Buon pareggio, ottenuto in trasferta contro quella che è una diretta concorrente o pareggio con rammarico per aver perso una grande occasione? È questo il dilemma con il quale il Bari cerca di inquadrare lo scontro diretto per la promozione diretta in Serie A contro la Reggina, che ha chiuso il sabato del 18° turno di Serie B. Lo 0-0 del Granillo potrebbe anche essere salutato come un buon risultato: del resto, i biancorossi erano e rimangono ancorati al 3° posto in classifica, distaccati di sole tre lunghezze dagli amaranto. Considerando l’andamento della partita, gli uomini di Filippo Inzaghi hanno imposto il loto ritmo e le loro idee al cospetto di un Bari, costretto sulla difensiva. Il merito è tutto di un asse in particolare: quello mancino. La corsia di sinistra è la chiave di gran parte delle iniziative della Reggina, che può vantare un uomo in grandissima forma: parliamo di Rivas. L’ala honduregna semina il panico nella retroguardia barese, che contiene con affanno le sue sortite: il suo avversario diretto, Dorval dimostra di non saper reggere il passo elettrico del classe 1998. Le mancanze del terzino dei galletti conoscono una compensazione, garantita da capitan Di Cesare. Tra il 14′ e il 25′ del primo tempo, il difensore del Bari tiene intatta l’imbattibilità di Caprile con una serie di interventi provvidenziali: prima legge bene in chiusura una scorribanda di Rivas; quindi, si fa ammonire per evitare che quest’ultimo si scateni a campo aperto; infine, gli toglie dai piedi l’opportunità di calciare in porta, da buona posizione, con una puntata decisiva. Quando, però, l’esterno della Reggina non è contrastato, allora arrivano i veri problemi.
IL BARI TREMA E RECRIMINA
Questi si registrano soprattutto a inizio ripresa: Rivas arma la conclusione di Hernani con un cross preciso. La traiettoria della finalizzazione del brasiliano non trova la porta di Caprile per questione di centimetri. È questa la migliore opportunità del secondo tempo, se non si considera che l’onnipresente Di Cesare si oppone con il corpo a un tiro a botta sicura di Ricci. Con questa analisi sembrerebbe scontato dire che quello di Reggio Calabria è un punto guadagnato per il Bari. Eppure c’è un motivo per recriminare. A finire sotto l’occhio del ciclone è l’arbitro Fabbri. Gli uomini di Mignani affondano poco in questa partita, ma quando ci riescono vanno a segno. Il match del Granillo si sblocca già dopo 10′; il calcio d’angolo in favore della Reggina diventa opportunità per sprigionare il contropiede degli ospiti. Più a suo agio quando deve attaccare, Dorval riesce a sfruttare l’amnesia di Majer, sovrastandolo di testa. Il contrasto diventa buono per una cavalcata in solitaria, che culmina con un piattone vincente a tu per tu con il portiere della Reggina, Colombi. Fabbri, inizialmente, convalida il gol. Tuttavia, una volta richiamato dal VAR, il direttore di gara ritorna sui suoi passi e annulla la rete. La chiara mancanza di evidenza del fallo commesso crea delle polemiche dall’onda abbastanza lunga. Rimanere a tre punti dalla zona promozione, dopo una partita non entusiasmante, può essere positivo. La consapevolezza di non aver colmato il gap per una controversa decisione arbitrale lascia un pizzico di amaro in bocca al Bari. Amaro che dovrà dissipare già nella prossima sfida, l’ultima del 2022: al San Nicola arriverà il Genoa. I tifosi baresi sperano di rivedere una reazione: servirà una reazione da leoni per battere il Grifone.