Football it’s coming home, cantavano sugli spalti i tifosi inglesi, ma a tornare a casa è stata la loro nazionale. La finalina per il terzo posto tra Belgio e Inghilterra ha concluso il percorso delle due squadre. Gli uomini del ct Martinez hanno trionfato sui Tre Leoni per 2 a 0 grazie ai goal di Meunier e Hazard, conquistando la medaglia di bronzo, massimo risultato storico per i belgi.
Gli inglesi, invece, salgono sull’aereo di ritorno con l’amaro in bocca per aver perso una chance importante: dopo 52 anni dall’ultimo trionfo, c’era la sensazione che la giovanissima Inghilterra di Southgate potesse compiere l’impresa. Il futuro potrebbe però rivelarsi splendente per entrambe le nazionali, nonostante la strada tracciata possa portare a percorsi differenti.

GOLD GENERATION A UN PASSO DALLA GLORIA
Come già detto, il Belgio non aveva mai raggiunto il podio ad un’edizione mondiale. Hazard e compagni hanno avuto un percorso insidioso ma la sfrontatezza che li ha contraddistinti è segno di una maturità acquisita. Dopo un girone dominato (3 vittorie, 9 goal fatti e 2 subiti), i diavoli rossi hanno dapprima eliminato il Giappone con una rimonta clamorosa (da 0-2 a 3-2) e ai quarti di finale hanno sconfitto per 2-1 il favoritissimo Brasile di Neymar.
I ragazzi del ct Martinez hanno mostrato per tutta la competizione un gioco rapido e intelligente, pronti a sfruttare gli errori degli avversari per colpirli in velocità con ripartenze letali. In particolare, il trio Hazard-De Bruyne-Lukaku ha incantato per la bellezza di alcune azioni, fatte di rapide triangolazioni e giocate individuali.
La semifinale con la Francia ha però evidenziato alcuni limiti. Nonostante il risultato striminzito (1-0 Umtiti), i blues hanno ampiamente meritato la finale di Mosca, dominando per lunghi tratti il match. Con la vittoria di ieri, il rimpianto per la nazionale belga è stato quello di essere mancati nel momento più importante, perdendo quell’occasione che difficilmente capiterà fra quattro anni. Per la gold generation restano da sfruttare le opportunità Nations League ed Euro 2020.

DOPPIA CHANCE PER LA STORIA
Il Belgio ha esordito per la prima volta nella sua storia nel 1904 contro la Francia, pareggiando 3-3. Da quel momento, l’unico trionfo è stato l’oro olimpico ad Anversa nel 1920, nella finale contro la Cecoslovacchia vinta per 2 a 0. Questo mondiale poteva essere l’occasione per tornare a vincere. Non tutto è però perduto.
La squadra è composta dal giusto mix di giocatori esperti (Fellaini, Kompany, Courtois) e giovani fuoriclasse (De Bruyne, Hazard, Lukaku), guidati da un allenatore, Roberto Martinez, che ha saputo adattarsi alle diverse circostanze, cambiando nei momenti giusti. Con questo mondiale sono state poste le basi per cercare di conquistare i prossimi due trofei a disposizione delle nazionali europee.
La Nations League, nuova competizione Uefa, partirà a Settembre e si concluderà il 9 giugno 2019. Il Belgio è stato inserito nella Lega A, insieme a Svizzera e Islanda. Il passaggio del turno dovrebbe essere una formalità e se la fortuna sarà dalla parte dei belgi, l’accesso alla finale potrebbe rivelarsi un obiettivo alla portata. La conquista del trofeo garantirà la qualificazione ai prossimi europei e la gloria per aver conquistato il primo titolo continentale.
Euro 2020, invece, potrebbe essere l’ultimo atto per questa gold generation. Fra due anni, molti giocatori avranno già compiuto i 30 anni e se il gruppo non dovesse subire grossi stravolgimenti, il Belgio potrebbe addirittura partire tra le favorite del torneo. La mentalità acquisita e la qualità dei singoli sono le armi migliori per presentarsi al prossimo europeo come la squadra da battere. Capitan Hazard è già pronto a trascinare i suoi verso la gloria.

INGHILTERRA, GIOIA E DOLORI
I Tre Leoni arrivano in Russia con la voglia di andare più avanti possibile ma con la consapevolezza che il gruppo, seppur ricco di talenti, è molto giovane. Southgate ha creato un gruppo compatto, fatto di giocatori che parlano lo stesso calcio: tutti i convocati, infatti, provengono dalla Premier League.
Il destino accoppia nello stesso girone Belgio e Inghilterra. Gli inglesi chiudono secondi, sconfiggendo all’esordio la Tunisia per 2-1 e nel match successivo il Panama con il risultato di 6-1. Kane, autore di 5 goal nelle prime due partite, diventa simbolo della rinascita inglese.
L’ultimo match del girone, quasi amichevole, lo vince il Belgio per 1 a 0 e gli inglesi si ritrovano agli ottavi di finale contro la Colombia. Il match, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari, finisce 4-3 ai rigori: Pickford para su Bacca e Dier sigilla il passaggio del turno. Nei quarti di finale, Kane resta a secco ma bastano Maguire e Dele Alli a sigillare il 2 a 0 per la semifinale, dove incontra la Croazia. E’ proprio contro gli uomini di Dalic che si infrange il sogno mondiale per gli inglesi: Perisic risponde alla punizione pennellata da Trippier e ai supplementari un caparbio Mandzukic sfrutta un’indecisione della difesa biancorossa e porta i croati alla loro prima storica finale.

CADERE OGGI PER VINCERE DOMANI
La delusione per non aver raggiunto nemmeno il podio è tanta. Il Mondiale però ha regalato una certezza al popolo inglese e a tutto il mondo: questo gruppo di giovani può crescere ancora tanto e già dalla Nations League si potrebbe aprire un ciclo importante. La nazionale di Southgate è stata inserita nel Gruppo 4 con Spagna e Croazia.
Un girone di ferro come questo potrebbe aiutare il gruppo a maturare su quegli aspetti che sono mancati durante la spedizione russa, come l’incapacità di gestire alcuni vantaggi (Tunisia e Croazia) o la poca concretezza nei momenti cruciali delle partite. La sensazione è che nonostante la qualità di gioco mostrata, agli inglesi manchi quel cinismo e quell’intelligenza che nei grandi tornei consentono di alzare la coppa.
E’ molto probabile però, che se continuerà questa crescita si potrà ammirare la massima espressione del potenziale inglese agli europei e, fra quattro anni, ai mondiali. Euro 2020 si concluderà nello stadio di Wembley e sarà la grande occasione per tornare ad alzare una coppa dopo l’unico trofeo conquistato nel ’66 dalla nazionale di Bobby Moore.
Le strade di Belgio e Inghilterra sembrano tanto prossime quanto lontane. Il ciclo belga è al massimo del suo splendore, quello inglese è appena cominciato. Conquistare un trofeo significherebbe completare un percorso importante, non farlo vorrebbe dire aver sprecato un periodo calcisticamente florido.