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Barça on the road

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Barça on the road

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Il Barcellona c’è, forse anche più del Real Madrid. A sei giorni di distanza dalla partita con la P maiuscola i blaugrana e i blancos sono reduci da due appuntamenti egregiamente superati, anche se la squadra di Messi ha dimostrato uno stato di forma nettamente superiore rispetto a quello dei merengues. La partita fra Barcellona e Deportivo La Coruna (4-0) ha sancito nuovamente il primato in classifica dello stesso Barcellona che ha vinto meritatamente (non c’era neanche da sottolinearlo) contro un avversario inizialmente più solido e quadrato ma che poi, sotto i copi di martello di Messi, si è annichilito nel giro dei minuti. Lo stato di salute della squadra di Valverde è impressionante, il lirismo di certi giocatori è di nuovo alle stelle e senza dubbio, dopo molti anni, al Camp Nou si è rivisto un Barcellona che sa giocare a calcio sui massimi sistemi: un dialogo fra uomo e pallone che non si vedeva in Catalunya dai tempi di Guardiola. Di fatto il posticipo serale ha anche confermato come Suarez, seppur non in formato super, sia riuscito in ogni caso a segnare una doppietta che ne certifica il crescente stato di forma, e allo stesso modo lo si può dire anche di tutto il resto della squadra. Tranne di Messi, ovviamente, e Iniesta, due che da quando Valverde si è seduto sulla panchina del Camp Nou non hanno mai smesso di staccare il pennello dalla tela rettangolare.

https://www.youtube.com/watch?v=kUvk1_SvbxE

PAULINHO E JORDI ALBA

Due delle bellezze più sorprendenti di questo nuovo Barcellona sono certamente una coppia di giocatori che sulla carta, almeno, non avrebbero dovuto neanche avere i connotati dell’inatteso. Invece sia Paulinho che Jordi Alba stanno decisamente impressionando per la qualità delle prestazioni offerte, e in due casi diversi. Il brasiliano è arrivato in Spagna per una cifra esageratamente alta da un campionato, quello cinese, in cui il livello non può che sgonfiare il ritmo e la generale competitività di un giocatore: dopo un po’ di ambientamento Paulinho è diventato un’ancora troppo pesante da essere spostata nelle gerarchie mediane di Valverde, e non è un caso che con lui in campo il Barca abbia sempre vinto. Per l’ex Tottenham già sei reti (inclusa la doppietta di stasera) in Liga e un ruolo da carro armato con stile in mezzo al campo solitamente affianco a Rakitic; tuttavia si sa come oramai le linee dell’ex allenatore dell’Athletic Bilbao cambino di giornata in giornata. Stasera ad esempio il Barcellona è partito con un iniziale 4-3-3 modificandosi poi in un 4-2-3-1, soluzione necessaria visto l’infortunio con conseguente cambio di Paco Alcacer.

Una delle tipiche formazioni del Barcellona in questa stagione

Nonostante le modifiche tanto la partita di Paulinho quanto quella di Jordi Alba non sono cambiate. Il terzino sinistro è stato una spina nel fianco per il laterale destro ospite Juanfran, un concentrato di corsa e spirito di sacrificio a cui l’intelligenza tecnica ha concesso di tirar fuori dal cilindro giocate di livello poetico. Forse lo spagnolo non è mai stato su questi livelli da quando aveva vinto l’Europeo con la Spagna nel 2012 segnando in finale con l’Italia, e tra l’altro fu proprio in quella stagione che passò al Camp Nou. La sua posizione come terzino di spinta rimane comunque molto alta, e nel collettivo tecnico blaugrana Jordi Alba è sempre una delle figure più importanti: l’ex Valencia è diventato un nuovo pilastro della squadra e autentico senatore al pari dei vari Messi, Pique o Iniesta.

SOLILOQUI

Per quanto il Barcellona possa essere una squadra forte e organizzata il risultato coincide quasi sempre con la grande dimestichezza che i singoli hanno con il gol. Se non c’è una prodezza di Messi, un gol cattivo di Suarez o una magia geometrica di Iniesta difficilmente il Barça riesce a sbrogliarsi da certe situazioni. E’ anche vero che proprio grazie alla nuova impostazione data da Valverde i blaugrana arrivano meglio a trovarsi nei pressi dell’area di rigore e pure ieri si è notata una piacevole tranquillità nel palleggio tra difesa e centrocampo, dove Rakitic e uno degli esterni bassi si trova a scambiare con il terzino e uno dei due vertici difensivi centrali. Il Barcellona ha certamente dimostrato anche in Champions League che la sua forza è proprio quella di saper essere compatti e allo stesso tempo avere un’impostazione di gioco elegante e raffinata, in cui a un palleggio coordinato corrispondono dei fulmini partiti direttamente dai piedi di Messi o Iniesta, assolutamente tornati ad essere rispettivamente re e sovrintendente del Camp Nou. Con l’addio di Neymar la geografia tattica in campo è cambiata e l’attacco adesso ha eletto con piacere un Messi più vicino alla zona centrale del reparto offensivo, sia come trequartista che come attaccante; più che trequartista la Pulce ha agito da seconda punta, comunque alle spalle di Suarez, quando il Pistolero non era impegnato largo a sinistra sulla fascia. L’uruguagio ha un’ottima qualità nel dribbling, frizzante e dinamico, che hanno convinto Valverde ha scrivere il suo nome a sinistra di quello di Messi, o come è successo in alcuni casi, di Paco Alcacer. L’ex centravanti di Valencia e Getafe merita qualche riga di cronaca ad personam, perchè se è vero che il suo rendimento non è alto come ci si aspettava – al Mestalla un triennio da 90 presenza e 30 reti – è pure evidente che il giocatore abbia necessitato naturalmente di un periodo di ambientamento, proveniente da una realtà ambiziosa come quella valenciana ma sicuramente non ai livelli olimpionici del Camp Nou. La sua avventura parvenuistica era iniziata con qualche critica fino a quando non si è reso protagonista con una doppietta al Siviglia, ed è stato lì che Paco si è conquistato la fiducia dei senatori dello spogliatoio.

https://www.youtube.com/watch?v=mlt5xFWVCF4

Per il resto l’inserimento di Deulofeu è stato sofferto ma graduale, e per la cronaca, l’attaccante quasi sicuramente non sarà del Bernabeu nella sfida al Real a causa di uno stiramento rimediato un paio di settimane fa. L’ex Milan ha avuto parecchie chance in questi primi mesi di Catalunya ma Valverde lo ha utilizzato prevalentemente come risorsa da spedire in campo a partita iniziata e non, come a Milano, quale freccia inarrestabile sulla fascia. Come lui non sarà convocabile anche Samuel Umtiti, un altro che con Valverde sembra essersi rigenerato dopo le confusioni create con Luis Enrique, e tra l’altro, lo stesso francese ha più volte dichiarato di apprezzare lo stile di gioco del nuovo allenatore. Per lui un’assenza che si protrarrà fino a febbraio.

 

https://www.youtube.com/watch?v=YAVvHZHdhp0

Il Barcellona è pronto all’attesissima sfida con il Real Madrid, e Valverde in questa stagione ha già fatto un po’ di accademia nelle sfide contro le grandi squadre pareggiando al Mestalla (1-1) e con l’Atltetico di Madrid (1-1) mentre in Champions, nel doppio confronto con la Juve, ha prima rifilato un secco 3-0 ad Allegri salvo poi pareggiare a reti bianche a Torino. Contro il Real il Barça ha una ghiottissima opportunità di dare un calcione a Zidane e alle sue porspettiva di risalita nei primissimi posti della classifica, ma il francese, e Valverde questo lo sa, ha già in mente un piano reattivo contro l’egemonia blaugrana. Il Barcellona è pronto, il Real un po’ meno.

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Le partite del giorno – venerdì 2 giugno 2023

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Il calcio, si sa, non si ferma mai: ogni giorno, da ogni angolo del pianeta, giocatori di tutto il mondo sono pronti, con le proprie giocate sul rettangolo verde, a regalare emozioni ai tifosi. Numero Diez vi presenta quindi le principali gare che ci attendono nella giornata di oggi.

SERIE A

Ore 20.30: Sassuolo-Fiorentina

SERIE B – PLAYOFF

Ore 20.30: Bari-Sudtirol

 

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Flash News

Putiferio a Brescia, scandalo a Budapest – La Rassegna Social

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Punto d’informazione, di impressioni e passioni condivise, i social network oggi più che mai raccontano le emozioni dei tifosi. Numero Diez vi presenta la rassegna dedicata ai più importanti messaggi della giornata di ieri.

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Calcio Internazionale

Sfuriata Mou, niente PSG in caso di maxi-squalifica

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Mourinho

Il futuro di Josè Mourinho è ancora da definire. Le dichiarazioni criptiche dello Special One rilasciate al termine della finale di Budapest hanno infuso nell’ambiente giallorosso forti preoccupazioni. Decisioni che si dice siano state giá comunicate al gruppo, ricostruzioni di discorsi più o meno attendibili e un gelo totale tra allenatore e proprietà: la permanenza dell’uomo di Setubal a Roma é una questione più che mai aperta. A scombinare le carte in tavola, secondo una ricostruzione fatta dal The Sun, potrebbe essere la squalifica che la UEFA infliggerá con ogni probabilità ai danni di Mourinho. Vediamo perché.

NIENTE PSG IN CASO DI MAXI SQUALIFICA

Sebbene il contatto tra le due parti sia stato smentito in diverse occasioni dall’attuale tecnico della Roma, la destinazione parigina è sicuramente tra i pensieri dell’ex Inter e United (tra le altre). Il PSG sembra voler rompere con Galtier e tra i nomi scelti per sostituirlo spicca quello di Mourinho, già cercato anche dalla Federazione Portoghese. I francesi tuttavia non sarebbero disposti a metterlo sotto contratto nel caso in cui questo riceva una maxi squalifica da parte della UEFA.

Le pesanti parole dello Special One nei confronti dell’arbitro Taylor avranno sicuramente ripercussioni e se il massimo organo calcistico europeo dovesse squalificare il mister per più di 5 partite il club di proprietà qatariota girerebbe altrove lo sguardo. Il PSG vuole la Champions e, anche se apparentemente “piccolo” come fattore, un’eventuale assenza del tecnico per tutta la fase a gironi peserebbe molto, forse troppo. 

 

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Bundesliga

Lo Stoccarda batte 3-0 l’Amburgo nell’andata dello spareggio: salvezza ad un passo

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Augsburg-Bayer Leverkusen

La gara di andata dello spareggio per conquistare l’ultimo posto nella prossima Bundesliga tra Stoccarda e Amburgo termina con un netto 3-0, che in vista del ritorno mette in chiaro le cose: lo Stoccarda è ad un passo dalla permanenza nel massimo campionato tedesco. Infatti in Germania, visto che la prima serie è a 18 squadre invece che a 20 come in Italia, le ultime due della classe (18esima e 17esima) retrocedono direttamente, mentre la 16esima, in questo caso proprio lo Stoccarda, deve giocarsi la permanenza contro la terza classificata della 2. Bundesliga, la “Serie B” tedesca, l’Amburgo.

Nella gara di andata non c’è storia: Mavropanos mette subito la gara in discesa per i padroni di casa segnando dopo appena 42 secondi, mentre Vagnoman e Guirassy siglano il secondo e il terzo gol rispettivamente al 51′ e al 54′. Al 69′ l’espulsione di Suhonen per l’Amburgo complica ancora di più le cose in vista della gara di ritorno (in programma lunedì 5 giugno alle ore 20:45) per la storica squadra tedesca che, salvo miracoli, sarà costretta a restare in seconda serie anche l’anno prossimo.

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