BENEVENTO ON FIRE
In un mercato veicolato dalle grandi e spropositate cifre, trovare una società che agisca sapientemente è diventato un affare di stato da cercare con il lumicino. La Serie A, al momento, si è discostata dalla tendenza europea nella quale si è parlato solo ed esclusivamente di trasferimenti stellari, perché da noi sono le squadre in lotta per la salvezza ad aver investito per assicurarsi un futuro più roseo.
Lo scettro di società più “ferventi” di questo Gennaio va al momento, ad ex aequo, a Benevento e SPAL con 5 acquisti, seguite da Verona e Crotone con 3. Risulta necessario, per la bontà e qualità del lavoro svolto fino ad ora, soffermarsi sul mercato della squadra campana che ha occupato le prime pagine dei giornali soprattutto per la “sorprendente” vendita di Amato Ciciretti al Parma: la sua partenza ha però consentito l’arrivo di più giocatori per ruolo che potessero rafforzare l’ossatura messa in atto da De Zerbi.
Un mix di esperienza e voglia di riscatto che ben si allinea all’idea primaria di casa Vigorito, ovvero giocarsela fino alla fine senza alcun rimpianto provando a ricucire lo strappo con la zona salvezza come successe a Crotone durante la passata stagione.

Billong nel match di Champions League contro il Siviglia.
A partire dalla difesa, è arrivato in Italia Jean-Claude Billong, 24enne di Mantes-La Jolie, nella regione parigina, che fino a tre anni fa sognava di diventare un professionista. Proprio un mese fa, prima della sfida contro il Siviglia di Champions League, il difensore si era confessato ai microfoni de l’Equipe: “Mi sono ritrovato dal giocare a livello amatoriale vicino casa fino al disputare una fase a gironi di Champions League proprio quando, dopo un avventura sottotono in MLS, pensavo di non potermi più giocare le mie chances: sarà dura togliermi questo sogno adesso”.
Parte da questa voglia di riscatto, unita ad un fisico massiccio ed un’ottima struttura tecnica, l’obiettivo del Benevento: alleggerire il passivo in chiave difensiva, che concede all’avversario 15.8 tiri a partita di media, avendo subito 17 gol in 20 partite, ovvero la peggior difesa del campionato. “Ha una mentalità europea” affermava oggi De Zerbi alla Gazzetta dello Sport. L’infortunio di Costa ne ha già permesso l’inserimento ed a Bologna ci si attende la conferma assoluta come titolare: serviva convinzione e fisicità in una difesa spesso caotica e “leggera” in pressione sull’avversario.

Sandro durante il primo allenamento.
E se l’idea è quella di proporre, l’arrivo in prestito di un centrocampista navigato come Sandro, dall’Antalyaspor, potrebbe risultare la chiave di volta della mediana: come affermava De Zerbi, bisognerà prima di tutto recuperarlo fisicamente, perché il 28enne di Riachinho ha giocato 800 minuti in due anni senza mai essere al centro del progetto turco.
Ha però dalla sua un curriculum di tutto rispetto, perché in quattro anni di Tottenham, dal 2010 al 2014, si è distinto come ottimo interditore e si è preso la responsabilità di far ripartire l’azione dei suoi, con una media di passaggi riusciti dell’80%. Nell’attuale schema del Benevento non è presente un giocatore con queste caratteristiche intrinseche, perché i papabili titolari Memushaj e Viola costituiscono due prospetti diversi, uno capace di inserimenti e tagli senza palla mentre l’altro più regista nel senso più puro del termine.

Cheick Diabaté, ex giocatore del Metz. Nella Moselle ha raccolto 14 presenze ed 8 gol in sei mesi.
Veniamo ora al vero capolavoro messo a segno da Vigorito e dal suo staff, ovvero il prestito di Cheick Diabaté, che, come lo scorso anno, lascia Ankara e l’Osmanlispor per partire in prestito: storia d’amore mai sbocciata la sua con il club turco, tanto che lo scorso anno, tornato in Ligue 1 a Metz, nel nord est del paese, aveva aiutato il club a raggiungere la salvezza grazie ai suoi 8 gol in 14 partite.
Che la statura non inganni: nonostante i suoi 194 centimetri Diabaté è un vero centravanti, comprende in anticipo le transizioni offensive e si fa spesso trovare nel posto giusto al momento giusto. Avere per sei mesi l’apporto di un giocatore del genere assicura una densità differente in area di rigore, grazie anche al modulo utilizzato da De Zerbi: nel suo 3-4-3 infatti, i laterali Letizia e Lombardi assicurano profondità e cross nel mezzo, contando anche sulla vivacità di D’Alessandro e di uno tra Guliherme (nuovo acquisto anch’egli, portoghese ex Legia molto lesto come ala) e Brignola.
Potrebbe quindi agire da punta nel tridente d’attacco del 3-4-3 pocanzi citato, essere un’ipotetica unica punta in un 4-2-3-1 (con l’inserimento di un trequartista, nella fattispecie Armenteros o Memushaj se avanzato) così come faceva a Bordeaux, oppure farsi ronzare attorno da un attaccante nel caso di un 4-4-2 più coperto, anche se lo si è visto poco in queste vesti.
Il video è un piccolo riassunto dei suoi atouts: abile rigorista (vs Nantes), gran giocatore di sponda ed eccellente lettura del gioco nella medesima azione (vs Montpellier), certezza assoluta sui calci da fermo ed una buona qualità palla al piede.
https://youtu.be/XunVc32kKn0?t=36s
Se i romani vinsero proprio nella città campana nel 275 a.C cambiandole il nome in Beneventum da Maleventum, la sferzata che le due vittorie consecutive hanno dato alla classifica delle Streghe potrebbe avere un finale simile alla brezza storica che spesso accarezza lo stadio Vigorito, i suoi colli e la sua caldissima gente.