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Belgio, quasi grandi

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Belgio, quasi grandi

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Era il 1 luglio 2016 quando il Belgio di Marc Wilmots, primo nel ranking Fifa, veniva eliminato dal modesto Galles in un Europeo cominciato male con la sconfitta per 2 a 0 contro l’Italia a Lione e finito peggio con il gol della meteora gallese Robson Kanu al Pierre-Mauroy di Lille. Al termine di quella sciagurata competizione i diavoli rossi vennero da tutti etichettati come squadra incompiuta e, alla viglia di questo Campionato del Mondo, il giudizio era per la maggiore lo stesso.

A dirla tutta, in questi due anni le cose sono cambiate e non poco in casa belga. La novità più importante è sicuramente relativa alla guida tecnica: l’ex tecnico Wilmots, decisamente più bravo con i piedi che dalla panchina, è stato sostituito dal manager ex Everton Roberto Martinez. L’allenatore spagnolo ha condotto la squadra senza alcun tipo di difficoltà alla qualificazione ai Mondiali, proponendo con continuità un 3-4-2-1 super offensivo basato sul controllo del possesso del pallone e accantonando l’idea di proporre una difesa a 4 in virtù dei pochissimi terzini di qualità a disposizione. Al momento della convocazione ha dimostrato di avere anche grande carisma anteponendo il suo credo al volere popolare e lasciando a casa Radja Nainggolan.

FASE A GIRONI

Sorteggiato in un girone agevole con Inghilterra, Tunisia e Panama, il Belgio di Martinez ha esordito contro i nordamericani con il canonico 3-4-2-1 che presentava come anomalie Kevin De Bruyne in mediana di fianco a Witsel e Carrasco esterno sinistro a tutta fascia. La poca resistenza opposta dai panamensi e nel turno successivo dalla Tunisia non ha comunque eclissato lo squilibrio e la fragilità difensiva dello scacchiere belga che, in 180 minuti, ha subito 2 gol e 7 tiri nello specchio. Le scarse doti di interdizione del centrocampista del Manchester City e la pigrizia dell’esterno dell’Atletico Madrid hanno esposto costantemente la squadra a transizioni difensive pericolose. Di contro, l’enorme quantitativo di talento messo in campo ha permesso ai diavoli rossi di laurearsi come miglior attacco della fase a gironi con 9 reti e ad un super Lukaku di realizzare 4 gol in due partite.

LA SVOLTA

Conquistato il passaggio del turno come prima del girone nello scontro diretto tra riserve contro l’Inghilterra, Martinez si è presentato all’ottavo di finale contro il Giappone ignorando le difficoltà difensive dei primi due match. Nonostante un produzione offensiva di buon livello, le pecche strutturali hanno raggiunto il loro apice con i due gol subiti nei primi minuti della ripresa da Haraguchi e Inui. Vista la situazione Martinez ha optato per due cambi apparentemente contenitivi – Fellaini per Mertens e Chadli per Carrasco – che hanno permesso alla squadra di serrare le linee in mezzo al campo e di offrire un pericolo costante sulla fascia al posto dell’evanescente Carrasco. La rimonta insperata ottenuta contro la squadra del Sol Levante ha aperto gli occhi a Martinez che in occasione del quarto di finale contro il Brasile di Tite ha cambiato abito alla squadra.

Il 4-3-3 iniziale con la mediana muscolare Fellaini-Witsel-Chadli è stato decisivo in fase di copertura e utilissimo per permettere al tridente Hazard-De Bruyne-Lukaku di godere di ogni spazio a disposizione senza preoccuparsi della fase difensiva. Le capacità di abbinare forza e velocità dell’attaccante dello United, quella di vedere calcio in qualsiasi momento del centrocampista del City e quella di dribblare in qualsiasi zona del 10, hanno consentito al Belgio di condurre al meglio il contropiede sfruttando al massimo l’incapacità di Fernandinho di fare da schermo alla retroguardia verdeoro.

Il 2-0 con il quale si è conclusa la prima frazione rappresenta una delle prestazioni collettive migliori dell’intero Mondiale e il successivo raggiungimento della qualificazione segna nell’immaginario collettivo il passaggio dei diavoli rossi da squadra con talento inespresso a big del calcio internazionale.

L’EPILOGO

Cavalcando l’onda dell’entusiasmo Martinez ha confermato lo schieramento del match contro il Brasile eccezion fatta per Dembelè inserito in mezzo al campo e Chadli spostato in fascia per sopperire alla squalifica di Meunier. L’equilibrio del match è stato spezzato dal colpo di testa di Umtiti e da quel momento in poi gli attacchi belga si sono infranti contro il muro eretto da les bleus. Neanche l’inserimento di Batshuayi e l’avanzamento di Fellaini hanno creato grossi grattacapi alla retroguardia francese e i 26 cross tentati con esito negativi assieme ai pochi passaggi chiave riusciti (7) hanno causato l’eliminazione.

LA CONFERMA

Incontenibile, indemoniato e determinato: con queste tre parole si possono riassumere i 90 minuti di Eden Hazard contro il Brasile e i 9 dribbling riusciti su 9 tentati sono la conferma della sua prestazione sopra le righe. Dopo essersi divertito con le malcapitate difese di Panama e Tunisia, il numero 10 si è caricato la squadra sulle spalle nel match più importante anteponendo il bene della squadra al suo ego. La sua prestazione comunque di alto livello con la Francia (11 dribbling riusciti su 12) non è bastata per evitare l’addio al torneo.

LA SORPRESA

Marouane Fellaini è stato convocato per questo Mondiale dopo una stagione tutt’altro che esaltante e il suo ruolo in rosa era inizialmente quello di un semplice ricambio ma il gol del 2 a 2 contro il Giappone da subentrato ha segnato l’inizio di un nuovo torneo per lui e per il Belgio. L’onnipotenza nei duelli aerei contro il Brasile (7 vinti) supportata dal 75% di contrasti riusciti hanno costituito un mattone fondamentale dell’impresa di Kazan. Contro la Francia di Varane e Umtiti le sue incursioni offensive sono state limitate e neutralizzate ma la sua Coppa del Mondo resta di assoluto valore.

LA DELUSIONE

Mai messo da Martinez nelle condizioni di sfruttare al meglio il suo talento, il Ferreira Carrasco di questa rassegna iridata sarà ricordato più per le sbavature difensive che per le sgroppate sulle fasce caratteristiche della sua avventura a Madrid. La sua esclusione dalle partite decisive è emblematica delle sue perfomances tutt’altro che positive.

A prescindere da come terminerà la sfida per il terzo posto contro l’Inghilterra, il Belgio può ritenersi soddisfatta del Mondiale disputato e se Roberto Martinez dovesse avere l’occasione di continuare a lavorare e a plasmare questo gruppo un ulteriore passo in avanti potrebbe essere registrato agli Europei del 2020.

Il Pierre-Mauroy e Robson Kanu sono ormai lontani e per la golden generation dei diavoli rossi le occasioni per stupire non sono ancora terminate.

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Calcio Internazionale

Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

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Italia Retegui

L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.

L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.

LE PAGELLE DELL’ITALIA

Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.

Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.

Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.

Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.

Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.

Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).

Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).

Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)

Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).

Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.

Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).

All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.

 

LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA

Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.

Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.

Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.

Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.

Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.

Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.

Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.

Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)

Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)

Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.

Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)

All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.

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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku

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Lecce

Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.

DIECI ASSENTI“Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.

 

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La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”

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Italia

In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.

FORMAZIONE “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.

L’INGHILTERRA“Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.

RETEGUI“Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.

IL NAPOLI E IL MARADONA“La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.

IL RICORDO DI VIALLI“È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”. 

PROBLEMI TRA I TIFOSI“Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“. 

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Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

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Italia

Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.

Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.

LA LETTERA DELLA FAMIGLIA“Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.

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