quando il campionato fu deciso all’ultima giornata. La famosa ultima giornata del gol di Milito a Siena. Un gol che trasformò la stagione, dato che si passò dal possibile scudetto giallorosso al triplete nerazzurro. A dire il vero il titolo era stato gettato al vento nella partita interna contro la Sampdoria qualche settimana prima. La Roma, capolista a poche giornate dalla fine, se avesse vinto quella partita probabilmente sarebbe diventata campione d’Italia, ma ci pensò Pazzini a spezzare il sogno del popolo giallorosso.

De Rossi apre così le marcature di Roma-Inter, sfruttando l’errore di Julio Cesar, ma facendosi trovare al posto giusto

Con questo gol De Rossi aveva aperto le marcature di Roma-Inter, donando nuove speranze ai tifosi romanisti. Quella vittoria avvicinò la squadra di Ranieri ai nerazzurri e fu il simbolo di una rimonta che si completò solamente per qualche giornata. Un’illusione svanita in una notte all’Olimpico contro la Sampdoria.

AUTENTICITÀ

Autenticità, parola composta da autòs, che significa sé stesso, ed entòs, che invece sta per in oppure dentro. Per la filosofia dell’esistenzialismo la parola corrispondeva alla vera realtà interiore dell’individuo, e quindi ad un modo di essere sé stessi in maniera genuina.

Ho solo un unico rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera

Grazie a queste parole e ai suoi gesti, il concetto di autenticità calza a pennello per Daniele De Rossi . Un uomo che ha sempre cercato di essere il più puro possibile. Nel bene o nel male il numero 16 giallorosso è riuscito a trasmettere il proprio amore incondizionato nei confronti di questi colori. Dalla maniera con la quale esulta, sembrando realmente un ultras in campo, fino all’intervento in scivolata più sconsiderato, segno della perdita di nervi tipica di chi tiene troppo a qualcosa, Daniele ha realmente dimostrato di rappresentare un popolo ed un modo di essere.

L’importantissimo gol di De Rossi contro il Genoa nell’ultima partita di quest’anno

Nella partita d’addio del calciatore più importante della storia giallorossa, ovvero Francesco Totti, Daniele ha messo a segno un gol importantissimo, il quale ha contribuito a raggiungere il secondo posto finale e la successiva qualificazione in Champions. Dall’anno prossimo non si parlerà più di “Capitan futuro”, ma del Capitano. In questi anni De Rossi ha saputo confermarsi leader, dentro e fuori dal campo, nonostante l’importante ed ingombrante figura di Francesco Totti. Il passaggio di consegne è un evento sicuramente importante perché pone fine ad un’era, ma più che altro è il riconoscimento ad un calciatore che ha saputo interpretare e rappresentare al meglio lo spirito giallorosso.

Daniele De Rossi è cuore, passione, grinta e talvolta anche istinto. Daniele De Rossi è autenticità pura. Prendere o lasciare.

 

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Giovani per il futuro

Chi è Olijars, il giovanissimo figlio d’arte neo-acquisto dell’Atalanta

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CHI È JEGORS OLIJARS – È notizia di ieri l’acquisto da parte dell’Atalanta del classe 2008 Jegors Olijars, interessante prospetto lettone che ha deciso di firmare il suo primo contratto da professionista della sua carriera con la Dea (erano interessate anche Ajax, Atletico Madrid e Borussia Dortmund) e di crescere nel vivaio nerazzurro. Scopriamo chi è Olijars in questo articolo.

CHI È OLIJARS: CALCIATORE IN UNA FAMIGLIA DI SPORTIVI

Jegors Olijars è una punta centrale dotata di grande fisicità (alta 193 cm) e con grandi potenzialità, che ha dimostrato pienamente in patria e anche nelle squadre giovanili della Nazionale nord-europea. Si può dire che lo sport era nel destino di Jegors, nato in una famiglia di campioni di vari sport. Dal padre campione di corsa a ostacoli – ha vinto un Europeo nel 2006 a Goteborg, medaglia d’argento invece nel 2002 a Monaco e di bronzo al Mondiale di Valencia 2008 – alla madre tennista, passando per il nonno che, invece, ha partecipato a un’Olimpiade, il giovane è portatore di un’eredità di successo e dedizione allo sport che in pochi possono vantare. Starà al 16enne, ora, tenere alto il nome della famiglia cercando di affermarsi nel calcio che conta. Si tratta del primo calciatore lettone nella storia dell’Atalanta.

Fonte immagine in evidenza: profilo X Filippo Maggi

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Calciomercato

Futuro di Zurkowski ancora incerto: difficile il riscatto dell’Empoli dallo Spezia

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ZURKOWSKI EMPOLI – Szymon Zurkowski si sta ritrovando all’Empoli. Dopo il periodo difficile tra Fiorentina e Spezia, il polacco è tornato all’Empoli nel mercato di riparazione e ha avuto un impatto molto importante sulla stagione dei toscani, con 4 gol nelle prime due uscite in maglia azzurra – memorabile la tripletta segnata contro il Monza alla prima da titolare, dopo la rete all’esordio contro il Verona – che lo rendono tuttora il miglior marcatore stagionale dell’Empoli nonostante l’arrivo a metà campionato. Il suo rendimento è un po’ calato nelle ultime settimane, in cui – complice un infortunio alla caviglia – è apparso lievemente in ritardo, ma l’Empoli vorrebbe puntare su di lui anche nella prossima stagione.

ZURKOWSKI RESTA ALL’EMPOLI? IL RISCATTO È DIFFICILE

Sarà difficile, però, confermare il classe ’97 in rosa: la formula con cui si è trasferito nella finestra invernale, infatti, è quella del prestito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro ed esercitabile dagli azzurri a fine stagione. Questa valutazione, però è considerata eccessiva dai dirigenti del club toscano, che sembrano propensi a non esercitare il riscatto del polacco per poi trattare con lo Spezia per un nuovo accordo. La volontà dell’Empoli sarebbe quella di ottenere un nuovo prestito, ma resta da vedere se lo Spezia è disposto a rimandare in prestito il calciatore senza monetizzare da una sua cessione. Bisogna anche considerare, però, che in caso di cessione a titolo definitivo c’è una percentuale abbastanza importante che lo Spezia dovrebbe riconoscere alla Fiorentina, club da cui ha acquistato il calciatore nel 2023.

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Calcio Internazionale

Xabi Alonso sempre più vicino alla permanenza al Leverkusen: niente Bayern Monaco e Liverpool

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XABI ALONSO – In Germania c’è una squadra che sta per spezzare l’egemonia degli ultimi anni del Bayern Monaco. Si tratta del Bayer Leverkusen dell’ex bavarese Xabi Alonso, che si trova al primo posto in classifica a +10 proprio dal Bayern secondo. Quando mancano soltanto otto giornate al termine del campionato, la Bundesliga sembra ormai nelle mani dei rossoneri.

Il Bayern Monaco, che in estate si separerà da Thomas Tuchel, è alla ricerca di un allenatore per la prossima stagione, e tra i nomi che circolano uno dei più insistenti è proprio quello di Xabi Alonso, che però è legato fino al 2026 con il Leverkusen, che non sembra avere alcuna intenzione di liberarlo in direzione Monaco di Baveria.

LE PAROLE DI HOENESS SU XABI ALONSO

Intervenuto ai microfoni di Das Erste, il presidente onorario del Bayern Monaco Uli Hoeness è intervenuto proprio sull’argomento, mostrandosi molto pessimista sul possibile approdo in panchina del tecnico spagnolo nella prossima stagione. Di seguito, le sue dichiarazioni: “La vedo molto dura prendere Xabi Alonso, per non dire impossibile. Credo resti al Leverkusen“.

ANCHE IL LIVERPOOL VA OLTRE E PENSA AD AMORIM

Oltre al Bayern Monaco, anche il Liverpool – che in estate saluterà Jurgen Klopp – è una delle squadre più interessate a Xabi Alonso. A questo punto però, viste anche le dichiarazioni di Hoeness, i due club dovranno con ogni probabilità virare su altri profili. Per la panchina degli inglesi, in questo momento, il nome più caldo sembrerebbe essere quello dell’attuale tecnico dello Sporting Lisbona Ruben Amorim.

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Calcio Internazionale

Chi è Cavan Sullivan, la stellina del calcio USA già nell’orbita del Manchester City

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CHI È CAVAN SULLIVAN – Pensate, a malapena 14 anni, ritrovarvi già sui media calcistici, oltre ad essere in orbita Manchester City, club che al momento domina i riflettori europei. Questo è il mondo di Cavan Sullivan, talento classe 2009 dei Philadelphia Union, che ha esordito con tanto di assist in MLS Next pro. Ormai nel calcio la ricerca del talento parte da età sempre più basse, soprattutto nei campionati esteri, dove i giovani talenti che impressionano gli scout vengono convinti a firmare, o corteggiati, già giovanissimi. Un esempio può essere l’acquisto di Paez da parte del Chelsea, nella scorsa stagione. Ora è invece il turno di Sullivan, trequartista di pura classe che ha addosso gli occhi della migliore squadra del miglior campionato al mondo: la Premier League. 

DAGLI USA ALL’INGHILTERRA

Proprio con la costante scoperta e crescita di talenti sempre più giovani, non è facile impressionare. Eppure, nessuno può evitare di guardare un quattordicenne che, all’esordio coi grandi, si iscrive addirittura al tabellino degli assistman. Parliamo comunque di un giocatore che fa parte della Philadelphia Union Academy da quando ha a malapena 11 anni. Alto 1,58 e in possesso di doppia nazionalità (Americano e tedesco), Sullivan ha fatto parlare di sè con un’etichetta pesantissima. La definizione di ‘nuovo Messi‘ è ovviamente prematura, eppure il talento è cristallino ed innegabile.

Del resto, il Manchester City sembra avere già accordo con società e giocatore, mancano soltanto le firme di rito. Le regole sui trasferimenti e sul lavoro minorile non permetteranno comunque al ragazzo di raggiungere i Citiziens prima dei 18 anni. Per propiziarne il percorso di crescita, la decisione comune tra le società è di tenerlo in patria, dove arriverà ad esordire in MLS. Dopodichè potrà partire per l’Europa. Sicuramente il nome di Cavan Sullivan è destinato a catturare sempre di più l’attenzione nel corso degli anni, anche perchè prima di raggiungere il nostro calcio bisognerà attendere ancora qualche anno.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Parlando di un giocatore molto giovane, è difficile darne un quadro generale completo. Nonostante ciò si può tranquillamente asserire che stiamo per vedere un talento innato dal punto di vista tecnico. L’obiettivo sarà quello di sgrezzarsi nei prossimi anni a livello tattico, affrontando gradualmente un calcio più fisico. Il piede è il mancino, proprio come quel fenomeno generazionale che ha portato ad un altro livell0 il numero 10, che ora milita proprio in MLS all’Inter Miami: Lionel Messi. Sullivan dà la sensazione di poter essere un giocatore abile nello stretto e palla al piede, veloce e tecnicamente impeccabile. Ma solo il tempo potrà dirci dove può arrivare questo ragazzo.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG Cavan Sullivan

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