Benoît Badiashile, difensore centrale del Monaco, è l’ultima suggestione, in ordine cronologico, di una Juventus che lavora in vista della prossima stagione.
Il calciomercato in entrata dei bianconeri, per l’imminente sessione estiva, ha l’importante esigenza di far fronte agli addii di due simboli della storia più recente.
L’addio di Paulo Dybala è notizia ormai diventata certezza. Tra la Joya e la Vecchia Signora non è scattata la scintilla necessaria per il rinnovo del contratto, in scadenza il prossimo 30 giugno. L’addio di Giorgio Chiellini è stata, invece, una decisione più recente e più sofferta. Anche se l’annuncio era nell’aria da molti mesi.
Se per chi prenderà il posto dell’argentino i nomi sulla lista dei desideri sono molti e di diverso tipo. Risulta molto più difficile trovare l’erede del numero 3. Anche per il ruolo di leader e totem che Re Giorgio ha occupato nella formazione bianconera in questi anni.
SOMIGLIANZE CON CHIELLINI
Benoît Badiashile entra di prepotenza nei radar come papabile nome per il dopo-Chiellini. Il difensore classe 2001, rappresenta un diamante grezzo da far crescere e da valorizzare col tempo.
Nonostante la giovane età, ha già attirato su di sè paragoni pesanti e molte attenzioni. Molte di queste, è inutile nasconerlo, sono dettate dal suo aspetto fisico.
I suoi 194 cm di altezza non tradiscono le aspettative. Badiashile è un difensore possente, resistente, roccioso e dall’aspetto apparentemente rude. In questo, condivide molto con l’attitude di Giorgio Chiellini. Più volte elogiato per essere l’ultimo dei difensori “vecchio stampo“, con propensione al duello fisico e con una innata dote di marcatura ad uomo.
Altra somiglianza con il centrale italiano riguarda il piede di azione. Entrambi mancini. Chiellini nacque terzino, per spostarsi verso il centro a metà carriera. E Badiashile che, invece, si sviluppa già come centrale di difesa.
Infine, di tanto in tanto, Benoît Badiashile ama anche rendersi pericoloso nell’area di rigore che, tendenzialmente, occupa di meno. Il colpo di testa e la buona reattività lo hanno reso un pericolo offensivo costante, specialmente sui sui piazzati. I gol non sono molti: solo 4 in 126 gare. Ma la giovane età e il più sviluppato tatticismo del calcio italiano nelle situazioni da calcio da fermo, potrebbero portarlo a lavorare con maggiore incisività su questo aspetto.
I POSSIBILI IMPIEGHI
Con il Monaco, Badiashile ha imparato a giocare sia nella linea a 4, che nella difesa a 3. Con gli anni si è distinto sia per la sua fisicità, sia per la sua abilità difensiva, sia per una buona tecnica di gioco.
Per un difensore nato e cresciuto nel XXI secolo, imparare a portare palla e a sviluppare l’azione è diventata, ormai, una qualità fondamentale e imprescindibile. Badiashile non è quello che si definirebbe un “difensore dai piedi buoni“. Ma di certo non si tira indietro, quando gli viene chiesto sostegno nella manovra.
Alla Juventus, con molta probabilità, dovrà specializzarsi nella linea a quattro di difesa. Inoltre, i bianconeri hanno mostrato di apprezzare la costruzione dal basso, anche se ha spesso portato problemi, per la retroguardia della Vecchia Signora.
Badiashile non sarà di certo il giocatore che spingerà Allegri ad insistere su queste scelte di gioco. Però ha dalla sua l’affidabilità e la sicurezza di aver fatto spesso bene, nelle occasioni in cui l’azione è passata dai suoi piedi. Con una buona abilità di passaggio e una discreta lettura di gioco, potrebbe rivelarsi un ottimo sostegno per il centrocampo.
Manuel Locatelli è individuato come il giocatore maggiormente indicato ad essere il vertice basso che funge da regista. Ma è altresì molto probabile che una scelta di gioco abbastanza frequente possa essere quella dell’attaccante che scende fino alla linea mediana per costruire. Valorizzando, in questo modo, la velocità e la tecnica di profili come Vlahovic e Chiesa.
NEW GENERATION
Benoît Badiashile è l’ultimo nella lista dei giovanissimi difensori centrali francesi, pronti a conquistare il proprio posto nella retroguardia della nazionale.
Oppure sarebbe più giusto dire “uno degli ultimi“. Perchè se c’è un reparto in cui la nazionale francese del futuro è in una botte di ferro, è quella del centrale di difesa.
Varane e Umtiti, i centrali titolari della Francia campione del mondo nel 2018, sanno di poter lasciare il loro posto in mani sicure. Nonostante entrambi siano ancora molto giovani: 29 anni per il primo, 28 per il secondo. Leggermente diverso il discorso per Kimpembé, classe 1995 anch’egli presente nella spedizione in Russia. Il centrale del PSG sa di non poter lasciare nulla al caso e di dover combattere per una maglia da titolare contro una new generation di ottimi centrali.
Alle spalle dei tre sopracitati, infatti, si sta facendo sempre più rumorosa la concorrenza di tanti giovani pronti al lancio.
Da Upamecano, Koundè e Konaté, rispettivamente 1998 i primi due e 1999 il terzo, tutti protagonisti con il loro club, sia nel campionati nazionale che in Europa. Fino ai promettenti millenials: Fofana (2000), Lacroix (’00), Simakan (’00), Kalulu (’00), Saliba (’01) e Matsima (’02). Per arrivare ai tantissimi outisider, attualmente ancora molto lontani dalla selezione nazionale. Ma con voglia di dire la loro.
Benoît Badiashile si iscrive con merito a questa lista, confermandosi come un prospetto in rampa di lancio e con grandissimi margini di miglioramento.
LA TRATTATIVA
La Juventus si è dimostrata molto interessata al centrale del Monaco. Il club del Principato di Monaco si è dimostrato disponibile alla cessione, in linea con il suo progetto basato sulla valorizzazione dei giovani in uscita dal vivaio. O precedentemente acquistati con un investimento a lungo termine. Ma non intende fare sconti a nessuno.
La cifra stabilita per la cessione è di 35 milioni di euro. Una spesa che potrebbe essere probitiva per la Juventus, che cerca un ampio sconto.
Per sbloccare la situazione potranno essere decivisi eventuali bonus da inserire nella trattativa. Ma anche il passo indietro di una delle due squadre.
Oppure, in alternativa, la volontà del giocatore, che potrebbe sentirsi particolarmente orgoglioso dell’interessamento di un club come la Juventus.