Una volta toccato il fondo, non si può far altro che risalire. Probabilmente è stato questo il primo pensiero di Xavi Hernandez una volta tornato sulla panchina del Barcellona. Un ritorno, per così dire, scontato, dato l’affetto che c’è tra il club e l’ex centrocampista, ma certamente non semplice.
Xavi ha fatto i conti con una situazione più grande di lui, senza un briciolo di paura. Ha ereditato quanto poco era rimasto della gestione Koeman, che ha lasciato una squadra ormai fuori da ogni tipo di competizione. Difatti, nessun miracolo si è verificato.
Il Barcellona è uscito dalla Champions League, e l’ha fatto nel peggiore dei modi. Ha lottato, per quanto possibile, ma c’era poco da fare. Le grandi lacune si fanno sentire, ed è difficile ribaltare una situazione così compromessa.
Ebbene, Xavi sembra esserci riuscito. L’ha fatto senza snaturarsi, imponendo lo stesso timbro utilizzato nei suoi anni di “apprendistato” in Arabia Saudita. L’ha fatto, quindi, ponendo al centro del progetto i giovani, quasi trascurati nella scellerata gestione Bartomeu.
La vittoria di ieri sul campo del Mallorca è un esempio perfetto. Nel finale, il tecnico ha inserito altri due ragazzi, Estanis Pedrola e Àlvaro Sanz, rispettivamente di 18 e 20 anni. Complessivamente, sono 11 i calciatori impiegati da Xavi di età inferiore ai 20 che hanno giocato almeno un minuto in stagione.
Il dato, già impressionante di suo, assume ancor più rilevanza se si considera che, in totale, sono 33 i calciatori che hanno vestito la maglia blaugrana dall’inizio dell’anno calcistico.
L’ex centrocampista blaugrana attende Ferran Torres e Dani Alves, ancora ai box rispettivamente per infortunio e faccende burocratiche, pedine fondamentali per dare continuità ad un gioco che sembra essere tornato quello di una volta.
Ancora in standby la vicenda che riguarda Àlvaro Morata, in attesa del via libera dai dirigenti bianconeri. Xavi non ne ha parlato, ha dato fiducia ai calciatori a sua disposizione, nonostante le 17 (!) assenze. A decidere la partita è stato Luuk De Jong, sicuramente il migliore in campo. Nonostante l’olandese fosse già con le valigie in mano, ha avuto la sua occasione, e l’ha sfruttata nel migliore dei modi.
La Champions League fino a qualche settimana fa sembrava irraggiungibile, ora dista solo una lunghezza. Il Barça è a -1 dall’Atletico Madrid e -2 dal Real Betis terzo in classifica, reduce dalla sconfitta casalinga contro il Celta Vigo, e torna a credere, dopo una stagione in cui sembrava tutto ormai perso.
Barcellona aveva toccato il fondo, ora è tempo di risalita.