“QUASI”
In molti si chiedevano, nel corso di questa stagione, che fine avesse fatto Stephan El Shaarawy. Forse, persino i tifosi della Roma. Eppure il Faraone è sempre stato lì, subentrando a Perotti o Salah in alcuni match, poco considerato in altri, quasi costretto a non lasciare il segno. Quasi.
Una stagione, se non una carriera, segnata da questo “quasi”. Eppure Stephan è sempre lo stesso, quello che ha fatto il suo esordio a 18 anni con la maglia del Milan, quello che il Milan l’ha ingolosito ancora minorenne. Prima dell’arrivo di Mario Balotelli, stagione 2012-2013, El Shaarawy ha chiuso il girone di andata a quota 14 gol, in 19 partite. Quasi capocannoniere, il primo era il Matador Cavani. Da lì qualcosa si è rotto, o quasi. Una serie di infortuni, qualche pettegolezzo di troppo. In quel momento ci si è resi conto che per tornare grande, o per diventarlo, Stephan avrebbe dovuto lasciare Milano anche se a malincuore.
LA SVOLTA

Inizia così il capitolo francese, succede tutto in una notte insonne, qualche telefonata con l’agente e il papà, poco tempo per pensarci e via con la nuova avventura a Monaco. Condita da 24 presenze da settembre a gennaio, il faraone non viene mai preso seriamente in considerazione da Jardim, niente riscatto e valigie in mano per lasciare Principato dopo appena sei mesi.
Con il calciomercato si comincia a parlare di Roma, e Sabatini, che un anno prima aveva “rinforzato” la squadra con Ibarbo e Doumbia, decide di portarlo nella Capitale. Stephan fa il suo esordio contro il Frosinone e mette subito a segno un gol che resterà impresso negli occhi di tutti per molto tempo, non solo dei tifosi giallorossi. Una giravolta di tacco, e a Roma è subito Farao’. Finale di stagione ad altissimi livelli, in quel tridente con Salah e Perotti falso nueve, complici le difficoltà di Dzeko.
https://youtu.be/5TakU8bfD3U
ANNO NUOVO
Tra i primi pensieri estivi della Roma c’è il riscatto dell’italo-egiziano dal Milan e così, per una cifra che si aggira intorno ai 13 milioni, El Shaarawy diventa definitivamente un giocatore giallorosso. A settembre sembra però esser ricominciata la maledizione del Faraone, discontinuo e scontento. Spalletti non lo vede tra i titolari, lo fa diventare il dodicesimo, tredicesimo uomo.

Ma Stephan è cambiato, è diverso e si è formato caratterialmente, forse un po’ grazie agli infortuni e alla troppa fatica per tornare l’El Shaarawy di un tempo. Adesso con il duro lavoro, la voglia che ci mette e l’umiltà che non è mai mancata, come il suo talento, si ritaglia uno spazio che adesso, nel finale di stagione sembra sia suo di diritto.
Il suo procuratore ha quasi predetto un finale di campionato stellare del suo giocatore, e poco più di un mese fa rilasciava queste parole:
“È così forte che neanche lui se ne rende conto, presto vi stupirà.”
L’ALBA DI UNA NUOVA ERA
Stephan si sacrifica, dribbla, segna, ma soprattutto sorride. Tutto parte dalla partita di ritorno in Europa League contro il Lione quando entra e cambia la partita. Stesso esito, ma da titolare, in coppa con la Lazio. Poi però, a parte le prestazioni di livello, iniziano ad arrivare numeri da capogiro. Tre assist nel match contro il Pescara, un gol contro Milan e Juve, doppietta al Chievo. Era addirittura dal dicembre del 2012 che il 92 non andava a segno in tre partite di fila di campionato. Ovvero da quello che unanimemente viene considerato il miglior momento della sua ancor giovane carriera, quello in cui praticamente da solo si portava sulle spalle il piccolo Milan post Ibrahimovic e Thiago Silva. Quel che è lampante è il miglioramento tattico di questo ragazzo che, non dimentichiamolo, ha ancora 24 anni. Spalletti l’avrà pure lasciato un po’ troppo in panchina, ma gli ha cucito addosso un ruolo che potrebbe rappresentare la svolta per la sua carriera. Non solo un attaccante esterno, ma un tornante capace di correre, aiutare il terzino e di dialogare molto di più con la squadra.
“Questo è uno dei momenti più brillanti della mia carriera, non solo calcistico ma anche psicologico. E questa è una cosa molto importante. È un momento molto speciale per me, spero che continui e spero che arrivi anche la Nazionale a questo punto perché è una cosa a cui tengo molto.”

Consapevole della propria forza, di cosa è capace di fare quando sta bene mentalmente, capace soprattutto di zittire silenziosamente tutti quelli che non l’hanno saputo aspettare. Stephan El Shaarawy ha un contratto con la Roma fino al 2020 e, adesso che si è liberato del sarcofago, è pronto a riprendere da dove aveva interrotto, con la cresta alta, come le sue ambizioni.
Attendere il tuo ritorno non ha deluso le aspettative. Bentornato Steph!