La nuova Inter che dalla scorsa stagione ad oggi ha ritrovato la via dei tre punti passa, senz’altro, da Beppe Marotta. Il contributo che l’amministratore delegato ha fornito ai neroazzurri non ha avuto eguali all’interno della dirigenza, così da spingere la proprietà a blindare uno dei migliori nel suo ruolo.
L’intenzione di Steven Zhang è quella di rinnovare il contratto di Marotta nella speranza di riuscire a rafforzare ulteriormente il gruppo squadra dopo dieci difficili anni. Con l’arrivo dell’ex juventino, la società milanese è riuscita ad acquisire la giusta mentalità sul terreno di gioco. Questo anche grazie alle smisurate abilità del sessantaquattrenne nell’aggiudicarsi giocatori dallo stipendio contenuto, ma ancora in grado di sostenere la causa, e – meglio ancora – giovani promesse del calcio europeo.
Caratteristiche che hanno consentito all’Inter di abbandonare il centro della graduatoria di Serie A e di lottare con gli altri top club nelle zone più alte. Infatti, al netto dei risultati raggiunti, oltre all’amministratore delegato, la società avrebbe deciso di mantenere i rapporti anche con il direttore sportivo e il suo vice. Piero Ausilio e Dario Baccin potrebbero, dunque, continuare a far parte della dirigenza neroazzurra fino al 2025 (questa l’idea di Zhang).
La proprietà cinese è quindi a lavoro per evitare quanto successo alla Juventus proprio con Beppe Marotta prima del cambio di casacca.
QUALI FURONO LE CAUSE DEL DIVORZIO?
Come accennato, il ruolo che l’AD ha ricoperto negli anni è risultato fondamentale grazie ad alcuni acquisti mirati. Se per la squadra campione d’Italia il suo contributo è stato e sarà imprescindibile, anche alla Juventus il lavoro non è stato vano.
Arrivato a Torino in qualità di direttore generale, viene immediatamente promosso ad amministratore delegato. Per lui un’esperienza lunga otto anni tra le fila bianconere, ricca di colpi low cost ma anche di affari particolarmente onerosi. Tra questi risultano fondamentali alcuni acquisti che hanno consentito alla Vecchia Signora di dominare sul territorio italiano per diversi anni. I nomi di Andrea Pirlo, Arturo Vidal e Andrea Barzagli furono i primi botti dell’era Marotta, che, grazie anche al loro apporto, lasciò subito il segno. Nella stessa stagione infatti, l’allenatore designato a riportare in alto la squadra era Antonio Conte, colui che condusse il gruppo al trionfo dopo appena un anno.
Risultati tangibili quelli che l’ex direttore della Sampdoria è riuscito a portare alla sua prima esperienza in un top club. Ma non finisce qui. Perché l’anno successivo ingaggia il giovane Paul Pogba e nel 2013 si assicura le prestazioni di un certo Carlos Tevez. Qualche anno più tardi si presenta l’occasione di acquistare Gonzalo Higuain dal Napoli (90 mln) sacrificando prima una pedina pregiata per poter fare cassa: Pogba (105 mln).
Insomma, un passato juventino entusiasmante quello condotto da Beppe Marotta, ma terminato con l’arrivo di Cristiano Ronaldo in Italia. Difatti, l’operazione per portare il portoghese in Serie A fu pilotata da Paratici, poiché l’attuale amministratore delegato dell’Inter era al corrente dei rischi che la società avrebbe corso con l’affare Ronaldo. I rapporti con Andrea Agnelli si dilaniarono e Marotta fu costretto ad abbandonare la dirigenza bianconera e ad accettare la proposta interista.
IL TRASFERIMENTO ALL’INTER
Con l’arrivo a Milano Marotta riceve subito carta bianca dal presidente neroazzurro gettando le basi per un nuovo progetto. La rosa è decisamente incompleta e priva di giocatori capaci di svoltare la partita da un momento all’altro, ma all’appello manca anche un tecnico in grado di far risalire la china. Ed è allora che l’ex Juve decide di ripartire nuovamente da Antonio Conte, che nel giro di due anni riesce a riportare l’Inter in Champions League e sul tetto d’Italia (giocando anche una finale di Europa League).
Ma nel momento in cui le pretese dell’allenatore barese si alzano, Marotta è bravo a mettere il piede sul freno e ad ingaggiare Simone Inzaghi. L’ex laziale si ritrova in una squadra ormai perfezionata, capace di saper giocare con il modulo da lui preferito (3-5-2), ma le partenze di Lukaku e Hakimi lasciano a desiderare. Ma non è questo il caso di piangersi addosso, perché la dirigenza di Zhang rinzeppa la rosa con alcuni innesti: Dimarco, Dzeko, Dumfries, Calhanoglu e Correa.
Ora il gruppo pare essere anche più solido della stagione precedente. Grazie alla testa della Serie A, all’approdo alla fase ad eliminazione diretta della Champions League e all’obiettivo concreto della Coppa Italia, l’atmosfera che si respira ad Appiano Gentile è alle stelle. Con la conquista della Supercoppa gli obiettivi dell’Inter diminuiscono sul campo, ma aumentano a dismisura tra gli appunti di Marotta. Proprio nelle ultime ore, infatti, la società sembrerebbe essere ad un passo dagli acquisti di Robin Gosens e Felipe Caicedo.
L’esterno dell’Atalanta tornerebbe più utile nella prossima stagione visti i molteplici problemi fisici avuti in questa stagione, discorso diverso invece per l’ex attaccante della Lazio. Caicedo arriverebbe dal Genoa per sopperire alla mancanza di Correa (infortunatosi la scorsa settimana) e consentirebbe a Dzeko un po’ di riposo.
Attenzione, però, anche alle voci su Paulo Dybala. Il fantasista argentino difficilmente verrà accontentato dalla Juve sulle richieste d’ingaggio e, secondo quanto appreso negli ultimi giorni, Marotta potrebbe inserirsi e provare a portare la Joya a Milano.
CONCLUSIONI
Qual è quindi l’importanza di avere Beppe Marotta dalla sua parte? L’amministratore varesino vanta un’esperienza cominciata all’inizio del 2000 all’interno delle dirigenze calcistiche professionali e, ad oggi, secondo quanto riportato da Calcio e Finanza, è uno dei più apprezzati nel suo ruolo.
Dalle sue ultime due esperienze evince la qualità e la professionalità che l’uomo mette a disposizione nel suo lavoro. Grazie ad alcune strategie apprese nel corso della sua carriera, l’ex Juve ha imparato ad essere indispensabile e pertanto il rinnovo del suo contratto con l’Inter sembra essere imminente. La società conosce il valore e il lavoro svolto da egli finora e, dopo i rinnovi di Barella, Lautaro, Bastoni e Dimarco, starebbe per definire i dettagli dei nuovi accordi riguardanti i dirigenti.
L’opportunità di trattenere un colosso come Marotta c’è. Ora la palla passa alla proprietà.